Il 2 ottobre scorso un analista demografico in pensione della Banca Mondiale ha ammesso che le campagne di diffusione dei vaccini sono parte integrante delle politiche demografiche dalla Banca Mondiale. John F. May, il maggior specialista demografico della Banca dal 1992 al 2012, ha detto al giornale web francese Sens Public (poi trascritto dal think-tank per cui lavora May) che le campagne di vaccinazioni condotte soprattutto nei cosiddetti “paesi altamente fertili”, sono strumenti utilizzati per la riduzione della popolazione in quei paesi.

May: “Gli strumenti utilizzati per attuare le politiche demografiche sono “leve politiche” o azioni mirate come le campagne per i vaccini o la pianificazione familiare, allo scopo di cambiare alcune variabili fondamentali..”
Si definiscono “politiche demografiche” come “l’insieme d’interventi attuati dai governi per meglio gestire le variabili legate alla popolazione e per tentare di armonizzare i cambiamenti demografici (numero, struttura per età e classificazione) alle aspettative di sviluppo del paese”. May continua spiegando che la Banca Mondiale sta assumendo un ruolo chiave nel raggiungimento della riduzione demografica.
Non è la prima volta che dirigenti della Banca Mondiale parlino apertamente di queste azioni mirate al controllo demografico nei paesi del terzo mondo. Nel suo rapporto 1984 World Development Reportc, la Banca Mondiale suggerisce di utilizzare “furgoni” e “campi” di sterilizzazione per facilitare tali politiche nel terzo mondo. Il rapporto inoltre minaccia quei paesi che si mostrano lenti nell’attuare le politiche della Banca di “misure drastiche, meno compatibili con le scelte e la libertà individuale”.

“La politica demografica ha lunghi tempi di esecuzione; le altre politiche di sviluppo devono adeguarsi di conseguenza. L’inerzia di oggi pregiudica le opzioni di domani nel quadro generale delle strategie di sviluppo e delle future politiche demografiche. Inoltre, l’inerzia di oggi potrebbe significare che domani, per rallentare la crescita demografica, si rendano necessarie misure più drastiche, meno compatibili con la scelta e la libertà individuale”. 

Alcune di queste misure vengono già adottate.
Uno studio pubblicato in Human and Experimental Toxicology del Maggio 2011 concludeva che “le nazioni che richiedono più dosi di vaccini tendono ad avere una più alta percentuale di mortalità infantile”(pag. 8).
Dopo studi approfonditi sugli effetti dei vaccini in rapporto ai tassi di mortalità tra i bambini, gli autori Neil Z. Miller e Gary S. Goldman sono arrivati a questa inquietante conclusione e hanno sottolineato l’urgenza di un’analisi più attenta delle correlazioni tra vaccini, tossicità biochimica o sinergica e mortalità infantile ”- ma hanno anche concluso ingenuamente che “Tutte le nazioni – ricche o povere – sviluppate e arretrate – hanno l’obbligo di verificare se i loro programmi d’immunizzazione stiano raggiungendo gli obiettivi prefissati.”
Non ci si può aspettare che gli autori siano a conoscenza del fatto che, in realtà, si stanno raggiungendo proprio gli obiettivi prefissati.
A questo riguardo è indicativo il loro punto finale, e cioè che non intendevano dire che i vaccini fossero pericolosi, e che avevano tratto le loro conclusioni basandosi sulla convinzione che l’aumento della mortalità infantile non fosse un fatto intenzionale.
E invece è proprio il contrario. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Banca Mondiale, il Dipartimento per l’Ambiente dell’ONU, il Fondo per le Popolazioni dell’ONU, la Fondazione Bill e Melinda Gates e tutte le altre “braccia” della creatura che chiamiamo “dittatura scientifica” stanno accerchiando l’umanità con campagne massicce di programmi di vaccinazioni e cibo geneticamente modificato.
Prima il mantra era “per combattere il riscaldamento globale, abbiamo bisogno di un unico grande governo mondiale”; ora suona così: “Se vogliamo combattere la povertà, dobbiamo avere un unico governo mondiale e anche…ma sì, ridurre il numero degli umani.”
Ogni pretesto è buono. Tempo fa era l’emergenza “oceani” che spingeva la Banca Mondiale a dare il via a un’”alleanza” globale. Lo stesso argomento vale per ogni altra possibile calamità naturale. Seguendo questo ragionamento, inevitabilmente si arriva ai pretesti con cui vengono “spacciati” i controlli demografici. Vuoi ridurre le vittime della guida in stato di ebbrezza? Vuoi trovare la cura del cancro? Riduci la popolazione, così moriranno meno persone e il risultato è raggiunto. Anche la comunità scientifica si è unita allo sforzo, sfruttando il concetto di riduzione demografica per fermare la povertà e le malattie nel mondo.
Sotto la guida di Jeffrey Sachs, primo consigliere di Ban Ki-moon, sono stati pubblicati diversi studi che sollecitano una forte riduzione della popolazione mondiale nel nome della riduzione della povertà. Nel 2009 Sachs e i suoi pupilli Pejman Rohani e Matthew H. Bonds, scrivono il documento La trappola della povertà creata dall’ecologia delle malattie infettive. Scrissero che la “trappola della povertà può (…) essere neutralizzata migliorando le condizioni di salute della popolazione.”
Ovviamente, sorge il problema: “Come migliorare le condizioni di salute”. In un altro
studio del 2009 Bonds e Rohani dicono:
“(…) la nascita di un bambino nelle aree più povere del mondo rappresenta una nuova opportunità d’infezione per il resto della popolazione ospite. Quindi, la teoria epidemiologica predice che una riduzione delle nascite riduce in modo significativo l’incidenza delle malattie infantili.”
Nello stesso anno, qualche mese prima, Bonds scrive una dissertazione intitolata Socialità, Sterilità e Povertà; coevoluzione dell’ospite patogeno con le implicazioni nell’ecologia umana.Lo
studio conclude che il modo migliore per sradicare povertà e malattie è di… sradicare gli umani. “Abbiamo verificato che, oltre ad avere effetti sull’economia, la riduzione della fertilità può comportare anche una forte riduzione delle malattie nel lungo termine, più di quanto ci si possa aspettare, e potrebbe anche rivelarsi un’ottima strategia per sconfiggere alcune malattie infettive. Una tale soluzione renderebbe fiero anche Malthus”. Scrisse Bonds.
“(…) il nuovo modello, che rappresenta un effetto economico, mostra che una riduzione della fertilità può essere ancora più efficace di un vaccino; e che una politica di diffusione dei vaccini può rivelarsi più efficace se condotta congiuntamente a una riproduzione umana controllata.”
“Questo modello” continua Bonds, “dimostrerà sicuramente i reali vantaggi della fertilità controllata, poiché l’effetto di una ridotta natalità comporterà anche una riduzione nella percentuale di contagiati da malattie infettive, il che equivarrebbe a un vaccino per tutte le malattie infettive nello stesso momento.”
Se sradichi gli umani, sradichi anche la malattia: il problema è risolto. “Tuttavia, le malattie infettive, continuano a essere significative nei paesi in via di sviluppo, quei paesi con un alto tasso di natalità”.
“E’ chiaro l’effetto di quest’alto tasso di natalità sulla persistenza e sulle dinamiche delle malattie infantili, e anche sulle difficoltà di applicazione dei vaccini” (McLean and Anderson, 1988a; Broutin et al., 2005). E arriviamo al punto: “La riduzione della fertilità può essere parte integrante di una campagna per l’eradicazione delle malattie?” La risposta a questa domanda ce l’ha data Bill Gates nel 2010 quando promosse l’uso dei vaccini per ridurre la popolazione del 10-15%.(Guarda il video)
Malattia e povertà, unite come sono, possono quindi essere eliminate grazie a una significativa riduzione della fertilità nel mondo. La religione della dittatura scientifica in un guscio di noce. Non era la prima volta che il sig. Sachs sollecitasse un coordinamento a livello mondiale per il controllo della popolazione. In un comunicato stampa del Settembre 2009 Sachs non solo si lamentava di un’inattività generale nel campo, ma incoraggiava gli scienziati e gli esperti a prendere in mano le redini.
“Il nostro pianeta sta vivendo l’era in cui l’attività umana domina i processi della terra. L’umanità si è così espansa in termini assoluti e di attività economiche che ha preso il sopravvento in modo vitale sui processi terrestri al punto da cambiare il clima e i cicli idrogeologici”. Ha affermato Sachs nel corso della Conferenza ONU su Commercio e Sviluppo.
“Non abbiamo necessariamente bisogno di diplomatici attorno a un tavolo” continuava Sachs.“Abbiamo bisogno d’ingegneri intorno a un tavolo, di scienziati intorno a un tavolo. Dobbiamo mettere giù le carte e dare il via a un nuovo corso”.
Che tipo di modello ha in mente Sachs nella sua utopia usurpatrice? In un numero del 2000 dell’ Economist ha affermato:
“Il modello da emulare è la Fondazione Rockefeller, prestigiosa istituzione del 20° secolo dedicata allo sviluppo, che ha dimostrato quanto bene riuscivano a compiere gli aiuti mirati alla conoscenza”.
Non devo ricordare ai lettori che fu proprio la Fondazione Rockfeller  a finanziare e sviluppare proprio i vaccini per la riduzione della fertilità, con l’intenzione di distribuirli nel mondo su vasta scala. Nel suo commento in Ritorna il fantasma di Malthus, Sachs fa un’appropriata descrizione dell’ Agenda 21 senza fare però cenno al piano ONU per la ridistribuzione della ricchezza e la riduzione demografica:
“Dobbiamo ripensare le diete moderne e l’architettura delle città per raggiungere migliori stili di vita e ridurre i consumi. E per stabilizzare la popolazione mondiale a circa 8 miliardi di persone dovremo aiutare l’Africa e altre aree del mondo ad accelerare le loro transizioni demografiche. Siamo ancora molto lontani da questo percorso. Avremo bisogno di politiche nuove che spingano i mercati verso quella direzione e promuovere sviluppi tecnologici mirati al risparmio delle risorse. Per raggiungere quest’obiettivo, dobbiamo adottare nuove politiche che riconoscano l’importanza di una strategia di crescita sostenibile e di cooperazione globale.”
Come ha detto Paul Joseph Watson nel suo articolo del Settembre 2010 Global Tax Scam Shifts From Climate Change to Poverty(la truffa fiscale si sposta dal Cambiamento Climatico alla Povertà Mondiale), stanno cambiando quei pretesti con i quali si spinge il mondo verso un governo “globale”. Il centro d’attenzione si è spostato dal mito ormai ritrito del riscaldamento globale al tema della riduzione della povertà. Come sempre accade, una volta che il pretesto viene propinato alle masse, ecco che gli eugenisti fanno un ulteriore passo verso la “riduzione della fertilità”. In altre parole, verso il “governo globale”, che faciliti la dittatura scientifica mondiale.
Jurriaan Maessen
(Fonte explosivereports - Traduzione per comedonchisciotte a cura di SKONCERTATA63)


Bambini super-vaccinati. Saperne di più per una scelta responsabile. ”Da quasi trenta anni visito bambini, e cerco di curarli ‘in scienza e coscienza’. Durante gli studi universitari ho appreso la pratica vaccinale. E per molti anni ho vaccinato i bimbi affidati alle mia cure con ogni vaccino disponibile, convinto dell’utilità dell’immunizzazione di massa. Ho dedicato buona parte del mio tempo ai bambini, ai miei pazienti, spinto dalla voglia di andare al fondo dei problemi, senza fermarmi alla superficie, mantenendo uno spirito critico. Nel corso della mia attività ho avuto modo di incontrare bimbi non vaccinati, e ho iniziato a rendermi conto che avevo accettato senza riserve e riflessioni il concetto secondo cui i vaccini sono sempre efficaci e sicuri. Ho cominciato a constatare che la frequenza delle malattie pediatriche più comuni erano ridotte nei bimbi non vaccinati rispetto a quelli sottoposti alle vaccinazioni. Ho conosciuto genitori i cui figli si erano ammalati gravemente, o che addirittura erano morti a causa della somministrazione di un vaccino. Ho iniziato a vedere questa pratica con occhi diversi, ho dato altre interpretazioni alle malattie che avevo visto insorgere dopo la vaccinazione, provocate a volte anche da me, e che non avevo messo in relazione al vaccino. Ho cominciato a pormi altre domande, a cercare risposte non conformiste o obbedienti a logiche di routine, studiando quanto disponibile nella letteratura scientifica internazionale, mettendo a confronto dati e ricerche cliniche”.