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martedì 11 febbraio 2014

BOMBE NUCLEARI UNITED STATES OF AMERICA IN ITALIA: IL GOVERNO LETTA AMMETTE LO STOCCAGGIO





di Gianni Lannes




Pochi in Italia sanno che il nostro Paese, in barba alle normative nazionali e internazionali, e a nostro rischio e pericolo, accoglie centinaia di ordigni nucleari in violazione della Costituzione e del Trattato di non proliferaizone (TNP). I governi tricolore hanno sempre negato l'evidenza, comunque scoperta ed accertata in passato da approfondite inchieste giornalistiche. Ora, il 30 maggio 2013, la notizia, anzi la conferma è ufficiale: infatti, sulla base di un'interrogazione parlamentare in sede di Commissione Difesa, l'esecutivo ha confermato il segreto di Pulcinella, comunque ignoto alla stragrande maggioranza del popolo italiano. Ovvero che nelle basi aeronautiche di Aviano e Ghedi, ma non solo, i sedicenti "alleati" di Washington mantengono illegalmente ben 90 bombe atomiche modello B 61, residuo della guerra fredda. Una minaccia concreta che in caso di incidenti o attacchi nemici potrebbe polverizzare mezza Europa.



Il trattato di non proliferazione nucleare sancisce l'obbligo per l'Italia di non ospitare ordigni nucleari e per gli Stati nucleari, di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio territorio, nello specifico l'articolo 1 stabilisce: 



«Ciascuno degli Stati militarmente nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna

a non trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegna inoltre a non assistere, né incoraggiare, né spingere in alcun modo uno Stato militarmente non nucleare a produrre o altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi o congegni

esplosivi».



Secondo quanto affermato dall'Istituto affari internazionali nel documento «Il dibattito sulle armi nucleari tattiche in Italia» nonostante l'esplicito impegno a «creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari», il nuovo Concetto strategico della Nato adottato a Lisbona il 19 novembre 2010 ribadisce che «fintanto che ci sono armi nucleari nel mondo, la Nato rimarrà una Alleanza nucleare».

 

Ultimo caso di dispiegamento avanzato (forward deployment), cinque paesi dell'Alleanza atlantica - Belgio, Germania, Italia, Olanda e Turchia - continuano ad ospitare di armamenti nucleari tattiche (Ant) di proprietà del governo degli Stati Uniti d’America, all'interno dei propri confini. Il tipo di arma nucleare a disposizione della Nato attualmente collocata sul territorio europeo è la bomba gravitazionale B-61 (risalente agli anni ’60), classificata come tattica. Attualmente sono in servizio le versioni B61-3, B61-4 e B61-10, costruite tra il 1979 e il 1989, con varie opzioni di potenza da 0.3 a 170 chilotoni. Le bombe possono essere trasportate dagli aerei

statunitensi F-15E e F-16C/D e dagli aerei delle forze europee come gli F-16 belgi, olandesi, turchi e i Tornado italiani e tedeschi, nonché gli F 35. Le bombe sono custodite sotto il controllo americano dagli US Munitions Support Squadrons (Munss).

 

Come affermato dalla Corte internazionale di giustizia mantenere una minaccia nucleare nei confronti di altri Paesi è un illecito, per di più le armi nucleari in territorio italiano rappresentano un pericolo per la salute e la vita di chi vive nei pressi di una installazione nucleare militare.



Tra gli Accordi bilaterali USA-Italia, l’air technical Agreement (Accordo tecnico aereo Italia-Usa) del 30 giugno 1954 definisce i limiti delle attività operative, addestrative, logistiche e di supporto che i velivoli americani possono effettuare sul territorio italiano mentre il Bilateral Infrastructure Agreeement Accordo bilaterale italo-americano (BIA) sulle infrastrutture stipulato il 20 ottobre 1954 regola le modalità per l'utilizzo delle basi concesse in uso alle Forze USA sul territorio nazionale, generalmente conosciuto come «Accordo Ombrello», in conformità al BIA, sono stati approvati,

nel corso degli anni, vari Memorandum d'intesa, tecnici e locali per regolamentare diversi aspetti connessi all'uso delle singole basi. Tali accordi tecnici confermano che le basi militari utilizzate dagli Stati Uniti nel nostro Paese sonofinora state soggette a una duplice forma di controllo operata dalle autorità militari statunitensi e italiane. 



I comandanti delle basi sono militari italiani ma essi non hanno poteri di controllo sostanziale sulle attività poste in essere dagli Stati Uniti, poiché si limitano a decidere in materia di numero dei voli, orari dei voli, responsabilità di assistenza al traffico aereo. Il controllo di carattere militare sul personale, l'equipaggiamento, i tipi di attività che vengono posti in essere dagli Stati Uniti ricadono nella competenza del comandante statunitense. Quanto al trattamento del personale delle basi, gli schemi di accordi tecnici rinviano alle disposizioni contenute nel Trattato di Londra.

 

Gli ultimi due Agreement, come ha anche sottolineato il ministro Martino nel corso della comunicazione alle Commissioni Difesa di Camera e Senato del 21 gennaio 2003, hanno una elevata classifica di segretezza e non possono essere declassificati unilateralmente.

La dottrina di diritto costituzionale decisamente maggioritaria (Mortati, Cassese, Barbera, Barile) non ritiene compatibile con il sistema l'esistenza di Trattati segreti ritenendoli illegittimi. Alcuni autori (Fois) giungono addirittura a chiedersi se un Trattato segreto, in quanto tale, abbia effetti giuridicamente vincolanti. La tesi dominante, ossia quella dell'illegittimità dei Trattati segreti poggia sulla ricostruzione dei principi costituzionali in materia, su quella dei rapporti tra organi costituzionali (in particolare tra Governo, Presidenza della Repubblica e Camere) e normativamente fa fulcro sull'articolo 80 della Costituzione.



Secondo quanto affermato pubblicamente dal sottosegretario di Stato per gli affari esteri, pro tempore Scotti, la determinazione dell'Italia a sostenere il processo di disarmo nucleare è stata confermata anche nel Vertice di Lisbona, dove è stato approvato un nuovo concetto strategico della NATO, indirizzato verso un'ulteriore riduzione in Europa degli arsenali nucleari dell'Alleanza atlantica, la cui capacità di deterrenza dovrà dipendere sempre meno dal fattore nucleare.



Le bombe atomiche tattiche stoccate in Italia risultano dal novembre 2011 in fase di ammodernamento su disposizioni del Governo degli Stati Uniti per consentirne l'utilizzo anche a bordo degli F35 acquistati dal governo italiano.


In base al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, alla Convenzione europea di Aarhus ratificata dalla legge dello Stato italiano 108/2001, il Governo italiano ha il dovere minimo di mettere immediatamente a conoscenza la popolazione sui rischi alla salute, sulla radioattività ambientale e sui piani di evacuazione dei civili in caso di emergenza nucleare, dato che i suddetti piani di evacuazione non risultano ad oggi

conosciuti dalle autorità civili.
 

Soprattutto: via le atomiche: l'obbligo istantaneo è quello di allontanare dall'Italia questa minaccia nucleare.











fonti documentate:



Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, Draco, Modena, 2012