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venerdì 31 luglio 2020

Le rivelazioni di Paolo Rumor

Estratto da Il Sangue degli Illuminati, MacroEdizioni 2015
E' adesso il turno di un personaggio chiave nella vicenda degli Illuminati, Giacomo Rumor, cugino del cinque volte Presidente del Consiglio Mariano Rumor, un uomo che ha fatto parte dei loro circoli ma che ha avuto il coraggio di allontanarsene non appena la malafede dei loro intenti ha cominciato a divenire chiara. E' stato l'incontro con suo figlio, Paolo Rumor, a convincere i sottoscritti dell'esistenza di qualcosa di concreto al di sotto del velo complottista. Prima di quel giorno, pensavamo che David Icke fosse un pazzo furioso; alla luce di quanto abbiamo appreso negli ultimi anni ci sembra invece piuttosto realista, sebbene continuiamo a rimanere scettici sulla questione rettiliana, su cui finora abbiamo raccolto solo chiacchiere. Nulla è impossibile comunque, e la nostra indagine continua pertanto a mente aperta. Ma chi era Giacomo Rumor? Lasciamolo dire a Paolo, che ne ha lasciato un memoriale tra le pagine de L'Altra Europa:

L'avvocato Giacomo Rumor - mio padre - era nato a Vicenza il 2 aprile 1906. [...][A]veva studiato giurisprudenza a Padova. Frequentando [insieme a Giulio Andreotti, NDR] la gioventù universitaria cattolica aveva [...] stretto un discreto rapporto con Monsignor Montini [il futuro papa Paolo VI], che ne era l'assistente. In tale ambito aveva incontrato [...] mia madre, [...] anch'essa conoscente di Monsignor Montini. Durante la Seconda guerra mondiale mio padre aveva partecipato alla Resistenza nel Comitato Provinciale di Liberazione, come esponente della Democrazia Cristiana [...] [T]ra la seconda metà degli anni Quaranta ed i primi anni Cinquanta, aveva lavorato con persone che erano direttamente impegnate negli studi per le primissime fasi di progettazione dell'Unione Europea. [...] Egli era stato [...] indicato dal Vaticano come persona gradita [...] [N]egli anni immediatamente successivi all'entrata degli Stati Uniti nel Secondo conflitto mondiale, dietro pressione di Roosevelt era stata formata una struttura di esperti che studiasse i presupposti [...] sui quali formare un abbozzo di unione europea [...] per condurre al consolidamento di un'economia liberale diffusa in tutta l'area del mercato mediterraneo. Quest'ultima [...] doveva essere stabilizzata e armonizzata [...] e diventare in grado di competere con coloro che erano previsti come nuovi soggetti economici emergenti dall'Oriente, di fronte ai quali il mondo occidentale [...] si sarebbe trovato a confrontarsi in tempi relativamente brevi. [...] [T]uttavia esisteva una terza finalità [...] considerat[a] [la] più importante per quel nucleo centrale e misterioso di personaggi che avevano asseritamente dato impulso all'attuazione del progetto. [...] Lo studio per [...] l'attuazione dell'Unione Europea [...] era stato preparato molto tempo addietro, nell'ambiente e sotto la protezione della Terza Casa di Lorena Vandémont, ed aveva atteso le circostanze favorevoli per la sua attuazione. Lo "schema" di statuto internazionale del 1948, su cui è stato innestato il successivo impianto europeistico, era tratto da uno scritto denominato Atto di intenti 20 luglio 1889, a firma D'Angloise-Boile-Michelini-Kauffmann, depositato all'epoca presso la prefettura di Augusta [...], poi trasferito a Strasburgo e nella sede politico-storica dell'Unione. Attualmente non so dove sia custodito, ma mi è stato riconfermato tempo addietro che esso esiste ancora. [...] Non si voleva che tali lavori [gli studi degli esperti] interferissero né con la politica né con quella estera dei governi, al punto che neppure i parlamenti nazionali ne erano a conoscenza. Per qualche tempo aveva fatto parte di queste consulte anche l'italiano Cesare Merzagora [che non a caso era al centro del Piano Solo, NDR]. [...] [L]a comunità Europea [...] è sorta quindi con un apparato statale già predisposto, [...] nelle linee essenziali, dalle Commissioni che avevano lavorato negli anni 1944-1950 circa, sulla base dello "Schema" o dell' "Atto". Queste deputazioni [...] erano state realizzate o impostate da [Maurice] Schumann (con l'adesione successiva del tedesco Konrad Adenauer e dell'italiano Enrico De Nicola) in esecuzione di un "ordine" [...] proveniente dagli Stati Uniti. [...] [Maurice] Schumann aveva più tardi incaricato Jean Monnet [...] Monnet si era quindi avvalso di un referente inglese e di uno spagnolo (Sevilla) [...] e di [...][Bernard] Baruch per gli aspetti finanziari. Costoro avevano [...] riepilog[ato] gli studi precedenti composti tra le due guerre mondiali, agli inizi del Ventesimo secolo e prima ancora. [L]e prime realizzazioni concrete sono procedute per comparti. Anzitutto si è dato vita alla Comunità Europea sul Carbone e l'Acciaio nel 1951; poi sono seguiti il Trattato sulla Difesa Europea del '52; quindi il Trattato di Roma del '57 e l'Euratom. [...][L]e modalità attuative di questi accordi, e quelle successive adottate fino ai nostri giorni, erano già previste nelle linee principali alla fine della guerra, perché facevano parte di quel piano di "sistematizzazione" della civiltà occidentale di cui dirò in seguito [il Nuovo Ordine Mondiale, ndr], individuato nelle sue prime espressioni ancora al tempo della Restaurazione (1814-1831, ndr), e che veniva a porsi come la terza finalità fra quelle dianzi citate [...] [N]el periodo 1943-1944 gli Stati Uniti ave[vano] siglato con i rappresentanti della Resistenza italiana [...] delle clausole politiche concernenti i rapporti Est-Ovest, e delle clausole economiche. Fra quest'ultime esisteva [...] un patto in base al quale l'Italia si sarebbe servita, per il periodo di alcuni decenni, di risorse energetiche derivanti da compagnie statunitensi o controllate da queste. Ciò era considerato un modo indiretto e più agevole per pagare almeno parte delle spese belliche in corso e future. Nel momento dell'adozione di tali pattuizioni non esistevano strutture diplomatiche indipendenti da parte italiana (cioè estranee al regime fascista), mentre il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) non era ritenuto affidabile perché troppo influenzato dalle correnti filocomuniste. Pertanto gli Stati Uniti avevano utilizzato nelle loro trattative con l'Italia e la Francia (ma soprattutto con la prima), come canale riservato, il Vaticano nonché quelle persone impegnate nella Resistenza delle quali la Chiesa aveva una sicura fiducia e che con ogni probabilità avrebbero ricoperto, alla fine della guerra, incarichi di rilievo. La rete di questi interlocutori era costituita al vertice, per gli USA, da James Jesus Angleton, funzionario di primissimo piano dell'OSS e poi della CIA (si tratta dello stesso Angleton che in seguito farà pervenire milioni di dollari alla Democrazia Cristiana); da monsignor Giovanni Battista Montini (per il Vaticano); da Luigi Gedda (presidente dell'Azione Cattolica), che era il portavoce di Montini; dal vescovo Francis Spellman (divenuto cardinale di New York nel '46), interlocutore riservato del governo americano; mi sembra anche da monsignor Joseph Ratzinger, il futuro papa Benedetto XVI [...]; da Alcide de Gasperi, da Ivanoe Bonomi e da qualche altro che non ricordo. [...] All'epoca monsignor Montini era uno dei dirigenti del Servizio Segreto Vaticano (nonché, dal 1944, pro-segretario di Stato, ndr).[...] Si consideri dunque la buona conoscenza che Montini aveva di mio padre, il fatto che questi proveniva da una famiglia cattolica stimata dalla Chiesa [...]; e infine la partecipazione diretta di mio padre alla Resistenza per conto dei cattolici: ecco gli elementi che indussero monsignor Montini a servirsi di lui [...]. [Giacomo Rumor] Si incontrava a Vienna, a Strasburgo e a Verona con persone che si occupavano come lui di questi argomenti per conto di Francia, Germania, Austria e Inghilterra. Fra esse ricordo i nomi di Bauman e D'Aurillac [mi chiedo se sia un parente/discendente di Papa Silvestro II, al secolo Gerberto D'Aurillac, ndr]. [...] Ancora negli anni Settanta mio padre mi diceva che pochi uomini politici conoscevano il lavoro che si era svolto "dietro le quinte" per preparare poco per volta il nuovo ordine dell'Occidente. L'Europa era stata pensata all'origine come un "terzo polo" che avrebbe dovuto collocarsi fra quello americano (nord-sud continentale) e quello orientale (cino-giapponese). Si riteneva che a lungo termine anche l'India si sarebbe inserita nel polo orientale. Pertanto, per controbilanciare la futura, prevedibile e determinante entità del polo orientale, quello europeo avrebbe dovuto assorbire o comprendere anche il bacino del Mediterraneo, coinvolgendo i Paesi rivieraschi di lingua araba. Quest'ultimi, infatti, avrebbero dovuto essere gradualmente occidentalizzati, in ogni senso, anche nello loro espressioni istituzionali e sociali. [A tale scopo è servita la cosiddetta Primavera Araba, ndr] Quando si entra nell'intimo di questi piani geopolitici, credo che non sia esatto riferirsi alle entità nazionali nel modo in cui si è abituati. Infatti, dietro agli apparati ufficiali operano persone che ragionano secondo scopi che trascendono quelli strettamente statuali. In realtà, il senso generale di ciò che ho potuto capire dalla lettura dei documenti di mio padre, come pure dalle sue spiegazioni orali, è che esisteva (e forse esiste ancora), ad un livello molto alto e diverso da quelli conosciuti, un Gruppo o un'Entità (di cui facevano o fanno parte anche alcune persone appartenenti a vecchie casate nobiliari) che lavorava e lavora ad un progetto importante per l'Europa, ma anche oltre simili finalità. [...] Tali persone non esitano a ricorrere a tecniche di suggestione o dissimulazione per pilotare l'emotività dell'opinione pubblica, le sue aspettative, le sue aspirazioni mentali, e conseguentemente far accettare cambiamenti strutturali che coinvolgono le comunità nazionali. [...] L'attività dei singoli governi non sembra avere la capacità di interferire con la citata programmazione [...] poiché essi ne sono al corrente solo per quel che riguarda gli aspetti pubblici e trasparenti [...] [I] partiti politici [...] vengono [...] totalmente esclusi da quella che in gergo viene chiamata "La Grande Opera" [nome che inevitabilmente rimanda all'Opus Dei, ndr]. [...][G]overni e partiti, subiscono a loro insaputa [...] l'influenza discreta ma incisiva di una rete di statisti e consiglieri collocati in ambiti chiave delle funzioni strategiche. Ancora durante il Secondo conflitto mondiale (ma in realtà il processo era iniziato ben prima) alcuni circoli intellettuali inglesi, americani e francesi avevano preso ad adoperarsi non solo perché l'Europa avesse una unificazione economica e politica, ma anche perché fosse retta da una leadership morale impersonata da alcuni appartenenti ad un ramo di antica nobiltà, che affondava le proprie radici in un passato lontano, in parte di estrazione ebraica. Su questo argomento esistono anche dei Protocolli, e a tale proposito mi torna alla memoria un circolo politico denominato Circuit [divenuto poi la Gladio francese, ndr], osteggiato dalla Chiesa malgrado vi partecipassero, tra gli altri, prelati di rango. Nel periodo della sua collaborazione ai lavori per gli studi preparatori dell'Unione, mio padre intratteneva rapporti con Alain Poher (che aveva partecipato alla Resistenza francese; aveva avuto incarichi di reggenza provvisoria al governo; era divenuto poi membro del partito cattolico di centro, il Mouvement Républicain Populaire, e del parlamento francese); con Maurice Shumann (fautore della politica europeista basata sull'intesa franco-tedesca); con Jean Monnet (che nel 1952 diventerà il primo presidente dell'Alta Autorità della Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio) e con altre personalità. questo gruppo di persone comprendeva alcuni intellettuali che [...] [v]enivano chiamati Priori. [...] [Essi stilarono i famosi Protocolli dei Priori, poi modificati da Sergej Nilus e ribattezzati Protocolli dei Priori di Sion. Nilus intendeva scaricarne l'intero contenuto alla riflessione del popolo ebraico, quando in realtà vi erano in esso più sorgenti di varia collocazione, con quella ebraica limitata peraltro alla setta "sionista" che a dire il vero non è neppure esattamente ebraica, poiché i suoi obiettivi sono unicamente politici - la costruzione di un "Grande Israele" in Medio Oriente - e vi aderiscono pure cristiani, atei e chi più ne ha più ne metta, NDR] Quel sodalizio [...] dichiarava di far risalire la propria strategia ad un passato straordinariamente lontano. [...] Esisteva inoltre un organismo di unione molto più elitario, all'interno del primo, formato da due circoli, Kreisau e Alpha Galates, che credo ne costituissero una forma attuativa o intermedia [...] Una parte del corpo unionista europeo venne impiegata dopo la Seconda guerra mondiale (dalla CIA, dai servizi segreti italiani e da quelli Vaticani) per ostacolare la diffusione del comunismo. Monsignor Montini era attivamente impegnato nella pianificazione della futura Unione Europea [...] e vi era stato delegato nella sua veste di dirigente del Servizio Segreto Vaticano. [...] Mio padre condivideva ciò che era più di un sospetto maturato dalle persone di estrazione cattolica con cui lavorava: cioè che l'ideazione stessa e la traduzione pratica di un'Unione delle nazioni europee rivelava una "mano guida" all'opera da diverso tempo. Questa supposizione gli era stata poi confermata da Schumann, il quale asseriva che il "Progetto" risaliva, come studio, alla prima metà del XIX secolo, ma che questa pianificazione sarebbe appartenuta addirittura all'epoca merovingia [...], ad un accordo siglato dai Franchi di Clodoveo nel 496 con Remigio, intermediario del Papa [Anastasio II], grazie all'influenza di un promotore, Elisacardo (o Elisacar), e con l'appoggio dato qualche anno prima da Zenone di Costantinopoli. La programmazione era stata tuttavia interrotta dopo l'invasione araba del 641 in Egitto e Persia, che aveva separato l'europa continentale dalle coste sud-mediterranee. Dopo di ciò il Progetto sembra aver seguito una strategia ben definita, che all'inizio consisteva nel servirsi di alcune dinastie regnanti - principalmente, dopo quella franco-normanna e in epoca più tarda, delle case di Lorena e Asburgo -; poi, molto più avanti, delle strutture politiche espresse dagli Imperi Centrali; in seguito da quelle dei governi democratici e perfino di alcuni governi totalitari; per approdare, infine, agli organismi sopranazionali (MEC, CEE): tutto ciò allo scopo di portare a compimento l'unione geopolitica dell'Europa, primo essenziale passo per allargare poi la compagine al bacino meridionale del Mediterraneo, cioè alla fascia comprendente i Paesi stanziati tra Marocco e Turchia. [...] La formulazione delle linee essenziali di questa "geopolitica" [...] mi pare fosse contenuta nello Hieron, uno scritto realizzato intorno al 1870 in Francia.

L'autore era Felix de Rosnay, un esoterista del tempo che in tale libretto intendeva illustrare gli obiettivi di una fratellanza di cui era membro: lo Hiéron du Val d'Or o Hiéron du Orval. La pubblicazione arrivò 30 anni più tardi, nel 1900, attraverso l'editore Alma Artis di Paray le Monial. La stessa congrega era (ed è) nota con il nome di Philadelphes, Comitato degli Olimpici o Comitato dei 300 (Comm 300). La fratellanza fu fondata nel 1873 dal gesuita Victor Drevon e dal barone Alexis de Sarachaga nella cittadina Paray le Monial nella valle di Orval, nell'attuale provincia Vallone del Lussemburgo. Paray le Monial era il luogo in cui si diceva che la monaca Marie Marguerite Alaconte aveva avuto diverse visioni di Gesù tra il 1673 e il 1675.
A Paray le Monial si può oggi ammirare una basilica-monastero edificata tra il 1070 e il 1124 da monaci Rosa+Croce (Priori di Sion) venuti dalla Calabria al seguito di Pietro l'Eremita, gli stessi che insieme al Duca di Buglione avrebbero guidato la Prima Crociata. Ancora prima sullo stesso sito si trovava una piccola cappella dedicata a Notre Dame de Romay e ospitante una statua della Madonna Nera risalente al IV secolo d.C..
Lo scrittore Victor Emile Michelet (1861-1938), Gran Maestro dell'Ordine Martinista, parlò dello Hiéron du Orval nel suo libro di ricordi I Compagni della Ierofania. L'accenno compare in una sezione dedicata al suo amico Henri Favre, un occultista che si autodefiniva "vecchio druido". Secondo Michelet, lo Hiéron du Orval avrebbe agito indisturbato in quanto protetto da Papa Leone XIII (r. 1878-1903). Potrebbe allora non essere un caso che papa Leone XIII fosse il pontefice preferito da Bérenger Saunière - il parroco del noto caso "Rennes le Chateau" - il quale fece scolpire il motto del papa - Lumen in Coelo - sul portale della propria chiesa.
Tra gli obiettivi dichiarati dello Hieron figurava il raggiungimento di "una teocrazia nel cui ambito le nazioni non sarebbero state altro che province, e i loro dirigenti non sarebbero stati altro che proconsoli al servizio di un governo mondiale occulto formato da un'élite. Per l'Europa, il regime del Grande re comportava una duplice egemonia del papato e dell'impero, del Vaticano e degli Asburgo, che sarebbero stati il braccio destro del Vaticano[1]". A quell'epoca i casati di Asburgo e Lorena erano stati riuniti dal matrimonio tra Maria Teresa d'Asburgo e Francesco III Stefano di Lorena (celebrato nel 1736), mentre il concetto di "Grande Re" realizzava appieno le profezie di Nostradamus (1503-1566). Capirete nel corso della trattazione, non soltanto che Nostradamus era ben inserito in certi ambienti, ma soprattutto che spesso le profezie sono "programmi", mentre sono gli uomini che si impegnano nel farle realizzare. Niente di magico quindi.
Lo Hiéron du Orval cercava di conciliare i misteri pagani e cristiani; lo stesso nome Hieron indicava un santuario pagano. La confraternita attribuiva particolare importanza al sistema druidico, che riteneva parzialmente pitagorico[2]. In verità le idee di Pitagora (non sappiamo se originali o distorte) funsero da principi ispiratori per tutte le Società Segrete che sorsero attorno e a sostegno dei grandi casati nobiliari. Secondo Rosnay "la vera religione dei druidi era la rivelazione della tradizione primigenia e prima religione naturale dell'umanità". Le Madonne Nere rivestivano per la fratellanza un ruolo di primo piano: esse erano infatti la versione "cristianizzata" della déa celtica Dana (non dissimile da Iside), la "Madre di tutti gli esseri umani" a cui si attribuiva la capacità di riportare in vita i neonati morti senza battesimo.
Lo Stato a cui aspirava lo Hiéron avrebbe realizzato il sogno antichissimo di un "regno celeste" sulla terra, una copia o immagine speculare dell'ordine e della gerarchia del cosmo. Avrebbe realizzato l'antico motto ermetico del "come in cielo, così in terra"[3]. Ad un certo punto (prima del 1914) la fratellanza scomparve come unità a sé stante e andò a costituire dei gradini superiori (poco noti persino agli addetti ai lavori) in testa all'ordinaria scala massonica. In massoneria ci sono infatti 3 gradi ordinari (1,2,3), 30 gradi speciali o scozzesi (4,5,...,33, riassunti in 7 gradi nella massoneria di York) e 64 gradi egizi (34,35,...,97). E' plausibile che oggi lo Hiéron vada a chiudere la centina, fornendo ragione per i gradi 98, 99 e 100.
Il braccio armato dello Hiéron (probabilmente uno dei tanti) negli anni tra le due guerre mondiali fu l'organizzazione terroristica di estrema destra Cagoule, la quale si configurava a sua volta come una società segreta e operava attraverso infiltrazioni nell'esercito e in parlamento. Capo dell'organizzazione era a proposito l'esoterista Eugène Deloncle (1890-1944), assistito in questo ruolo da Francois Plantard, cugino di quel Pierre Plantard che nel 1956 (ri)fondò il Priorato di Sion.
L'obiettivo dichiarato di Cagoule era "instaurare un Nuovo Ordine Mondiale nel segno degli Stati Uniti d'Occidente". Il presidente francese (massone) Francois Mitterand, colui che nel 1989 commissionò la famosa piramide del Louvre, è stato accusato da più parti di avere avuto legami con Cagoule o addirittura di averne fatto parte.
Oltre allo Hieron, tra i documenti progettuali dell'Europa Unita, Rumor cita i Protocolli dei Priori, stilati alla metà del XIX secolo. Precisa Rumor che accanto a questi ne erano stati messi in circolazione degli altri, fittizi ma parzialmente simili, arricchiti con informazioni ridicole che avevano lo scopo di screditare l'intero contenuto del documento semmai fosse divenuto di dominio pubblico. Questa copia "ritoccata" sarebbe stata confezionata dallo scrittore russo Sergej Nilus, per arrivare più tardi tra le mani del gerarca Alfred Rosenberg - nato in Estonia - che a sua volta li consegnò ad Hitler.
Nilus imputò l'intero contenuto dei Protocolli alla riflessione del popolo ebraico, quando in realtà vi erano in esso più sorgenti di varia collocazione, con quella ebraica limitata peraltro alla setta "sionista", che a dire il vero non è neppure esattamente ebraica, poiché i suoi obiettivi sono unicamente politici - la costruzione di un "Grande Israele" in Medio Oriente - e vi aderiscono pure cristiani, atei e chi più ne ha più ne metta.
La versione originale, completamente sottratta al pubblico, è oggi custodita alla Chatsworth House, un grande castello nel Derbyshire, in Inghilterra, a pochi chilometri dalla cittadina di Bakewell, dimora dei Cavendish, duchi del Devonshire. Curiosamente nello stesso edificio è conservata la prima versione dei Pastori di Arcadia, il quadro di Nicolas Poussin (1594 – 1665) che appare con insistenza nella vicenda del Priorato di Sion. Una seconda copia dei Protocolli si troverebbe nella Cappella di Rosslyn, nella Scozia meridionale presso Edimburgo.
Nel 1936 seguì un manifesto del Movimento Sinarchico Europeo (MSE - un gruppo d'élite che auspicava la costruzione di un governo mondiale di re-sacerdoti) intitolato Patto Rivoluzionario Sinarchico per l'Impero Francese. Qui si annunciava una rivoluzione dall'alto, la quale sarebbe partita dalla Francia e avrebbe progressivamente coinvolto tutte le nazioni del pianeta.
Il cardinale Spellman aveva fatto recapitare una busta a Rumor attraverso la mediazione di monsignor Montini. Essa conteneva una serie di fogli azzurrini in cui venivano citati gli accordi intercorsi nel '43 e negli anni immediatamente successivi tra Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Italia. La lettera conteneva un avvertimento per il petroliere Enrico Mattei che stava cercando di emancipare l'Italia dalla dipendenza energetica verso gli Stati Uniti. Precisamente lo si metteva in guardia da una milizia chiamata "Contingente Americano".
In essa venivano citati André Malraux, Pierre Plantard (il fondatore del moderno Priorato di Sion), la rivista francese Vaincre (Vincere, Sconfiggere, diretta dallo stesso Plantard), e l'organizzazione che aveva redatto e possedeva i Protocolli, esistente dal 1870 circa. Possiamo dedurne che ambo lo Hiéron e i Protocolli furono stilati dallo stesso Hiéron du Orval. La lettera elencava inoltre i principi morali che avrebbero guidato la nuova impostazione geopolitica dell'Occidente (anche se secondo noi si trattava piuttosto dei principi che avrebbe espresso la propaganda). Venivano usati termini quali "tolleranza e libertà", "fratellanza", "moderazione", "equità", vocaboli che venivano anche riassunti o siglati dalla parola "me'e". Curiosamente "me'e" è una parola egizia che in tale lingua esprime proprio lo stesso insieme di valori. Con lo stesso significato è impiegata oggi nei rituali massonici.
Il memoriale di Rumor prosegue con la descrizione di quell'entità sovrannazionale che sovrintenderebbe alla realizzazione della "Grande Opera". Egli la chiama banalmente "Struttura", pur specificando che nel corso della storia sono stati impiegati svariati nomi per riferirsi ad essa o a una sua parte: Unione dei Migliori, école des hommes, Ordine delle Ardenne e Ordine di Stenaj. Noi ci siamo riferiti più volte ad essa nei nostri libri come la Confraternita dell'Occhio che Tutto Vede (BASE). In riferimento a Stenaj, notate che questa località è molto vicina ad Orval, e che entrambe appariranno con frequenza in questa opera. Secondo Rumor, la Casa di Lorena avrebbe fatto da "protettrice" al circolo e alcuni componenti della famiglia scozzese dei Sinclair vi avrebbero svolto un ruolo importante.
L'Unione Europea era considerata dai confratelli la rievocazione di un'unione originaria (che comprendeva il Nord Africa) che si affermava fosse esistita in un passato remoto, prima che una serie di catastrofi destrutturasse la civiltà urbana. Anche il regime nazista giustificava la sua forzata unificazione dell'Europa sulla base dello stesso principio: "l'Europa era già unita al tempo degli Anziani" affermava Himmler. Per quanto ciò possa apparire folle, abbiamo affrontato la questione con dovizia nel precedente The three ages of Atlantis - the great floods that destroyed civilization - e il quadro che ne è emerso rende l'antica unione europea estremamente plausibile.
La confraternita sarebbe suddivisa in tre livelli. Il terzo livello, quello attuativo, sarebbe composto da quei membri già introdotti o destinati ad introdursi nelle istituzioni politiche e militari. Essi eseguirebbero le direttive imposte dal gruppo di mezzo (consultivo) in cui rientravano tra l'altro le Commissioni succitate. Rumor fornisce alcuni nomi delle persone impiegate nelle Commissioni: Zaccai e Bar Lev dell'Histadrut (sindacato sionista dei lavoratori ebrei), l'esoterista armeno Georges Ivanovič Gurdjieff, il presidente francese Charles de Gaulle, Maurice Schumann, Altiero Spinelli (fondatore del Movimento Federalista Europeo -1943-, dell'Unione dei Federalisti Europei -1946-, membro della Commissione Europea dal '70 al '76) e Cesare Merzagora. C'erano poi André Malraux e Alain Poher, collaboratori del giornale Vaincre (Vincere, di Pierre Plantard). Poher fu presidente provvisorio della Francia dopo le dimissioni di De Gaulle (dal 28 aprile al 19 giugno '69), e lo fu di nuovo alla morte di Georges Pompidou (dal 2 aprile al 27 maggio '74). E' discendente di Arnaud, conte di Poher, il quale, tra l'894 e l'896, aveva sposato la principessa merovingia Gemege (figlia di Guglielmo II, figlio di Sigisberto VI). Si veda la "Lista di Rumor". Nipote di Arnaud Poher fu Alain IV Barbaforte (917-952), Duca di Bretagna dal 937. Il 13 febbraio 1973 il Midi Libre pubblicò un lungo servizio sul Priorato di Sion nel quale Alain Poher veniva presentato come un "vero pretendente al trono di Francia"[4].
Dulcis in fundo, nelle Commissioni c'era pure il drammaturgo Jean Cocteau, protagonista di quel filone "narrativo" che negli anni '90 ha tirato in ballo la presunta discendenza di Cristo, Rennes le Chateau e il Priorato di Sion, nelle cui liste appare Cocteau nelle vesti di Gran Maestro. Come vedete, i nomi scelti non sono affatto casuali.
Per il livello consultivo, Paolo Rumor fornisce una lista di nomi estratta da una lista originale posseduta dal padre. Purtroppo l'elenco risultante è piuttosto impoverito rispetto all'originale. Le date a fianco (fuori parentesi e dopo la virgola) sono relative all'adesione formale del soggetto alla "Struttura". Ognuno di costoro era siglato come "capo-fila", fungendo da referente per un gruppetto di altre persone, che a loro volta fungevano da referenti per gruppetti di grado inferiore, per un numero imprecisato di gradi.
I membri di ogni gruppetto erano a conoscenza soltanto dei propri sottoposti e dei propri colleghi all'interno dello stesso gruppetto. Questa tecnica di "piramidi dentro piramidi" è usata praticamente in ogni organo derivato dalla Struttura (o dall'Occhio che Tutto Vede come preferiamo chiamarla), compresa la loggia P2. Se da una parte questo sistema rallenta il passaggio di informazioni, dall'altro lato consente alla Struttura di mimetizzarsi sia all'interno che all'esterno di sé stessa. Del resto la "Grande Opera" deve essere lenta per definizione, perché "le persone accettano i cambiamenti radicali solo se avvengono per gradi, attraversando lentamente stadi intermedi".
Tra i nomi in lista ne troverete alcuni (soprattutto di epoca remota) corrispondenti a personaggi estremamente famosi e di potere indiscusso, tanto che ci viene difficile immaginarli nelle vesti di banali consiglieri. Potremmo supporre che siano finiti in lista "per errore" alcuni membri del livello più alto, il livello deliberativo comunemente detto "la cupola". Non ci sono però prove a sostegno di tale ipotesi, mentre al contempo le tradizioni esoteriche parlano di "governo invisibile", "superiori sconosciuti" e "occhio del grande fratello", immagini che fanno pensare a qualcuno che osserva e muove i fili nell'ombra... A ben guardare, i governanti di oggi sono semplici marionette nelle mani di personaggi di cui a malapena sappiamo il nome (a volte solo il cognome) e che mai sono apparsi nei media. Non potrebbe esser stato lo stesso per il faraone Akhenaton o per re Davide di Gerusalemme?
Segue la lista fornita da Paolo Rumor ne L'Altra Europa. Purtroppo tale lista presentava alcune lacune evidenziate dalla dicitura "nomi mancanti". Tali lacune sono state colmate attingendo dall'analoga lista fornita da Fra' Bernardino, al secolo Tommaso Sale, uno dei sette che dopo la guerra hanno sovrinteso alla ricostruzione dell’Abbazia di Chiaravalle, a Milano. L'intera opera di Fra' Bernardino è consultabile al sito di Francesco Carpeoro,
 http://www.carpeoro.com/rosa+croce.php , il quale lo descrive come un "vecchietto minuto e rinsecchito, ultranovantenne, con gli occhiali spessi come fondi di bottiglie, molto spesso seduto su una sedia a rotelle e con una coperta marrone sulle gambe, quasi cieco, con difficoltà anche nella deambulazione, ma col cervello perfettamente efficiente. Collaborò con l’arch. Solfo a salvare la vita di molti ebrei durante l’orrore delle persecuzioni razziali."

[1] Jean-Luc Chaumiel, Le Trésor du triangle d'or, Alain Lefeuvre 1979, p.139.
[2] Michael Baigent, Richard Leigh, Henry Lincoln, Il Santo Graal, Mondadori 2003 (Collana Oscar), cap. VII "Una cospirazione attraverso i secoli", p. 251.
[3] Michael Baigent, Richard Leigh, Henry Lincoln, Il Santo Graal, Mondadori 2003 (Collana Oscar), cap. VII "Una cospirazione attraverso i secoli", p. 251-252.
[4] Michael Baigent, Richard Leigh, Henry Lincoln, Il Santo Graal, Mondadori 2003 (Collana Oscar), cap. VIII "La Società Segreta Oggi", sezione "Alain Poher".

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