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lunedì 18 novembre 2013

Scie chimiche, nanosensori e digitale terrestre


Come è noto, con le scie chimiche è anche distribuita la cosiddetta "polvere intelligente", in inglese smart dust: in particolar modo, la giornalista indipendente Carolyn Williams Palit ha dedicato approfonditi studi a questo argomento, come la Dottoressa Hildegarde Staninger. Ora, numerose persone si chiedono per quale motivo si sia deciso di introdurre il digitale terrestre per la trasmissione dei segnali televisivi, in sostituzione del sistema analogico. Molti ritengono che tale "innovazione" sia collegata ad interessi di tipo economico. Ciò non è del tutto errato, ma la vera ragione del digitale terrestre è un'altra: è necessario per i militari liberare le frequenze analogiche affinché esse siano adoperate per gli scopi più disparati e quasi sempre sinistri. Infatti i nanosensori diffusi con le chemtrails funzionano occupando una parte delle frequenze destinate originariamente al segnale cosiddetto analogico. Essi sono impiegati sui campi di battaglia, per le previsioni meteorologiche, ma soprattutto per il controllo della popolazione.

Il WiFi lavora su diverse frequenze a seconda della tipologia (serie 802.11) tra i 2,4 gigahertz (802.11bgn) e 5,2/5,4/5,8 gigahertz (802.11a ed altri standard). Non a caso, la banda UHF, che è l'acronimo di Ultra High Frequency, indica i segnali a radiofrequenza trasmessi nella banda che va da 300 MHz a 3,0 GHz. Come si vede, la frequenza impegnata dalle apparecchiature WiFi è inclusa nel range dei segnali televisivi in fase di dismissione.

Invisibili e pressoché indistruttibili, queste nanostrutture possono localizzare le persone, registrandone parametri come la temperatura corporea e sono assimiliabili ai microchips inseriti sottopelle ai cani. Naturalmente di questa pericolosa tecnologia vengono decantati i presunti vantaggi (il controllo della salute dei pazienti, la razionalizzazione degli inventari, la possibilità di rintracciare le persone scomparse...), sottacendo che assistiamo ad una nano-invasione con milioni di microscopiche strutture che rischiano di penetrare dappertutto, negli ambienti naturali ed artificiali, nell'acqua, negli alimenti, come negli stessi organismi... se non sono già penetrati in ogni dove.

Si comprende dunque la frenesia attorno al digitale terrestre, magnificato come sistema per ricevere centinaia di canali che trasmettono mirabolanti programmi: in realtà il DTV è parte di uno scellerato piano volto al controllo elettronico del pianeta. La banda analogica è uno dei "corridoi" su cui transitano i segnali emessi e ricevuti dalla smartdust il cui funzionamento è comparabile a quello dei R.F.I.D.

"I R.F.I.D. sono Dispositivi di identificazione di radio frequenze (Radio frequency identification devices). Un R.F.I.D. è un microchip con una micro-antenna incorporata. Il microchip contiene informazioni immagazzinate che possono essere trasmesse ad un lettore (scanner) e quindi ad un computer. Un R.F.I.D. può essere passivo, semi-passivo o attivo.

Quelli attivi sono dotati di batteria. In questo modo il dispositivo invia il segnale al lettore. Tali congegni possono ricevere ed archiviare dati ed essere letti ad una distanza maggiore rispetto a quelli passivi. Le batterie attuali nei dispositivi R.F.I.D. durano anche oltre cento anni. La banda “ultralarga” (Ultrawideband U.W.B.) rende il tag (etichetta–lettore) ricevibile in amplissime aree. I lettori possono trasmettere ai computers sia via telefono sia per mezzo della Rete. Si usano anche i satelliti. Qualunque cosa disponga di un tag (etichetta) R.F.I.D. può essere rintracciato da un lettore o da un computer.

I dispositivi R.F.I.D. semi passivi hanno una fonte interna di energia che permette loro di monitorare le condizioni ambientali, ma hanno bisogno energia R.F. dal lettore per rispondere.

I dispositivi R.F.I.D. passivi non hanno un dispositivo di alimentazione, ma impiegano un segnale inviato da uno scanner che fornisce energia al circuito del microchip affinché trasmetta le informazioni immagazzinate. Sono adatti solo per monitorare aree non molto estese.

L'aumento nell’uso dei microprocessori R.F.I.D. richiede una maggiore quota della banda U.B.F. Come conseguenza, per esempio, il governo degli Stati Uniti nel 2009 ha bloccato l’uso dello spettro U.B.F. della frequenza V.H.F. con il passaggio al digitale: la frequenza analogica U.B.F. è destinata ai microprocessori, quindi i militari non intendono sovraccaricare questa banda con segnali televisivi."
(C. Bassi, Nuove tecnologie e digitale terrestre, 2010)

Come volevasi dimostrare.
 
Tratto da :

Tribunale di Pesaro: nuova Sentenza per Autismo da Vaccinazione

Gabriele Milani 14 novembre 2013


Tratto da: http://autismovaccini.org


Lo stesso Giudice del Tribunale Civile di Pesaro che in data 1° luglio u.s. aveva riconosciuto colpevole il Ministero della Salute e stabilito un maxi risarcimento alla famiglia di una bambina pesarese di neanche 6 mesi, morta in culla il 7 febbraio del 2003, ha fatto nuovamente notizia e Giurisprudenza in data 11 novembre u.s. riconoscendo il nesso di causalità tra l’Autismo e le vaccinazioni in un adolescente di 16 anni.
Premetto che i genitori del ragazzo hanno preferito divulgare la notizia immediatamente in quanto, come dichiarato dall’ Avv. Luca Ventaloro [COMILVA], difensore e rappresentate della famiglia, di norma dalle Aule Giudiziarie della Corte d’Appello di Ancona, dove si avvierebbe un eventuale dibattimento in caso di impugnazione della Sentenza da parte del Ministero, è molto improbabile che lo stesso ottenga un ribaltamento a proprio favore di tale Sentenza.
Soprattutto è improbabile un ribaltamento della Sentenza per la manifesta sequela di eventi che manifestano e comprovano, in ampia e dettagliata documentazione sanitaria, lo stato di salute compromesso del ragazzo in concomitanza dei vaccini assunti durante l’intero arco di vita.
I vaccini interessati [dei quali ometto volutamente i nomi] sono relativi agli ultimi anni ’90.  Tuttavia, mi preme sottolineare come questo caso non sia collegato esclusivamente al solo vaccino trivalente Morbillo-Parotite-Rosolia, somministrato al ragazzo all’età di 15 mesi, per trasmettere il messaggio che sostengo da sempre: TUTTI i vaccini possono contribuire a scatenare una sindrome autistica [intesa come espressione di una encefalopatia] in qualunque neonato!
La presenza di Thimerosal nei vaccini inoculati nei primi mesi di vita del ragazzo ha avvalorato il referto di una RMN encefalo dalla quale risulta presenza di demielinizzazione che, a mio modestissimo avviso, è stato il punto focale della questione sanitaria che riguardava lo stato psico-fisico del ragazzo, etichettato troppo comodamente come “autistico” da un sistema sanitario incapace di prendersi le proprie responsabilità di fronte a questo danno continuo perpetrato attraverso l’uso scriteriato di programmi vaccinali irrispettosi dell’individualità del singolo neonato ricevente.
Evitando di addentrarmi nelle innumerevoli e discordanti risultanze delle pubblicazioni scientifiche, largamente citate in questo sito, largamente citate ed allegate dai vari Consulenti Tecnici di Parte a sostegno delle rispettive argomentazioni che sono oggetto di ogni dibattimento che riguarda la correlazione autismo-vaccinazioni, il compito del Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale è stato quello di valutare i risultati di ogni specifica indagine, raccogliendo gli elementi più utili alla conclusione del caso, nell’intento primario di formulare un giudizio attendibile sul problema della correlazione della sindrome autistica con la somministrazione dei preparati vaccinali.
Per buona pace dei soliti immancabili contestatori che faranno sentire la loro voce discordante, dalla storia di questo adolescente sono emersi elementi anamnestici e clinici che hanno inchiodato alle loro responsabilità le vaccinazioni somministrate.
Anche per questo adolescente, come tanti bambini e tante persone che vivono identica situazione patologica, l’ordinata analisi storico-clinica con assenza di anomalie organiche o sospette condizioni di sofferenza neurologica lo metteva nella condizione di apparire come un neonato “sano”, che progrediva regolarmente, e manifestava un regolare sviluppo psico-fisico.
Per contro, il verificarsi delle manifestazioni patologiche in concomitanza con le inoculazioni vaccinali, le recrudescenze coincidenti con le dosi di richiamo somministrate, l’andamento protratto ed ingravescente di disturbi caratteristici e in tutto corrispondenti alle descrizioni riportate nella copiosa letteratura sull’argomento, hanno rappresentato elementi fortemente sospetti tali da avere un ruolo indicativo o comunque non marginale sotto l’aspetto del nesso di causa, spostando il giudizio verso un attendibile grado di probabilità riconosciuto dal Giudice nel testo della Sentenza qui allegata. (sentenza integrale in pdf)


Fonte: http://www.disinformazione.it/autismo_vaccini.htm