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sabato 13 agosto 2011

Da Lee Oswald a Lee Oslo, via "Gladio"?

Erano in più di uno a far fuoco sull'isola. Un’esercitazione sull’esplosione di bombe appena conclusa a Oslo.
Forse una vendetta della NATO per la decisione della Norvegia di non bombardare più la Libia?

di Webster G. TarpleyTraduzione per Megachip a cura di Pino Cabras 
http://www.megachip.info/finestre/zero-11-settembre/6520-da-lee-oswald-a-lee-oslo-via-qgladioq.html
I tragici attentati terroristici in Norvegia presentano un certo numero di segni rivelatori di una provocazione false flag (sotto falsa bandiera, NdT) . È stato riferito che - sebbene i media mondiali stiano cercando di focalizzare l’attenzione su Anders Behring Breivik in veste di assassino solitario nella tradizione di Lee Harvey Oswald - molti testimoni oculari concordano sul fatto che un secondo tiratore era all’opera nel massacro presso il campo estivo giovanile di Utøya, fuori Oslo .
È anche emerso che una unità speciale di polizia aveva condotto una simulazione o esercitazione, nel centro di Oslo, che includeva la detonazione di bombe: esattamente ciò che ha causato il massacro a poche centinaia di metri di distanza poco più di 48 ore più tardi. Ulteriori ricerche rivelano che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti stavano conducendo un vasto programma di reclutamento di ufficiali in pensione della polizia norvegese con lo scopo presunto di disporre atti di sorveglianza all'interno del paese. Questo programma, noto come Unità di sorveglianza e rilevamento SIMAS, ha fornito un tramite perfetto per la penetrazione e la sovversione della polizia norvegese da parte della NATO.
È inoltre presente un movente per l'attacco: come parte del suo tentativo di far crescere una politica estera indipendente, compreso l’imminente riconoscimento diplomatico di uno stato palestinese inserito in un riavvicinamento generale con il mondo arabo, la Norvegia stava guidando gli stati più piccoli della NATO che intendevano tirarsi fuori dalla coalizione di aggressori imperialisti che sta attualmente bombardando la Libia. La Norvegia aveva programmato di mettere fine a tutti i bombardamenti e agli altri assalti contro le forze di Gheddafi non più tardi del 1° agosto.
Infine, l’operazione CIA consistente in rivelazioni parziali controllate (limited hangout, nell’orig., NdT), nota come Wikileaks, ha già fornito un caso prefabbricato e pubblicamente disponibile per incompetenza e illeciti contro l'attuale governo norvegese, che sta facendo tutte queste cose, sotto forma di una serie di dispacci reali o manipolati che documentano la presunta negligenza di questo governo nell’affrontare la minaccia terroristica, il tutto secondo la visuale dei funzionari del Dipartimento di Stato USA.
Il giornale VG di Oslo: "Diversi" testimoni oculari affermano che c’erano due tiratori sull'Isola Come si è visto, la stampa mondiale e i media della scuola anglo-americana si sono immediatamente fissati su Breivik come un caso esemplare di assassino solitario dello stesso stampo di Lee Harvey Oswald, Sirhan Sirhan, e tanti altri. Il problema per i mitografi del terrore è che, nella maggior parte di questi casi, vi sono credibili se non schiaccianti prove che queste figure non avrebbero potuto agire da sole. Tra i più recenti assassini solitari, Breivik potrebbe essere paragonato al maggiore Nidal Hasan di Fort Hood, in Texas, la cui sparatoria con carneficina risale al novembre 2009. Hasan è accusato di aver ucciso sette persone. A quel tempo, si ritenne degno di nota che Hasan era riuscito a uccidere così tanti soldati armati nella base militare. Ma i primi rapporti suggerivano che c'era un altro se non altri due sparatori oltre a Hasan. Come accade di solito, questi tiratori supplementari furono presto cancellati dalla versione dominante nei media. [1]
Nel caso norvegese, la prova che Breivik non era da solo a rivendicare il suo tributo spaventoso di vittime è chiara e convincente. Ecco alcuni estratti da un articolo pubblicato dal quotidiano di Oslo VG:
«Molti dei giovani che erano presenti al dramma della sparatoria di Utøya, hanno riferito a VG di essere convinti che ci debba essere stato più di un esecutore. Marius Helander Roset la pensa così: - “Sono sicuro che si sparava da due diversi punti dell'isola, contemporaneamente”, ha dichiarato.
Testimoni: - C’erano due persone La polizia ritiene che Anders Behring Breivik (32 anni) sia l'esecutore vestito da poliziotto, e lo hanno incriminato per due attacchi terroristici. I giovani intervistati da VG descrivono un esecutore aggiuntivo, che non indossava l'uniforme della polizia. La persona che li seguiva era alta circa 180 centimetri, aveva folti capelli scuri e un aspetto nordico. Aveva una pistola nella mano destra e un fucile sulla schiena. – “Io credo che ci fossero due persone che stavano sparando”, sostiene Alexander Stavdal (23 anni) ....
Alla conferenza stampa di sabato mattina la polizia ha affermato che ci sarebbero potuti essere diversi esecutori e ha sottolineato che c'è un'indagine in corso»
[2]
La presenza di un secondo tiratore è ovviamente più scomoda per la teoria dell’assassino solitario, in quanto rappresenta la prova incontrovertibile di una associazione cospirativa criminale, l'elemento essenziale che la copertura mediatica è generalmente ansiosa di evitare. Nel caso norvegese, i riferimenti a un secondo sparatore sembravano essere sufficientemente persistenti anche 36 ore dopo l'evento principale, tanto da poter far resistere qualche speranza che la versione ufficiale possa essere interamente abbattuta sulla base di questo particolare.
La polizia aveva svolto esercitazioni facendo brillare delle bombe nella stessa area pochi giorni prima Un altro segno rivelatore critico di un'operazione false flag proviene dallo svolgimento di simulazioni o esercitazioni, ufficialmente per fini di controterrorismo - da parte della polizia o dei militari contemporaneamente all'attacco terroristico, o poco prima che l'attacco terroristico vero e proprio iniziasse. A volte, le esercitazioni o simulazioni in ordine ad atti terroristici sono programmate in modo da iniziare poco dopo il momento in cui l'attacco terroristico effettivo avviene. In questi casi si scopre spesso che la sedicente esercitazione o simulazione anti-terrorismo contiene un'azione simulata o un evento che ricorda fortemente l’attacco terroristico nel mondo reale, quello che uccide davvero la gente. I media poi faranno riferimento a un’incredibile coincidenza o a una concomitanza strana, ma la realtà è che l’esercitazione terroristica è stata presa o rivoltata in diretta nella forma di uccisioni reali. Il segreto sta nel fatto che l’esercitazione con copertura legale è stata utilizzata per condurre o ricalcare il massacro reale attraverso un apparato governativo le cui risorse sono necessarie per eseguire l’atto terroristico, ma in cui ci sono molti funzionari ai quali non si consente di sapere cosa stia succedendo.
Gli eventi in Norvegia forniscono un esempio molto chiaro di questo principio. A Oslo, una potente bomba è esplosa dentro o vicino all'edificio che ospita l'ufficio del Primo Ministro. Esattamente come ci aspetteremmo, unità speciali anti-terrorismo della polizia si esercitavano con l’esplosione di bombe in una zona vicina della capitale norvegese poco più di 48 ore prima. Il pubblico non era stato informato in anticipo, ma ha scoperto quello che stava accadendo quando ha iniziato a sentire le bombe martedì e mercoledì, mentre la bomba principale è esplosa venerdì. Ecco cosa riferisce il giornale Aftenposten:
«Poliziotti armati sono stati visti nella zona intorno al Teatro dell'Opera di Oslo, e violente esplosioni si potevano udire su gran parte della città. Nessuno sapeva che era tutta una questione di esercitazioni. La Sezione Informazione della polizia di Oslo si rammarica profondamente che il pubblico non fosse a conoscenza dell'esercitazione così apparentemente drammatica .... Si trattava della squadra di emergenza, l'unità speciale della polizia nazionale contro il terrorismo, che stava conducendo una simulazione nella zona delimitata presso il molo di Bjørvika. Secondo un comunicato stampa emanato dalla polizia, quasi un giorno dopo l'esercitazione, la simulazione consisteva in una formazione sul campo nel trattare la detonazione controllata di cariche esplosive .... L'esercitazione continuerà per il resto del Mercoledì sera e si prevedono un paio di ulteriori esplosioni.... L’esercitazione ha seguito un modello che risulta familiare a tutte le forze anti-terrorismo di tutto il mondo: gli uomini si calavano dal tetto e si introducevano dalla finestra che era stata appena fatta esplodere, intanto che sparavano».[3]Peter Power della Visor Consultants disse alla BBC Radio Five sulla scia degli attentati alla metropolitana di Londra del 7 luglio 2005 che la sua impresa aveva condotto un esercitazione basata su esplosioni che dovevano avvenire sostanzialmente nelle stesse stazioni della metropolitana londinese e alla stessa ora in cui le vere esplosioni sono effettivamente accadute. Gli eventi norvegesi presentano lo stesso tipo di strana coincidenza.
Un movente: la Norvegia ha deciso di mettere fine ai bombardamenti della Libia entro il 1° agosto Gli obiettivi degli attacchi terroristici norvegesi sono tutti espressamente politici, compresi gli uffici governativi e un campo estivo dei giovani del Partito Laburista oggi al governo, e quindi vanno in direzione della politica. Il governo della Norvegia è attualmente una coalizione composta dal Partito Laburista, il Partito Socialista di Sinistra, e il Partito di Centro. La Norvegia ha sempre cercato di coltivare una politica estera filo-araba, come si evidenzia nella sua sponsorizzazione degli accordi di pace di Oslo tra il primo ministro israeliano Rabin e il leader palestinese Yasser Arafat a metà degli anni novanta. L'attuale governo ha annunciato la sua intenzione di concedere il riconoscimento diplomatico di uno stato palestinese nel prossimo futuro. Quando lo scorso febbraio è iniziata la destabilizzazione della Libia, il ministro degli Esteri norvegese Jonas Gahr Støre del partito laburista ha messo in guardia i partner della Norvegia nella NATO dal farsi coinvolgere.
Ma subito dopo, la Norvegia ha ceduto alle pressioni degli Stati Uniti e ha accettato di partecipare al bombardamento NATO della Libia per un periodo iniziale di tre mesi, inviando sei aerei che hanno effettuato circa il 10% di tutti i bombardamenti annoverati dall'Alleanza atlantica. Tuttavia, allo scoccare finale dei suoi tre mesi di impegno, la Norvegia aveva ridotto il suo contingente a quattro aerei per il mese di luglio, e il 10 giugno ha comunicato l'intenzione di ritirarsi del tutto entro il primo agosto dalla coalizione dei bombardamenti NATO.
La decisione norvegese di abbandonare la coalizione di attacco della NATO si è associata con una mossa simile dei Paesi Bassi, che è stata annunciata nella stessa data del 10 giugno. Gli olandesi hanno deciso di mantenere il loro contingente di sei aerei, ma non prenderanno più parte a bombardamenti su obiettivi a terra. D'ora in poi, gli olandesi sono disposti solo ad aiutare a far rispettare la no-fly zone attraverso l’interdizione aerea. C'era quindi la possibilità che l'esempio della Norvegia avesse potuto innescare una tendenza generale da parte degli stati più piccoli della NATO ad uscire dalla coalizione di bombardamento, in cui la loro presenza collettiva è altamente significativa.
Esponenti di spicco del governo norvegese sono stati tra i primi a minimizzare la presunta logica che sottostava al bombardamento della NATO, intanto che sollecitavano trattative: «Le soluzioni ai problemi in Libia sono politiche, non possono essere risolte con mezzi militari», ha dichiarato il Primo Ministro norvegese Stoltenberg ai giornalisti riuniti per una conferenza a Oslo il 13 maggio. «Stiamo sostenendo vigorosamente tutti gli sforzi intesi a trovare una soluzione politica alle sfide cui ci troviamo di fronte in Libia», ha aggiunto. Il governo norvegese ... ha promesso di ridimensionare il suo ruolo negli attacchi aerei alla Libia orchestrati dalla NATO dopo che il suo attuale impegno di tre mesi termina il 24 giugno.[4]
Questa era la politica dell'intero governo norvegese: «La Norvegia ridimensionerà il suo contributo con i caccia in Libia da sei a quattro aerei e si ritirerà completamente dalla operazione a guida NATO entro il 1° agosto», ha dichiarato venerdì il governo.... Il ministro della Difesa Grete Faremo ha detto che si aspetta la comprensione da parte degli alleati NATO perché la Norvegia ha una piccola forza aerea e non può "mantenere un grande contributo con i caccia durante un lungo periodo." La forza aerea della Norvegia sostiene intanto che i suoi jet F-16 hanno effettuato circa il 10 per cento dei bombardamenti aerei della Nato in Libia a partire dal 31 marzo. I partiti della coalizione di governo di centro-sinistra della Norvegia, erano stati in disaccordo sulla possibilità di estendere la partecipazione del paese, che avrebbe dovuto scadere il 24 giugno. La fazione più di sinistra nel governo, il Partito Socialista di Sinistra, si è opposta a una proroga, ma un compromesso è stato raggiunto affinché si rimanesse in funzione fino al 1° agosto con un minor numero di aerei. «È saggio porre fine al contributo dei caccia norvegesi. Ora la Norvegia dovrebbe impiegare i suoi sforzi per trovare una soluzione pacifica in Libia», ha dichiarato il deputato Baard Vegar Solhjell del Partito Socialista di Sinistra. [5]
Il Dipartimento di Stato si è lamentato della “mancanza di impegno” della Norvegia per l’avventura libica La decisione norvegese di smettere di combattere la guerra contro la Libia, la prima di questo tipo da parte di qualsiasi membro dell'alleanza atlantica, ha attirato l'attenzione degli osservatori diplomatici, uno dei quali ha commentato che l'attuale governo di Oslo ha auspicato «un approccio nettamente più pacifico alle politiche globali da parte del governo norvegese .... [nonostante] le recenti pressioni da parte degli Stati Uniti in Norvegia affinché contribuisse maggiormente alla campagna militare in Libia. La Norvegia ha opposto resistenza a queste pressioni e ha spinto per un approccio più tranquillo agli attacchi della NATO sulla Libia guidati dagli USA, e ha rifiutato di fornire armi alla NATO, annunciando infine il mese scorso che la Norvegia avrebbe lasciato il suo ruolo militare in Libia dal 1° agosto. Nel mese di marzo, quando gli Stati Uniti stavano mettendo assieme il sostegno unilaterale volto a invadere la Libia, la Norvegia del ministro degli esteri Jonas Gahr Støre è stata una delle poche nazioni a mettere in guardia gli Stati Uniti contro l'intervento armato in Libia. La Norvegia inizialmente ha fornito sei aerei da combattimento per le operazioni di Libia e ha realizzato circa il 10% degli attacchi a partire dal 19 marzo. Tuttavia, i funzionari degli Stati Uniti hanno segnalato Norvegia e Danimarca per la loro 'mancanza di impegno' nella missione determinata a mandar via Gheddafi ... Altri legami Norvegia-Libia includono grandi interessi della Norvegia in Libia in materia di petrolio e fertilizzanti: la compagnia norvegese Statoil, posseduta dallo stato, ha circa 30 dipendenti presso i suoi uffici a Tripoli .... Aziende [norvegesi] hanno condotto importanti operazioni di business in Libia, in collaborazione con il regime di Gheddafi»[6]
Allo stato attuale delle indagini, la migliore valutazione circa il motivo degli attentati norvegesi è quella di punire il paese per la sua politica estera indipendente e filo-araba in generale, e per il suo ripudio della coalizione dei bombardamenti NATO schierata contro la Libia in particolare.
Le Unità di sorveglianza e rilevamento SIMAS sono la nuova Gladio per la Norvegia? Gli operatori dell’intelligence di USA e NATO hanno dimostrato di possedere capacità straordinarie all'interno della Norvegia, molti dei quali possono essere operativi al di fuori del controllo del governo norvegese. Ai primi di novembre 2010, il canale televisivo TV2 Oslo ha messo in luce l'esistenza di una vasta rete di risorse e di informatori segreti a libro paga dell’intelligence USA reclutati tra le fila dei poliziotti in pensione e altri funzionari. L'obiettivo apparente di questo programma era la sorveglianza dei norvegesi che stavano prendendo parte a manifestazioni e altre attività critiche nei confronti degli Stati Uniti e delle loro politiche. Uno dei norvegesi reclutati era l'ex capo della sezione anti-terrorismo della polizia di Oslo.[7]
Sebbene l'obiettivo consistesse ufficialmente solo nella sorveglianza, è possibile immaginare altre attività assai più sinistre che potrebbero essere svolte da una simile rete di poliziotti in pensione, compresa l'individuazione e la sovversione di mele marce presso le forze di polizia in servizio attivo. Alcune delle funzionalità di una rete di questo tipo non sarebbero del tutto estranee al genere di eventi che si sono appena verificati in Norvegia.
Il nome ufficiale per il tipo di cellula di spionaggio che gli Stati Uniti stavano creando in Norvegia è Surveillance Detection Unit (SDU, ossia Unità di sorveglianza e rilevamento, NdT). Le SDU a loro volta, operano nel quadro del Security Incident Management Analysis System (SIMAS, sistema di analisi nella gestione degli incidenti di sicurezza, NdT). Il SIMAS è noto per essere stato utilizzato per spionaggio e sorveglianza da parte delle ambasciate degli Stati Uniti non solo nel blocco nordico di Norvegia, Danimarca e Svezia, ma in tutto il mondo. Gli eventi terroristici inoltre sollevano la questione se il SIMAS abbia una dimensione operativa. Potrebbe questo apparato rappresentare una versione moderna delle reti Stay Behind della Guerra Fredda istituite in tutti i paesi della NATO e più conosciute sotto il nome della branca italiana, Gladio?
Al governo norvegese occorrerà scoprirlo. Finora i ministri norvegesi hanno affermato che non hanno mai approvato la rete di SDU della SIMAS. «Non abbiamo mai saputo nulla su di essa,» hanno affermato il ministro della Giustizia norvegese Knut Storberget e il ministro degli Esteri Jonas Gahr Støre in coro. Hillary Clinton ha dichiarato invece che i norvegesi erano stati informati.
L’operazione di rilascio controllato di notizie Wikileaks di matrice CIA ha ragion d’essere nel tentativo di far cadere il governo norvegese. Grazie alle discariche documentali rilasciate della sussidiaria CIA che cura le rivelazioni parziali controllate (limited hangout, nell’orig., NdT), generalmente conosciuta come Wikileaks, è già stato fornito un chiaro percorso per l'utilizzo degli attacchi terroristici norvegesi come base adatta a rovesciare l'attuale governo. Dispacci del Dipartimento di Stato veri o manipolati e cortesemente messi a disposizione da Wikileaks ritraggono il governo norvegese, che la NATO odia, come una manica di pasticcioni e mentecatti, incapaci di prendere misure efficaci per salvaguardare la sicurezza nazionale del paese.
Alcune di queste carte sono state pubblicate sulla scia degli attacchi terroristici di Londra dal Daily Telegraph, un giornale notoriamente vicino agli ambienti di intelligence della NATO. Secondo questo articolo, mentre «si parla del tentativo da parte del servizio di polizia di sicurezza (PST) di rintracciare una particolare sospetta cellula terroristica di Al-Qa’ida, un dispaccio scritto dall'ambasciatore USA in Norvegia, Barry White, descrive [il modo in cui le autorità norvegesi] ... hanno rifiutato l'aiuto delle autorità del Regno Unito inteso a mettere sotto sorveglianza un potenziale sospetto e aggiunge: "Non solo non hanno indirizzato le proprie risorse su di lui ... ma hanno anche appena rifiutato l’offerta da parte del servizio d’intelligence del Regno Unito di due squadre di sorveglianza di dodici persone ciascuna". Il dispaccio continua affermando che i servizi di intelligence di Gran Bretagna e Stati Uniti hanno analizzato delle conversazioni in codice tra sospetti terroristi e hanno deciso di garantire la sorveglianza. Ma, dice il dispaccio, "Il PST ha invece trovato il modo di interpretare la stessa conversazione in codice tradotta sotto una luce più rosea e meno minacciosa, un’interpretazione che ha poco senso per gli USA o la Gran Bretagna."» Un catalogo anche dei più recenti fallimenti e fiaschi dell’FBI e della CIA nella cosiddetta Guerra Globale al Terrore potrebbe contribuire a mettere questi giudizi ipocriti nella giusta prospettiva, ma sarebbe anche cosa troppo voluminosa per poter essere aggiunta qui.
Un altro particolare negativo sembra fatto su misura per un tentativo di incolpare i presunti pasticci del governo norvegese per l'attentato di Oslo: «Il memorandum rivela anche come, nonostante in apparenza ci fosse sorveglianza sul sospetto, il PST ha perso le tracce di un’attrezzatura adatta a fabbricare bombe che veniva conservata in un appartamento, dopo che è stata visibilmente rimossa senza che gli investigatori» se ne accorgessero. Il PST quindi non è riuscito a stare sulle tracce di un sospetto per 14 giorni perché l’investigatore a lui assegnato fu chiamato a svolgere un altro lavoro. Il memorandum conclude: «Il PST non è all’altezza ... semplicemente non può tenere il passo.»
Un altro promemoria del Dipartimento di Stato propinato da Wikileaks, presumibilmente scritto nel 2007 ... aggiunge: « la valutazione ufficiale delle minacce della polizia (PST)... afferma che le organizzazioni terroristiche internazionali non sono una minaccia diretta contro la Norvegia.» Un promemoria scritto nel 2008, mostra come gli Stati Uniti ritenessero che la Norvegia non fosse consapevole della possibilità di un potenziale attacco terroristico. Nel dispaccio si legge: «Noi premiamo ripetutamente sulle autorità norvegesi affinché prendano sul serio il terrorismo. Cercheremo di basarci su questo slancio per combattere l'ancora diffusa sensazione che il terrorismo accada altrove, non nella tranquilla Norvegia» E un dispaccio scritto solo lo scorso anno aggiunge: «Il PST ha visto di nuovo la Danimarca come un obiettivo più che la Norvegia, per ragioni molto specificamente legate alla controversia sulle vignette.» [8].
Il governo della Norvegia ha bisogno di passare all'offensiva e stabilire tutta la verità su ciò che è appena accaduto. In caso contrario, è probabile che il governo soccomberà alla campagna orchestrata internazionalmente che i documenti Wikileaks così chiaramente presagivano.
Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.
Riferimenti
[2] 2 Vedi RIA Novosti, 23 luglio 2011, http://en.rian.ru/world/20110723/165350450.html; – Dal sito web di VG: “Flere av ungdommene som var på Utøya under skytedramaet forteller til VG at de er overbevist om at det må ha vært mer enn én gjerningsmann. Det mener også Marius Helander Røset.” “Jeg har overbevist om at det var to personer som skjøt, sier Aleksander Stavdal (23).” “Vedkommende var i følge dem rundt 180 centimeter høy, hadde tykt mørkt hår og så nordisk ut. Han hadde en pistol i høyrehånden og et gevær på ryggen.” http://www.vg.no/nyheter/innenriks/oslobomben/artikkel.php?artid=10080627
[3] “Politiet glemte å informere om øvelse: Anti-terrorpolitiet avfyrte sprengladninger under en øvelse midt i Oslo, to hundre meter fra Operaen, men glemte å gi beskjed til publikum,” Aftenposten, c. July 20, 2011, http://mobil.aftenposten.no/article.htm?articleId=3569108
[4] “Libya solution more political than military-Norway,” Reuters, 13 May 2011, http://www.trust.org/alertnet/news/libya-solution-more-political-than-military-norway
[5] “Norway to quit Libya operation by August,” AP, June 10, 2011, http://www.signonsandiego.com/news/2011/jun/10/norway-to-quit-libya-operation-by-august/
[6] Tragic Irony Surrounds Oslo Bombing, Phuket Word, July 23, 2011, http://www.phuketword.com/tragic-irony-surrounds-oslo-bombings
[7] Thomas Borchert, “US-Geheimdienst mit Nordfiliale: USA lassen Norweger überwachen,” Deutsche Presse-Agentur, November 4, 2010.
[8] Mark Hughes, “WikiLeaks files show Norway unprepared for terror attack: Norway’s intelligence service had previously been criticized for its failure to keep track of suspected terror cells and the country was felt to be complacent about the prospect of a terror attack, secret cables from the WikiLeaks files reveal,” London Daily Telegraph, July 22, 2011. http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/norway/8655964/WikiLeaks-files-show-Norway-unprepared-for-terror-attack.html









Un Mondo Senza Politici è Possibile.


Questo articolo esce proprio in concomitanza di un altro agghiacciante episodio di questa eterna guerra contro la gente e contro tutti i popoli del mondo.

Gli attacchi alla Norvegia, la strage subita dal popolo norvegese sono attacchi contro tutti noi che ci stringiamo attorno alle famiglie delle vittime di questa ennesima tragedia.

Loro proseguono per la loro strada fatta di orrore e di morte e noi per la nostra e oggi parliamo di un aspetto basilare della Demosofia, e cioè costruire un mondo senza politici.

In quanti di noi si farebbero operare da un ciarlatano piuttosto che da un chirurgo competente? Quando portiamo la nostra automobile dal meccanico ci preoccupiamo che questi sia un professionista preparato o la affidiamo al primo che capita?
Esigiamo perfino che i commessi del supermercato siano professionali con noi.

Invece, per quanto riguarda la direzione del nostro paese e quindi delle nostre vite, ci affidiamo a persone la cui incompetenza e la cui malafede sono sotto gli occhi di tutti.
I nostri politici hanno dimostrato, non solo di essere incapaci di risolvere i nostri problemi e di migliorare la nostra qualità della vita, ma questi problemi li hanno addirittura provocati.
Leggi assurde, ruberie indescrivibili, un paese intero svenduto alle mafie e ai poteri internazionali, prime fra tutte le banche.

Ma non è sufficiente sostituire la classe politica, è necessario cambiare completamente sistema di governo e le modalità di amministrare e gestire un paese.
La “democrazia”, dando alle persone l’illusione di poter scegliere tra due fazioni apparentemente opposte, ma in realtà manovrate dalle stesse persone, non è un sistema adeguato.
In più, i politici non fanno assolutamente nulla e non servono assolutamente a nulla, se non a fare i servi dei veri potenti. I politici non svolgono alcun ruolo nella vita reale del paese, se scomparissero da un momento all’altro le cose continuerebbero ad funzionare esattamente come prima (probabilmente meglio). Le scuole, gli ospedali, i trasporti, qualsiasi settore veramente utile e produttivo continuerebbe a funzionare.

Noi siamo stati condizionati a credere che i politici siano indispensabili, perché grazie a loro che possiamo esercitare la “democrazia”. Non è così! Possiamo e dobbiamo fare a meno di loro. E il più in fretta possibile!

L’unica forma di democrazia reale ed efficace è quella diretta, cioè esercitata direttamente dal popolo.

Come?

Come abbiamo detto, se pretendiamo professionalità e preparazione da parte di chi si occupa della nostra salute e della nostra vita quotidiana, dobbiamo pretendere lo stesso, e di più, a chi deve dirigere un paese.

Il Presidente del Governo e il Vice-presidente saranno eletti per concorso, per accedere al quale ci si potrà preparare in appositi corsi di studio basati sulla gestione e l’amministrazione di uno Stato, con tutta la complessità e la preparazione che richiede un tale compito. Il Concorso sarà aperto a tutti, in modo che anche persone con doti e capacità ma che hanno preferito svolgere un'attività lavorativa potranno partecipare. I candidati dovranno per forza aver vissuto, lavorato e ottenuto risultati al di fuori del mondo della politica o del lavoro statale.

La formazione del Governo sarà compito del primo (Il Presidente) e del secondo (il Vice) classificato a questo concorso, che sarà gestito dall’Organo dotato di maggiori poteri, cioè il Consiglio dei Saggi, composto realmente da persone competenti negli ambiti più importanti della vita di un paese: scienza, economia, salute, educazione, esercito ecc. oltre che da membri provenienti da tutta la popolazione.
La popolazione parteciperà direttamente attraverso Internet e in diretta televisiva alla discussione delle leggi e alla loro approvazione.

Questi sono alcuni dettagli del progetto politico della Demosofia, e questo progetto è una bozza da modificare attraverso l’apporto di tutti, per migliorarla e renderla più efficace.

Il progetto è descritto schematicamente in questa sezione del blog, e nei dettagli nel libro.

Per poter costruire veramente un mondo in cui vivere liberi, secondo la logica e la razionalità, dobbiamo costruire un progetto in cui credere, dobbiamo sapere quello che vogliamo per cominciare a dargli forma: prima nelle nostre menti, poi nella realtà. Dipende solo da noi.