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martedì 2 novembre 2021

IO SO

Altri puntini messi in fila. Il disegno che sta emergendo nella mia testa è abominevole. Gli scienziati di Wuhan hanno pianificato di rilasciare particelle di coronavirus nei pipistrelli delle caverne, rivelano documenti trapelati. I ricercatori hanno chiesto 14 milioni di dollari per finanziare un progetto controverso nel 2018 (Articolo tradotto dal Telegraph, link a seguire). Gli scienziati di Wuhan pianificavano di rilasciare nell'aria particelle potenziate di coronavirus nelle popolazioni di pipistrelli cinesi, per inoculare loro le malattie che potrebbero colpire gli esseri umani, come mostrano le proposte di sovvenzioni trapelate, risalenti al 2018. Nuovi documenti mostrano che appena 18 mesi prima della comparsa dei primi casi di Covid-19, i ricercatori avevano presentato piani per rilasciare nanoparticelle che penetrano nella pelle, contenenti "nuove proteine chimeriche" di coronavirus di pipistrello nei pipistrelli delle caverne nello Yunnan, in Cina. Hanno anche pianificato di creare virus chimerici, geneticamente potenziati per infettare gli esseri umani più facilmente, e hanno chiesto 14 milioni di dollari alla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa) per finanziare il lavoro. I documenti, confermati come autentici da un ex membro dell'amministrazione Trump, mostrano che speravano di introdurre "siti di scissione specifici per l'uomo" nei coronavirus dei pipistrelli, per rendere più facile l'ingresso del virus nelle cellule umane. Quando il Covid-19 è stato sequenziato geneticamente per la prima volta, gli scienziati erano perplessi su come il virus avesse evoluto un adattamento così specifico per l'uomo nel sito di scissione sulla proteina spike, che è poi il motivo per il quale è così contagioso. I documenti sono stati rilasciati da Drastic, il team di investigazioni basate sul web creato da scienziati di tutto il mondo per indagare sulle origini del Covid-19. In una dichiarazione, Drastic ha dichiarato: "Dato che troviamo in questa proposta una discussione sull'introduzione pianificata di siti di scissione specifici per l'uomo, è giustificata una revisione da parte della più ampia comunità scientifica della plausibilità dell'inserimento artificiale". La proposta includeva anche piani per mescolare ceppi di coronavirus naturali ad alto rischio con varietà più infettive ma meno pericolose. L'offerta è stata presentata dallo zoologo britannico Peter Daszak di EcoHealth Alliance, l'organizzazione con sede negli Stati Uniti, che ha lavorato a stretto contatto con l'Istituto di virologia di Wuhan (WIV) nella ricerca sui coronavirus dei pipistrelli. I membri del team includevano il dottor Shi Zhengli, la ricercatrice del WIV soprannominata "bat woman", così come ricercatori statunitensi dell'Università della Carolina del Nord e del National Wildlife Health Centre del Geological Survey degli Stati Uniti. Darpa ha rifiutato di finanziare il lavoro, dicendo: "È chiaro che il progetto proposto guidato da Peter Daszak avrebbe potuto mettere a rischio le comunità locali", e ha avvertito che il team non aveva considerato adeguatamente i pericoli del potenziamento del virus (ricerca sul guadagno di funzione ) o il rilascio di un vaccino per via aerea. I documenti della sovvenzione mostrano che il team aveva anche alcune preoccupazioni sul programma vaccinale e ha affermato che avrebbe "condotto un'attività di sensibilizzazione ... in modo che ci sia una comprensione pubblica di ciò che stiamo facendo e perché lo stiamo facendo, in particolare a causa del consumo di pipistrelli della regione”. Angus Dalgleish, professore di oncologia alla St Georges, Università di Londra, che ha lottato per pubblicare un lavoro che dimostrasse che l'Istituto di virologia di Wuhan (WIV) aveva svolto un lavoro di "guadagno di funzione" per anni prima della pandemia e ha affermato che la ricerca potrebbe essere andata avanti anche senza i finanziamenti. "Questo è chiaramente un guadagno di funzione, ottenuto ingegnerizzando il sito di scissione e conformando i nuovi virus per migliorarne l'infettività delle cellule umane in più di una linea cellulare", ha affermato. Daszak era anche dietro a una lettera pubblicata su The Lancet lo scorso anno che ha effettivamente chiuso il dibattito scientifico sulle origini del Covid-19. "Peter Daszak e l'EcoHealth Alliance (EHA) hanno proposto di iniettare coronavirus mortali di pipistrello chimerico raccolti dall'Istituto di virologia di Wuhan in topi umanizzati e "batificati" e molto, molto altro ancora". Un ricercatore Covid-19 dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che desidera rimanere anonimo, ha affermato che era allarmante che la proposta di finanziamento includesse piani per migliorare la malattia mortale della sindrome respiratoria mediorientale (Mers). "La parte spaventosa è che stavano producendo virus Mers chimerici infettivi", ha detto la fonte. “Questi virus hanno un tasso di mortalità superiore al 30%, che è almeno un ordine di grandezza più letale di Sars-CoV-2. "Se una delle loro sostituzioni del recettore facesse diffondere Mers in modo simile, mantenendo invariata la sua letalità, questa pandemia sarebbe quasi apocalittica". L'EcoHealth Alliance e l'Istituto di virologia di Wuhan sono stati contattati per un commento. https://www.telegraph.co.uk/.../wuhan-scientists-planned.../ Cosa succede se ad un certo purto crollerà la diga della narrazione ufficiale? La narrazione dominante è la diga che separa la realtà dall'opinione pubblica. Il potere non può permettersi nemmeno una piccola breccia sulla parete di menzogne miste a verità parziali che funge da barriera alla conoscenza dei fatti reali, perché l'effetto moltiplicatore dei social la trasformerebbe in breve tempo in una falla che potrebbe far crollare l'intera struttura. Questo li porta inevitabilmente a dover militarizzare il mondo della cosiddetta "informazione", a screditare gli oppositori arrivando in molti casi alla censura vera e propria (in aperto sfregio alla libertà di espressione) e a dover pattugliare giorno e notte il web per evitare che i contenuti pericolosi diventino virali. Il tutto per scongiurare la possibilità che i social generino quell’effetto risonanza che in breve tempo potrebbe mandare in frantumi mesi (o addirittura anni) di lavoro nell'edificazione della diga (che poi è ciò che questi apparati favoriscono nei paesi non allineati che intendono destabilizzare); per questo motivo hanno studiato molto accuratamente il fenomeno, compresi i pericoli che comporta per l’establishment che lo maneggia, e hanno sviluppato dei meccanismi di controllo che contribuiscano a bloccare sul nascere quell’amplificazione esponenziale che viceversa innescano di proposito quando vogliono far crollare un sistema non gradito. Chi sostiene l'opportunità di abbandonare queste piattaforme o non ha capito nulla, o è in perfetta malafede. Il compito che ci attende non è quello di chiuderci in un ghetto dove raccontarcela tra di noi, ma è quello di moltiplicare i nostri sforzi per trasformare questi luoghi in una giungla infestata di viet cong della controinformazione. Dovrebbero essere messi in condizione di non avere altra scelta se non quella di chiudere la piattaforma (e non gli account), come del resto suggerì Soros a suo tempo, quando intuì che la creatura poteva rivoltarsi contro il creatore. Prendiamo ad esempio il caso della possibilità che il virus sia frutto di esperimenti sul guadagno di funzione e che sia sfuggito da un laboratorio. La politica iniziale è stata quella di censurare ferocemente questa ipotesi e di chiudere gli account che la riportavano bollandoli come spargitori di Fake News (il sottoscritto si è beccato un mese di stop per aver copiato e incollato un articolo del Messaggero nel quale un esperto tedesco supportava questa ipotesi). Ora anche Robert Redfield, ex direttore dei CDC statunitensi, ritiene plausibile l’ipotesi di virus “da laboratorio”. Ma non è tutto, Redfield afferma di aver ricevuto minacce di morte da altri colleghi scienziati dopo aver detto pubblicamente di ritenere plausibile la teoria della fuga del virus dal laboratorio di Wuhan. Lo ha rivelato lo stesso Redfield in un'intervista pubblicata da Vanity Fair. Le minacce sarebbero arrivate dopo l'intervista rilasciata alla CNN il 26 marzo, quando Redfield disse: "Sono ancora dell'idea che l'eziologia più probabile di questo patogeno a Wuhan provenga da un laboratorio". Dopo che l'intervista è andata in onda, Redfield si sarebbe ritrovato la casella di posta invasa da email con minacce di morte. "Le accuse feroci non provenivano solo da sconosciuti […] ma anche da eminenti scienziati, alcuni dei quali erano miei amici. Uno di loro, addirittura, mi ha detto che avrei dovuto semplicemente sparire e morire. Sono stato minacciato e ostracizzato perché ho proposto un'altra ipotesi", si è lamentato Redfield nell'intervista. “Me lo aspettavo dai politici. Non me lo aspettavo dalla scienza". https://www.msn.com/.../former-cdc-director.../ar-AAKFLVa... Il Washington Post ha recentemente ottenuto con un accesso agli atti - e pubblicato - la corrispondenza ufficiale del celebre virologo a capo dell’Istituto nazionale per la prevenzione delle malattie infettive. Scorrendo le mail di Fauci si scopre che l’ipotesi di Redfield era sul tavolo fin dall’inizio, ma nonostante ciò si è scelto di metterla da parte e di promuovere quella dell’origine naturale. In una mail Peter Daszak, zoologo e presidente dell’EcoHealth Alliance ringrazia personalmente Fauci per aver supportato l’ipotesi del salto di specie. Lo Spectator ha ricordato che l'EcoHealth Alliance ha utilizzato una sovvenzione pubblica per raccogliere campioni di coronavirus di pipistrelli e poi trasferirli e studiarli all’Istituto di Wuhan. Il denaro della sovvenzione originale fornito a EcoHealth era di 3,7 milioni di dollari, di cui 76.000 dollari per l’Istituto di Wuhan. Questo finanziamento è stato approvato con il sostegno dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, l’agenzia che dirige Anthony Fauci, secondo quanto riportato da Newsweek. Quel contratto è stato annullato nell’aprile 2020. Tali sovvenzioni sono state approvate dal National Institute of Health di Fauci. Com’è noto anche la celebre rivista scientifica The Lancet ha supportato fin dall’inizio l’ipotesi che il virus potesse aver avuto un’origine naturale (Da quel momento anche i tele-virologi all’amatriciana si sono sbracciati per far digerire all’opinione pubblica questa ipotesi priva di alcuna evidenza scientifica, straparlando di pangolini, cambiamenti climatici e altre amenità, e bollando come “complottista” l’ipotesi del guadagno di funzione). Secondo un nuovo approfondimento pubblicato dal giornalista scientifico Nicholas Wade, quel celebre articolo di The Lancet è “macchiato” da un conflitto di interessi di fondo: come scrive Wade, infatti, si “successivamente è scoperto che la lettera di Lancet era stata redatta da Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance di New York. L’organizzazione del dottor Daszak ha finanziato la ricerca sul coronavirus presso l’Istituto di virologia di Wuhan. Se il virus Sars CoV-2 fosse effettivamente sfuggito alla ricerca da lui finanziata, il dottor Daszak sarebbe potenzialmente colpevole”. Visti i silenzi della Cina e l’inefficienza dell’Oms, perché scartare in questa maniera frettoloso e superficiale, l’ipotesi del laboratorio? Fra gli elementi più interessanti nella ricostruzione di Wade si cita anche il ruolo, da chiarire, del virologo-superstar Anthony Fauci, massimo esperto di malattie infettive degli Stati Uniti. Ovviamente, precisa lo Spectator nel suo attacco a Fauci, non c’è alcuna prova del fatto che l’ente guidato dal famoso virologo abbia – intenzionalmente – voluto scatenare una pandemia in tutto il mondo, anche se non va tralasciata l’ipotesi che il virus sia “nato”, anche in maniera del tutto accidentale, in laboratorio, come molti media hanno fatto, bollando frettolosamente questa teoria come “complottista”. No, è solamente un’ipotesi – tutta da verificare – rispetto a un’origine del virus che ancora conosciamo troppo poco. Ciò non toglie che Fauci – come altri attori – debbano chiarire in qualche modo il loro ruolo. https://it.insideover.com/.../fauci-e-il-laboratorio-di... Come è nostro solito abbiamo messo in fila un po’ di puntini. Ora, mi domando e domando a voi: visto che c'è una lunga lista di soggetti che hanno tratto enormi benefici dalla pandemia, visto che molti di questi soggetti hanno avuto a che fare con esperimenti sul guadagno di funzione dei virus e sulla zoonosi pipistrelli-umani, visto che alcuni di loro si sono esercitati a lungo su come gestire una pandemia (soprattutto dal punto di vista mediatico e finanziario), visto che alcuni di questi nomi sono collegati al laboratorio dal quale si ipotizza sia fuoriuscito il virus, visto che questi stessi soggetti hanno avuto un ruolo preponderante nell'orientare le scelte dei governi in materia di risposta alla pandemia, controllano direttamente e indirettamente le istituzioni sovranazionali che hanno dettato le linee guida per la gestione dell’emergenza e visto che sono sempre queste entità ad avere il controllo sui media e sulle piattaforme che gestiscono la narrazione ufficiale, è così assurdo ipotizzare che abbiano potuto rilasciare volontariamente il virus per determinare la crisi che poi hanno così prontamente sfruttato a loro vantaggio ? Una volta sdoganata l'ipotesi dell'artificialità del virus e la sua possibile fuoriuscita da un laboratorio, non sarebbe forse il caso di provare ad immaginare che chi poteva trarre enormi vantaggi dalla pandemia e che per giunta si esercitava da tempo con simulazioni e previsioni di scenario, magari aveva tutto l'interesse a provocarla e che forse lo ha fatto veramente? Secondo voi, ai soggetti sopraindicati, mancavano forse i mezzi, le conoscenze e l'opportunità per provocare l’evento che ha poi innescato la catena di conseguenze che ha permesso loro di trarre enormi vantaggi e in previsione della quale si erano preparati con largo anticipo ? Cosa potrebbe accadere se sulla diga che separa i fatti dall’opinione pubblica si aprisse una falla di questo tipo ? Giorgio Bianchi Letto su: https://www.facebook.com/giorgio.bianchi.100