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lunedì 20 gennaio 2014

ALLARME DEGLI AMBIENTALISTI – Il Friuli Venezia Giulia spalanca le porte agli OGM

Ogm-Friuli venezia Giulia


LA DIREZIONE GENERALE PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE e le risorse agricole del Friuli Venezia Giulia ha avviato le consultazioni sul tema degli Ogm e Legambiente lancia l’allarme sui «possibili e irreversibili danni che la Regione, con la sua inerzia prima e con la sua proposta di regolamento ora, potrebbe arrecare al settore agricolo ma anche all’economia e alla sicurezza alimentare nazionale».Il Cigno Verde non fa sconti alla giunta di centro-sinistra di Debora Serracchiani: «Il Friuli Venezia Giulia spalanca le porte agli Ogm. Dopo le semine illegali e l’altrettanto illegale raccolto delle piante geneticamente modificate nel mese di ottobre, la Regione propone ora una bozza di documento sulla regolamentazione della coesistenza tra agricoltura tradizionale e geneticamente modificata che, di fatto, apre le porte alla contaminazione e quindi alla diffusione incontrollata degli Ogm in agricoltura, mettendo a rischio tutto il comparto agricolo italiano, finora votato alla qualità, alla tipicità e al biologico».Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha sottolineato che «la giunta Serracchiani ha una enorme responsabilità, perché non solo ha permesso che fosse coltivato il mais transgenico non autorizzato ma non è intervenuta nemmeno successivamente applicando le norme nazionali che regolano l’immissione di Ogm. Nulla ha fatto nemmeno per gestire la raccolta di tale mais continuando a trascurare un tema delicatissimo per la sicurezza e l’economia del nostro Paese».


Elia Mioni


LA PRESIDENTE DI LEGAMBIENTE Friuli Venezia, Giulia Elia Mioni, aggiunge: «A completare questo quadro, la giunta regionale ha presentato ora una proposta di regolamentazione del settore assolutamente debole, che non garantisce affatto la non contaminazione delle produzioni di qualità e delle coltivazioni biologiche, né la sicurezza alimentare dei consumatori».Gli ambientalisti hanno presentato numerosi emendamenti alla proposta di regolamento della Regione per garantire la non contaminazione delle colture e Legambiente chiede «Una moratoria regionale immediata che impedisca l’immissione di Ogm in agricoltura; l’applicazione da parte della Regione della normativa nazionale che dall’agosto 2013 vieta per 18 mesi la coltivazione di mais Ogm in Italia, invitando anche il governo nazionale a rendere operativa, con un adeguato sistema di sanzioni, tale norma che dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini e degli agricoltori contrari al biotech».Sul regolamento “per la coesistenza tra colture Ogm e colture convenzionali e biologiche” della Regione è uscito un comunicato congiunto di Aiab, Aprobio, Isde, Wwf e Legambiente che precisa che «al di là di ogni giudizio riguardo all’opportunità che la Regione intervenga per regolare eventuali possibilità di convivenza fra diverse agricolture, e al di là del merito sulle norme proposte, questo regolamento comunque non avrà vigenza prima delle prossime semine di mais».


OGM


LE ASSOCIAZIONI RICHIAMANO «i responsabili politici dell’Amministrazione regionale, ed in primo luogo la Presidente Serracchiani, su questo aspetto perché ritengono inaccettabile che si ripetano, come già si minaccia da più parti, anche nel 2014 le semine selvagge , che “se ne fregano” di pareri scientifici, di norme di legge, di diffidenza e contrarietà largamente diffuse dell’opinione pubblica, sulla base di una malintesa “libertà d’impresa” e di un apparente immediato vantaggio economico che si esprimerà tra breve con danni agli altri produttori , ai consumatori e alla salute di tutti.Per questo le associazioni ambientaliste e di produttori biologici che in questi mesi hanno proposto dibattiti, petizioni, approfondimenti tecnici e legislativi su questa vicenda, ritengono decisivo e qualificante di un vero confronto democratico e di un reale rispetto delle regole di civile convivenza, non rispettato al momento da associazioni fanatizzate che già hanno realizzato semine fuori dalla norma, che lo Stato e la Regione garantiscano che nel 2014 ci sarà una moratoria delle semine e delle coltivazioni di mais Ogm in Italia ed in Friuli. Gli strumenti possibili per questo esito sono più di uno. Vengano messi in campo tutti, perché tutti sanno che dietro a queste vicende che si svolgono in Friuli, è ben presente l’attenzione interessata di quei gruppi agrochimicoindustriali che, oltre a produrre gli OGM, fanno il bello ed il brutto tempo nell’agricoltura mondiale e sono fra le cause dei disequilibri biologici , agricoli, alimentari, sociali e di depauperamento dei fattori produttivi».


Tratto da: http://www.ilfattaccio.org/2014/01/12/allarme-degli-ambientalisti-il-friuli-venezia-giulia-spalanca-le-porte-agli-ogm/

sabato 18 gennaio 2014

CALABRIA E SICILIA: TERREMOTI UNITED STATES OF AMERICA

 http://cnt.rm.ingv.it/data_id/7231665770/event.html


 http://cnt.rm.ingv.it/data_id/7231662710/event.html

  di  Gianni Lannes
 

Nel 2002 il governo italiano stabilisce con il governo U.S.A. (su esplicita richiesta di Nasa e Pentagono) un accordo sul clima che prevede una sperimentazione top secret: gli effetti collaterali  sono a danno dell'ignara popolazione italiana.






Esattamente a partire dal 2003 - secondo i dati ufficiali dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - si registra in Italia un notevole incremento dell'attività sismica, dovuta all'uso di riscaldatori ionosferici (brevetto Eastlund) utilizzati dalle forze armate di Washington, sotto l'egida della NATO. infatti i terremoti innescati presentano al 99% per cento un ipocentro (profondità) estremamente superficiale. Inoltre, si rilevano come nel caso della strage aquilana che ha mietuto 309 vittime il 6 aprile 2009, addirittura aberrazioni elettromagnetiche nelle aree colpite dal bersagliamento bellico (analizzate e studiate in un ambito di ricerca civile internazionale).



Il sistema H.A.A.R.P.  spara onde Elf nel cielo rifratte poi dalla ionosfera ed iniettate nella crosta terrestre, in modo da innescare  sismi superficiali, avvalendosi anche dell'aerosolterapia (chemtrails) per rendere l'aria maggiormente elettroconduttiva. ecco i riferimenti:



ATTIVITA' SISMICA DALL'ANNO 0 AL 31 DICEMBRE 2002 (fonte INGV):











ATTIVITA' SISMICA DALL'1 gennaio 2003 AL 31 DICEMBRE 2008 (fonte INGV):













ATTIVITA' SISMICA DAL 17 NOVEMBRE 2013 AL 17 gennaio 2014 (fonte INGV):














APPROFONDIMENTI:















































venerdì 17 gennaio 2014

"Guarire dal diabete è quasi impossibile"

Marcello Pamio - 17 gennaio 2014


“Guarire dal diabete è quasi impossibile”. Così inizia un articolo pubblicato nel sito dell’associazione Diabete Italia.
Ad una lettura superficiale, un profano non troverà nulla di strano, ma se invece si osserva attentamente è molto interessante notare come si sia evoluto il genio della lingua italiana negli apparati ufficiali. Perché dico questo? Per il semplice fatto che fino a poco tempo fa la definizione ufficiale di diabete per la medicina era (uso appositamente il passato): “malattia cronico-degenerativa incurabile”.
Notare come si è passati da “incurabile” a “quasi impossibile”.
Il quasi lascia aperto uno spiraglio…
Quindi veniamo a sapere che la medicina ha smesso di sancire dogmaticamente che il diabete è inguaribile. Un banale errore di battitura, o segnale di un profondo ma inarrestabile cambiamento?
Diabete Italia non è un’associazione qualsiasi, ma un gruppo fondato nientepopodimenochè dalle Società Scientifiche di Diabetologia, e cioè dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID). Le due realtà medico-scientifiche in Italia più interessate a tale problema sanitario.
L’articolo è in pratica il commento a uno degli eventi più importanti del 2013 e cioè il Congresso internazionale organizzato ad Abano Terme (PD) dall’associazione Oltre il diabete, dal titolo “Come siamo guariti dal diabete”.
Tale articolo però nasconde altre cose molto interessanti…
“La maggior parte delle testimonianze ha confermato quello che i diabetologi e le Associazioni che fanno riferimento a Diabete Italia dicono da sempre: perdere peso in maniera significativa, alimentarsi in modo sano e fare esercizio fisico consentono nel diabete di tipo 2 nella maggior parte dei casi di migliorare in modo anche sorprendente l'equilibrio glicemico”
In pratica stanno dicendo che oltre 1000 persone, giunte da tutta Italia, hanno perso il loro tempo (non il denaro visto che l’incontro era assolutamente gratuito) nel venire ad ascoltare dei relatori quasi tutti medici, uno dei quali americano guarito dal diabete di Tipo-1, perché le cose dette a tale Congresso, i diabetologi le dicono da sempre.
Hanno buttato via il loro tempo venire ad ascoltare numerosissime testimonianze di persone guarite dal diabete, anche dopo 16-20 anni di utilizzo quotidiano di insulina, perché queste sono semplicemente la “conferma delle cose che i diabetologi sanno e dicono da sempre”.
Questo è un po’ strano perché ai congressi ufficiali, cioè quelli organizzati e sponsorizzati dalle industrie del farmaco (le ditte che vendono insulina, aghi per bucarsi le dita, misuratori di glicemia, strisce urinarie, ecc.), non si vedono mai le testimonianze di ex pazienti che hanno buttato via farmaci e insuline e stanno benissino. Come mai?
Persone che grazie allo “stile di vita sano” insegnato loro dai diabetologi, o proprio per colpa di questo “stile di vita sano” convivevano con le iniezioni insuliniche e con tutte le conseguenze che solo un malato di diabete può comprendere.
Quando questi medici parlano di “alimentarsi in modo sano” a cosa esattamente si riferiscono?
Al consiglio di utilizzare i sempre-più-bianchi e benedetti cereali raffinati, chiaramente migliori di quelli integrali pieni di quella fibra, brutta, scura e irritante per la mucosa intestinale?
Al divieto tombale pena-la-morte, di tutta la frutta fresca di stagione in quanto pericolosamente ricca di zuccheri, acqua biologica, vitamine, minerali, ormoni, acidi grassi e fibra?
All’obbligo quotidiano di ingurgitare proteine, con l’attenzione però che tali proteine derivino assolutamente dal regno animale? Perché più animali si mangiano e meglio è per il diabete.
Sono questi gli importanti consigli degli esperti? Dar da mangiare a persone (Tipo-2) con uno squilibrio del metabolismo dei grassi e degli zuccheri, sostanze che acidificano, intossicano, avvelenano il sangue, la linfa e tutti i liquidi corporei? Sostanze che non contengono i mattoni fondamentali della vita: minerali, vitamine, acidi grassi.
I dati epidemiologici del diabete confermano che i consigli salutari forniti dalle Associazioni e dai diabetologi funzionano: passeremo infatti dai 366 milioni di malati nel mondo odierni ad oltre 552 milioni entro il 2030! Un raddoppio delle diagnosi nel giro di pochi anni. Non male come risultati.
Al Congresso di Abano, l’Associazione Diabete Italia ha mandato un ambasciatore, in questo caso un’ambasciatrice, una certa Valentina Visconti, per ascoltare e poi riferire a chi di dovere.
Ecco cosa Valentina ha riportato per quanto riguarda: “Kirt Tyson testimonial chiave dell'incontro ha raccontato di aver potuto interrompere la cura con insulina e metformina attraverso l'alimentazione vegano/crudista e l'esercizio fisico. Tyson sostiene che la convinzione e la motivazione (che erano facili da suscitare nel combattere il diabete di tipo 2, di cui era convinto di essere affetto) sono determinanti per la guarigione, tanto quanto la dieta vegana”.
Tutto perfetto, anzi va detto che la sua relazione è stata oggettiva, ad eccezione di una piccola dimenticanza: specificare che il dottor Tyson era affetto da diabete insulino-dipendente di Tipo-1. Scrivendo che Tyson "era convinto di essere affetto" dal diabete di tipo 2, tutte le persone che non hanno visto il documentario "Crudo & Semplice" potrebbero pensare che non fosse stato neppure malato. Invece Tyson è guarito dal diabete di Tipo-1 nel 2006, quindi son passati quasi 8 anni!
Poi l’articolo continua spiegando cos’è la guarigione, differenziandola dalla remissione e addirittura dalla remissione prolungata. Hanno in pratica stabilito, non per decreto, ma per dogma scientifico (uno dei tantissimi dogmi della nuova religione di Stato) un vero e proprio protocollo che sancisce quella che è la vera e unica guarigione.
Tu povero incosciente che migliorando il tuo stile di vita, hai buttato via l’insulina da diversi anni, tu che oggi stai benissimo e che non hai mai avuto una simile energia, tu che non ti ammali più come prima, che hai ritrovato la gioia di vivere, attento, perché NON sei guarito, sei in remissione. Parola della medicina. Amen.
Cos’è la remissione?“Per remissione si intende la riduzione o scomparsa dei segni e dei sintomi di una malattia, in cui però è implicita la possibilità di una ricaduta. Se per una malattia acuta è possibile definire lo stato di guarigione, per una malattia cronica come il diabete, appare più corretto parlare di remissione piuttosto che di cura o guarigione”Siccome l’ipotesi di partenza è che la malattia cronica è inguaribile, e siccome il diabete è una malattia cronica, allora guarire è chiaramente “quasi” impossibile. Logica deduzione.
Ma non finisce qua, perché “
la remissione può essere parziale o completa”.La remissione è parziale quando la glicemia è mantenuta a valori sotto la soglia di diabete (HbA1c <6,5%, glicemia a digiuno 100-125 mg/dl) per almeno un anno, in assenza di terapia medica. Si definisce remissione completa quando i valori glicemici tornano alla normalità (HbA1c normali o < 5,7%, Glicemia a digiuno < 100mg/dl) e si mantengono per almeno un anno in assenza di terapie.
La remissione prolungata è una remissione completa che si mantiene per più di 5 anni e può essere considerata una vera e propria guarigione.
L’Associazione Oltre il diabete è entrata nel secondo anno di vita, ma nonostante questo, vi sono soci che hanno intrapreso un importante e drastico cambiamento dello stile di vita, da ben prima la sua costituzione. Uno di questi, per esempio Angelo il presidente dell'associazione, non usa più l’insulina dal 2009 e quindi sta entrando nel quinto anno!
Quando ci saranno le prime persone in “remissione prolungata” o in “remissione completa”, cioè dopo i cinque anni canonici decisi da qualcuno a tavolino, potremo finalmente dire e affermare che sono guariti o spunteranno fuori degli altri protocolli che stabiliranno una nuova definizione di guarigione, magari dopo 20 anni di remissione prolungata?
Possono dei banali esami laboratoristici, di qualunque tipo, stabilire un criterio oggettivo e soprattutto serio e sensato che stabilisca l’avvenuta guarigione o meno di un essere umano?
Per guarigione s’intende “
il ripristino di un totale stato di salute”.Quale stato di salute? Magari quello precedente la malattia? Si può chiamate salute, lo stato che ha preceduto la manifestazione del diabete? Assolutamente no, altrimenti il diabete non sarebbe comparso.
Ecco una delle innumerevoli assurdità di una medicina odierna, una medicina disumanizzante che ha smembrato l’essere umano in organi e apparati, dimenticandosi che l’uomo è una trinità, un essere evoluto e costituito da un corpo fisico, un’anima (con tanto di emozioni) e uno spirito (essenza divina).
La salute da quest’ottica è uno stato di equilibrio e armonia che investe tutti questi aspetti e non solo il corpo fisico; non solo l’emoglobina glicata o i livelli di zucchero nel sangue a digiuno!
Lo dovrebbero sapere molto bene i diabetologi attenti e osservatori, che la glicemia in un bambino ma anche in un adulto, varia a seconda dello stato emozionale. E se per caso non se ne fosse accorto, forse sarebbe il caso di riflettere se il Giuramento di Ippocrate che ha fatto lo sta rispettando oppure no.
In conclusione, se i diabetologi fossero veramente liberi di fare il loro lavoro in maniera sana e corretta, probabilmente l’incidenza del diabete avrebbe un altro andamento e le guarigioni sarebbero all’ordine del giorno.
Ma sappiamo bene che la libertà non appartiene al mondo della medicina.
Andando a spulciare infatti il sito ufficiale dell’Associazione Medici Diabetologi (uno dei due fondatori dell’associazione Diabete Italia) www.aemmedi.it si possono trovare alcune informazioni interessanti sulla oggettiva libertà di questa associazione.
I partner sostenitori, cioè le società che sostengono non solo moralmente, ma ovviamente anche economicamente l’associazione sono: Abbott, AstraZeneca, Bayer Healthcare, Boehringer, Bristol-Myers Squibb, DOC generici per scelta, Giusto Giuliani, Johnson & Johnson, Lilly, Mediolanum Farma, Medtronic, Menarini Diagnostics, Novartis, Novo Nordisk, Roche, Sanofi, Sigma-Tau, Merck, Takeda
Gli sponsor che sostengono l’Associazione Medici Diabetologi sono le uniche aziende che a livello globale hanno enormi interessi economici nel diabete.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è la seguente: le aziende che ricavano profitti plurimiliardari sulla pelle di centinaia di milioni di persone malate, veramente vogliono risolvere la piaga del diabete?
Possiamo realmente fidarci di un gruppo sostenuto dalle ditte che non vogliono che si sappia che il diabete, forse, è un male curabile? O è guaribile? O è remissibile?
Boh, decidete voi.

martedì 7 gennaio 2014

Hollywood e i trafficanti di sogni

Marcello Pamio, tratto dal libro di Gianantonio Valli: "Trafficanti di sogni: Hollywood, creatura ebraica", ed. Effepi
 
“Hollywood è un posto dove per un bacio di pagano mille dollari e per l’anima cinquanta centesimi” Marilyn Monroe
“Al termine del XX secolo Hollywood resta un’industria con una spiccata sfumatura etnica. Praticamente tutti i capi dei maggiori studi sono ebrei. Gli sceneggiatori, i produttori e i misura minore i registi sono ebrei in una quantità sproporzionata; un recente studio li ha indicati presenti in oltre il 59% delle pellicole di maggior successo”.                                                                 J.J. Goldberg, Jewish Power, 1996
La cinematografia è sempre stata, assieme alla cugina più giovane televisione, i veicoli principali di controllo delle masse. Proprio per questo motivo, ogni Regime che si rispetti, ha sempre ingabbiato e gestito i mezzi di comunicazione di massa.
I mass media, cartacei, radiofonici, cibernetici e visivi non solo giocano un ruolo fondamentale nella modifica e manipolazione della percezione della realtà, ma possono innescare e accelerare determinati processi cognitivi e fisiologici che conducono l’uomo direttamente nelle prigioni coercitive del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale: il cosiddetto mondialismo.
Chi controlla questi sistemi, ha il potere di vita e di morte su centinaia di milioni, per non dire miliardi di individui.
La funzione della televisione viene ben descritta nel monologo di Howard Beale, interpretato da Peter Finch, nel film di Sidney Lumet: “Network” (da noi “Quinto Potere”) del 1976.
“Meno del 3% di voialtri legge libri, meno del 15% di voi legge giornali o riviste.
Perché l'unica verità che conoscete è quella che ricevete alla tv. Attualmente, c'è da noi un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla tv.
La tv è la loro Bibbia, la suprema rivelazione!
La tv può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La tv è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio. E poveri noi se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati…
Perché questa società è ora nella mani della CCA, la Communication Corporation of America, e quando una tra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui!
Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere.
Da noi non potrete mai ottenere la verità. Vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna. Vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire!
Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero!
Ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede. Conoscete soltanto noi. Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui. Cominciate a credere che la tv è la realtà, e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la tv vi dice: vi vestite come in tv, mangiate come in tv, tirate su bambini come in tv, persino pensate come in tv! Questa è pazzia di massa! Siete tutti matti!
In nome di Dio, siete voialtri la realtà. Noi, siamo le illusioni.
Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora. Spegneteli immediatamente! Spegneteli e lasciateli spenti!
Howard Beale, da buon commentatore televisivo, parla dei rischi insiti della tv, ma il suo discorso si può allargare ed estendere al cinema e ad ogni altro mezzo di comunicazione.
Ha proprio ragione: la tv e il cinema non sono la realtà, sono strumenti nelle mani dei controllori che sfornano falsità, illusioni e sogni.
Sfruttano le conoscenza profonde dell’animo umano, della psiche, dell’inconscio e della psicologia sociale delle masse, per veicolare quello che vogliono che noi sentiamo e vediamo.
Moltissime persone, soffocate e strozzate da un sistema parassitario disumanizzante che sta lentamente stringendo il cappio intorno al collo di milioni di persone, vogliono sognare, allontanarsi dai propri problemi quotidiani (economici, sociali, religiosi, lavorativi, salutari, ecc.) e il Sistema ci accontenta: crea film di avventura, saghe fantascientifiche, romantici strappalacrime, eroi che salvano il mondo, fiction, serie televisive infinite che hanno proprio questo intento: staccarci dalla realtà e tenerci il più a lungo possibile lontano. Il punto è che non lo fanno per il nostro bene…
Ci mettono le ali ai piedi, ci fanno volare e sognare a occhi aperti, e nel frattempo, oltre a spillarci i soldi (creando bisogni, culture e mode), i nostri veri problemi di tutti i giorni, non si sono mossi di un millimetro, anzi si sono nel frattempo accumulati…
Modificano e manipolano la realtà, la impastano per i propri tornaconti, dandoci infine un polpettone di mezze verità misto a bugie.
Disintegrazione mirata delle cultureLa disintegrazione delle culture nazionali, delle identità è un passaggio obbligatorio.
Per usare le parole del sociologo Randolph Bourne, la disintegrazione culturale crea “orde di uomini e di donne senza patria spirituale, dei fuorilegge culturali senza gusto, senza norme e senza direttive se non quelle della massa” (1)
Il liberismo viene esaltato in tutti gli ambiti (economica, finanza, politica, religione…) come massima espressione di democrazia e libertà, ma l’uomo delle società liberali, perde il suo status di cittadino, perde la sua individualità (intesa come espressione spirituale), scivolando verso la condizione di massa, e in questa si perde l’unicità: siamo tutti uno.
Vogliono farci credere che “siamo tutti uguali”, anche se, alcuni sono più uguali di altri. (2)
Gli Stati Uniti d’America sono un paese giovanissimo se confrontato con il Vecchio Continente europeo; un paese formato da un miscuglio di gruppi etnici e individui tra i più diversi al mondo.
In America non esiste alcun principio di nazionalità, e il poeta tedesco Nikolau Lenau è molto esplicito in questo, descrivendo l’americano come una persona che “non conosce altro che i denaro; egli non ha altra idea. Di conseguenza lo Stato non è un’istituzione spirituale ed etica, ma soltanto una convenzione materiale”. (3)
Purtroppo anche qui da noi in Europa sta avvenendo una simile strategia: le potentissime massonerie stanno unificando i paesi europei, cancellando le differenze sociali, religiose, culturali, storiche, economiche e monetarie. Il tutto sotto l’ombrello e la bandiera dell’euro.
Non l’unificazione per unire, ma l’unione per disintegrare! L’omogeneizzazione dei popoli europei
L’antropologa Ida Magli è precisa sullo scopo finale della globalizzazione: “il Governo unico mondiale. La riduzione all’uguaglianza di comportamento per tutti i popoli: una sola lingua, una sola religione, una sola moneta, una sola identità, una sola cultura, un solo Stato. La “guida” sottostante a quella dei governanti sembrerebbe massonica, in quanto questi sono fin dall’inizio gli ideali massonici”. (4)
Con il Trattato di Schengen hanno eliminato i confini, e ogni Stato ha sempre avuto confini.
Uno Stato non è tale se non possiede un determinato territorio. (5)
L’Italia - continua la dottoressa Magli - non è più uno Stato. Cosa che del resto, è lo scopo primario dell’unificazione europea: l’eliminazione degli Stati”.
American dreamDal XX secolo gli americani si sentono il centro del mondo, la potenza suprema e il modello da esportare, magari con bombe al fosforo a frammentazione e uranio impoverito.
La loro convinzione non dipende solo dal fatto che possiedono l’esercito più potente al mondo, ma nella visione e convinzione che la loro società è la realizzazione di tutti i sogni degli altri popoli: giustizia, libertà, democrazia, ricchezza, ecc.
La realtà è esattamente il contrario, ma il popolo americano, lobotomizzato e decerebrato da decenni di propaganda radiotelevisiva crede ciecamente in tale modello.
La mission ultima dell’Impero statunitense è il soddisfacimento dei bisogni materiali, tanto sognati ed osannati dalle grandi masse.
Le pellicole di celluloide e la televisione, come detto prima, rappresentano il narcotico sociale perfetto: anestetizzano le menti, fanno evadere dai problemi di tutti i giorni, fanno sognare lo spettatore grazie a illusioni irrealizzabili, trasformando la finzione in realtà e la realtà in finzione.
Una realtà de facto inventata, creata ad arte e impiantata nei cervelli grazie all’immenso potere della suggestionabilità delle immagini e dei suoni.
Quello che vediamo al cinema, per il cervello, è più reale della realtà stessa, e siccome quello che si vede è più bello e meno doloroso, viene accettato con più facilità. Lo schermo diviene una specie di bypass cerebrale che va direttamente a colpire l’inconscio dello spettatore (6)
Jack Warner, uno dei padri della potentissima Warner già agli inizi degli anni Trenta aveva ben chiaro la potenza della macchina propagandistica del cinema: “i film possono e devono giocare una parte importantissima nella crescita culturale ed educativa dell’umanità. Noi dobbiamo sforzarci di fare pellicole che procurino alla gente qualcosa di più di una semplice, oziosa, ora o due di divertimento”.
Tutti i grandi tycoon dei mezzi mediatici avevano compreso fin da sùbito, che i film non rappresentavano solo uno strumento di puro intrattenimento, ma potevano plasmare la società, dare forma alle menti di milioni di persone.
L’invasione mondiale del cinema a stelle e strisce Nel 1913 negli USA ci sono 20.000 sale di proiezione che vendono 5 miliardi di biglietti ogni anno, portando nelle casse delle industrie 300 milioni di dollari.
Gli Stati Uniti, con circa 120 milioni di abitanti, registrano ogni settimana 110 milioni di spettatori.
Nel 1955 i film americani giungono ad occupare il 75% del tempo-proiezione in Belgio, Danimarca, il 70% in Grecia, Finlandia, il 63% dell’Europa occidentale.
Nel 1993 tali percentuali sono ancora più incredibili: l’americanizzazione del mondo, va avanti, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale a ritmo esponenziale.
Ed è soprattutto qui in Europa che l’invasione hollywoodiana si fa sentire alla grande: quasi il 60% dei programmi televisivi e circa l’80% dei film sono infatti di produzione statunitense.
Il finto antirazzismo Il soggetto principale di migliaia di chilometri di pellicole hollywoodiane è non a caso l’antirazzismo.
Se questa potrebbe a prima vista apparire una funzione utile, l’antirazzismo americano non mira a proteggere le differenze razziali, mira invece all’annullamento delle stesse razze, del diverso, come espressione non solo fisica (negro, indiano, ebreo, giallo, ecc.), ma anche come sistema di valori.
In pratica è la negazione radicale del diverso.
Esattamente la copia di quello che hanno messo in pratica qui in Europa, con la nascita dell’euro: cancellando la diversità, l’economie, la storie e le monete nazionali, siamo tutti uguali, perché è proprio nell’uguaglianza che avviene l’assimilazione.
Il modello razziale, cioè il modello di valori da imporre a tutti gli altri nel mondo, vuoi con la forza e la conquista (guerre), vuoi con la manipolazione mentale (cinema e televisione) è quello WASP: White Anglo Saxon Protestants.
Loro conservano la propria identità, perché loro assorbono, o meglio, omologano le altre razze.
Le major hollywoodianeLe principali e miliardarie industrie filmiche, vengono chiamate anche major e sono rappresentate da cinque colossi Five Biggest o Big Five: Paramount (Zukor), Warner Bros (Warner), Loew-MGM (Mayer), Twentieth Century-Fox (William Fox) e RKO; e da tre un po’ più piccoli, ma sempre potenti, Three Smaller o Little Three: Universal (Laemmle), Columbia (F.lli Cohen) e United Artists.
Paramount Cronologicamente, la prima delle major, per così dire, di “prima classe”, è la Paramount, casa fondata e diretta per vent’anni dall’ebreo Adolph Zukor, nato nel 1873 a Ricse in Ungheria, figlio di un pellicciaio benestante.
Ecco in sintesi il pensiero di Zuckor: “ve lo dico come ungherese, come ebreo, come artista e come filosofo. Gli uomini vogliono anche sognare. Hanno bisogno dei loro sogni. Ebbene, noi fabbricheremo dei sogni, sogni in serie, sogni divertenti, che costano poco. Voi mi prestate 5000 dollari e in pochi anni ne avrete 500.000. Osservate la gente, vuole delle illusioni”.
La gente vuole illusioni, paga per avere le illusioni e loro li creano.
Il potere commerciale della Paramount è sempre stato basato sul sistema del blocco (block bookin, noleggio in blocco), cioè un sistema che costringe i gestori delle sale ad affittare non il solo film desiderato, ma una lista completa di pellicole.
Nel 1929 la casa, acquista dalla seconda grande compagnia radiofonica CBS, il 49% delle azioni in cambio di azioni Paramount del valore di 5 milioni di dollari.
Nel 1935, dopo la bancarotta, Leonard Goldenson riorganizza la major come Paramount Pictures Inc., la cui presidenza viene assunta dal banchiere John Otterson e il capo studio è Emanuel Cohen.
Nell’ottobre del 1966 la Paramount viene assorbita da un conglomerato industriale-finaziario: la Gulf & Western Industries, e un accordo con la MCA, proprietaria della Universal Films, porta alla fondazione della CIC, Cinema International Corporation, per la distribuzione di film sul mercato internazionale, che diviene in breve la prima casa del settore, arrivando a gestire fino ad un terzo del mercato complessivo.
Nel settembre 1994 la Paramount Communcations viene comperata per 10 miliardi di dollari dal gruppo televisivo di Boston, Viacom, proprietaria dei canali MTV. L’obiettivo è formare, dopo Time-Warner, News Corporation e Walt Disney, il quarto colosso dell’entertainment americano.
Il trust Viacom-Paramount International è un conglomerato che controlla 12 stazioni televisive, 14 radio, 3593 negozi d videocassette (Blockbuster) e 1927 sale cinematografiche.
Nel settembre 1999 Viacom acquista la CBS (14 tv e 160 radio) per 34,5 miliardi di dollari  arrivando a controllare e gestire 200 siti internet, MTV, 138 reti via cavo, 200 canali tv tradizionali e 144 emittenti radio.
UniversalCarl Laemmle emigrato negli States dalla Germania, ha fatto di tutto: impiegato in un negozio all’ingrosso e poi in un magazzino, contabile di un gioielliere e poi di un mercante di bestiame, venditore di quotidiani domenicali per arrotondare le entrate. A Chicago nel 1906 apre il suo primo teatro, dopo tre anni, è il più potente distributore di pellicole filmine degli Stati Uniti. La sua nuova società inizia una dura lotta giudiziaria contro il Trust di Edison che si concluderà nel 1915 con la sconfitta e lo smembramento dell’oligopolio fondato dall’inventore della lampadina.
A marzo del 1910 è proprio il tedesco ad imprimere una svolta storica nella cinematografia mondiale, inaugurando l’era dello star system. Fino ad allora infatti gli attori e le attrici erano poco noti al grande pubblico. Nasce così anche il gossip.
Nel 1912 aiutato dal cognato Isadore Bernstein, Laemmle fonda la Universal Pipe Fitting o Universal Film Manufacturing Company che poi diventerà Universal Studios e la sede viene trasferita a Hollywood.
Nel 1990 il conglomerato nipponico Matsushita Electric Industrial rileva la MCA e l’Universal Pictures per 6,5 miliardi di dollari. Successivamente, per 5,7 miliardi di dollari il controllo passa alla Seagram del canadese Edgar Bronfoman e poi Bronfman Jr che già possiede il 19% del gruppo Time-Warner.
Infine nel giugno 2000, per fronteggiare i tre colossi CBS-Viacom (Paramount), NewsCorp-Bertelsmann (Twentieh) e AOL-TimeWarner (Warner Bros), la Seagram (Universal) si fonde con Vivendi, il maggior gruppo francese Vivendi-Universal.
20th Century-FoxWilhelm Fried, diventato successivamente William Fox, è nato nel 1879 a Tulchva in Ungheria. Dopo aver lavorato come foderatore di cappelli per la Solomon & Son, con l’aiuto del finanziare Sol Brill, acquista il suo primo locale e nel giro di poco tempo arriva a possedere 25 locali di proiezione cinematografica.
La ditta Fox inizia nel 1913 a produrre cortometraggi a New York e nel New Jersey. Girati una cinquantina di film, nel 1916 si trasferisce nell’Eldorado californiano, Hollywood.
La Fox Film Corporation diviene il primo conglomerato filmico e nel 1927 conta mille sale di proiezione. Nello stesso anno la Fox acquista la maggioranza azionaria della Loew’s Incorporated, la società finanziaria tramite la quale ottiene il controllo della MGM, costituendo la nuova Fox-Loew la più grande società dell’industria del cinema.
Nel 1935, dopo la grande Depressione, la Fox si fonde con la 20th Century Pictures Incorporated.
MGM: Metro Goldwyn MayerLouis (Lazar) Burt Mayer dopo aver commercializzato in rottami di ferro, nel 1912 si associa con Ben Stern e con Adolph Mayer per costituire la Louis B. Mayer Film Company con sede a Boston.
Mayer, proprietario di una catena di locali diffusa soprattutto nel New England, entra nel grande giro della distribuzione.
Nel frattempo Samuel Goldwyn, che ha lasciato la Paramount nel 1919 fonda con i fratelli Edgar e Arch Selwyn la Goldwyn Pictures.
Il terzo polo della futura MGM è Marcus Loew e la sua Loew’s Incorporaed, società di distribuzione che inizia acquistando la Metro Pictures
Nel 1924 Loew fonda con Goldwyn la Metro-Goldwyn Productions e si trasferisce a Hollywood. A maggio dello stesso anno nasce la famosissima MGM, Metro Goldwyn Mayer che diventerà il complesso cinematografico più grande del mondo: una stazione ferroviaria, un porto e anche una giungla. Ma quello che ha caratterizzato la MGM rispetto le altre major, era la presenza delle star (Greta Garbo, Clark Gable, Spencer Tracy, Joan Crawford, Judy Garland e moltissimi altri).
Tra il 1964 e il 1967 uno dei maggiori azionisti Philph Levin, vende le sue azioni che vengono comperate da Edgar Bronfman della Universal, dando il via alla dissoluzione della major.
Nel 1969 la MGM finisce nella mani del finanziere armeno Kirk Kerkorian e questo nel 1986 la cede a Ted Turner per 1,5 miliardi di dollari.
Ad acquistare la grande industria produttrice di sogni è nel 1991 l’italiano Giancarlo Parretti, accompagnato e aiutato dal finanziere Floro Fiorini, noto alle cronache per lo scandalo del Banco Ambrosiano e della loggia P2.
Per concludere le vicissitudini della major, nel 2004 spiazzando la Time-Warner, la Sony Corporation rileva la MGM per ben 5 miliardi di dollari, accaparrandosi così di fatto una libreria di 4100 pellicole, tra le quali ben 200 Premi Oscar.
Warner BrosLa Warner Bros, prende appunto il nome dai fratelli Warner: Sam (Samuel), Jack, Albert (Abraham) ed Harry.
Dopo aver iniziato la loro attività nel 1917 con una piccola sala di proiezione, divengono in breve direttori della catena teatrale First National e fondano la vera e propria compagnia.
Nel 1923 acquistando la Viagraph Company, proprietaria di un brevetto di registrazione sonora che accompagna i film muti, la Warner diviene, grazie alla rivoluzione sonora, una tra le più affermate major di Hollywood.
Nel 1989 la Warner si fonde con il gruppo editoriale Time generando un mostro gigantesco Time-Warner, il più potente conglomerato multimediale del mondo.
Columbia Possiamo dire che è la prima delle cosiddette piccole major, anche se per piccolo non si vuole sminuirne la portata.
La Columbia deriva dalla Cohn Brothers e poi CBS Film Sales Corporation, di proprietà di Harry Cohn e dal fratello Jack (derivato da Jacob).
Dopo varie vicissitudini, negli anni Settanta per sopravvivere alla crisi, deve vendere gli studios e fondersi con la Warner. Negli anni Ottanta passa alla Coca-Cola ma è solo nel 1989 che la Columbia Pictures si fonda con la Tri-Star Pictures per formare il
Motion Pictures Group.Nel 1991 la compagnia cambia nome in Sony Pictures Entertainment con Columbia e Tri-Star come società sussidiarie di produzione filmica.
RKO L’ultima delle grandi case è nata nel 1928 col nome di Radio-Keith-Orpheum Radio Pictures anche se le sue origini risalgono agli inizi del secolo. Sorge dalla Film Booking Offices of America Incorporated, dalla KAO Keith-Albee-Orpheum Corporation e dalla RCA Radio Corporation of America del potentissimo gruppo Rockefeller.
I finanziatoriI veri padroni di questi oligopoli multimediali sono sempre stati e lo sono ancora oggi, i grandi imperi finanziari:
- Rockefeller (agente statunitense dell’impero europeo dei Rothschild);
- Morgan (che dopo la morte del fondatore JP Morgan e il Glass-Steagall Act del 1933 che scinde le banche di deposito da quelle di affari, l’istituto si biforca in JP Morgan e Morgan Stanley & Co.);
- Kuhn, Loeb & Co.;
La seconda metà dell’Ottocento è proprio il periodo basilare nella nascita delle principali lobbies e industrie del pianeta. Nascono non solo le imprese cinematografiche, ma praticamente sorgono le più importanti industrie di ogni genere: farmaceutiche, acciaio, agro-alimentari, petrolifere-energetiche, ecc.
La nascita di questi colossi è stata permessa dalle banche d’affari dell’epoca che hanno finanziato.
Quali erano queste banche? Risponde Carrol Quigley, docente di storia a Princeton e Harvard: “i nomi di talune di queste banche ci sono famigliari, e dovrebbero esserlo anche di più. Sono i Baring, Lazard, Erlanger, Warburg, Schroder, Seligman, Speyer, Mirabaud, Mallet, Lazard, e soprattutto i Rothschild e i Morgan”. Di queste 12 banche, ben 9 erano di proprietà ebraica, e se teniamo conto che Morgan era un agente americano dei Rothschild, il numero sale a 10.
Secondo il The American Jewish Experience, le principali banche americane di origine ebraica alla fine del XIX secolo erano: J.S. Bache, Hellman, Sears & Roebuck, Goldman & Sachs, R.H. Macy, Abraham & Strauss, Albert Loeb, J.W. Seligman, S.W. Straus, Wertheim, Steinhardt, Lewisohn, Guggenheim, Kuhn & Loeb, Speyer, Belmont, Hallgarten, Lehman, Heidelbach & Ickelheimer.Le sei maggiori case hollywoodiane, l’oligopolio che controlla e gestisce ancora oggi la filmografia a livello planetario, non solo sono state fondate con i soldi delle banche ebraiche qui sopra elencate, ma tutte sono nate da imprenditori ebrei: Paramount (Zukor), Warner Bros (Warner), Loew-MGM (Mayer), Twentieth Century-Fox (William Fox), Universal (Laemmle), Columbia (F.lli Cohen).
“Al giorno d’oggi sei produttori decidono in merito al novanta per cento delle sceneggiature e montano il novanta per cento dei film”. Frank Capra, regista
 
Note
[1]Trafficanti di sogni. Hollywood, creatura ebraica”, Giantonio Valli, ed. Effepi
[2] Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, frase celebre tratta dal romando “La fattoria degli animali” del 1947 di George Orwell [3] Idem, pag. 264
[4] Intervista alla d.ssa Ida Magli dal “Civico20 News” di Torino. 2 marzo 2011, www.bdtorino.net
[5] Idem
[6] Idem, pag. 285



mercoledì 1 gennaio 2014

Alcuni la chiamano utopia: io la chiamo "Possibilità".


 So bene quanto siano tempi difficili per Tutti, in particolare per le persone oneste. 
Non a caso da anni, fin dal mio primo post su questo blog, vi invito a frequentare e donare stima e affetto, fiducia in loro stesse, a tutte quelle persone umili ed altruiste, a proteggerle infondendo nei loro Cuori rinnovata fiducia in quel mondo che con tanta pazienza cercano di guarire da miopia e stoltezza. 
Sapete bene quanto sia difficile ricambiare odio patito con amore, scherno con sorrisi. 
Ci si sente sciocchi. 
Lo so.
Ma non siete sciocchi. 
Siete veri esseri umani. 
Infatti "essere" umani non è solo una questione genetica. 
E' invece un modo di essere. 
Paradossalmente, se ipotetici alieni si comportassero rispettando valori di rispetto reciproco, aiutando il loro prossimo, sarebbero moralmente assai più "umani" degli umani stessi. 
Usare parole complicate non serve. 

Sono i concetti che contano. 
Le persone che cercano realmente di migliorare le cose, su internet, in tv, in radio o per strada, si riconoscono dal fatto che anziché insultare, provocare, deridere, attaccare, diffamare, calunniare, cercano invece di comprendere, di aiutare, di "guardare oltre la maschera". 
Più sarete ad essere saggi, consapevoli, sereni, e meno i "prepotenti", potranno impedirvi di conseguire ciò che a voi tutti spetta: una vita prospera e serena, eguaglianza e benessere. 















Alcuni la chiamano utopia. 
Voi chiamatela "possibilità". 
E' nelle vostre mani. In quelle di nessun altro. 
Presto o tardi, sarete tantissimi. 
In verità già lo siete. E' solo che non lo sapete. 
Tempo al tempo ne diverrete consapevoli. 
Uniti nella Pace, la vera Pace, che parte da noi stessi, si può veramente rivoluzionare tutto ciò che si pensava ormai perduto. 

In verità nulla è mai andato perduto. 
Fa solo parte del sentiero di quel meraviglioso dono, quella fantastica esperienza chiamata "Vita".
 

Che il 2014 possa portarvi moltiplicato per 7 tutti i sogni e i desideri più belli che avete nel Cuore e nel cassetto.

Buon Anno ad ognuno di Voi. 
Un Abbraccio (Forte) e a prestissimo. 

Adam.

Tratto da: http://777babylon777.blogspot.it/2014/01/alcuni-la-chiamano-utopia-io-la-chiamo.html