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giovedì 21 aprile 2022

QUANDO VI È PECCATO?

"Fede coloro i quali seguono il pensiero unico, che si piegano in ogni occasione per tornaconto personale, che non fanno nulla per contrastare una società ipocrita e materialistica, compiono peccato?" Questa domanda mi è stata rivolta stamane via mail. Ritenendo che sia di interesse comune quivi rispondo... Cari amici, il vero senso della parola "peccato" è molto oscuro. Alla lettera vuol dire "colui che è". Letteralmente dunque, colui che esiste è un peccatore nella misura della sua opposizione all'aspetto divino celato in lui. "Gli uomini si scostarono da Dio quando incominciarono a prestare attenzione a loro stessi", dice Attanasio di Alessandria... e Sant'Agostino identifica il peccato con l'amore di sé... Questi pensieri ci portano al problema centrale del peccato che in ultima analisi è il problema dell'essenziale dualità dell'uomo che non ha ancora conseguito la riconciliazione tra la sua natura spirituale e quella terrestre: "creare in se stesso, dei due un uomo solo nuovo, facendo la pace e riconciliare entrambi con Dio in un solo corpo, distruggendo in se stesso l'inimicizia." (Efesini 2, 15) L'essere umano che commette un errore e un peccato, prima d'essere conscio della sua natura duale, non può essere considerato quindi un peccatore: "Chi dunque saprebbe comportarsi bene e non lo fa, commette peccato." (Giacomo 4, 17) Quivi è il sunto... Peccare è agire contro la luce e la conoscenza, col deliberato proposito di fare ciò che sappiamo essere male e indesiderabile. "Ma Fede, loro sanno quello che fanno..." E tu come fai a saperlo... sei entrata in loro per caso? No? Allora chi sei per asserire ciò... Chi cavolo sei per ergerti a grande giudice? Non è che sarai mica come quei salami che per sfogare le proprie magagne interiori, con disprezzo pronunciano "Padre non perdonare loro perché sanno quello che fanno"? Non sarai mica in tale miserabile condizione, vero Gertrude? Ove non esiste REALE CONOSCENZA DI SÉ, non può esistere peccato; è per questa ragione che gli animali sono considerati come esenti dal peccato... e gli uomini che agiscono con simile ignoranza, dovrebbero essere considerati allo stesso modo. Farsi ingannare dal semplice fatto che comprendono a livello intellettuale, leggono libri, scrivono bene, sono educati, e hanno pure 14 lauree, non fa di loro degli individui consapevoli di sé stessi. Non hanno raggiunto la maggiore età spirituale, quindi non sono capaci di intendere e di volere... per quello Gesù mentre lo schernivano affermò "Padre perdona loro perché non sanno quel che fanno." (Lc 23, 33) Se quanto affermato ti reca un qualche fastidio o resistenza, chiediti intimamente "quanto riesco a stare in piedi senza aver qualcuno da attaccare?" Sai Gertrude che la stragrande maggioranza dei numeri 4 sono insoddisfatti del loro livello di coscienza, e sfogano tale insoddisfazione su tutti coloro che dovrebbero far di più ma non lo fanno? È un meccanismo... In conclusione: nel momento in cui l'essere umano diventa cosciente di essere due "persone" in una forma unica, di essere tanto Dio quanto uomo, tanto Verbo quanto carne, allora la sua responsabilità si accresce maggiormente e il peccato diventa possibile. Mi auguro di aver risposto all'interessante domanda... Federico Cimaroli - Pensiero Caffè