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martedì 26 novembre 2013

EUROPA: INQUINAMENTO ATMOSFERICO E SOTTOMISSIONE UMANA

 





di Gianni Lannes

George Orwell aveva visto oltre l’orizzonte della sua epoca. Il grande fratello è ormai una realtà incombente, anzi superata mentre la gran massa della gente comune è ignara del pericolo. L'obiettivo è disarmante: trasformare gli umani in automi telecomandati. La parola magica usata dai boiardi del baraccone europeo sotto controllo del potere economico e di Washington mediante il cane da guardia della Nato, nonché la presenza illegale, in palese violazione del Trattato internazionale di non proliferazione (TNP) di ben 480 ordigni nucleari tattici di proprietà U.S.A. (modello b 61 da 30 a 170 chilotoni, in fase attuale di potenziamento, posizionati in Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia) è "adattamento" forzato.












Ecco a proposito l’ultimo inquietante rapporto della Commissione europea - Air quality in Europe 2013 report - attesta: 

«Circa il 90 % delle persone che vive nelle città dell'Unione europea (UE) e’ esposto a livelli di inquinanti atmosferici ritenuti nocivi per la salute dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Questa la conclusione dell'ultimo rapporto sulla qualità dell'aria in Europa e pubblicato dall'Agenzia europea per l'ambiente (AEA)».

 
Scie chimiche (Italia, novembre 2013) - foto SDA
Recita ancora il documento ufficiale dell’Ue che glissa sulle cie chimiche che irrorano quotidianamente cieli del vecchio continente con sostanze tossiche (alluminio, bario) e nanotecnologie assorbite dagli organismi umani:

«Il trasporto su strada, l'industria, l'agricoltura e il settore residenziale contribuiscono all'inquinamento atmosferico in Europa. Nonostante la riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di alcuni inquinanti in atmosfera  osservata negli ultimi decenni, il rapporto dimostra che il problema dell'inquinamento atmosferico in Europa è lungi dall'essere risolto. In particolare, due sostanze inquinanti, il particolato e l'ozono troposferico, continuano a causare problemi respiratori, malattie cardiovascolari e una minore aspettativa di vita. Nuovi dati scientifici indicano che la salute umana può essere compromessa da concentrazioni di sostanze inquinanti inferiori a quanto si pensava in passato».

Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'AEA, afferma: 

«L'inquinamento atmosferico sta causando danni alla salute umana e agli ecosistemi. Un'ampia parte della popolazione non vive in un ambiente sano secondo gli standard attuali. Per avviare un percorso che porti alla sostenibilità, l'Europa deve essere ambiziosa e rendere più severa  l'attuale normativa».

Piogge acide. «Si stima che il 9% delle foreste e il 25% dei laghi europei siano esposti al fenomeno cosiddetto di acidificazione (dati 2010). Il 62% dell’ecosistema europeo e il 71% delle aree protette sia esposto alla cosiddetta eutrofizzazione, ovvero ad una eccessiva presenza di elementi nutrienti nell’acqua o nel suolo che provoca fenomeni di ipercrescita di alcuni tipi di piante (l’esempio delle alghe è il più lampante) e specie animali».

Polveri sottili. Non va granché meglio dal punto di vista dell’inquinamento da polveri sottili, tra i principali indiziati di malattie cardiorespiratorie gravi nonché di tumori alle vie respiratorie. Ma c’è chi è messo peggio e chi leggermente meglio. Indovinate com’è messa l’Italia.

3 MILIONI DI MORTI. Tanto per dare un’idea dei danni da Pm2,5, recenti studi citati dallo stesso rapporto europeo attribuiscono all’esposizione a queste particelle 3,1 milioni di morti e almeno il 3% di malattie croniche nel mondo. In Europa centrale e dell’est, sarebbero 430mila le morti premature e oltre 7 milioni le patologie collegate alle Pm 2,5.

Gli euroburocrati di Bruxelles - pagati a caro prezzo dai contribuenti - insistono nelle menzogne. Infatti non è mai stato alcun riscaldamento della terra, bensì un  raffreddamento. Eppure ecco cosa impongono ai popoli non più sovrani:

«L'Europa deve adattarsi per stare al passo con i cambiamenti climatici. Con il riscaldamento climatico, i produttori di vino europei potrebbero dover cambiare il tipo di uve che coltivano o l'ubicazione dei propri vigneti o, in alcuni casi, spostare la produzione verso altre aree. Questo è solo un esempio del modo in cui la società e l'economia Europeedevono adattarsi ai cambiamenti climatici, come emerge da una nuova relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA)». 


Addirittura questi burattini eterodiretti al comando dettano legge senza alcun fondamento etico, scientifico e sociale:

«L'adattamento comporta nuovi modi di pensare e affrontare rischi e pericoli, incertezze e difficoltà. Gli europei dovranno cooperare, imparare l'uno dall'altro e investire in trasformazioni di lungo periodo, necessarie a sostenere il nostro benessere di fronte ai cambiamenti climatici. La relazione Adaptation in Europe (Adattamento in Europa) descrive le politiche e alcune delle misure adottate a livello dell'UE e dai paesi europei. Al momento metà dei 32 paesi membri dell'AEAen hanno elaborato piani di adattamento e alcuni hanno iniziato ad agire, benché tutti i paesi abbiano ancora molto lavoro da fare. Mentre gli sforzi di mitigazione globale dovrebbero continuare a cercare di limitare l'innalzamento della temperatura globale a 2 °C , nella relazione si afferma che è necessario prepararsi ad aumenti maggiori della temperatura e ad altri cambiamenti climatici. Ciò è necessario per tenere conto in modo corretto delle molte incertezze nelle previsioni climatiche e socioeconomiche. Una precedente relazione dell'AEA ha mostrato come i cambiamenti climatici stanno già interessando tutte le regioni in Europa, provocando molte conseguenze per la società e l'ambiente. Ulteriori conseguenze sono attese in futuro se non verrà intrapresa alcuna azione. Le rilevazioni mostrano temperature medie più elevate in Europa. Le precipitazioni stanno diminuendo nelle regioni meridionali e aumentando in Europa settentrionale».


Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'AEA, afferma: «L'adattamento comporta nuovi modi di pensare e affrontare rischi e pericoli, incertezze e difficoltà. Gli europei dovranno cooperare, imparare l'uno dall'altro e investire in trasformazioni di lungo periodo, necessarie a sostenere il nostro benessere di fronte ai cambiamenti climatici».
La relazione è stata presentata oggi in occasione di una conferenzaen sulla strategia dell'UE di adattamento ai cambiamenti climatici, intesa a sostenere politiche di adattamento coerenti e integrate nei diversi settori in Europa. L'Europa inizia ad adattarsi. La relazione raccomanda un insieme di diverse misure: misure ‘grigie’ come progetti ingegneristici e tecnologici, approcci ‘verdi’ basati sugli ecosistemi e la natura, e le cosiddette misure ‘morbide’ come le politiche volte a cambiare gli approcci di governance. L'Europa ha bisogno di adeguarsi ai cambiamenti climatici in modo coerente, assicurando l'integrazione dell'adattamento nelle politiche dell'UE e in quelle nazionali, afferma la relazione. Non vi è alcun approccio ‘universale’: l'adattamento ai cambiamenti climatici dovrebbe rispondere alle condizioni nazionali e locali.
Se 3.100 scienziati denunciano all’unisono la truffa del riscaldamento globale, cosa fanno gli impositori del protocollo di Kyoto (non sottoscritto dagli USA),  i controllori del clima, i dominatori del pianeta Terra?  Semplice, ci danno una dimostrazione che gli sconvolgimenti climatici ci sono per davvero e già che ci sono ci mettono anche i terremoti. I destinatari di questi sconvolgimenti sono frequentemente  nazioni sottomesse o da sottomettere. 



 
 

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