TEL AVIV – Desta scalpore ed indignazione in Israele la sortita di un
noto sociologo norvegese – Johan Galtung, direttore del 'Centro per la
ricerca della pace' a Oslo – secondo cui e' teoricamente possibile che
sia legato al Mossad israeliano Anders Behring Breivik, l'estremista di
destra autore un anno fa di una carneficina senza precedente di giovani
norvegesi, con 77 morti.
Galtung trova fra l'altro significativo che quella strage sia
avvenuta il 22 luglio: la stessa data, nota, in cui nel 1946 un gruppo
clandestino ebraico di estrema destra fece esplodere i comandi del
Mandato britannico nell'Hotel King David di Gerusalemme. E ritiene che
gli investigatori di Breivik abbiano messo a punto ''un dossier relativo
ad Israele''.
Nel suo lungo Manifesto, Breivik non aveva lesinato espressioni di
stima verso lo Stato ebraico, per la sua lotta contro il terrorismo
islamico. E forse anche questo ha influenzato il pensiero del sociologo
norvegese.
In una intervista via mail con il quotidiano Haaretz – rilanciata con
grande evidenza nel suo sito web – Galtung ha ammesso oggi di non aver
elementi concreti per dimostrare l'esistenza di legami fra Breivik e il
Mossad, ma ha insistito che ''non sarebbe legittimo rimuovere questa
ipotesi senza prove''. Insignito di un 'Premio Nobel Alternativo',
Galtung ha poi lamentato con Haaretz che gli ebrei influenzano i mass
media negli Stati Uniti e ha ribadito che i 'Protocolli dei Savi di
Sion' – un noto testo antisemita – andrebbero riletti senza idee
preconcette. Parole che hanno notevolmente scosso un suo collega di
Gerusalemme, il professor Gad Yair, secondo cui l'effetto dirompente
delle parole del sociologo norvegese e' paragonabile a quello provocato
dalla strage di Breivik.
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