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mercoledì 19 novembre 2014

Effetto Werther, suicidi e mass media

A cura di Anticorpi.info


Ultimamente "Facebook è stato oggetto di pesanti critiche per essersi rifiutato di rimuovere le immagini estremamente violente di un suicidio che un veterano di guerra domenica scorsa ha postato sul gigante dei social media.
Nonostante i solleciti della famiglia e degli amici, le immagini macabre dell’ex Marine Daniel Rey Wolfe sono rimaste visibili fino a mercoledì. (...) Douglas Tripp, uno degli ex compagni del marine, ha dichiarato: “I suoi amici e la famiglia sono stati esposti ad immagini che non avrebbero mai voluto vedere Vengono rimosse foto di un seno nudo con rapidità e invece quelle tragiche di un uomo che si taglia prima di suicidarsi no?“ (Fonte)
L'interrogativo espresso dall'ex commilitone del suicida è legittimo. Com'è possibile che in un social network in cui tutto è rigidamente controllato, sia dagli amministratori che dagli stessi utenti (dotati di strumenti per segnalare i 'contenuti inappropriati') per ben tre giorni si siano ignorate le istanze di rimozione di amici e parenti della vittima?
Ma più in generale la domanda potrebbe estendersi a qualsiasi mass media, prima tra tutti la televisione. Che senso ha rendicontare minuziosamente i telespettatori di ogni suicidio che abbia luogo in Italia (e a volte anche all'estero)? Cos'è, il telegiornale o una rubrica di necrologi? Suicidi per problemi economici, per il bullismo adolescenziale, per problemi di salute, per l'incapacità di occuparsi di un disabile a carico, per gelosia, per stalking, per omofobia. L'Italia radiotelevisiva è diventata il festival dei suicidi.
E poi perché diffondere nell'opinione pubblica l'idea che i suicidi in Italia siano in netto aumento, quando in realtà i dati dicono altro?
"(...) i numeri parlano chiaro: nel 2012, almeno fino ad oggi i suicidi non sono aumentati rispetto agli anni precedenti e sono ben lontani dal picco raggiunto nei primi anni 90'." (Fonte)
Quindi i suicidi per questioni economiche sono aumentati, ma se si considera il dato integrale a quanto pare il numero di suicidi in questi anni è di gran lunga inferiore rispetto ai picchi storici.
Una possibile risposta a questi interrogativi potrebbe desumersi mettendo in relazione l'utilitarismo demofobico di alcuni potenti gruppi elitaristi (v. correlati) con un fenomeno studiato in sociologia, chiamato Effetto Werther.
"(...) Sembra che i media siano in grado d’influenzare il tasso di suicidi in una società, per il semplice fatto di annunciarli. Si tratta di un tragico e inquietante fenomeno di emulazione, noto ai sociologi come Effetto Werther. Il termine, coniato dal sociologo David Phillips, prende il nome dal romanzo di Goethe, I Dolori del Giovane Werther il cui protagonista a causa di una delusione sentimentale sceglie il suicidio come mezzo per smettere di soffrire. In seguito alla pubblicazione del libro si assisté a un ondata di suicidi per emulazione in tutta Europa, di dimensioni tali da persuadere i governi di alcuni paesi a vietarne la pubblicazione. Analoga reazione vi fu in Italia dopo la divulgazione del romanzo di Ugo Foscolo Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis, nel 1802.
Il fenomeno è meglio noto in letteratura scientifica sotto il nome di Copycat Effect e ha storicamente avuto un forte impatto in alcune società come quella statunitense. A Los Angeles ad esempio vi fu un’impennata del 40% nel numero di suicidi dopo la morte di Marylin Monroe. Ed è dimostrato che subito dopo alcuni suicidi eclatanti il numero delle vittime di incidenti aerei o automobilistici può aumentare persino del 1.000%.
(...)
Altre casistiche riguardano i suicidi di massa, come quelli avvenuti in alcune sette, come la congregazione del Tempio del Popolo capeggiata dal reverendo Jones negli anni 70.
Alcuni autori come lo psichiatra J. A. Motto hanno dato un’interpretazione del fenomeno per identificazione, ossia propositi suicidi latenti in alcune persone possono essere amplificati e messi in atto identificandosi con qualcuno che abbia appena compiuto lo stesso atto. L’uomo è un animale sociale che tende a usare le azioni degli altri per decidere cosa è appropriato fare, specie quando percepiamo gli altri come simili a noi, ad esempio per condizione sociale. Inoltre in alcune fasce di età, come l’adolescenza, la tendenza imitativa è mediamente più alta e può quindi esserci un rischio maggiore dell’innesco di una catena di eventi analoghi.(...)" (Fonte)
Anche il ricercatore occultista Giuseppe Cosco ebbe modo di parlare del fenomeno in una intervista che anni fa pubblicammo sul blog (v. correlati). Eccone alcuni stralci:
"E’ stato dimostrato che suicidi, delitti e incidenti mortali di auto o aerei riportati in prima pagina e pubblicizzati fanno aumentare considerevolmente, dopo la loro pubblicazione, fatti analoghi. Questa relazione emerge anche da uno studio del sociologo prof. Riaz Hassan, della università di Flienders (Australia).
Il ricercatore ha analizzato circa 20.000 casi di suicidio avvenuti tra il 1981 e 1990. Il risultato è stato sorprendente: la media quotidiana dei suicidi sale di circa il 10% nei due giorni successivi alla comparsa della notizia di suicidi sui principali quotidiani.
E non c’è neppure da stupirsi troppo. Altri lavori confermano tutto ciò. E’ risaputo, infatti, tra gli addetti ai lavori (pubblicitari, psicologi sociali, ecc.), che il linguaggio evocativo ha un grande potere nello spingere a comportamenti nuovi. (...)
Ma c’è dell’altro da sottolineare. Le notizie truculente che i mass media ogni giorno ci propinano determinano nelle persone uno stato di disagio continuo, di paura di tutto, di sfiducia totale nei confronti degli altri. Forse fa comodo a qualcuno tenere il paese in continua apprensione. E se tutto ciò costituisse un disegno elaborato da forze occulte di potere, che hanno interesse a creare scenari nuovi e apocalittici, per provocare certi cambiamenti a loro più graditi?"