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venerdì 21 dicembre 2012

Ministero della salute: allarme aflatossine


Marcello Pamio – 16 dicembre 2012
Il 2 agosto 2012 la 9a Commissione permanente si è riunita per votare la risoluzione sulla “Questione inerente alla valutazione dell’impatto delle micotossine sulla filiera agroalimentare del grano duro” (nr. 398).
Dopo qualche settimana dall’approvazione all’unanimità della risoluzione, il 14 settembre 2012, il “Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute” del Ministero della Salute, invia alle Regioni, alle Province autonome, al Comando dei carabinieri, agli Istituti zooprofilattici e alle Associazioni di categoria un Comunicato dal titolo: “Contaminazione da aflatossine nei mais e nella catena alimentare” (immagine a lato).
In pratica il Ministero avverte che “le recenti condizioni climatiche verificatesi in Italia caratterizzate da una prolungata siccità estiva hanno determinato un’accresciuta contaminazione da aflatossine nelle produzioni di mais 2012, oltre i limiti fissati dalla normativa comunitaria”.
La produzione di mais per uso alimentare e mangimistico per animali da macello sarebbe pesantemente contaminata da aflatossina B1.
Questa aflatossina B1 una volta consumata direttamente dagli animali tramite il mais, può produrre latte e derivati contaminati dall’aflatossina M1 e questa intossicare il consumatore umano.
E’ talmente seria la situazione che il Ministero invita tutti i responsabili dell’industria lattiero-casearia (centri di raccolta, stabilimenti termici e di trasformazione, ecc.) a fare continui esami di campioni di latte per verificarne la quantità di aflatossina. I risultati devono essere spediti ogni 15 giorni alla posta elettronica del Ministero riportata nell’allegato.
Abbiamo intervistato il dottor Maurizio Proietti, medico membro dell’ISDE (International Society of Doctors for the Environment) e responsabile della Sezione di Patologia e Oncogenesi Ambientale presso l'Istituto Universitario Nicolaus di Bari, e anche il dottor Giuseppe Altieri, agroeconomo, docente di Entomologia-Fitopatologia all’Istituto agrario di Todi.
Prima però cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando.
I funghi
In Natura, gli esseri viventi si possono dividere in 3 grandi regni:
- Animale: organismi in grado di muoversi e di nutrirsi di nutrienti organici già formati (Carboidrati, proteine, grassi, vitamine, etc.)
- Vegetale: organismi immobili in grado di ricavare l'energia direttamente dal sole.
- Funghi: organismi immobili come i vegetali, ma non essendo in grado di ricavare l'energia dal sole (fotosintesi clorofilliana) si sviluppano sulla sostanza organica viva e/o morta da cui attingere i nutrienti (foglie, residui di legno, alimenti, letame, animali morti, etc.).
I funghi infatti sono una via di mezzo tra gli animali e le piante.
Fanno parte dei funghi anche i lieviti e le muffe.
I lieviti sono funghi formati da una sola cellula, e quello più noto è il Saccaromyces Cerevisiae (lievito di birra che nutrendosi di zuccheri produce alcool, calore ed anidride carbonica).
Le muffe invece sono funghi filamentosi che si presentano come batuffoli di cotone di vario colore e tonalità: bianco, grigio, verde, verde ardesia, blu, giallo, arancio.
Le muffe si sviluppano sulla superficie di sostanze organiche in via di decomposizione e svolgono l'importante ruolo di trasformare in terriccio la sostanza organica.
Molte muffe sono parassiti delle piante: oidio, peronospora, botritis cinerea, fumaggine, ruggini e la segale cornuta. Gli agricoltori per proteggere le colture usano pesticidi rivolti contro muffe, insetti e piante infestanti(1).
Non tutte le muffe però sono pericolose per la salute, perché ve ne sono in grado di produrre antibiotici (muffa pennicillium).
Le micotossine sono potentissimi veleni prodotti da molte muffe, tossici per la salute umana e animale ad azione cancerosa, genotossica, teratogena, nefrotossica e anche neurotossica.
Le micotossine sono numerosissime, ma le più dannose, sono:
- Aflatossine B1, B2, G1, G2, M1, M2 e la Sterigmatocistina.
- Acratossina A
- Fumosine
- Zearalenone
- Tricoteceni
- Acido Lisergico
- Patulina
Tra le aflatossine, le più pericolose sono la B1 e la M1 che favoriscono la cirrosi epatica e il tumore al fegato.
Pericoloso per la salute è anche respirare queste micotossine.
Micotossine e animali
Le micotossine si sviluppano in molti vegetali (cereali, semi oleaginosi, frutta secca, ecc.), ma forse il problema più serio per l’uomo arriva tramite le proteine di origine animale. Le mucche infatti che mangiano foraggi (mais) e mangimi contenenti muffe, non solo daranno latte contenente aflatossine M1, ma i formaggi derivati da quel latte, avranno una concentrazione dell’aflatossina addirittura da 5 a 6 volte di più rispetto al latte di partenza, questo per via dell’accumulo!
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D: Gentile dottor Maurizio Proietti, lei è un esperto in materia di micotossine. Dopo l’allarme lanciato dal Ministero della salute, volevamo saperne di più: cosa sono le aflatossine?
R: Sarebbe più corretto parlare di micotossine.
Le micotossine sono metaboliti tossici di vari ceppi fungini, chiamati muffe. La contaminazione delle derrate cerealicole da parte di funghi produttori di  micotossine rappresenta un pericolo per la catena alimentare animale e umana.
Sono cancerogeni, teratogeni (creano deformazioni nella prole), mitogeni e deprimono il sistema immunitario.
La contaminazione delle matrici alimentari avviene già sul campo, (tricoteceni, fumonisine, zearalenone) per seguire gli alimenti fino ai siti di stoccaggio (ocratossina A e aflatossine).
D: Quali danni alla salute possono provocare le aflatossine?
I danni alla salute sono diversi e dipende dal tipo di muffa o fungo.
Aspergillus flavus e parasiticus producono Aflatossine che infestano prevalentemente arachidi, altre leguminose, mais e altri tipi di cereali, semi oleaginosi, noci, mandorle, fichi secchi, latte e derivati; il danno che ne può conseguire è: epatocarcinoma, cirrosi epatica, teratogenesi e mutagenesi.
Aspergillus ochraceus, Penicillium viridicatum, producono Ocratossine che infestano arachidi, riso, caffè, mais, orzo, altri cereali di conseguenza pane e pasta. Il danno che ne può conseguire è: nefropatia, enterite, epatite, teratogenesi e mutagenesi.
Fusarium graminearum, roseum, tricinctum, moniliforme che infestano mais altri cereali e derivati producono Zeareloni che sono in grado di provocare aborti, sterilità, disregolazione ormonale (estrogeni) a livello alimentare un prodotto che può contenere zeareloni è la birra.
Fusarium moniliforme produce Fumonisine, che infestano mais e sorgo e sono nefrotossiche, citotossiche, cancerogene e teratogene.
Fusarium poae, Fusarium tricinctum, Fusarium nivale, Trichoderma lignorum infestano mais, orzo, riso e altri cereali e loro derivati per es. fiocchi di avena. Producono Tricoteceni che causano patologie a carico della cute e delle mucose, leucopenie, emorragie, vomito, diarree oltre ad essere citotossico.
Penicillium citrium, purpurogenum, rubrum che infestano mais, altri cereali, riso, nocciole e pomodori possono causare emorragie, danni epatici e renali di diversa gravità, sono neurotosssici  oltre a essere teratogeni.
Penicillium expansus, Penicillium clavatus, Byssoclamys nivea, Penicillium verrucosum e Penicillium patulum che infestano frutta e verdura quali per esempio peperoni, pomodori, cetrioli, carote, mele, pere, succhi e sidri producono Patulina che è in grado di  dare tossicità in diversi organi, è dermatotossico, neurotossico e citotossico.
Aspergillus nidulans e versicolor, Chaetomium thielavoideum producono Sterigmatocistina che ritroviamo nei cereali nelle noci e nei formaggi, tali tossici provocano danni all’organismo in dipendenza della via di somministrazione. Non ci sono dati sufficienti per valutare la cancerogenicità nell'uomo. Presente come contaminante di derrate alimentari. Tipologie di aziende produzione di tè, caffè, infusi. Salumifici e prosciuttifici.
In conclusione gli organi maggiormente colpiti dalle micotossine in termini di patogenesi, sono fegato, reni, tessuto adiposo e tessuto nervoso.
Le aflatossine inoltre avrebbero un effetto immunosoppressivo, alterano il metabolismo degli interferoni che hanno importanza nelle risposte immunitarie. I Tricoceni, inibiscono la sintesi proteica, provocano lesioni necrotiche del sistema linfatico e midollo osseo con conseguente effetto immunosoppressivo.
Lo Zearalenone è il prodotto tossico di almeno otto specie di micromiceti, con marcati effetti estrogenici, telarca, pubertà precoce, pseudogravidanze, diminuzione della libido, elevata incidenza di cancro della cervice in bambine di età inferiore ai 10 anni. Nei maschi sono segnalati casi di atrofia testicolare. C’è un chiaro effetto di mimetismo molecolare, infatti, c’è una forte similitudine con la struttura molecolare degli ormoni estrogenici e ha come bersaglio gli stessi recettori.
D: Quali sono le condizioni climatiche e non solo, che permettono la formazione delle aflatossine?
R: I fattori che incidono in maniera prevalente sullo sviluppo delle micotossine sono: temperatura e umidità.
La tossinogenesi in campo e nei siti di stoccaggio è dovuta a molti fattori quali: umidità, temperatura, danni meccanici, miscelazione, autoriscaldamento per quanto concerne i fattori fisici, per quelli chimici sono importanti CO2, O2 , componenti del substrato, trattamenti antiparassitari; passando in rassegna i fattori biologici ricordiamo insetti vettori, variabilità dell’ospite, microflora.
Sono praticamente a rischio tutte le colture dei prodotti che sono alla base dell’alimentazione umana e animale, i cereali per citare le colture più importanti, ma non sono esenti caffè, cacao, spezie, frutta, solo per citare le più importanti
D: Le aflatossine bisogna solo prevenirle o si possono distruggere con qualche sistema?
R: Spiace evidenziare che ad oggi non esiste un sistema efficace al 100% per l’abbattimento del carico tossico, sia con mezzi fisici sia con mezzi chimici, preme ricordare che con i mezzi chimici sostituiamo l’elemento tossico.
Sono termostabili, quindi né la pastorizzazione né la cottura in forno le abbattono e/o le inattivano.
L’effetto tossico è correlato con il vettore che le porta a contatto con i recettori della mucosa intestinale, che può essere bypassata soprattutto dai tossici liposolubili. Curioso può essere che  anche i cosmetici potrebbero risultare pericolosi perché i loro componenti derivano dai vegetali soggetti a contaminazione; questo ci dice tutto sulla ubiquitarietà delle micotossine.
D: Cosa c'entra la Sindrome della permeabilità intestinale con le aflatossine?
R: Le micotossine, creano danno intestinale. Nel mio lavoro in stampa da una importante rivista internazionale, intitolato “Sindrome della permeabilità intestinale”, ipotizzo che la disfunzione delle giunzioni serrate sia concausa, ma forse la principale, per l’insorgenza di malattie infiammatorie immunologiche sistemiche, malattie infiammatorie croniche intestinali, allergie alimentari e celiachia. Ciò sembrerebbe inoltre partecipare all’evoluzione dell’autismo.
Le tight junction sono il target primario degli agenti esterni, che agendo come inquinanti chimici e/o biologici interagiscono con la matrice proteica delle giunture, alterandone la conformazione e quindi aumentandone sempre di più la permeabilità agli agenti esterni.
Le nostre osservazioni hanno individuato nell’ingestione inconsapevole di inquinanti biologici (micotossine) e conseguente disbiosi e sporificazione da Candida, i fattori determinanti della sindrome della permeabilità intestinale (leaky gut syndrome).
Le Ocratossine si suddividono in Ocratossina A (OTA), Ocratossina B (OTB) e Ocratossina C (OTC) quella predominante è l’ OTA che infesta orzo, mais, grano, riso, arachidi e fagioli.
L’OTA permane nel sangue per molti giorni, con tempo di emivita di 35 giorni, l’eliminazione avviene anche attraverso il latte materno (uomo e animali).
In Italia è stata rilevata un’elevata presenza di OTA sia nel siero sia nel latte materno
I più a rischio sono come sempre i bambini per l’importanza dei cereali nella loro dieta.
E’ stato eseguito uno studio sul rischio delle OTA nei bambini dell’asilo, della scuola materna, elementare e media, si è analizzato il pasto biologico destinato ai bambini. I risultati indicano che l‘OTA era presente nel 100% dei casi, tenendo presente che un bambino che frequenta il nido pesa mediamente 14 Kg e un bambino delle elementari 28 Kg consumano rispettivamente 237 e 302 grammi di cereali e/o derivati si è andato oltre i valori consentiti dalla legge.
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D: Gentile dottor Giuseppe Altieri, da cosa derivano le aflatossine?
R: Le cosiddette micotossine derivano dai luoghi di stoccaggio e dai trasporti nelle navi. Da fattori ambientali come umidità e temperature elevate.
Ma anche dalle colture ripetute del mais, soia e cereali, dall'uso di disseccanti che uccidono i microbi utili e predispongono alle fusariosi sempre più diffuse.
Anche la coltura ripetuta di mais GM, anno dopo anno, e le altissime concimazioni con azoto chimico predispongono il terreno alle muffe.
D: E’ vero che gli alimenti biologici risultano maggiormente contaminati da micotossine rispetto agli alimenti convenzionali?
R: Assolutamente no! Tutte le materie prime di origine vegetale possono essere contaminate da funghi microscopici che producono tossine (micotossine e aflatossine).
Le cause della contaminazione possono dipendere da numerosi fattori: tra cui l’umidità eccessiva, le temperature troppo elevate, la presenza di infestazioni di insetti, modalità di irrigazione improprie, la forte concimazione azotata, il non ricorrere alla rotazione delle colture, eccessivo utilizzo di pesticidi (e questi ultimi tre fattori sono assolutamente esclusi dall’agricoltura biologica).
Diversi studi su micotossine, aflatossine e altri contaminanti negli alimenti hanno escluso una presenza più elevata di queste sostanze nei prodotti biologici. Anzi da quanto è emerso dai risultati dello studio “Qualità alimentare specifica e sicurezza dei cibi biologici” presentato alla XXII Conferenza FAO per l’Europa (Porto, 2000): “si può escludere che la produzione biologica conduca ad un rischio di contaminazione più elevato e due studi hanno rivelato nel latte da allevamenti biologici meno micotossine che nel latte convenzionale”.
D: Ha ragione Umberto Veronesi quando dice che i prodotti GM sono più sicuri per le aflatossine?
R: Non esiste alcuna evidenza scientifica che affermi che il mais OGM sia più sicuro di quello normale dal punto di vista delle aflatossine!
Le micotossine aumentano con periodi lunghi di stoccaggio e di trasporto soprattutto del mais GM dagli USA, Canada, Brasile, Argentina, che passano mesi nelle stive di navi umide, che nessuno pulisce a fondo nei porti, per cui funghi e micotossine prolificano al meglio (Istituto Superiore di Sanità, atti del Corso per gli Istituti Zooprofilattici sugli OGM tenuto a Perugia).
In particolare nell'agricoltura biotech, che vuole produrre sempre di più, si coltiva mais GM a ciclo lungo che si raccoglie in autunno, con le piogge che possono favorire le micotossine...e la piralide (l'insetto dannoso), che ha anche più tempo a disposizione per mangiarsi i semi.
Altre ricerche canadesi su mais, soia GM, resistenti ai disseccanti chimici, su cui si spruzzano tonnellate di glifosate (Roundup della Monsanto), dimostrano inoltre che il diserbante indebolisce le piante, predisponendole a maggiori attacchi fungini, come il fusarium che produce micotossine pericolosissime per la salute umana e animale.
D: Quindi sono o non sono più sicuri gli alimenti biologici?
R: E’ stato pubblicato il riassunto dell’articolo “Nutritional quality an safety of organic food. A review” in “Agronomy for Sustainable Development “(2009) curata dll’università Aix-Marseille.
Il nuovo studio, commissionato dall’AFSSA, l’agenzia francese sulla sicurezza alimentare, ha indagato oltre agli aspetti nutrizionali, anche dati riguardanti la sicurezza dei prodotti biologici rispetto ai convenzionali.
Sul piano della sicurezza, hanno concluso che tra il 94 e 100% dei prodotti organici non contiene residui di pesticidi e che gli ortaggi contengono circa il 50% in meno di nitrati.
La ricerca, come detto prima, ha messo in evidenza che NON esistono differenze significative nei livelli di micotossine tra cereali biologici e convenzionali. Questo è un dato interessante su cui ragionare perché quando si parla di prodotti biologici si ipotizza che i livelli di contaminanti fungini siano maggiori, anzi alcuni ne sono davvero convinti.
Conclusione
Grazie al dottor Proietti e dottor Altieri per le spiegazioni su tale argomento delicatissimo.
La risposta definitiva a tale problema ovviamente non ce l’abbiamo, ma sicuramente potrebbe essere molto importante intraprendere la strada verso un’agricoltura biologica e/o biodinamica. Questa è certamente una chiave importante di lettura del fenomeno: prodotti sani, migliori, prodotti locali che non giungono da migliaia di chilometri di distanza con le problematiche di stoccaggio, viaggio e conservazione.
In conclusione, anche il nostro stile di vita gioca un ruolo importante, un’alimentazione basata su vegetali, priva di proteine di origine animale è sana e protegge la salute.
Tutte le proteine di origine animale, soprattutto i loro grassi (carne, uova, pesce e latte), contengono sempre più inquinanti, farmaci (ormoni della crescita, antibiotici, cortisonici, ecc.), nanoparticelle e metalli pesanti (mercurio, piombo, alluminio, cadmio, ecc.).
Inoltre i formaggi e latticini prodotti da latte contaminato da aflatossine M1 sono ancora più pericolosi in quanto tale micotossina si concentra da 5 a 6 volte rispetto al latte di partenza!
Ovviamente tra i prodotti più a rischio vi è sempre il mais GM e non solo e, considerato che circa l’86 % del mais coltivato in Italia è destinato all’alimentazione zootecnica.
Chi ha orecchie per intendere, intenda…

(1) Dottor Liborio Quinto, tecnologo alimentare
Cosa dice e fa l'EFSA?
L'EFSA è l'autorità europea per la sicurezza alimentare istituta nel gennaio 2002.
Le aflatossine possono essere presenti in prodotti alimentari, quali arachidi, frutta a guscio, granoturco (mais), riso, fichi e altra frutta secca, spezie, oli vegetali grezzi e semi di cacao, a seguito di contaminazioni fungine avvenute prima e dopo la raccolta. 

L'aflatossina B1 è la più diffusa nei prodotti alimentari ed è una delle più potenti dal punto di vista genotossico e cancerogeno.
È prodotta sia dall'Aspergillus flavus sia dall'Aspergillus parasiticus. L'aflatossina M1 è uno dei principali metaboliti dell'aflatossina B1 nell'uomo e negli animali e può essere presente nel latte proveniente da animali nutriti con mangimi contaminati da aflatossina B1. 
Nel gennaio 2007, il gruppo di esperti hanno aumentato i livelli massimi di aflatossine totali attualmente in vigore nell'UE per questi tre tipi di noci da 4 µg/kg di aflatossine totali a 8 o 10 µg/kg di aflatossine totali. 

Tratto da:  http://www.disinformazione.it/aflatossine_allarme_ministero.htm