non dovremmo temere ciò che non conosciamo, ma ciò che riteniamo vero ed invece non lo è
sabato 16 febbraio 2013
Finmeccanica, gioiello che la magistratura bancaria vuole svendere
Fonte:
Finmeccanica, il gioiello vicino alla svendita coordinata da una
magistratura anti-italiana
di Riccardo Ghezzi © 2013 Qelsi - Con la collaborazione di: Rosengarten e Oreste Tarantino
di Riccardo Ghezzi © 2013 Qelsi - Con la collaborazione di: Rosengarten e Oreste Tarantino
Visto su www.stampalibera.com
Finmeccanica è di
nuovo nell’occhio del ciclone, in un’escalation che sta seguendo la
media di uno scandalo all’anno: prima l’indagine sulle “zucchine” (le
tangenti ai politici n.d.r.) avviata dalla Procura di Roma ad ottobre
2011, poi l’inchiesta della Procura di Napoli sulle forniture in Brasile
– con il coinvolgimento dell’ex ministro Claudio Scajola, indagato, e le
intercettazioni a Berlusconi e Lavitola - ad ottobre 2012, ora è la
volta dell’arresto di Giuseppe Orsi, presidente di Finmeccanica dal
dicembre 2011 dopo le dimissioni di Pierfrancesco Guarguaglini, travolto
a sua volta dalle indagine sulle “zucchine” di cui sopra.
Il provvedimento
di arresto nei confronti di Orsi è stato emesso dal gip del Tribunale di
Busto Arsizio: l’accusa è di corruzione internazionale, peculato e
concussione a causa di presunte tangenti che sarebbero state pagate per
la vendita di dodici elicotteri all’India. Come se non bastasse, il
governo indiano ha deciso di sospendere i pagamenti a Finmeccanica per
la commessa, pari alla cifra di circa 750 milioni di dollari, e ha
comunicato che non accetterà la consegna di alcun velivolo fino a quando
non sarà stata completata un’inchiesta della polizia indiana sulle
accuse per tangenti. Ci sarebbe persino il rischio che la commessa venga
annullata. D’altra parte, dopo la debolezza palesata dal governo
italiano sulla vicenda Marò, l’India ha capito di poter fare la voce
grossa.
Appare in ogni
caso scontato come l’ennesima indagine della magistratura su
Finmeccanica provochi evidenti danni all’azienda, ma ciò che stupisce
maggiormente è l’arresto stesso di Orsi. Un fatto assurdo, in quanto è
noto che tutte le imprese che operano su contratti importanti all’estero
debbano pagare tangenti per avere le commesse. Se è vero, com’è vero,
che in ambiente internazionale le tangenti le versano tutti, la priorità
diventa quella di difendere il lavoro e il know-how italiano.
Dove sta quindi
l’illegalità o il reato nel difendere la propria impresa? Orsi non si è
certo intascato alcunché.
L’ex premier
Silvio Berlusconi ha tutte le ragioni nel dire che “l’indagine che
coinvolge i vertici della più grande azienda pubblica italiana avrà
conseguenze gravissime sulla nostra economia. Il risultato finale sarà
quello di tagliare le gambe a Finmeccanica con vantaggio di altre
aziende internazionali”, ed è un peccato che sia l’unica voce politica a
stigmatizzare l’ennesimo intervento indebito della magistratura ai danni
del settore produttivo italiano. Doveroso anche ricordare che “Tutti i
Paesi versano tangenti, ma solo la magistratura italiana indaga”. Ma non
è indole masochista. Tutt’altro. E’ una strategia.
Il vero obiettivo,
purtroppo, è chiaro da tempo: la svendita di Finmeccanica. Basti
pensare, tornando indietro di qualche anno, a quando negli anni 90
l’IRI, nonostante sopportasse tutto il peso del traino industriale
Hi-Tech del Paese, passava per una voragine del malaffare e della
corruzione. La magistratura, obbedendo ad ordini strani e di
“Britanniche” origini, fiaccò ogni resistenza politica di mantenimento
pubblico, incentivando la privatizzazione a prezzi sviliti con la
stagione delle “Mani Pulite” che proprio pulite, è stato accertato, non
erano per niente (Di Pietro docet).
Ora si rivede il
medesimo film: il titolo di Finmeccanica è in caduta libera, i dirigenti
ai ferri, i compratori alle porte e i giornali di regime indottrinano le
masse. Repubblica e Fatto parlano di “Sistema Finmeccanica” e pubblicano
le solite intercettazioni telefoniche che non sono mai apparse, ad
esempio, per lo scandalo Mps.
Il problema è che
Finmeccanica, come ha ricordato Berlusconi, è ad oggi la più grande
azienda pubblica italiana. Un colosso industriale che ha sede a Roma e
impiega circa 70 mila persone in una cinquantina di Paesi del mondo
(Polonia, Stati Uniti, Regno Unito e altri, oltre ovviamente
all’Italia), con diverse decine di controllate e partecipate tra cui
Alenia, SELEX e AgustaWestland, che produce gli elicotteri finiti nel
mirino della magistratura.
Tanti in giro per
il mondo faranno e avranno già fatto un pensierino su Finmeccanica. I
francesi, ad esempio, sono passati all’azione già nel 2011. Luc
Vigneron, numero uno della società francese Thales, aveva messo gli
occhi sulla Oto Melara di La Spezia, che produce sistemi di arma ed è
conosciuta in tutto il mondo per i cannoni navali, e la Wass di Livorno,
tra i principali produttori italiani di siluri. Due gioielli
dell’economia nostrana.
Pronta la svendita: dopo Finmeccanica, toccherà ad Eni. Tutto coordinato dalla magistratura italiana. O meglio, anti-italiana.
Pronta la svendita: dopo Finmeccanica, toccherà ad Eni. Tutto coordinato dalla magistratura italiana. O meglio, anti-italiana.
Tratto da: http://www.disinformazione.it/finmeccanica.htm
Iscriviti a:
Post (Atom)