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lunedì 23 gennaio 2023

DIMMI COME RESPIRI E TI DIRO' CHI SEI

I dottori tagliano il cordone ombelicale dei neonati prima che i piccoli polmoni del bambino abbiano avuto il tempo di liberarsi dal fluido che li riempiva quando era nell’utero, perciò il primo respiro del neonato è dettato dal panico e provoca un dolore lancinante perché i suoi tessuti delicati subiscono il violento ingresso dell’aria per la prima volta. Questo trauma è talmente forte da indurre inconsciamente la maggior parte della gente a non respirare a fondo per paura di sperimentare nuovamente quel dolore. Fin dalla più tenera età abbiamo imparato che quando qualcosa era troppo spaventoso o troppo doloroso, potevamo attutire la nostra sensibilità di quel momento trattenendo il respiro: si otteneva un effetto quasi anestetico. Questa tecnica ci ha aiutato a superare molte situazioni che non eravamo pronti ad affrontare. Abbiamo quindi imparato a limitare la nostra vitalità limitando la respirazione, potevamo “spegnere” delle sensazioni e dei sentimenti che spesso per i nostri genitori non erano accettabili. Quando sei arrabbiato respiri in un certo modo e, se non continui a respirare in quel modo, non riuscirai a mantenere la collera. Lo stesso principio si applica a tutte le sensazioni e i sentimenti. Quando sei eccitato sessualmente il tuo schema di respirazione cambia. Modificando quello schema puoi “spegnere” l’eccitazione come con un interruttore. Tutti regolano costantemente il proprio comportamento con la respirazione in modo inconscio e automatico. Questo tipo di autoregolazione ha represso tutto quello che cercava di svilupparsi in noi; un desiderio eccessivo di amore, un piacere esagerato nell’essere vicino a qualcuno di speciale, troppa gioia per il semplice fatto di essere vivi. Ci siamo sistemati in una gamma molto ristretta di esperienze, rinunciando a rischiare le conseguenze di un fluire libero delle nostre sensazioni e della nostra consapevolezza. Proprio come abbiamo usato il respiro per sopprimere i sentimenti possiamo nuovamente accedere a parti oscure e nascoste della psiche e riportarle alla coscienza. Questi sentimenti non se ne sono andati, sono stati semplicemente sepolti: non riconosciuti, non sperimentati, rifiutati, continuano a vivere completamente al di fuori del nostro controllo. Le vecchie paure, le vecchie ferite, i vecchi risentimenti dell’infanzia continuano indirettamente a infestare le nostre esperienze, sabotando le nostre buone intenzioni. Con la respirazione cosciente, questi sentimenti sepolti cominciano a tornare a galla in modo da poter essere affrontati con una visione adulta e matura. Possiamo lavorare con calma a risolvere questi sentimenti accumulati, sperimentarli, osservarci mentre li viviamo e infine lasciarli andare. Finalmente diventiamo liberi di vivere esattamente quello che accade in ogni momento. Arriva la collera: la notiamo, la osserviamo, la sperimentiamo e poi sparisce con il respiro successivo. Non c’è accumulo, non c’è ritenzione. Respirare profondamente mentre si attraversa un’esperienza spaventosa la trasforma in una meravigliosa avventura. Man mano che diventiamo coscienti dei processi del corpo, istante dopo istante, impariamo a diventare coscienti dei processi dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti, istante dopo istante. Per garantirci una buona salute dobbiamo fare in modo che vi sia un perfetto equilibrio tra la mente, il corpo e lo spirito. Per raggiungere questo equilibrio dobbiamo sapere che la respirazione riveste un ruolo fondamentale poiché, grazie ad essa, possiamo dirigere l’energia vitale in qualsiasi punto del nostro organismo. Per chi ha colto che coltivare l'arte del respiro consapevole è TUTTO... Eccovi 3 Processi di Respirazione in pdf che vi suggerisco di salvare ed esplorare: RESPIRAZIONE CONSAPEVOLE https://www.umaniindivenire.org/wp-content/uploads/2016/07/Respirazione-Consapevole-1.pdf?fbclid=IwAR3CubLjVO2pYfUGa-aoGg1YIMyupz3dcrbURQGpuOg4yRXz0Fxx5QvzTv8 LE 4 FASI DEL RESPIRO https://www.umaniindivenire.org/wp-content/uploads/2016/07/Le-4-fasi-del-respiro-1-1.pdf?fbclid=IwAR0AqHsR3jBuC6Z-LIiA52e1ms7BIt_23G_U3h8kRPhVgDfqNj3t9VzFwbc ESERCIZI DI RESPIRAZIONE https://www.umaniindivenire.org/wp-content/uploads/2016/07/Esercizi-di-respirazione-1.pdf?fbclid=IwAR0SZb-dwX6M6j_w5BQERU1xByClZh5xjpMAQx1hA5iIQzr1qTmP-ou6-m0 Tratto da: https://www.facebook.com/profile.php?id=100004272077257

IL VERO SIGNIFICATO DELLA MORTE FISICA

La vera trasformazione di questo pianeta avverrà quando le persone comprenderanno il vero significato della morte fisica. Comprenderanno cos'è davvero. Quando sparirà la visione legata al melodramma e si attiverà la visione vera dell'esperienza. È comprensibile e rispettabile il dolore legato al distacco fisico. Ma non il dispiacersi del momentaneo concludersi del cammino terreno. Sento troppo spesso dire: "Poverino/poverina è morto/a" Non lo è affatto. Ha soltanto cambiato forma. Quindi non c'è nessun motivo per dire questo. La corretta interpretazione è dire: ha terminato ciò che doveva fare qui. O almeno per il momento. E questo vale anche per gli animali. Nessuno escluso. È corretto aggiungere inoltre che ogni anima parte quando deve farlo. Nulla è casuale. Nulla è legato al caso o alla sfortuna o per colpa di ... È stato scelto e deciso che abbandonasse il corpo in quel preciso momento, per motivi che per voi potrebbero essere incomprensibili. O per motivi che non vi è dato sapere. Ma c'è una motivazione ben precisa. Una motivazione evolutiva che nulla ha a che fare con il dispiacersi. Anzi. Il fine è sempre positivo. L'universo ha scopi di crescita, non di castigo. Quello lasciamolo alle religioni, che hanno ben confezionato queste etichette di angoscia e dramma assolutamente inutili. Che esistono solo qui. In questo pianeta. Solo qui la morte fisica viene vissuta in questo modo negativo. Che poi il distacco fisico tra le dimensioni non è reale, è illusorio anch'esso. Perché tutto cammina fianco a fianco, tra le varie frequenze di manifestazione, parallelamente. Marika Moretto