Un aspetto molto importante della maturità è la capacità di accettarsi per ciò che si è.
Questo presuppone ovviamente un’ampia osservazione e conoscenza della propria composizione e del proprio funzionamento.
Dobbiamo perciò diventare esperti conoscitori dell’anatomia e della fisiologia della personalità nella sua interezza, nei suoi tre corpi.
Maturità significa saper convivere con i propri bisogni infantili, accettare i propri limiti attuali, vedere le proprie aspettative e accogliere anche la possibilità che non vengano sempre esaudite, osservare la nostra situazione e riconoscere che l’abbiamo determinata interamente noi con le nostre qualità e mancanze interiori.
Accettare che possiamo costruire e modificare la nostra realtà solo a partire dalla condizione in cui siamo adesso, senza cadere in delusioni pessimiste né illusioni ottimiste.
Maturità significa prendersi la responsabilità di tutto ciò che si è, e quindi del mondo intero. Farlo implica necessariamente il traslare su un piano almeno parzialmente differente.
Infatti, per comprendere e accogliere globalmente la personalità non possiamo trovarci all’interno della stessa, ma ne siamo al di sopra, nell’anima.
Per vedere e accettare il mondo non possiamo perderci in esso, ma ne siamo sbalzati fuori, risiediamo nella coscienza che ad ogni istante lo crea.
Come si raggiunge questo stato? Osservando e accogliendo ogni nostra e altrui forma di immaturità come parte di un processo indispensabile per giungere infine nel Regno dei Cieli, meta a cui tutti siamo destinati.
Nella luce,
Nicolò Cefalo
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