Milano, 6 marzo 2013 (Adnkronos Salute)
"Hai
il diabete? Diventa vegano". A breve questo potrebbe essere lo stralcio
di una conversazione medico-paziente a Milano. Perché la nuova linea
suggerita dall'Asl del capoluogo lombardo ai camici bianchi, sulla base
degli ultimi studi in materia, è proprio quella di prescrivere una
svolta alimentare a chi combatte con il diabete di tipo 2. Una svolta
che porta all'addio alle carni. "Dieta vegana, oppure mediterranea
correttamente impostata, attività fisica, cessazione dal fumo". Ecco le
prime 'terapie' da indicare ai pazienti, secondo quanto viene riportato
in un documento "destinato a 1.100 medici di medicina generale della
metropoli e a specialisti in forze negli ospedali", spiega Alberto
Donzelli, direttore del Servizio educazione all'appropriatezza dell'Asl
di Milano, anima del progetto.
Si
chiama p-PDTA, percorso Preventivo Diagnostico Terapeutico Assistenziale
del paziente affetto da diabete mellito di tipo 2, viene periodicamente
aggiornato da un gruppo di lavoro ospedali-territorio, composto da
diabetologi di strutture cittadine (Niguarda, Istituto Auxologico, Casa
di cura San Pio X, Policlinico, San Paolo), medici di medicina generale
e rappresentanti dell'Asl di Milano. L'attuale versione, pronta per
essere spedita ai medici di famiglia, è di fine 2012. Il prossimo
aggiornamento sarà a dicembre 2014, salvo anticipi nel caso arrivassero
nuovi dati clinicamente rilevanti.
Il
documento tiene conto di linee guida esistenti, integrate da riflessioni
del gruppo di lavoro basate su studi e altre fonti. "Lo scopo è fornire
indicazioni concrete per la migliore assistenza da offrire ai cittadini
per la prevenzione, diagnosi, terapia, assistenza e prevenzione delle
complicanze del paziente diabetico, da parte sia dei medici di medicina
generale, sia degli specialisti", si legge nel testo che l'Adnkronos
Salute ha avuto modo di visionare. Gli estensori hanno tenuto conto
anche "delle risorse cittadine, da impiegare con il miglior possibile
rapporto costo-efficacia" cercando di esprimere raccomandazioni che
evitino "medicalizzazioni improprie e utilizzo inappropriato di
diagnostica strumentale e di laboratorio".
Quanto alla dieta, l'obiettivo è "favorire abitudini alimentari,
comportamentali, stili di vita e condizioni ambientali adeguati alla
prevenzione primaria, alla gestione e alla prevenzione delle complicanze
del diabete. Questo Pdta - precisano i promotori - intende intervenire
sui fattori che peggiorano la salute e la qualità di vita degli
assistiti con un'azione integrata non circoscrivibile alla sola
prescrizione farmacologica".
E
proprio nel capitolo sulla "terapia medica nutrizionale" si trova il
passaggio sulla dieta vegana, per la quale viene fornito ai medici anche
un ricettario con suggerimenti culinari per i pazienti (che è parte
integrante del Pdta). Nel volumetto 'Scacco al diabete con un pizzico di
fantasia' si spazia da primi piatti a base di pasta integrale, classici,
a proposte più 'alternative' come il meno noto bulgur (frumento
integrale, grano duro germogliato), tutti conditi con verdure. Ci sono
poi suggerimenti per rendere più appetibili le verdure, ricette per i
legumi, persino un capitolo riservato ai piatti regionali e a quelli con
soia e derivati. La premessa degli esperti è che "il calo ponderale è
raccomandato a tutti i pazienti diabetici in sovrappeso corporeo o
obesi", citando uno studio in cui "un importante calo di peso (del 15%)
si è dimostrato in grado di normalizzare glicemia, emoglobina glicata e
steatosi epatica, producendo la regressione di casi diagnosticati di
diabete".
Dunque si suggerisce la via per ottenere il risultato: "Una moderata
riduzione dell'apporto calorico (300-500 kilocalorie al giorno ) e un
modesto incremento del dispendio energetico (100-300 kcal al giorno)
permettono una lenta ma progressiva riduzione del peso di 0,45-0,90
chilogrammi a settimana". E qui entra in gioco la dieta vegana. "In
studi specificatamente disegnati per testare queste ipotesi,
un'alternativa che si è dimostrata mediamente più efficace e gradita,
non richiedendo imposizioni di restrizioni caloriche, è rappresentata da
una dieta vegana basata unicamente su cibi vegetali, o da una dieta
vegetariana a basso indice glicemico", recita il documento che riporta
anche una serie di riferimenti scientifici a supporto. Le diete
vegetariane - spiegano gli esperti nel Pdta - hanno prevenuto o
migliorato il diabete.
Uno
studio controllato randomizzato "di 5 mesi su 100 diabetici di tipo 2
obesi ne ha trattati 50 secondo la linea guida dell'Ada, American
Diabetes Association, (15-20% di calorie da proteine, meno del 7% da
grassi saturi, 60-70% da carboidrati e grassi monoinsaturi,
personalizzata per creare un deficit di 500-1000 calorie giornaliere). E
ha trattato gli altri 50 con una dieta vegana (più vitamina B12) con un
65% o più di calorie da carboidrati a basso indice glicemico, meno del
20% da grassi e meno del 15% da proteine". Una dieta "basata su verdura,
frutta fresca e secca oleosa, cereali integrali e legumi, a volontà ma
con poco olio aggiunto. A tutti era permesso un drink di alcol al giorno
alle donne e due agli uomini".
Il
confronto è stato vinto dalla dieta vegana. Sia per l'aderenza al nuovo
regime alimentare che è risultata del 67% per i vegani contro il 44% per
i pazienti che seguivano la dieta targata Ada, sia per il calo di peso
ottenuto: 6 chili contro 4. Le altre voci in cui ha primeggiato la dieta
vegana sono la riduzione di farmaci antidiabete (43% contro 26%), la
riduzione dell'emoglobina glicata, che è stata dell'1,48% per i vegani
contro lo 0,81% dei pazienti in 'dieta Ada', e il colesterolo Ldl (-23
contro -11).
"Le
due diete - concludono gli esperti - hanno dato miglioramenti ma quella
vegana maggiori risultati clinici e accettabilità e dovrebbe costituire
la prima scelta. La buona accettazione rispetto alle diete classiche,
legata al consumo a volontà, dovrebbe incoraggiare a proporre
attivamente questo modello alimentare, a partire dai circa 70 pazienti
diabetici, in gran parte sovrappeso e obesi, che un medico di medicina
generale ha ogni mille assistiti". Accanto alla dieta vegana resta
l'intramontabile dieta mediterranea che prevede un'alimentazione
comunque "ricca di verdura, frutta fresca e secca oleosa, cereali
integrali, legumi e semi, olio di oliva; moderatamente ricca di pesce e
con latticini consumati soprattutto in forma di yogurt; ma povera di
carne, soprattutto rossa e trasformata, e di grassi saturi e trans
(acidi grassi industrialmente idrogenati presenti in prodotti da forno e
fritture industriali e dei fast-food); e ancora povera di zuccheri e
bevande zuccherate".
Tratto da: http://www.disinformazione.it/dieta_vegan_diabete.htm