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giovedì 15 agosto 2013

Dal riscaldamento globale alla dittatura mondialista Global warming o global freezing?

Marcello Pamio – 11 agosto 2013
Il termine Global Warming è un neologismo entrato nel vocabolario della lingua italiana, a tal punto che lo stanno insegnando nei libri di scuola fin dalle elementari.
Tutti, soprattutto i più piccoli, devono sapere che il problema più impellente al mondo è il riscaldamento.
L’immensa grancassa dei mezzi di comunicazione di media, e quindi dei poteri forti che li gestisce e controlla, sta allarmando il mondo intero del pericolo mortale del riscaldamento globale, attribuendone la causa all’uomo.
Come mai?
Il riscaldamento del clima è un fatto e nessuno lo mette in discussione - anche se poi vedremo che le cose non stanno proprio così’ - ma da questo affermare che è solamente l’attività umana la causa, ce ne passa di acqua sotto il ponte.
La storia per fortuna viene in aiuto: nella Francia del 1719, una canicola eccezionale fece morire oltre 450 mila persone.
Entro il 2070 si scioglieranno i ghiacciaiQuesto è uno dei tanti titoli pubblicati a caratteri cubitali e ripreso dai media maistream di tutto il mondo. Non abbiamo scampo, si stanno sciogliendo i ghiacciai e finiremo sommersi dalle acque o cotti dal calore del sole.
I ghiacciai alpini si stanno liquefacendo, come pure la calotta polare, si restringe la Groenlandia, i mari si alzano,  ecc.
Colpa ovviamente dell’uomo!
Le previsioni sono infauste, per non dire apocalittiche: dove fa caldo farà caldissimo, e dove fa freddo avremo una glaciazione tipo Siberia. In più spariranno molte città costiere.
Tutto questo tra il 2010 e il 2020.
Non tutti sanno però che l’ambientalismo catastrofico è mosso da interessi costituiti potentissimi e dall’ideologia della “crescita zero”, ed è teleguidato direttamente dalle fondazioni Rockefeller…
La Corrente del GolfoAd essere in questione è la Corrente del Golfo che porta l’acqua riscaldata nel Golfo del Messico verso nord, rendendo mite il clima del Nord America e dell’Europa settentrionale ed evitando che siano coperte dai ghiacci.
Quando la Corrente, che nel suo percorso da sud scorre in superficie, arriva alle estreme latitudini nord, si raffredda e diventa più densa, quindi sprofonda e nel fondo oceanico ripercorre all’inverso la sua rotta, tornando verso l’Equatore. Qui si riscalda, risale in superficie e riprende la rotta verso nord. E’ questo il motore che esenta l’Inghilterra, nonostante la sua alta latitudine dal clima che domina il Mar Baltico siberiano. Da un po’ di tempo però questo motore perde colpi. La causa: lo scioglimento dei ghiacciai dell’Artide: l’acqua dolce diluisce la salinità della corrente e ciò impedisce che nella rotta di ritorno essa sprofondi completamente.
Rallentamenti della Corrente sono avvenuti più volte in passato, assai prima dell’era industriale. L’ultima nel 1300 d.C. che determinò in Europa la “piccola era glaciale” che perdurò per due secoli.
Non solo, la corrente 8200 anni fa si fermò del tutto: l’Europa si coprì di ghiacci spessi anche 750 metri. Le isole britanniche e il Nord America erano dominate da un clima siberiano. Ci volle un migliaio di anni perché le zone tornassero abitabili.
Oggi, un rapporto del Pentagono ventila la possibilità che la corrente non solo rallenti, ma si arresti di nuovo.
Il mistero delle gocce di acquaGocce d’acqua che restano liquide a  gradi sottozero: impossibile? Dovrebbero essere cristalli di ghiaccio e invece goccioline di acqua liquida superfredda sono state trovate nelle nubi sopra il circolo polare, lo riferiva nel novembre  la U.S. National Oceanic Atmospheric Administration (NOAA). Quale tipo di inquinamento può mantenere liquida l’acqua a quelle temperature, e cosa può provare questo fatto insolito? Se una nube artica è composta da gocce liquide anziché di cristalli ghiacciati, cambia il modo in cui riflettere, assorbe e trasmette l’irraggiamento dalla superficie della terra. In pratica: gocce liquide scaldano l’atmosfera artica più che cristalli di ghiaccio. Queste nubi sembrano essere il principale dei fattori sconosciuti per comprendere il riscaldamento globale.
Riscaldamento interplanetario Nel maggio 2006 il telescopio spaziale Hubble mostrava che anche su Giove la temperatura stava salendo: di almeno 10 gradi Fahrenheit. Tritone, la maggior luna di Nettuno, sembra attraversare un periodo di riscaldamento globale almeno dal 1989. Persino sul lontanissimo Plutone, la temperatura planetaria sembra essere in aumento di 2 gradi centigradi negli ultimi 14 anni.
Quindi se di riscaldamento dobbiamo parlare, è bene estendere il globale a interplanetario. Ma se fosse così, allora l’attività umana non c’entra assolutamente nulla, visto che su Plutone non vi sono fabbriche e nemmeno automobili.
“Il Sole è al suo massimo energetico rispetto agli ultimi 60 anni e può influire sulla temperatura del pianeta”, diceva Sami Solanki, che dirigeva il centro di ricerca sul sistema solare al Max Plank Institutedi Gottinga.
Sole e raggi cosmiciUn altro fattore che conta, secondo il meteorologo e fisico Henrik Svensmark del Danish National Space Center di Copenhagen, sarebbero i raggi cosmici.
Cosa c’entra il sole con i raggi cosmici e come questi ultimi possono influenzare la temperatura sul pianeta Terra? Lo scienziato ha notato una apparente relazione da nuvolosità e quantità di raggi cosmici, ossia il numero di particelle atomiche che colpiscono la terra provenienti dagli spazi siderali. Il numero di queste particelle variano in proporzione con l’attività della nostra stella.
Detto in altri termini: una ridotta attività solare comporta una maggiore irradiazione di raggi cosmici. Più raggi significano più nuvole in cielo, e più nubi maggior irraggiamento solare che viene riflesso nello spazio. Risultato: raffreddamento della Terra coperta dalle nubi. Esattamente quello che è avvenuto per ben 2 secoli a cavallo del 1400-1500 d.C. definita “piccola glaciazione”.
In questo periodo il sole sarebbe molto attivo e questa sua maggior energia è in grado di spazzare via i raggi cosmici con più intensità. Risultato: minor nuvolosità, giornate più serene e aumento del caldo.
Riscaldamento degli oceaniOggi ci troviamo nella coda d’uscita dell’ultima era glaciale. L’acqua copre oltre il 70% della superficie del pianeta. E negli oceani, intrappolato in forma di carbonati, giace una quantità di COalmeno cento volte superiore a quello atmosferico. Gli oceani lentamente che si riscaldano, emettono gas carbonico.
Sarebbe il riscaldamento degli oceani che provoca l’aumento della COe non il contrario. Si confonde la causa con l’effetto.
L’attività vulcanica e gli immensi sommovimenti che avvengono a centinaia di chilometri sotto i nostri piedi non hanno - dicono gli scienziati - alcuna responsabilità nel riscaldamento globale. Sono le scoregge dei bovini che liberano nell’aria metano, le ciminiere e le automobili.
Decine di vulcani subacquei vomitano continuamente magma incandescente e lava alla velocità di 500 metri al secondo, ma questo non ha alcun effetto sul clima.
Solamente sotto l’artico (Polo nord) vi è un colossale fornello di vulcani sempre acceso la cui energia è infinitamente più potente di tutta l’industria umana del XXI secolo.
Gli scienziati embeddedCirca 2500 scienziati sotto egida ONU hanno giurato che la causa del riscaldamento globale è l’uomo e solo esso.
Dall’altra parte oltre 31 mila scienziati, ancora liberi di pensare, tra cui fisici, climatologi, meteorologi, oceanografi ed ecologisti hanno firmato una petizione (Global Warming Petition Project) in cui prendono pubblicamente le distanze dalla teoria del Global warming come originato dall’industria umana: “non ci sono prove convincenti”.
La Terra infatti, si riscalda e si raffredda continuamente.
Contrordine scienziatiSe da una parte del mondo, nel nord, effettivamente i ghiacci si stanno sciogliendo, e questo è sempre successo nella storia del pianeta, e continuerà anche quando l’uomo sarà estinto, dall’altra parte del mondo, i ghiacci stanno avanzando.
La calotta di ghiaccio dell’Antartide, diventa ogni giorno più spessa. Da 11 anni non fa che crescere. Le nevicate in queste zone aggiungono ogni anno 45 miliardi di tonnellate di acqua, rendendo ogni anno più spesso il ghiacciaio di 1,8 centimetri.
L’acqua che si immobilizza sotto forma di ghiaccio in questa parte estrema del globo è praticamente uguale a quella che va sciogliendosi in Groenlandia.
Paradossalmente se prendiamo come punto di partenza l’anno 1998, c’è stato un raffreddamento della Terra, mentre prendendo come punto di partenza il 2002, il clima è in un plateau, cioè la temperatura è rimasta pressoché piatta, e questo nonostante i livelli di CO2 siano continuamente cresciuti. Quindi l’anidride carbonica non è direttamente proporzionale al riscaldamento.
Circa 630 milioni di anni fa l’atmosfera era satura di gas-serra eppure coincise con prolungati periodi glaciali. Come la mettiamo?
Lo stesso ente ufficiale che partecipa al terrorismo climatico, I.P.C.C. Intergovernmental Panel on Climate Change (premio nobel per la pace con il massone Al Gore) ha dovuto ammettere che negli ultimi 8 anni la temperatura è rimasta stabile.
Nonostante questo, l’ottobre 2008 secondo il Goddard Institute for Space Studies (GISS), una costola della NASA, è stato il più caldo della storia.
All’opposto, il National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) americano elencava nello stesso mese ben 63 nevicate locali e lo posizionava al 70° posto come tepore, fra gli ultimi 114 ottobre misurati. Chi ha ragione e chi dice il falso?
La risposta è abbastanza semplice sapendo che nel 2008 la Cina passava l’inverno più rigido del secolo e a Baghdad si è vista cadere la prima neve della sua storia.
Quindi i profeti del riscaldamento, venduto ai poteri forti, taroccano i dati per far credere al mondo che le temperature stanno salendo pericolosamente e che per questo bisogna intervenire.
La conferma è avvenuta nel novembre 2009 con lo scandalo Climategate degli scienziati ed accademici che ammettevano, tra di loro, di falsare i dati per confermare la teoria del riscaldamento globale. Dai server della Climatic Research Unit (CRU) della East Anglia University, la centrale scientifica principale dell’ideologia del global warming, vennero infatti rubate 160 Mb di e-mail e pubblicate in Rete. I media ovviamente ne hanno parlato pochissimo.
Da Gaia alla dittatura malthusiana
“Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, giungemmo all’idea che l’inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, la mancanza di acqua, la carestia e cose del genere fossero adatte”
Queste interessanti e chiarissime parole sono tratte da una pubblicazione del Club di Roma, un think tank globalista e tecnocratico che nel 1972 con i soldi della fondazione Agnelli e il mandato dell’Onu pubblicò l’apocalittico libro “I limiti dello sviluppo”.
L’ambientalismo catastrofico resta la maschera, cioè il mezzo migliore per imporre una pianificazione centralizzata dell’economia a livello planetario.
Con la scusa del riscaldamento, della riduzione delle emissioni, del pericolo della fine del mondo, la finanza pretende che gli Stati intervengano nell’economia, ma nella direzione voluta dal capitalismo terminale: imponendo un Nuovo Ordine internazionale.
Un deliberato progetto (mathusiano) di drastica e permanente riduzione dell’attività produttiva globale, attuata e sorvegliata da un unico ente globale dotato di tutti i mezzi di controllo e ovviamente non votato da nessuno.
"Io ritengo che il cambiamento climatico sia una situazione grave come una guerra. Può essere necessario mettere la democrazia in sospeso per un po'. Dobbiamo avere poche persone dotate di autorità a comandare".
Ad esprimere queste parole è stato James Ephraim Lovelock, chimico-futurologo, ex collaboratore della NASA e artefice della Teoria di Gaia. L'inventore del buco dell'ozono causato, secondo lui dal C.F.C., il gas contenuto nei frigoriferi e bombolette spray (il cui brevetto della Dupont scadeva, guarda caso, proprio quando venne scoperto il buco. Queste sono le coincidenze della vita).
Lovelock è profondamente inserito nelle centrali di potere dell'Impero britannico.
Eccolo qua, il vero motivo del global warming: instaurare un governo mondiale, una vera e propria dittatura malthusiana.
Non a caso il futurologo è membro del The Optimum Population Trust, un think tank che promuove la riduzione della popolazione umana del mondo. Stiamo parlando di denatalità, di decrescita umana.
Lovelock lavora in stretto accordo con John P. Holdren, un fisico aeronautico diventato un fondamentalista della denatalità che oggi è consigliere del presidente Obama per la scienza e la tecnologia. Questo personaggi nel 1973 dichiarò che “la popolazione degli USA, 210 milioni,  eccessiva, e che i 280 milioni del 2040 saranno intollerabili”. Egli caldeggia candidamente la sterilizzazione forzata delle donne che abbiamo messo al mondo un figlio o due.
Questi purtroppo non sono degli innocui e isolati pazzi, ma rappresentano le idee che vengono promosse ogni giorno dagli organi del governo britannico, statunitense e dell’ONU per la pianificazione familiare.