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lunedì 5 giugno 2023

LA SCOPERTA DELL'ANIMA

Vari tipi di ego, desiderio ed identificazione nei vari percorsi, la scoperta dell’anima Inizialmente per buona parte della nostra vita impieghiamo le nostre energie per creare un’immagine di noi che rispetti una certa idea inculcata dalla famiglia e dalla società di cosa è bene o male, con la speranza di poter arrivare alla felicità quando saremo abbastanza bravi nel raggiungere tutto ciò che vogliamo dal mondo. Con il tempo, realizzando le varie aspirazioni che ci eravamo imposti, il desiderio di ottenere la felicità inizia a diminuire, ci accorgiamo che le cose del mondo non ci soddisfano più. È in quel momento che spesso si va alla ricerca della stessa felicità nel mondo spirituale. Si segue nuovamente un'autorità che crea dei nuovi ideali di bene di male e si cerca ancora una volta di cambiare se stessi per rispettare i nuovi valori. Tuttavia in entrambi i casi siamo reprimendo la nostra vera natura, la nostra essenza, ciò che davvero sentiamo, pur di sentirci accettati, giusti, amabili, e forse un giorno anche felici. Se nel primo caso stiamo creando ed accrescendo il nostro ego, l'immagine che mettiamo in piedi nel mondo terreno per soddisfare i nostri bisogni, nel secondo caso si va invece a strutturare un ego spirituale, ossia cerchiamo semplicemente di soddisfare lo stesso bisogno di felicità cercando non più gioie terrene, ma gioie spirituali. Il concetto di fondo non cambia però, la repressione del nostro essere e quindi del sentire non cambia, le ferite che generano i nostri bisogni non sono cambiate di una virgola, il nostro rapporto con noi stessi e quindi con il mondo in ultima analisi è rimasto lo stesso. Ad un certo punto però anche il desiderio di raggiungere la felicità, la saggezza o la perfezione attraverso degli insegnamenti spirituali svanisce. Ci si rende conto che era illusorio proprio come cercare la felicità nell'amore, nei soldi, nella fama o nel potere. Cambiavano gli oggetti che stavamo cercando, ma non l'insoddisfazione e la ferita che genera la ricerca. Allora, a quel punto, c'è un'unica strada da percorrere, ed è la strada che porta all'interno di sé, verso il proprio cuore, il proprio sentire riguardo cosa è giusto o sbagliato, le proprie qualità, il proprio maschile ed il proprio femminile, la propria essenza, la propria missione… Si comprende infine che la spiritualità non serve a creare discepoli tutti uguali, repressi ed efficienti, proprio come fa la società. Bensì mira a fare emergere ciò che davvero portiamo sempre dentro di noi e che è sempre stato nascosto dall'incessante ricerca della felicità: l'individualità di ognuno, la sua anima, il suo nucleo caratteristico, l’unica vera fonte della Gioia. Più importante di tutto, non giudichiamoci per qualsiasi sia la nostra fase di vita, ogni processo è indispensabile e sacro. L’identificazione ad una tradizione spirituale mi ha permesso di arrivare proprio qui e ora, dove sono adesso. È la mia migliore amica, nonostante adesso non mi serva più e può cedere il posto all’appartenenza incondizionata, è una questione naturale come un seme che cresce, molliamo le pretese di forzare i tempi della natura e di fuggire da ciò che dobbiamo vivere ora, tutto accadrà al momento opportuno, se deve accadere. Nella luce. Nicolò Cefalo