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giovedì 8 settembre 2011

Una forte tempesta solare rappresenta un rischio per le centrali nucleari

Centrali nucleari, una tempesta solare è una minaccia più grave di un terremoto.

In effetti è vero, bastava pensarci: e in questi giorni qualcuno l’ha fatto. Sta rimbalzando in rete una constatazione: per le centrali nucleari, una tempesta solare molto forte rappresenta una minaccia più concreta rispetto a un terremoto come quello che ha innescato la catastrofe di Fukushima.

Solo che il rischio dei terremoti viene preso in considerazione quando si progetta una centrale nucleare, anche se non è detto che basti: Fukushima docet, appunto. Mentre nessuno finora ha pensato a mettere in sicurezza le centrali nucleari rispetto alle conseguenze delle tempeste solari extrastrong, come quelle ritenute possibili nei prossimi anni.

Quale è il pericolo? Una super tempesta solare manderebbe in tilt per giorni le reti elettriche in una parte più o meno ampia del mondo. Ma le centrali nucleari hanno assoluto bisogno di avere sempre un allacciamento alla rete elettrica, per mantenere in funzione l’impianto di raffreddamento. Altrimenti succede quel che sta accadendo a Fukushima.

Circostanziamo. Qui si parla di una tempesta solare davvero super, con effetti persistenti. Come quella del 1859: non c’erano reti elettriche, allora, ma c’era il telegrafo, che rimase muto per due giorni. O come quella del 1921, quando i cortocircuiti misero fuori uso linee elettriche e telefoniche sulle due sponde dell’Atlantico.

Eventi molto rari, ma comunque possibili in corrispondenza dei periodici massimi dell’attività solare. Il prossimo massimo solare è atteso verso il 2012-13. Ha fatto il giro del mondo, qualche tempo fa, lo studio commissionato dalla Nasa alla National Academy of Sciences sugli effetti di una maxitempesta solare.

In sè e per sè, le conseguenze di una tempesta solare sulla Terra sarebbero trascurabili: l’atmosfera ci protegge, tutt’al più vedremmo l’aurora boreale a latitudini inconsuete. Però in seguito alle grandi quantità di energia e di radiazioni provenienti dal Sole l’aria sarebbe – per così dire – carica di elettricità. Questo manderebbe fuori uso la rete elettrica e tutte le infrastrutture che da essa dipendono: un problema che nel 1859 non si poneva, e che nel 1921 non era poi così grave.

Lo studio di Nasa e National Academy of Sciences ha dipinto un quadro da catastrofe: i black out conseguenti ad una fortissima tempesta solare, adesso, paralizzerebbero le attività umane e causerebbero danni per trilioni di dollari; per rimettere pienamente in funzione le reti elettriche potrebbero essere necessari addirittura degli anni.

Tuttavia lo studio non si è soffermato sull’aspetto relativo alle centrali nucleari e alla loro necessità di avere sempre – anche quando sono spente -un impianto di raffreddamento funzionante: cosa che implica la disponibilità di energia elettrica.

Il gran parlare di questo problema che ora si fa in rete discende da un articolo uscito circa un mese fa su OpEdNews: sottolineava l’importanza di colmare la lacuna della sicurezza mondiale attraverso investimenti per attrezzare le centrali con sistemi d’emergenza più solidi rispetto agli attuali generatori diesel, che sono in grado di assicurare solo alcune ore di autonomia.

Gli investimenti, diceva l’articolo, contribuirebbero a rimettere in moto l’economia e a creare lavoro. Io, in nome dell’ambiente e della salute, preferirei invece che le centrali nucleari non ci fossero e basta, e che gli investimenti venissero piuttosto indirizzati verso le energie rinnovabili: ma è un altro discorso.

Sempre OpEdNews ha osservato che una centrale nucleare in funzione per 40 anni ha il 33% di probabilità di subire un black out connesso con una tempesta solare: e dunque si tratta di un rischio più serio di quello connesso a terremoti e tsunami



Tratto da: http://www.forum-meteogelo.com/showthread.php?t=2098

Raggi cosmici e scie chimiche


I raggi cosmici sono particelle provenienti dallo spazio, quasi tutte dotate di carica elettrica, che colpiscono l’atmosfera ad alte energie (fino a 10-20 elettronvolts per particella). Questa energia è molto superiore a quella ottenuta negli acceleratori di particelle sulla Terra. I raggi cosmici di minore energia hanno origine nel sole, quelli con energie comprese tra 10-9 e 10-19 eV provengono dalle sorgenti della nostra galassia, come le supernove, mentre le particelle dalle energie più alte sono emesse probabilmente da oggetti esterni alla Via Lattea.

La loro esistenza fu osservata per la prima volta all'inizio del sec. XX, quando si rilevò che elettroscopi carichi e perfettamente isolati, a poco a poco, perdevano la loro carica e che la velocità con cui si verificava il fenomeno dipendeva dall'altitudine a cui si operava. La causa di ciò venne attribuita ad una radiazione proveniente dallo spazio extraterrestre. Esperimenti successivi, come quelli di R.A. Millikan (1925) e di J. Clay (1927) mostrarono l'alto potere penetrante e la natura corpuscolare di queste radiazioni. Negli ultimi decenni del sec. XX si sono eseguite osservazioni e misurazioni molto precise grazie allo sviluppo di tecnologie che permettono l'osservazione delle radiazioni negli strati superiori dell'atmosfera. Di là dall'atmosfera i raggi cosmici consistono principalmente di protoni di grande energia, ma in tale radiazione, detta radiazione primaria, sono presenti anche nuclei di elio e di elementi più pesanti. Gli elementi chimici che costituiscono i raggi cosmici sono praticamente tutti quelli del sistema periodico, dall'idrogeno fino all'uranio.

Giungendo sulla Terra, queste particelle colpiscono e frantumano i nuclei degli elementi che formano l'atmosfera, in modo da trasformare i frammenti in altrettanti proiettili energetici. Si origina così un processo a cascata con la formazione di sciami di centinaia di particelle proiettate e costituenti la radiazione secondaria. Studiando l'assorbimento in piombo della radiazione secondaria a livello del mare, si è scoperta l'esistenza di due componenti: l'una, detta componente molle, è capace di attraversare solo pochi centimetri di piombo ed è formata principalmente da elettroni positivi e negativi e da raggi gamma; l'altra, denominata componente dura, attraversa spessori di piombo maggiori di un metro ed è costituita in gran parte di particelle μ, o muoni.

Prima di colpire l'atmosfera, i raggi cosmici primari subiscono l'azione del campo magnetico terrestre. Questo tende a deflettere le traiettorie delle particelle cariche in arrivo e, secondo la loro energia, le può anche respingere nello spazio. A causa dell'andamento delle linee di forza del campo magnetico terrestre, la radiazione cosmica che raggiunge la nostra atmosfera è più intensa ai poli che all'equatore (effetto di latitudine). L'intensità dei raggi cosmici varia anche con l'altitudine sul livello del mare e con la longitudine (effetto Est-Ovest).

I raggi cosmici sono pure fortunatamente intercettati dall’atmosfera del nostro pianeta. Ci ricorda Alessandro Golkar che: “Essi rappresentano un pericolo letale per gli astronauti. [...] Si è, infatti, dimostrato scientificamente che i raggi cosmici deteriorano il D.N.A. Addirittura, ogni anno trascorso nello spazio danneggia un terzo del D.N.A. dell'organismo umano. Infatti sulla Terra siamo protetti dai raggi cosmici grazie all'atmosfera. Per i cosmonauti nello spazio, però, non c'è l'atmosfera a proteggerli dalle radiazioni cosmiche. L'unica protezione disponibile è quella della tuta spaziale con il suo rivestimento di mylar, ma è una difesa limitata e certamente non adatta a consentire lunghi viaggi interplanetari”. Anche l'equipaggio ed i passeggeri dei velivoli commerciali che percorrono corridoi d'alta quota, sono esposti ai raggi cosmici con conseguenti danni alla salute.

Un’atmosfera ricca di vapore acqueo e quindi di nuvole ripara dagli effetti deleteri dei raggi cosmici, preservando il D.N.A. a tal punto che alcuni autori attribuiscono la maggiore durata della vita media in tempi antichi, proprio alla maggiore densità dell’atmosfera, ad una copertura nuvolosa più spessa e consistente.

E’ quindi chiaro per quale motivo, sia con la diffusione di composti igroscopici sia con i satelliti geostazionari, che possono irradiare campi elettromagnetici, le formazioni nuvolose  vengono costantemente dissolte. Gli esseri viventi perdono in questo modo quasi del tutto la loro protezione dalle radiazioni nocive, le cui ripercussioni si sommano a quelle delle altre energie ionizzanti e non ionizzanti perniciose per il D.N.A.

L’affievolimento del campo magnetico terrestre (fenomeno che data dal I sec. d.C.) si abbina ad una preoccupante rarefazione del manto nuvoloso naturale, un diradamento da ascrivere a pesanti e diuturne manipolazioni.

Di recente alcuni scienziati danesi hanno pubblicato uno studio in cui si correlano i raggi cosmici alla generazione delle nubi. Secondo i ricercatori dell’Università di Aarhus, le particelle cosmiche contribuiscono ad aumentare i nuclei di condensazione delle nuvole. Il tutto è correlato all’attività solare: quanto più l’attività elio-magnetica si intensifica, tanto più i corpuscoli cosmici sono deviati, quindi in minor numero raggiungono l’atmosfera terrestre, con inferiore formazione di aerosol (soprattutto biossido di zolfo e vapore acqueo).

Che esista un’interazione tra raggi cosmici e clima è indubbio, ma la geniale scoperta degli accademici danesi ha tutta l’aria di essere un espediente per giustificare la distruzione delle nuvole, attribuita all’attuale intenso periodo di attività solare. Siamo seri: ammesso e non concesso che le conclusioni dei Danesi siano corrette, essi vedono il filo d’erba e non la foresta. Il calore della nostra stella non dovrebbe favorire, come è sempre accaduto, i noti fenomeni dell’evaporazione e della traspirazione? Allora perché non si vede lo straccio di una nuvola, neppure sul mare, in concomitanza con le operazioni chimiche ed elettromagnetiche, mentre si possono osservare enormi e bellissimi cumuli da bel tempo persino sui deserti, se e laddove gli aerei chimici non intervengono? Perché l’umidità relativa precipita, con l’uso dei riscaldatori atmosferici e con la dispersione di composti che prosciugano l’aria? El Husseini docet: né il Sole né i raggi cosmici c’entrano un fico secco!

In tutta evidenza, la ricerca dei Danesi, condotta per lo più con acceleratori di particelle, è una colossale montatura, atta semmai a spiegare la perenne presenza di strati artificiali, spacciati con infinita improntitudine per nembi. Purtroppo, visto che giustamente le ipotesi dei Danesi escludono la correlazione tra riscaldamento globale ed emissioni di CO2, qualcuno rischia di prenderle per oro colato.

Si è riportato che il responsabile dell’équipe danese sarebbe stato boicottato per dieci anni a causa delle sue rivoluzionarie idee: così sedicenti giornalisti lo avrebbero seguito per documentare la sua odissea. Peccato che il genio, in un decennio, non invecchi neanche un po’: avrà assunto l’elisir di eterna giovinezza?

Tuttavia non è che gli acceleratori sopra citati non siano utili: bisognerebbe collocare al loro interno tutti gli pseudo-esperti che si ostinano a considerare le quisquilie, senza scorgere la gigantesca trave, per vederli una buona volta polverizzati. 

Tratto da: http://www.tankerenemy.com/2011/09/raggi-cosmici-e-scie-chimiche.html

Kaoru Nakamuro, principessa del Giappone, choc: “Il sisma dell’11 marzo è stato provocato”

“Il terremoto dell’11 marzo in Giappone? L’impressione è che sia stato provocato artificialmente. La posizione del Giappone sulla Libia? E’ condizionata dagli Usa, ma spero si mantenga neutrale”. Sono le dichiarazioni forti della principessa Kaoru Nakamaru, nipote dell’imperatore del Giappone Meiji, rilasciate dagli studi di Radio Manà Manà All News 24.


Una donna di carattere e schietta, così si è presentata la principessa del Giappone, Kaoru Nakamaru, a Radio Manà Manà All News 24. Una donna molto apprezzata per la grande cultura e preparazione politica, che non a caso è stata definita dal Washington Post “rara nel mondo” e “con una spiccata sensibilità internazionale”. Il curriculum della principessa è molto nutrito: è specializzata in politica internazionale e dal 1970, come giornalista, ha intervistato re e presidenti, primi ministri e uomini d’affari provenienti da molti paesi, ha partecipato a conferenze, scritto numerosi libri ed è apparsa in televisione come commentatrice internazionale per gli affari politici. Nel 1973, è stata acclamata dalla rivista Usa, Newsweek, come “l’intervistatrice numero Uno del mondo”.
Kaoru Nakamuro a Manà All News 24 si è soffermata sulla crisi libica.“Su quello che sta succedendo recentemente in Libia – ha dichiarato -, sento che c’è anche qualche altra cosa che non viene detta. A 28 anni Gheddafi aveva preso il potere, aveva annullato la base degli Usa e aveva nazionalizzato il petrolio, già da allora negli Usa era in programma l’invasione in Libia”. Riguardo alla posizione del suo Paese nei confronti della nuova parte al potere in Libia, il Comitato Nazionale di Transizione, ha spiegato: “Non ho ancora avuto notizia sulla posizione del Giappone nei confronti del CNT, so che è condizionata dalla posizione degli Stati Uniti. Spero si mantenga neutrale”.
La principessa ha espresso poi una considerazione choc sul terremoto che ha sconvolto il Giappone l’11 marzo scorso: secondo Kaoru Nakamaru, il terribile sisma con conseguente tsunami non è stato un evento naturale, ma in un certo qual modo ‘provocato’: “Ci sono state delle anomalie sulle modalità del sisma che ha colpito il nostro paese – ha osservato -. E’ possibile che le conseguenze non siano arrivate anche nei paesi limitrofi? L’impressione è che sia stato provocato artificialmente”.
Infine la principessa ha espresso la sua posizione riguardo al ricorso all’energia nucleare, che boccia senza appello: “Nel 2012, secondo il calendario maya, il mondo subirà delle importanti conseguenze – ha dichiarato -. Ci potrà essere un black out del sole. Ciò comporterà la totale assenza di energia. In questo scenario apocalittico le centrali nucleari devono essere fermate o abolite”.
Redazione Le Novae/zc-pa

FONTE: http://www.lenovae.it/la-principessa-kaoru-del-giappone-non-ha-dubbi-il-sisma-dell11-marzo-e-stato-provocato/