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domenica 21 ottobre 2012

Il caleidoscopio della follia



Quando la pazzia è tutta concentrata in un solo individuo, in un singolo gesto, o in un'unica situazione, la vedi subito. Si distacca da tutto il resto, come l'unica macchia nera sulla schiena di un cavallo completamente bianco.

Quando invece la follia è frammentata in mille coriandoli infinitesimali, e questi coriandoli sono cosparsi un po' dappertutto, diventa molto più difficile riconoscerla, perché si confonde con il resto dell'ambiente. Quello che hai davanti non è più un cavallo pezzato, ma una pelle di leopardo.

Questa è la sensazione che può capitare di provare leggendo in modo frammentario le notizie dal mondo, senza seguire un criterio preciso.

Può capitare, ad esempio, di leggere questo titolo: "Passeggeri ed equipaggio dell'Air Canada alla ricerca dello yacht perduto". L'articolo parla di un volo dell'Air Canada che stava viaggiando da Vancouver a Sydney, al quale è stato chiesto di scendere di quota per cercare un navigatore solitario che si era perso in mare aperto. Il capitano ha chiesto ai passeggeri di armarsi di binocolo - racconta l'articolo - e di aiutarlo a cercare guardando dai finestrini. Dopodiché l'aereo è sceso a 1500 metri di quota, individuando lo yacht alla deriva. "Che bello" dici, "davvero una bella avventura per questi passeggeri. Chissà come si sentono bene, dopo aver contribuito a salvare la vita di questo povero naufrago".

Poi ascolti l'intervista del capitano dell'aereo, e scopri che "quasi immediatamente, appena ci siamo avvicinati alla zona indicata, il primo ufficiale ha detto 'credo di vedere lo yacht'. Si trovava quasi esattamente dove ci avevano detto che doveva trovarsi". Risulta infatti che il navigatore avesse attivato il segnale di S.O.S. inserito nel suo localizzatore GPS. [...]

La guardia costiera ha quindi passato le coordinate al volo Air Canada, e questo sì è abbassato di quota, confermando la posizione dello yacht in difficoltà.

La vera notizia quindi non era "i passeggeri aiutano a ritrovare il marinaio sperduto" ma casomai "il GPS dello yacht funzionava a dovere". Bastava quindi mandare una nave in quel punto esatto - come poi è stato fatto - per recuperarlo. Oggi non ci sono più i "naufraghi" di una volta.

Salti pagina, e ti ritrovi la notizia che dice "l'Unione Europea vince il premio Nobel per la pace". Ti dici "no, non è possibile. Questa è troppo grossa come cazzata. La lascio da parte e torno a leggerla dopo, altrimenti qui mi parte un quarto d'ora secco soltanto per capire".

Nel frattempo attrae la tua attenzione il titolo "Sventato dall'FBI un attentato terroristico alla Federal Reserve".

"Cavoli - dici - questa è grossa. Chissà cosa c'è sotto?" Subito la mente corre avanti e pensi "saranno stati forse i cinesi, che vogliono mandare un messaggio trasversale al governo americano? Oppure saranno quelli di Occupy Wall Street, che magari hanno deciso di saltare la staccionata e passare alla guerriglia attiva?"

Poi però leggi un paio di paragrafi, e subito ti cascano le braccia. Scopri infatti che l'attentatore era il solito poveraccio qualunque - con il solito nome islamico, ovviamente - che è stato adescato dall'FBI e convinto dai federali a fare un "attentato clamoroso" contro la FED. Dopo avergli scambiato la bomba vera con una falsa, gli stessi federali lo hanno arrestato, prendendosi l'applauso dei cittadini e la solita promozione con medaglia per tutti i personaggi interessati. Naturalmente, prima di finire in galera il poveraccio ha sostenuto di "essere collegato ad Al Quaida".

Mentre sei lì che ti domandi "chissà perchè nell'attentato al World Trade Center del '93 - che era scaturito da una situazione analoga - si sono invece dimenticati di sostituire la bomba vera con una falsa?", torna a fare capolino la notizia che l'Unione Europea ha vinto il Nobel per la Pace.

Nuovamente ti dici "no, non è possibile, questa casomai la leggo dopo", e intanto ti accorgi di una notizia legata alla precedente: "Yemen: attacco al Qaida a base, morti" (in realtà quando c'è di mezzo al Qaida ormai tutto è collegato a tutto, su questo non ci piove). Questa notizia però ha qualcosa di più delle altre, visto che per portare a termine l'attentato, costato 24 vittime - "i ribelli si sono travestiti da militari e hanno eluso i controlli." Ma come sarebbe, "si sono travestiti da militari"? Volete dirmi che basta mettersi una tuta mimetica e nessuno ti chiede più nemmeno come ti chiami?

E' chiaro che le cose non possano essere andate così, ma è altrettanto chiaro, a questo punto, che nessun giornalista si preoccuperà mai di ripristinare un pò di buon senso nel riportare le notizie. Poniti almeno la domanda, perdìo! Non dico di darmi la risposta, ma almeno il dubbio fattelo venire, no?

A proposito di buon senso, alla fine mi decido di andare a vedere la storia del premio Nobel, perchè a questo punto mi ha incuriosito.

La notizia era vera. L'Unione Europea ha realmente vinto il Nobel per la pace, e queste sono le motivazioni: "Il Comitato ha deciso di assegnare il premio Nobel per la pace 2012 all'Unione Europea. L'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa. Durante gli anni della guerra, il comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il riconoscimento a persone che hanno lavorato per la riconciliazione tra Germania e Francia. Dal 1945, la riconciliazione e' divenuta realta'."

A dir la verità, nel '45 la Germania ha perso la guerra, la sua economia è stata azzerata, la nazione è stata spaccata in due, e la loro capitale è stata divisa in 4 settori comandati da stranieri. Poi, per assicurarsi una "riconciliazione" ancora più rapida, gli hanno pure tirato su un muro in mezzo alla città, rendendo un milione di berlinesi letteralmente prigionieri in casa propria.

Va bene, ora sappiamo che tutto questo si chiama "riconciliazione", e non più "sottomissione". Tanto ormai le parole sono diventate come un elastico: le puoi tirare, strizzare, allungare e accorciare a piacimento, e non si rompono mai.

"La sofferenza terribile patita durante la Seconda Guerra mondiale - continua la motivazione - ha dimostrato la necessita' di una nuova Europa. In 70 anni Germania e Francia hanno combattuto tre guerre."

La terza mi deve essere sfuggita. Forse si riferiscono alla guerra Franco-Prussiana, combattuta 140 anni fa. (Perchè non metterci dentro anche la Guerra dei Trent'Anni, a questo punto? Così fanno più bella figura. Pensate: "Dopo quattro secoli di botte, Francia e Germania fanno la pace!").

"Oggi un conflitto tra Berlino e Parigi e' impensabile. Cio' dimostra come, attraverso sforzi ben mirati e la costruzione di una fiducia reciproca, nemici storici possano divenire partner."

Praticamente, ci sarebbero volute tre guerre per far capire a due nazioni di teste di cazzo che conviene giocare nella stessa squadra - quella dei banchieri di Bruxelles - a spese dei paesi più deboli, come Grecia Spagna o Portogallo, piuttosto che picchiarsi di santa ragione dal mattino alla sera?

"Le divisioni tra Est e Ovest sono in gran parte terminate, la democrazia e' stata rafforzata, molti conflitti su base etnica sono stati risolti".

Certo, come no? Le divisioni fra Est e Ovest sono state rimpiazzate da quelle fra paesi debitori e paesi strozzini. La democrazia è stata talmente rafforzata che noi ci ritroviamo un presidente del consiglio imposto da Bruxelles, che nessuno ha mai votato. E i conflitti su base etnica "sono stati risolti" solo nel senso che ormai i serbi non possono nemmeno più aprire bocca, perchè sono stati praticamente cancellati dalla mappa dei popoli che contano qualcosa in Europa.

Così sono capace anch'io a "risolvere" i conflitti su base etnica.

"L'ammissione della Croazia, il prossimo anno, l'apertura di negoziati con il Montenegro, e il riconoscimento dello status di candidato, sono passi per rafforzare il processo di riconciliazione nei Balcani."

Nuovamente, sostituisci "riconciliazione" con "sottomissione", e vedrai che i conti tornano. A Croazia e Montenegro è stato semplicemente riconosciuto che sono quasi pronti ad essere cucinati in salmì, con la ben nota ricetta dell'Euro moneta unica. (D'altronde, mica abbiamo fatto la Guerra nei Balcani per divertimento: in qualche modo il nostro investimento deve pur iniziare a fruttare, prima o poi).

"Il Comitato per il Nobel vuole concentrarsi su quello che considera il piu' importante risultato dell'Ue: l'impegno coronato da successo per la pace, la riconciliazione e per la democrazia e i diritti umani."

Ma quelle che hanno fatto la guerra nei Balcani insieme agli americani non erano nazioni europee? Gli aerei che andavano a sganciare uranio impoverito sui bambini jugoslavi non partivano dall'Italia? Quelle che hanno combattuto in Iraq accanto agli americani non erano nazioni europee? Quelle che ancora oggi combattono in Afghanistan non sono nazioni europee? Quelle che hanno bombardato la Libia l'anno scorso non erano nazioni europee?

"Il ruolo di stabilità giocato dall'Unione ha aiutato a trasformare la gran parte d'Europa da un continente di guerra a un continente di pace."

Certo, la guerra l'abbiamo spostata altrove. Ci credo che oggi Parigi e Berlino non si fanno più la guerra: fra loro ormai non c'è più niente da rubare. Ognuno ha quello che ha, e se lo tiene. Il bottino oggi si trova nel Terzo Mondo, ed è lì che andiamo a fare la guerra - tutti insieme appassionatamente.

"Il lavoro dell'Ue rappresenta la "fraternita' tra le Nazioni", e costituisce una forma di "congressi di pace" ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace".

Ma se quello era il criterio a cui si riferiva Alfred Nobel, perchè l'anno scorso il premio lo hanno dato a Obama? Almeno una frase sensata - non dico dieci, ma una - non potevano metterla, nella motivazione del Premio Nobel?

Massimo Mazzucco

Fonte:  http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4108