Nell’intervista
che andrà in onda su Italia1 l’8 agosto il prof. Eamonn Ansbro spiega
l’individuazione di rotte spaziali in cui si muovono gli ufo.
“Abbiamo scoperto che gli Ufo compiono delle orbite determinate attorno
alla Terra. Possiamo dimostrare che ciò avviene veramente, indicando
in quale luogo preciso, in quale momento preciso, con un margine
d’errore di 20 minuti. Sono anni che ci lavoriamo.” È sorridente e
rilassato, Eamonn Ansbro, mentre mi racconta non solo di essere sicuro dell’esistenza dei dischi volanti, ma di sapere anche prevederne l’arrivo. Un professore che parla così? Incredibile, ma vero.
Due
lauree, un PhD in astronomia- specializzazione sul sistema solare- il
direttore del Kingsland Observatory da molti anni è mente e braccio
di un progetto che ha denominato SETV, dove la V sta per “visitation”: dunque non una ricerca di segnali di vita extraterrestre intelligente, ma di visite. Perchè gli E.T sono proprio qui, vicino a noi, appena oltre l’atmosfera del nostro pianeta. E sì, ci stanno visitando.
Irlandese,
membro della Royal Astronomical Society, il professor Ansbro è stato
ospite del convegno del Cun che si è tenuto a San Marino. È qui che
l’ho incontrato per discutere con lui di questi studi rivoluzionari che
di certo non lo hanno reso molto gradito al mondo accademico. Quasi
tutti i suoi colleghi, infatti, sono ancora persuasi che gli Ufo- nella
migliore delle ipotesi- siano solo un travisamento di fenomeni naturali. Nella peggiore, invece, sono pure invenzioni. Quando gliel’ho fatto notare, però, non si è scomposto.
“Sfortunamente gli scienziati non hanno mai indagato adeguatamente in questo campo. Dopo 20 anni di ricerche, invece, io posso dire di aver scoperto un aspetto degli Ufo che mostra un evidente contenuto intelligente“,
mi risponde. No, per Ansbro gli Ufo non sono errori o fantasie:
questi oggetti misteriosi che solcano i cieli di tutto il mondo sono
invece maledettamente concreti, reali, extra-umani e molto affascinanti.
Nell’intervista , che andrà in onda il prossimo 8 agosto in seconda serata su Italia 1, il professore ha spiegato il primo risultato dei suoi studi, ovvero l’individuazione di vere e proprie rotte lungo
le quali questi mezzi spaziali alieni si muoverebbero. Rotte che
seguono, secondo Ansbro, un principio diverso da quello dei nostri
satelliti artificiali e che passano- udite udite- anche su alcune città italiane.
Dunque, come funziona?
“Siamo
pionieri in questo campo di ricerca. Abbiamo scoperto queste orbite
attorno alla Terra e siamo in grado di dimostrare, per la prima volta,
che gli Ufo compiono una propria opera di controllo e sorveglianza su quello che avviene sul nostro pianeta.
In un certo modo avviene come durante la missione Apollo degli anni ’60: c’èun’astronave-madre,
poco visibile o del tutto nascosta, che emette un certo numero di
oggetti volanti nella bassa atmosfera. È per questo che ogni tanto le
persone li vedono. Poi in un’altra orbita la stessa astronave oppure una
diversa recupera le sonde robotiche liberate prima. Questo è il motivo per il quale l’operazione è breve e così l’osservazione dei testimoni può durare da 1 fino ad un massimo di 30 minuti.”
Nessun dubbio allora: questi Unidentified flying objects- gli Ufo- sono dunque di origine aliena? Ne è sicuro?
“Sì, ora ne siamo praticamente sicuri.
Ci sono voluti molti anni per capirlo, abbiamo dovuto elaborare
equazioni e formule matematiche, ma ora abbiamo anche individuato il
loro metodo di comunicazione. Abbiamo recentemente scoperto
infatti che non comunicano utilizzando fonti luminose o segnali radio:
niente di tutto ciò. Utilizzano un sistema davvero incredibile perché ricorrono ai messaggi telepatici.
Al momento pensiamo che esista una tecnologia particolare all’interno
delle astronavi, non ne conosciamo la forma, stiamo provando ad
immaginarla. Alcuni piccoli gruppi di scienziati ci stanno lavorando, la gente può crederci o no.”
Insomma,
uno scenario in stile Spielberg. Facile immaginare come il resto della
comunità scientifica abbia accolto questa azzardata teoria …
< Undici anni fa abbiamo presentato la nostra ricerca al SETI, negli Stati Uniti, e abbiamo avuto molto problemi. Non perché gli scienziati non la capissero, ma perchènon potevano accettarla.
Abbiamo mostrato i dati, nei dettagli, con ben 40 dimostrazioni.
Abbiamo sfidato la comunità scientifica e alla fine, con molte
difficoltà, siamo riusciti a pubblicare le nostre ricerche. Il
Seti ha una visione molto ristretta, tutta focalizzata sui ricettori
radio di Houston. Ma lo spettro della realtà è molto più ampio! Non ci sono solo le onde radio o quelle luminose.
Loro invece pensano che una civiltà extraterrestre debba comunicare solo via radio. Non puoi pensare così, dovrebbero avere un livello evolutivo decisamente basso se comunicassero in questo modo e invece gli extraterrestri sono molto più avanti di noi. Questi esseri sono centinaia di migliaia di anni oltre,
sono molto evoluti come razza- anche se, ovviamente, la mia è
un’ipotesi. E stanno esplorando, come lo facciamo noi nel sistema
solare. Solo che loro esplorano centinaia di stelle.
Anche il concetto di viaggi interstellari è rimasto chiuso all’interno della mentalità degli anni ’60. Ci siamo fermati all’Equazione di Drake, definita nel 1961, che limita però la visione perchè è vincolata alla velocità della luce. In virtù di questa legge, gli E.T non potrebbero arrivare da noi.
Ma le più recenti ricerche degli ultimi 10 anni hanno dimostrato che è
possibile, invece: possiamo andare alla velocità della luce, grazie ai buchi neri, ai tunnel quantistici e così via. Non è sorprendente ciò che sta accadendo adesso, ma per ora riusciamo a comprenderlo poco.>
Si scalda mentre parla, il professor Ansbro: si vede che l’argomento gli sta davvero a cuore.
La telecamera che lo riprende deve seguirlo mentre si sposta da un
lato all’altro, gesticolando vistosamente con le mani. Sicuramente, le
sue parole non lasciano indifferenti. Allora cerco di andare più in
profondità: gli Alieni, secondo lui, ci guardano, meglio, ci sorvegliano.
Qual è lo scopo di questa osservazione capillare?
“Svolgono una funzione di controllo, di sorveglianza automatica in vari modi. Vogliono registrare qualsiasi cosa facciamo, come fanno gli antropologi nei confronti di una tribù indigena
mai vista prima. Li osservano da lontano, poi pian piano provano ad
avvicinarsi, ma nel contempo anche gli indigeni vedono l’antropologo ed
è possibile che dopo un po’ avvenga l’incontro, ma a tempo debito. Sta
alla nostra società fare uno sforzo genuino per incontrare gli Alieni, affinchè avvenga un contatto. Sì, penso che avverrà solo se facciamo questo sforzo Allora si faranno avanti.”
Ok, il concetto è chiaro: gli Alieni vogliono sapere tutto, ma proprio tutto di noi. Ancora, però, mi sfugge il motivo: perchè siamo così interessanti? Cos’ha il nostro pianeta o la nostra civiltà di così speciale? Una vera risposta non c’è, visto che anche il professore si difende con una frase di circostanza. <Perché no? Noi
viaggiamo, siamo una razza curiosa e loro sono curiosi riguardo a
noi.> Insisto: questa sorveglianza è una novità recente oppure c’è
stata anche nel passato? Nella storia antica gli Alieni sono già venuti a farci visita?
Con un grande sorriso l’astronomo mi risponde: < Non ne sarei affatto sorpreso se fosse già accaduto. Noi possiamo mostrare dati che risalgono al 1880. Abbiamo collezionato centinaia di rapporti di
avvistamenti Ufo, di questi ne abbiamo usati 1300 dei più credibili,
con molteplici testimoni oculari, filmati e così via. Li abbiamo usati
per tracciare le rotte e i cicli che si nascondono dietro gli
avvistamenti. Abbiamo tracciato dei veri e propri grafici temporali con il computer, esistono programmi informatici con tutte queste attività, che spiegano come ciò avvenga. L’abbiamo provato molte volte e funziona, abbiamo persino registrato un avvistamento con una tv!>
Questa è bella: come, un Ufo ripreso su appuntamento? Ansbro me lo conferma. dimostrato sulla tv nazionale: abbiamo detto ai media l’ora e il punto esatto di un passaggio e loro l’hanno registrato. Hanno ripreso un Ufo.>
Ma le mie speranze di fare il bis vanno deluse: alla mia richiesta di
indicarmi un nuovo appuntamento (per la tv italiana, stavolta…) il
professore glissa:devo fare dei calcoli…> Peccato.
Comunque, a sentire lui, i suoi studi provano senza ombra di dubbio il passaggio frequente e prevedibile di questi oggetti volanti non identificati. Dove le loro orbite si intersercano, si verifica una più alta concentrazione di avvistamenti. Ecco perchè in alcuni luoghi si vedono più Ufo che in altri: le rotte passano proprio da lì.
Succede ovunque, in tutto il mondo?
in Sud America. Noi abbiamo scoperto ben 660 orbite che tagliano l’equatore, ci sono centinaia di intersezioni.
E come funzionano? Gli scienziati spaziali pensano che si debbano
seguire delle orbite circolari intorno alla Terra, come per i nostri
satelliti artificiali. Noi, invece, pensiamo che i mezzi extraterrestri
non utilizzino le stesse traiettorie convenzionali dei satelliti. Le
loro orbite sono sincronizzate con la rotazione della Terra,
come in un reticolato… È molto intelligente, è un sistema che non ci
saremmo nemmeno mai sognati. Abbiamo provato per anni, con molti
fallimenti. Tutti dicevano: perché provare? Non funzionerà. E invece funziona, come abbiamo specificato 11 anni fa nel nostro studio.>
Se accade ovunque, allora avviene anche dalle parti nostre, in Europa e ovviamente in Italia.
Quali sono esattamente i luoghi migliori per filmare un bell’Ufo all’orizzonte?
“Ci sono molte orbite in Irlanda, nel Regno Unito, nel nord Italia. Ad esempio aVenezia, Torino, ma anche a Roma. Siamo stati in grado di calcolare la velocità degli UFO: è mach 30, è disumano, lo so, noi possiamo resistere forse fino a mach 8. È incredibile, ma è come la rivoluzione copernicana: per tanti anni la gente non riusciva a capirla.”
Le
parole di Eamonn Ansbro impressionano. Chi le pronuncia ha lauree e
specializzazioni, ha un certo prestigio a livello internazionale: non è
pensabile che si stia esponendo in modo così esplicito senza avere le prove di quanto afferma.
Ma se colpisce noi, chissà quanto debba sconvolgere gli altri astronomi…
“All’interno
del mondo scientifico esistono vari dipartimenti- astronomia,
astrofisica, fisica- e i professori si occupano solo della materia di
loro competenza. Se introduci qualcosa che è assolutamente al di fuori
di queste suddivisioni, è praticamenteimpossibile che accettino di indagare. Ci abbiamo provato, ma…> dice sconsolato allargando le braccia. Poi riprende:una
grande opportunità. Io ho presentato i miei dati alle agenzie
spaziali europee, in un altro convegno dedicato
all’astrobiologia. Penso tuttavia che esista una concezione paradigmatica che
non è in grado di integrare questi argomenti. C’è una zona di comodo
per alcuni scienziati, come per quelli del SETI, ad esempio. Quando cercano segnali provenienti da stelle molto distanti o quando ipotizzano forme di vita su altri pianeti. Non
si relazionano mai- e sarebbe la scoperta più grande- con qualcosa che
può essere vicino a noi, anche qui in Italia ad esempio, forse anche a
San Marino. È un pensiero scomodo, per alcuni scienziati sarà molto difficile integrare questa realtà.
Questo
è il motivo per il quale io personalmente non penso che accadrà.
Conosco scienziati che hanno esposto teorie coraggiose nell’ambito
della fisica, sono 30 anni avanti rispetto al loro tempo, ma questo non è accettabile per gli altri ricercatori, perché non sono al pari con gli studi di fisica. Quindi ora tu magari ti chiederai se sono frustrato. No, non lo sono. Penso che quando capisci il paradigma che c’è là fuori, finisci per rispettare la situazione.>
Un po’ rassegnato, allora, Professore? Forse sì. Ma nello stesso tempo battagliero,
quando prefigura un cambio di mentalità che deve partire dal mondo
civile prima ancora che dal mondo politico. Consapevole come è che
molti governi non si possono permettere rivelazioni in materia aliena: l’argomento è pericoloso, troppo estremo per aspettare una presa di posizione ufficiale. Ma potrebbero esserci delle sorprese…
<”Sì, ma credo che il punto di rottura non verrà dagli Stati Uniti. Noi pensiamo che tutto accada lì, invece potrebbe arrivare dalla Cina, potrebbero farlo i Paesi più apertirispetto a questo argomento. Come il Cile, come il Brasile. Sanno che è tutto reale, sanno che c’è un contatto. Anche i Francesi stanno vivendo un rapporto frustrante con gli Americani.”
“Conosci Alain Boudier?”
, mi chiede, citando il presidente della commissione Sigma/3af
(costola della Association Aéronautique et Astronautique de France )
che due anni fa ha diffuso un resoconto dettagliato su vari avvistamenti Ufo definendoli“reali e di possibile origine extraterrestre” .
Ebbene, mi assicura Ansbro, Boudier e i suoi sono rimasti molto delusi dal comportamento di Washington. non
ne vogliono sapere. Però so anche che i Francesi vogliono andare
avanti nelle indagini. Quindi la verità arriverà fuori dagli Usa.”
Allora cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro? Se non saranno i Governi ad ammettere verità nascoste, saranno forse proprio loro, gli E.T., a palesarsi al mondo, cancellando censure, veti e segreti di Stato? È una possibilità- mi dice l’astronomo irlandese- ma ad una condizione…
“Una cosa è l’approccio scientifico, un’altra è il nostro atteggiamento. Penso che dobbiamo diventare più aperti per accettare questa realtà. Le persone devono fare uno sforzo perché nasca una partnership con gli Extraterrestri.
Solo allora si avvicineranno. Ci sono le prove, lo dicono migliaia di
rapporti nella storia. Abbiamo visto migliaia di casi particolarmente
interessanti. Abbiamo scoperto che quando si vede un vero Ufo, se qualcuno eccitato pensa “oh è straordinario, lo voglio vedere più da vicino!”, si crea una connessione telepatica e gli Ufo vengono più vicini; mentre invece se non sei pronto, se hai paura, se ne vanno via.
La stessa cosa accade con il tuo cane o il tuo gatto a casa: c’è una relazione che va sviluppata, più ti relazioni col tuo gatto, usando i pensieri o gli sguardi, più comunichi. Così accade con gli Ufo. Credo che potremmo essere pronti al contatto.
Se ci uniamo, nel modo giusto, in modo non politico, potrebbe
funzionare. È da qualche anno che stiamo facendo dei test, ma ancora in
modo molto blando. In ogni caso dobbiamo preoccuparcene, dobbiamo prepararci in modo appropriato, in modo scientifico e a livello di comunicazione.
Perchè dopo 20 anni di ricerche, posso affermare che questi esseri riescono a scannerizzare ogni singola persona: se hai paura- e nelle nostre società, ce ne è tantissima- la riconoscono. Da parte loro, invece, non ce n’è. Credo che vorrebbero davvero entrare in contatto con noi.”
SABRINA PIERAGOSTINI
Tratto da: http://andromedawaked.blogspot.it/2012/08/lastronomo-eamonn-ansbro-gli-ufo.html