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martedì 29 novembre 2022

IL CESTO DA SOMA

L'Opera è "Maometto sul monte Hira" di Nicholas Roerich
Nella Tradizione degli Indiani d'America uno dei simboli sacri era il "cesto da soma", ovvero un contenitore collocato fuori dalle abitazioni del popolo, in cui l'ospite, se voleva entrare, doveva depositarvi i propri problemi e le proprie lamentele. Entrare nello Spazio Sacro altrui, sovrastati dalle nuvole nere delle proprie preoccupazioni e dei propri bisogni, era segno di cattiva educazione. Che grande visione, eh? Più o meno come facciamo noi quando andiamo a trovare un amico o un famigliare, vero? Se vedeste in tempo reale cosa create quando vi lamentate, penso proprio che smettereste all'istante... Piangersi addosso e lamentarsi - vedi Ulisse che nel quinto canto vv. 110 dell'Odissea frigna nell'isola di Calipso perché vuole tornare a casa e Penelope, che nel primo canto vv. 434 frigna rimpiangendo il marito durante i canti di Femio - comporta la perdita della popria forza vitale; come sostenevano gli antichi Greci, la sostanza liquida di quel tipo di lacrime, se non dispersa, attraversa il nostro corpo per formare lo sperma. Vivere appieno il momento presente richiede forza di volontà e grande fiducia in sé stessi. Cari amici, accogliere ciò che viene a farci visita nel nostro mondo interiore è sacro e non vi è proprio nulla da temere, sia che si tratti di tristezza, ansia o solitudine: "Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita, affinché la possiate sostenere." (1 Cor 10, 13) Se lo sguardo è la chiave e la Fede la sostanza del Cristo, guardare le cose così come sono, senza "se" e senza "ma", vale molto di più di qualsiasi soluzione. Già... questa è la partita! Federico Cimaroli - Pensiero Caffè