1815: L'impero
Austro-Ungarico comprendeva Croazia e Dalmazia. Serbia e Bosnia erano
sotto l'Impero Ottomano,
1908: Con la fine dell'impero Ottomano, l'Austria-Ungheria annetteva la
Bosnia, mentre Serbia e Montenegro ottenevano l'indipendenza.
1913: La Serbia si compattava con il Montenegro, creando un fronte
unito a sud dell'Impero Austro-Ungarico.
1918: Alla fine della I Guerra Mondiale, con il crollo l'Impero
Austro-Ungarico, nasceva il Regno di Serbia, Slovenia e Croazia. In
seguito sarebbe stato denominato Regno di Jugoslavia, e sarebbe durato
fino all'inizio della II Guerra Mondiale.
Questa nuova geografia, uscita dal trattato di Versailles del 1918,
aveva
reso profondamente scontenta la Chiesa di Roma, che dopo aver perso la
speranza di restaurare il cattolicesimo in Europa centrale, con la
caduta degli Asburgo, si trovava ora la chiesa ortodossa alle porte
d'Italia. A sua volta il Trattato di Versailles sembrava fatto apposta
per scatenare le più virulente rivendicazioni nazionaliste
all'interno della Germania sconfitta. Venne quindi naturale per la
Chiesa di Roma guardare al nascente nazional-socialismo come futuro
alleato, per riconquistare la supremazia religiosa in Europa Centrale,
e per opporre un blocco compatto alla crescente minaccia comunista da
est, nata
dalla rivoluzione russa del 1917.
Nel 1942 L. H. Lehmann scriveva:
"Qualunque opinione
oggi esprima la Chiesa cattolica su Hitler e
sul nazi-socialismo, è al 100% con lui e con gli altri dittatori
fascisti nel dichiarato intento di distruggere l'ordine politico e
sociale uscito dalla Riforma, per sostituirvi una integrale
confederazione gerarchica di stati positivamente cristiana, simile a
quella che esisteva prima che il Protestantesimo distruggesse l'ordine
autoritario delle cose in Europa Centrale." [1-4] |
A sua volta Hitler non ha mai fatto mistero della propria scelta di
campo rispetto alla religione:
|
"Il partito come tale
si basa sul punto di vista di un cristianesimo positivo" (dal
Programma del Partito Nazional-Socialista). [1-4]
|
Si potrebbero riempire intere pagine di citazioni che trasudano di
reciproca "simpatia" fra nazi-fascismo e Chiesa cattolica. Citazioni
quasi mai sincere, ovviamente, ma proprio per questo indicatrici dei
molteplici interessi in comune, che portavano le due forze ad attrarsi
reciprocamente.
"Ho trovato
interessante che il Papa mi abbia detto in quell'occasione: “la
Germania deve diventare la spada della Chiesa cattolica.” Io gli ho
ricordato che l'antico Impero Romano della nazione tedesca non esisteva
più, e che la situazione era cambiata. Ma lui è rimasto
fermo sulle sue parole." Kaiser Guglielmo, parlando di Leone XIII.
[1-5]
"Come molti altri
conservatori cattolici, Pio XI considerava uno stabile regime fascista
in Italia molto più solido come baluardo contro il comunismo di
quanto lo sarebbero mai stati i governi democratici, con le loro
coalizioni in continua mutazione "- Susan Zuccotti, "Sotto le sue
finestre" [1-6]
|
A partire dagli anni '20 inizia infatti quel lungo ed ambiguo percorso
parallelo, fra Chiesa e nazi-fascismo, che li avrebbe visti camminare
uniti fino alla II Guerra Mondiale, ed anche oltre. (Fu proprio
il
Vaticano, alla fine del conflitto armato, a dare asilo e ad aiutare
molti gerarchi nazisti nella loro fuga verso il Sudamerica).
Nel corso della storia i rapporti fra la Chiesa e le altre nazioni sono
stati
regolamentati, ovunque possibile, da relativi concordati.
I
CONCORDATI DELLA CHIESA |
Per "concordato" si intende un accordo ufficiale fra il Vaticano e uno
stato straniero. E' l'equivalente dei "trattati" fra nazione e
nazione. Nel periodo anteguerra la Chiesa aveva firmato concordati con
tutti gli stati nazi-fascisti di quel periodo.
CROAZIA
Nel 1855 il Vaticano aveva firmato un concordato con l'Impero
Austro-Ungarico, che prevedeva libertà per le altre confessioni
religiose, ma faceva di quella cattolica la religione ufficiale
dell'Impero. Questo dava al Vaticano il controllo dell'educazione
religiosa dei giovani, la gestione ed amministrazione dei matrimoni,
l'autonomia di movimento e comunicazioni del clero, la giurisdizione
sulle cause legali di tipo ecclesiastico, il diritto di ricevere
introiti pubblici (tasse dallo stato), e la completa autonomia sulle
nomine vescovili. [1-7]
Nonostante la caduta dell'Impero Austro-Ungarico, con il passaggio
della Croazia al Regno di Serbia, il concordato rimase valido "de
facto"
su tutto il territorio croato, per tornare ufficialmente in vigore con
la creazione dello stato-fantoccio nazi-cattolico di Ante Pavelic
(1941).
ITALIA
Nel 1929, dopo
estenuanti trattative segrete, a cui Pacelli
partecipò attivamente, la Chiesa di Roma firmava con Mussolini i
cosiddetti Patti Lateranensi. In
base a questo concordato la Chiesa otteneva la restituzione di antiche
proprietà terriere, la
creazione del moderno stato Vaticano, una serie di vistosi privilegi
per il clero, la gestione dei matrimoni e l'autorità sui
divorzi, la parificazione delle scuole cattoliche a quelle statali, e
una lauta "ricompensa" - pagata dal popolo italiano - per le
espropriazioni subite nel secolo precedente. La religione cattolica
divenne religione di stato, fu resa obbligatoria come materia
scolastica fino alle scuole medie, e la Chiesa si riservò
ovviamente il diritto di insegnarla. Il concordato prevedeva anche la
"protezione" di Azione Cattolica, che era entrata in aperto contrasto
con Mussolini, ma di fatto impegnava tutto il clero ad astenersi da
qualunque attività di tipo politico.
Da parte sua la Chiesa riconobbe il Regno d'Italia, e da quel giorno
offrì a Mussolini il pieno supporto politico, arrivando a
definirlo "l'uomo della Provvidenza".
In realtà era stata la Chiesa fin dall'inizio, ad imporre le
condizioni a Mussolini per restare al potere. In proposito lo stesso
Duce ebbe a scrivere: [manca citazione].
Iniziava così un lento processo di "adozione" del fascismo da
parte della Chiesa, mentre la nuova ideologia compenetrava
progressivamente il nostro tessuto sociale, al punto da rendere sempre
più sottile la linea di demarcazione fra l'aspetto
politico e quello religioso nella vita di tutti i giorni.
In proposito Tracy Koon ha scritto:
"Gli anni
fra il 31 e il 38 furono
generamente cordiali nei
rapporti fra chiesa e stato. A causa di questa apparente armonia,
divenne sempre più difficile per i cattolici, fino alla fine
degli anni
30, percepire le reali differenze fra la visione del mondo fascista e
quella cristiana" [1-8] |
In tutto questo, la Chiesa si
mostrò perfettamente allineata con le nuove imprese militari del
fascismo all'estero. Durante la campagna d'Africa i
vescovi cattolici benedivano regolarmente le truppe in partenza per il
fronte.
Su Civiltà Cattolica, Padre Messineo descrisse l'invasione
dell'Etiopia come
"la restaurazione della
vera fede contro gli errori religiosi, la superstizione e la
schiavitù". [1-9] |
Le poche voci isolate, contrarie a questo "matrimonio infernale" fra
Chiesa e fascismo, finirono tutte inascoltate: nell'articolo
«Vescovi sedotti dal fascismo», uscito sul Corriere della
Sera dell’8 marzo 35, Alberto Melloni riassumeva il memoriale scritto
in quell'anno da monsignor Domenico Tardini:
«Mentre
importanti cardinali italiani offrono un sostegno alla
campagna militare e L’Osservatore Romano rimane in una posizione di
prudente legittimazione della guerra, Tardini calcola e giudica le
conseguenze sul clero, che ai suoi occhi rappresentano “il disastro
più
grande”: il diplomatico romano concede che esso debba essere
disciplinato anche davanti al regime, ma osserva che “invece questa
volta è tumultuoso, esaltato, guerrafondaio. Almeno si
salvassero i
vescovi. Niente affatto. Più verbosi, più eccitati,
più... squilibrati
di tutti”. Pronti a offrire oro alla patria con zelo sospetto “parlano
di civiltà, di religione, di missione dell’Italia in Africa... E
intanto l’Italia si prepara a mitragliare, a cannoneggiare migliaia e
migliaia di etiopi, rei di difendere casa loro... Difficilmente poteva
compiersi nelle file del clero un confusionismo, uno sbandamento, un
disquilibrio più gravi e pericolosi”. [...] Tardini si rende
conto che
“la Chiesa d’Italia è accusata di essere in combutta col
fascismo. E
con la Chiesa d’Italia, la Santa Sede. Mai la Santa Sede ha passato –
credo – un periodo più difficile di questo”, nel quale rischia
di
“compromettere seriamente per un secolo il prestigio morale”
accumulato». LINK |
Nel frattempo il cardinale di Milano Schuster, nel suo sermone in Duomo
del 27 ottobre 1935, esaltava le imprese delle "valorose armate che
aprono le porte dell'Etiopia alla fede cattolica e alla civilizzazione
di Roma". [1-10]
Episodi come la morte di Padre Giuliani, il cappellano militare ucciso
in Abissinia, venivano pubblicamente celebrati ed elevati ad atti di
eroismo militare:
|
Dal canto del
Legionario
I morti che
lasciammo a passo Uarieu
sono i pilastri del
romano Impero.
Gronda di sangue il
gagliardetto nero
che contro l'Amba
il barbaro inchiodò.
Sui morti che
lasciammo a passo Uarieu
la Croce di
Giuliani sfolgorò. Duce!
Per il Duce e per
l'Impero eja eja Alalà! Alalà!
"Ma la
mitragliatrice non la lascio!"
gridò ferito
il legionario al passo.
|
|
|
Mentre offriva apertamente il suo supporto alla conquista militare,
nessun esponente del clero si preoccupò mai di denunciare le
azioni criminali che venivano compiute a cielo aperto dalle nostre
armate contro le popolazioni locali. Da un parte gli stupri
sistematici delle giovani abissine, dall'altra i regolari bombardamenti
con il gas all'iprite, che devastavano interi villaggi in pochi minuti,
hanno contribuito ad inserire l'esercito italiano fra i peggiori
criminali di guerra del 20° secolo.
Si giunse così alle soglie della guerra mondiale con una
completa sovrapposizione di ideali e finalità pratiche, fra
Chiesa e
fascismo, ben difficile a quel punto da risolvere per chiunque.
SPAGNA
Lo stesso tipo di incoraggiamento da parte del Vaticano fu riservato al
fascismo spagnolo, con il Papa in persona che arrivò a dare la
benedizione alle truppe italiane che partivano per combattere al fianco
del generalissimo Franco. Più tardi, nel ricevere a
Castelgandolfo 500 profughi spagnoli, in maggioranza sacerdoti e
religiosi, Pio XI dichiarò:
"La nostra
benedizione vada in modo particolare a coloro che si
sono assunti la difficile e pericolosa missione di difendere e
restaurare i diritti e l'onore di Dio e della religione" [1-11] |
Sul finire degli anni '20 in Spagna era ancora in vigore il concordato
firmato dalla Chiesa con la Regina Isabella nel 1851. Questo
concordato, nato dalla comune paura dei potenti per le nascenti
democrazie, stabiliva che quella cattolica fosse l'unica religione
tollerata nel paese, riservava alla Chiesa tutti i "diritti divini
stabiliti dal Canone", e dava al clero il completo controllo
dell'educazione e della stampa. In questo modo non era più
necessario bruciare i libri proibiti, come durante l'Inquisizione,
bastava semplicemente vietare di stamparli.
LINK
Ma la imprevista vittoria elettorale delle sinistre, che portò
alla nascita della Seconda Repubblica (1931), pose
improvvisamente fine ai privilegi della Chiesa e della nobiltà
spagnole. La nuova costituzione introduceva la libertà di
espressione, la separazione fra Stato e Chiesa, il diritto al divorzio,
la perdita di tutti i privilegi nobiliari, e il suffragio universale
per le donne.
Decisamente troppo per una Chiesa abituata a farla da padrona in una
terra in cui il suo volere era stato sempre rispettato, fin dal tempo
dei Re Cattolici.
Se in Germania e Italia l'alleanza col nazi-fascismo era stata
perseguita con un minimo di pudore esteriore, in Spagna il clero non
ebbe la minima remora a mostrarsi apertamente a favore del nuovo
fascismo, che incitava apertamente, con il passare dei mesi, alla
"rivolta armata" contro il marxismo dei "senzadio".
Non ci volle molto
perchè il termine "rivolta armata" venisse sostituito da quello,
molto più appropriato - secondo la Chiesa - di "crociata".
Sopra: Un breve estratto
dal famoso documentario "Mourir a Madrid" di Fredric Rossif, che
permise al mondo di conoscere il vero volto della Guerra Civile
spagnola.
Nel 1936 l'arcivescovo di
Saragozza Domenech dichiarò che "la violenza non si fa al
servizio dell'anarchia, ma in modo legittimo soltanto a beneficio
dell'ordine, della patria e della religione".
LINK
Il 30 settembre 1936 il vescovo
di Salamanca Enrique Pla y Daniel pubblicava una lettera pastorale in
cui dichiarava che lo scontro cruento fra i cittadini spagnoli "riveste
sì l'aspetto esteriore di una guerra civile, ma è in
realtà una crociata" ... "una crociata per la religione, per la
patria e per la civiltà".
LINK
Il canonico di magistero di Salamanca,
Albarràn,
aveva pubblicato nel 1934 un libro intitolato "Diritto alla
ribellione", nel quale incitava alla rivolta armata contro l'ordine
costituito (la Repubblica Spagnola, che fu rovesciata da Franco, era
nata legittimamente, per volere popolare). Dopo la vittoria nella
Guerra Civile ne pubblicò un altro, intitolato "Guerra Santa",
nel quale definiva più volte "guerra santa" lo scontro appena
terminato, e sottolineava come tala guerra fosse stata incoraggiata e
benedetta dalla chiesa cattolica.
Voci importanti risuonavano ovunque, inculcando nel subconscio degli
spagnoli il senso di una crociata religiosa:
Francisco Franco:
"Noi
siamo cattolici. In Spagna, o sei cattolico o non sei nulla".
Il capo di Azione Cattolica: "Crociati
di Spagna! Dobbiamo vincere, come hanno sempre vinto gli spagnoli, la
spada in mano, l'eroismo nel cuore, e la preghiera sulle labbra".
Il reverendo padre Ignazio Mendez
Reygada: "Il
sollevamento non è stato solo giusto, è stato doveroso.
La guerra
nazionale spagnola è una guerra santa, la più santa che
la storia abbia
conosciuto".
L'arciprete di Burgos:
"Voi
che mi ascoltate, voi che vi chiamate cristiani, non abbiate perdono
per i distruttori delle chiese, e per gli assassini di San Pietro. Che
la loro stirpe sia distrutta, la stirpe malvagia, la stirpe del
demonio, perchè in verità i figli di Belzebù sono
anche i nemici di Dio". [1-12]
|
Non a caso fu proprio nella Guerra Civile spagnola
che si assistette per la prima volta al coinvolgimento diretto del
clero nella lotta armata.
Sopra: Preti armati nella Plaza de Toros di
Siviglia, in
seguito trasformata in campo di prigionia.
Sotto a sinistra: Anche i frati francescani parteciparono
attivamente alla lotta armata, mentre i cappellani militari (sotto a
destra) davano regolarmente l'assoluzione anticipata ai franchisti per
le carneficine dei "comunisti" che si apprestavano a compiere.
Questa indissolubile commistione di intenti fra Chiesa e fascismo
continuò anche dopo la guerra, con la celebrazione religiosa di
tutti i morti sul fronte fascista. Nel 1938 un decreto del Capo di
Stato stabiliva "previo accordo con le autorità ecclesistiche"
che "sui muri di ogni parrocchia compaia una lapide con i nomi dei suoi
Caduti, nella presente Crociata, già vittime della rivoluzione
marxista".
Tutti i preti morti per mano dei"rossi" venivano automaticamente
elevati a rango di martire. (Curiosamente, in questo caso era lo stesso
"martire" ad aver aggredito una nazione con un governo legittimamente
eletto).
Con il trionfo del franchismo in Spagna ebbe inizio una dittatura
basata su un sodalizio con la Chiesa che sarebbe durato fino alla morte
del Generalissimo, avvenuta nel 1975. Questo sodalizio aveva trovato un
nome sin dal momento della diffusione dell'ideologia fascista in
Spagna:
"Nazional-cattolicesimo".
"Nazional-cattolicesimo:
parte dell'identità ideologica del
franchismo ... La sua manifestazione più visibile fu l'egemonia
della
chiesa cattolica in tutti gli aspetti della vita pubblica e privata".
[1-13] |
Naturalmente ci si domanda se sarebbe mai nata, e quanto sarebbe
durata, una dittatura come quella di Franco, se invece di appoggiarla
fin dal primo giorno la Chiesa l'avesse apertamente osteggiata. Il
potere del pulpito religioso, specialmente nei paesi di lunga
tradizione cattolica, è forse meno penetrante ed efficace di
quello politico?
PORTOGALLO
|
Parallelamente alla Spagna, la
Chiesa appoggiò anche la nascita della dittatura fascista in
Portogallo, che sarebbe durata dal 1932 fino al 1975. Nel 1940 la
Chiesa avrebbe formalizzato i rapporti con la seconda nazione iberica,
firmando un concordato con il dittatore Salazar.
Accanto al regolare
concordato fu
firmato anche il cosiddetto Accordo Missionario, che estendeva i
diritti ecclesiastici a tutte le colonie dell'Impero Portoghese
(Angola, Mozambico, Timor, Guinea, ecc.). I vari territori sarebbero
stati suddivisi in diocesi, con ampi poteri e privilegi concessi ai
prelati locali.
Fra i privilegi c'era
anche quello di
ammettere missionari di altre nazioni solo se accettassero di
sottomettersi pienamente al controllo del clero locale. LINK |
|
GERMANIA
Anche in Germania il percorso verso un concordato
fra i
nazisti e la Chiesa fu lungo e faticoso, dato che nessuno dei due
poteri aveva realmente intenzione di cedere all'altro il controllo
della nazione. Ciascuno cercava di ottenere per sè i massimi
vantaggi, mentre cedeva all'altro solo il minimo indispensabile per
ottenerli.
Nei primi anni di vita politica
infatti Hitler non era visto di buon occhio dai cattolici, nè
peraltro
il futuro
Fuhrer faceva
grandi sforzi per celare la sua scarsissima
simpatia per la Chiesa.
Ma presto - come già era avvenuto in Italia - ambedue si resero
conto di avere anche degli interessi in comune (che verranno esaminati
in seguito), mentre si rendevano
conto che nessuno sarebbe riuscito a portare avanti serenamente il
proprio programma senza il
consenso dell'altro.
La svolta cruciale avvenne nel marzo del 1933, quando il neo-eletto
cancelliere Adolf Hitler presentò al Reichstag la richiesta
eccezionale per l'approvazione di un "Decreto di pieni poteri", che gli
avrebbe permesso di promulgare leggi senza più sottoporle al
parlamento. In altre parole, chiedeva ai deputati
di rinunciare legittimamente allo scopo
stesso per cui erano stati eletti. Per ottenere il passaggio di un tale
decreto però era necessaria una maggioranza di due terzi, che
Hitler avrebbe
raggiunto solo con il voto dei rappresentanti del
Zentrum, il partito
politico della Chiesa, guidato dal vescovo Ludwig Kaas,
che fino a quel giorno lo aveva osteggiato apertamente.
Ma in poche ora Kaas - stretto collaboratore, amico personale e uomo di
fiducia di Pacelli in Germania - riuscì a convincere i deputati
del
Zentrum a votare il
decreto a favore di Hitler, che di fatto avrebbe posto
fine alla Repubblica di Weimar e dato inizio alla dittatura nazista.
In proposito lo storico della Chiesa Owen Chadwick ha scritto:
"Il ruolo
rivestito da Kaas nel far votare
al Partito di Centro il documento sui pieni poteri a Hitler nel marzo
1933 rimane uno dei gesti più controversi della storia tedesca".
Church History, John Cornwell - Pag. 237 - LINK
|
Quattro giorni dopo la
conferenza episcopale tedesca annullava sia la proibizione per i
cattolici di iscriversi al partito nazista, sia quella per i nazisti di
presentarsi in chiesa con la svastica sulla divisa. Rinunciava
cioè, senza motivo apparente,
alle due armi principali con cui aveva combattuto fino
a quel momento l'ascesa al potere dei nazisti.
In proposito lo storico cattolico James Carroll ha scritto:
Nei
primi mesi del 1933 i leader cattolici
passarono dall' essere i più tenaci oppositori di Hitler ai suoi
alleati più recenti. Tale drammatica trasformazione è
riflessa dal fatto che nel 1932 la Conferenza Episcopale di Fulda, che
rappresentava la gerarchia cattolica in Germania, aveva proibito [ai
cattolici, N.d.T.] l'appartenenza al partito nazista, ed aveva proibito
ai preti di impartire la comunione a chiunque portasse la svastica. Ma
il 28 di marzo 1933, due settimane dopo che Pacelli aveva fatto la sua
apertura ad Hitler, la stessa Fulda decise di togliere il veto
all'appartenenza dei cattolici al partito nazista". [z] |
Poco dopo Kaas, su richiesta di Pacelli
(che in quel momento era Segretario di Stato, cioè Ministro
degli Esteri del Vaticano) dissolveva il partito del
Zentrum, ponendo così fine
ufficialmente
alla vita politica dei cattolici in Germania.
Come già accaduto per l'Italia, quello che poteva apparire un
punto perso per il Vaticano era in realtà una questione di
interesse primario per Pacelli - accentratore per eccellenza - che
temeva la crescita di qualunque altra forza politica all'interno della
Chiesa. [y]
In questo modo fece un grande piacere sia a se
stesso che a Hitler, che da quel giorno potè imperversare in
Germania senza più alcuna opposizione politica. (Nel frattempo i
socialisti, unici ad aver votato contro il Decreto, erano già in
fuga per tutta la nazione).
La stessa cosa era accaduta con Mussolini, dopo la
firma dei
Patti Lateranensi, con la progressiva emarginazione dalla vita politica
di Azione Cattolica (v. Don Sturzo), ottenuta con la complicità
del Vaticano. Per quanto fingesse di difenderle
pubblicamente, infatti, la Santa Sede fu ben contenta
di
"sacrificare" queste istituzioni politiche - spesso intenzionate a far
valere i veri principi del cristianesimo - sull'altare delle nascenti
alleanze con il nazi-fascismo.
A questo proposito LEHMANN ha scritto:
"Il Vaticano
aiutò ad eliminare i partiti popolari cattolici sia
in Italia che in Germania, centralizzando tutte le questioni politiche
su Roma. Questo garantiva ai dittatori libertà da una
interferenza
popolare da parte dei cattolici, e stabiliva un regime più
dittatoriale
nella stessa chiesa cattolica." [1-14] |
Il 20 Luglio 1933, a soli tre mesi
dal passaggio del Decreto a favore di Hitler, Pacelli firmava a Roma il
Reichskonkordat con il suo braccio
destro, Franz von Papen:
Accanto a von Papen sedeva Ludwig Kaas, che
dopo essere stato
ripudiato
dal partito che aveva tradito si era trasferito a Roma, per lavorare a
stretto contatto con Pacelli su tutte le più importanti
questioni di diplomazia internazionale. (Dieci anni dopo Pacelli, che
nel frattempo era diventato Papa con il nome di Pio XII, avrebbe
affidato a Kaas le trattative segrete che avrebbero portato alla nuova
alleanza con gli americani, rompendo quella con Hitler e
Mussolini [y2]). Accanto a Pacelli compare Mons. Ottaviani. Alla sua
sinistra c'è un giovane diplomatico di nome Giovanni Montini,
che 40 anni dopo diventerà papa con il nome di Paolo VI. |
E' quindi evidente che dietro all'improvviso "cambio di atmosfera" fra
la Chiesa e il partito nazista, registrato a partire dal marzo 1933, vi
fossero già gli accordi di mutua soddisfazione che si sarebbero
poi concretizzati nelle clausole del Concordato.
In proposito, nel 1937 Goebbels scrisse:
"Kaas si era
dichiarato d'accordo con la
legge sui pieni poteri in cambio dell'accordo da parte del Governo al
negoziato di un Concordato del Reich con la Santa Sede" - LINK |
Grazie al concordato la Chiesa
otteneva,
fra le
altre cose, il
diritto di nominare i propri vescovi senza interferenze esterne, il
diritto di insegnare la religione cattolica nelle scuole tedesche,
la totale libertà di movimento e di comunicazione del clero sul
territorio,
il diritto di incassare tasse ecclesiastiche, ed altri privilegi di
minore importanza.
Da parte sua
Hitler
aveva ottenuto il primo riconoscimento ufficiale del Nuovo Reich da
parte di una nazione straniera. Ma soprattutto, come vedremo in
seguito, aveva gettato le basi per il suo progetto di sterminio totale
del popolo ebraico.
Sembra che vi fosse anche un
supplemento segreto al concordato tedesco, la cui esistenza non
è mai stata riconosciuta ufficialmente dal Vaticano, che
stabiliva diritti e doveri del clero "nel
caso di un cambiamento nelle
forze armate tedesche, nel senso di una chiamata obbligatoria alle
armi".
Nonostante il Trattato di Versailles proibisse
esplicitamente il riarmo della Germania, nel '33 c'era quindi chi
già pensava che sarebbe avvenuto, e si preparava ad affrontarlo
in maniera
adeguata. (Link)
L'importanza
politica ed il peso morale del Reichskonkordat furono sottolineati nel
1937 dal
cardinale Faulhaber con
questa secca presa di posizione della Chiesa a favore del Reich:
|
“In un momento in cui i
capi di stato delle
maggiori potenze mondiali guardano con fredda riserva e notevole
sospetto alla nuova Germania, la Chiesa cattolica, la più grande
autorità morale sulla terra, ha espresso attraverso il
Concordato la sua fiducia nel nuovo governo tedesco". (Link)
|
Il 2 marzo 1939, a quattro giorni
dalla propria elezione a pontefice, Pio XII scriveva
a Hitler:
“All’illustre Herr
Adolf Hitler, Fuhrer e Cancelliere del Reich
tedesco. All’inizio del nostro pontificato desideriamo assicurarle che
continueremo a impegnarci per il benenessere spirituale del popolo
tedesco, che confida nella sua guida……Ora che le responsabilità
della
Nostra funzione pastorale hanno accresciuto le Nostre
opportunità,
preghiamo più ardentemente per il raggiungimento di questo
obiettivo.
Che la prosperità del popolo tedesco e il suo progresso in tutti
i
campi, con l’aiuto di Dio, possano compiersi.”
|
Proprio in quelle ore le armate tedesche stavano
invadendo la Cecoslovacchia,
(mancano) BELGIO
+ AUSTRIA
ALL'ALBA
DELLA II GUERRA MONDIALE |
Se si considera il supporto complessivo dato dalla Chiesa ai vari stati
fascisti nel periodo anteguerra, non può non emergere una
profonda compicità che andava ben oltre l'eventuale
vantaggio momentaneo, a favore di una visione del mondo in cui
ritornasse a trionfare lo stesso tipo di autorità centralizzata
e gerarchica, di discendenza divina, che già aveva
caratterizzato l'Impero d'Asburgo, e prima ancora il Sacro Impero
Romano.
Come aveva fatto fin dai tempi di Costantino, la Chiesa dava a
imperatori e dittatori l'avallo morale per le loro imprese di
conquista, e i dittatori davano alla Chiesa gli eserciti per
combatterle e portarle a termine nel comune interesse.
Pur non avendo avuto mai un esercito, infatti, la Chiesa ha combattuto
nella storia più guerre di chiunque altro, facendolo sempre con
le armate altrui. Imperatori, re e dittatori andavano e venivano,
mentre la Chiesa è sempre rimasta al centro di tutte le
battaglie, riuscendo ogni volta ad riemergere intatta da guerre e
carneficine di dimensioni apocalittiche.
Grazie alla nuova alleanza con il nazi-fascismo, all'alba del conflitto
mondiale la Chiesa sembrava disporre della più potente ed
invincibile armata mai assemblata nella storia, disposta a distruggere
intere nazioni per riaffermare nuovamente il predominio di Roma e della
religione cattolica sul resto del mondo.
E' in questo clima di neo-imperialismo a carattere religioso che si
inserisce la vicenda della Croazia di Ante Pavelic, lo stato-fantoccio
creato da Hitler e Mussolini con l'appoggio del Vaticano, per lanciare
la conquista della Russia e per ristabilire al più presto il
"baluardo" cattolico a est della frontiera italiana.
Tratto da: http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?op=viewarticle&artid=136