di David Perry
Quello che stai guardando si chiama ExoStent. É fondamentalmente una benda comprimente che avvolge l'aorta ascendente ed applica una pressione esterna, rafforzando l'importantissimo vaso sanguigno nello stesso modo in cui si avvolge o si fissa un tubo ad alta pressione in una macchina o in una caldaia. È un miglioramento impressionante nella tecnologia medica, molto superiore del trattamento che va a sostituire, ed è stato inventato da un uomo con praticamente nessuna nozione medica per trattare la propria malattia.
Quest'uomo è Tal Golesworthy, un idraulico inglese che soffre della sindrome di Marfan2, una malattia genetica dei tessuti connettivi che gli aveva reso la sua aorta ascendente più piccola e debole del normale. Dato che l'aorta è un vaso sanguigno ad alta pressione questo porta alla sua dilatazione (espansione) nel tempo e potrebbe succedere che si dilatati così tanto da scoppiare e quindi provocare la morte. Il suo dottore voleva che lui si sottoponesse alla chirurgia tradizionale, rimuovendo il vaso difettoso assieme alla valvola collegata, rimpiazzarlo con una vavola di plastica e destinare Tal ad una vita di Warfarin3. Tal, essendo un ingegnere delle caldaie, ha pensato alla sua aorta come ad un tubo debole e disse: “perché non lo possiamo semplicemente avvolgere?”.
In quel momento, Tal cambiò la storia della medicina. Aveva una soluzione semplice proveniente da un campo non correlato che poteva funzionare e fortunatamente aveva un dottore che considerò seriamente cosa aveva da proporre. Tal e il suo dottore iniziarono a mettere in piedi un team che creò una procedura rivoluzionaria: usando scansioni del corpo ad alta risoluzione fecero un immagine 3D della sua aorta ascendente, la riprodussero grazie a macchinari di prototipazioni rapidi e poi crearono banda comprimente personalizzata che si avvolgesse perfettamente attorno alla sua aorta. Un dispositivo completamente personalizzato costruito rapidissimamente dal nulla -- e funzionò. Dopo aver passato le varie commissioni etiche, prove cliniche, peer-review e le altre cose necessarie per ogni nuova procedura medica il dispositivo è stato impiantato in più di 30 pazienti e ha correttamente prevenuto le loro aorte del continuare ad espandersi.
Tutte queste informazioni vengono dal discorso di TED intitolato “Come ho riparato il mio cuore”4 e ricorda la storia di Cenerentola. Tal pensava che la sua storia dovesse vertere sull'incredibile difficoltà del mettere assieme un team che fosse in grado di far diventare realtà il suo progetto, di quanto possa essere complicato riuscire a gestire tante risorse così diverse e dei problemi etici e professionali che comporta innovare nel campo medico, il tutto condito da un racconto molto interessante. Ma non è assolutamente quello che ho visto io.
Quello che ho visto era un uomo senza esperienza medica, ma esperto in un altro campo, usare il buon senso per realizzare che i due campi non erano poi così diversi. Quello che ho visto era un uomo che non era spaventato dal chiedere ciò che, in quel momento, probabilmente pensò potesse essere una domanda stupida. Quello che ho visto è un dottore il cui ego non ha cercato di impedire lo sviluppo di una idea fantastica visto chi l'aveva avuta. Quello che ho visto è ciò di cui il mondo ha disperato bisogno, ma che ogni parte di tutti i sistemi a cui ci affidiamo tradizionalmente è progettata per prevenire.
I modelli tradizionali dell'educazione ci insegnano che ci sono gli esperti e che poi ci siamo noi. E che la conoscenza si trasmette in una sola direzione. Siediti, ascolta, stà zitto, alza la mano se hai una domanda, ma non farlo mai se vuoi fare un commento o se pensi che qualcosa sia sbagliato, perché ti creerà problemi con l'insegnante. Se gli esperti vogliono la tua opinione te la chiederanno ma anche in quel caso ti staranno solo chiedendo di dimostrare che stavi ascoltando, o ti faranno sembrare stupido come punizione. Mai correggere o dubitare dell'esperto.
I tradizionali modelli lavorativi ci insegnano che la persona sopra di noi nella catena dell'organizzazione è il nostro superiore, e non deve essere messo in dubbio. Siedi nel tuo cubicolo, fai come ti hanno detto, il successo o il fallimento della compagnia non è il tuo problema, preoccupati solo del tuo lavoro, qualsiasi altra cosa causerà il tuo licenziamento. Mai correggere o dubitare del tuo capo.
I tradizionali modelli economici e di governo ci insegnano che il governo è la nostra benevola figura paterna. Il loro compito è vedere le cose come stanno e sono molto preparati per farlo. Tu non sai abbastanza di macroeconomia o di sociologia per partecipare alle loro discussioni e quindi perché dovresti farti sentire? Se lo facessi saresti subito messo a terra da parolone così grandi che neanche capiresti. Devi essere un membro produttivo della società, pagare le tasse, non fare domande, non protestare, non attirare l'attenzione; ogni altra cosa ti farà sembrare un idiota e c'è anche la possibilità, se criticherai la cosa sbagliata (o lo farai nel paese sbagliato) che ciò ti farà arrestare, torturare e persino uccidere.
No. No no no. Questo è senza ombra di dubbio sbagliato al 100%. Rispettare l'autorità va bene, ma non senza domande e mai senza come minimo porti il dubbio che c'è qualcosa che potresti conoscere, qualche pensiero che tu hai che magari gli esperti non hanno mai considerato.
Visto che, male che ti vada verrai considerato un po' stupido, e bene che ti vada cambierai il mondo per il meglio, è sempre meglio esprimere le proprie idee.
Non sederti tranquillamente in classe supponendo che il tuo insegnante o il tuo libro sono l'autorità suprema su tutto, se qualcosa sembra sbagliato, chiedi. Un buon insegnante dovrebbe incoraggiare la sperimentazione, la logica, il porre in discussione la conoscenza accettata da tutti e non dovrebbe prendere nulla per ovvio. Se qualcosa è vero, perché devo accettarlo in base alla tua autorità? Perché non lo puoi provare, o almeno darmi gli strumenti per provarlo da solo se voglio?
Non sederti tranquillamente nel tuo cubicolo supponendo che il tuo capo sia una sorta di essere onnisciente e benevolo che ha preso in considerazione tutte le alternative, è completamente possibile che tu possa pensare a qualcosa che loro non hanno considerato, o che il tuo punto di vista lievemente differente possa portare una prospettiva necessaria alla discussione.
Potrebbe non essere una tua responsabilità tenere a galla l'intera compagnia in cui lavori, ma se va sott'acqua è sicuramente un problema anche tuo.
Non sederti tranquillamente mentre il tuo governo fa azioni stupide una dopo l'altra sotto la pretesa di una qualche supposta superiorità. I governanti sono solamente persone e nonostante quello che cercano di farti pensare, gran parte di loro sono al massimo di intelligenza media. Conoscere dei paroloni non ti rende un esperto economista o sociologo, e anche essere realmente un esperto economista o sociologo non ti rende immune dagli errori umani. Se qualcosa non ha senso, fatti sentire.
Se Tal Golesworthy avesse ascoltato quella vocina in testa, quella che dice: “è una domanda stupida Tal, non chiederla. Tu lavori con le caldaie, questo tizio è un dottore, lascia fare a lui la sua specialità”, proprio ora sarebbe sotto Warfarin, dopo aver superato una operazione che consiste nell'aprirgli il torace, attaccarlo ad una macchina per il cuore ed i polmoni, fermare il cuore, abbassare la sua temperatura corporale e rimpiazzare una buona parte del suo cuore con un pezzo di plastica. La curiosità ha avuto la meglio su di lui, il suo dottore ha riconosciuto qualcosa di veramente intelligente nella sua idea ed ora anche grazie a questo il mondo è un posto migliore. Sentirsi stupidi non è la cosa peggiore del mondo, mentre una vita intera di terapia a causa del rigetto del trapianto potrebbe esserlo. Fai la scelta giusta: parla, chiedi, ascolta e impara -- da, per e con ognuno -- non solo con le supposte autorità.
In conclusione, in quanto è sia fantastico che pertinente vi lascio con Tal Golesworthy e il suo fantastico intervento a TED.
Fonte: http://ilporticodipinto.it/content/tal-golesworthy-come-ho-riparato-il-mio-cuore