ABBIAMO LA TECNOLOGIA
PER VIAGGIARE NEL TEMPO
Articolo di Paola Leopizzi Harris
– per Xtimes nr. 119 del Settembre 2018
Ho conosciuto Emery Smith otto anni fa, quando il nostro comune amico Steven Greer, direttore del CSETI e del ben noto Disclosure Project, girò il documentario Sirius. Ma allora lo conoscevamo tutti ‘solo’ come un ex militare dal fisico prestante e la mente sveglia, in possesso di non comuni conoscenze medico chirurgiche conseguite durante i suoi anni di formazione nell’USAF, qualità che gli erano valse il ruolo di consulente nel documentario.
Nessuno poteva immaginare che di lì a qualche anno si sarebbe distinto come uno dei whistleblower più importanti, credibili – considerata tutta la documentazione che prova il suo background militare – e sensazionali, nel migliore senso del termine, di sempre. Chi conosce la storia dell’Ufologia e il mio lavoro sa quanto mi siano state a cuore le testimonianze di altri rivelatori come il Colonnello Philip Corso, il Dr Michael ‘Wolf’ Kruvant e Dan Burish, nomi che ormai sono leggenda.
Non è possibile prevedere il futuro, sebbene, come leggerete, nelle sue dichiarazioni Emery assicura che sia possibile viaggiare nel tempo e che in black project ai quali ha partecipato dei team militari scelti lo facciano regolarmente, tuttavia la storia di questo ex militare (congedato con onore) e le sue rivelazioni, ora che lo conosco bene e ho passato molto tempo con lui e la sua compagna, a mio avviso è destinata a lasciare il segno. Molti sono i whistleblower che negli anni si sono fatti avanti per raccontare la loro parte della storia collegata alla presenza ET sul nostro pianeta, al coinvolgimento dei governi e dei militari, e al cover-up.
Negli ultimi anni, anche grazie alla diffusione di Internet, farsi avanti è sempre più ‘semplice’, anche e soprattutto mantenendo l’anonimato, ma non tutti, devo dirlo, possono vantare il background professionale e militare, documentato, di Emery Smith. Con questa breve intervista cercheremo di introdurre la sua storia, focalizzandoci su alcuni aspetti, come le basi militari sotterranee e i laboratori militari appaltati a corporazioni civili che, a quanto pare, hanno molta più influenza e potere di quanto non immaginiamo; il suo lavoro di campionatura di tessuti biologici presumibilmente di origine non terrestre e, soprattutto, la tecnologia per i viaggi nel tempo, anch’essa, neanche a dirlo, top-secret. Come inizio direi che non è male.
Emery Smith III è nato il 28 gennaio 1972 a Plainfield, New Jersey, da Emery e Dorothy Smith. A circa 8 anni si è trasferito a Fort Myers, in Florida, crescendo in una fattoria autosufficiente e sviluppando la passione per l’universo e la fissazione per la scienza, in particolare scienza aerospaziale e biologia. Eccellendo in tutte le materie sin da ragazzino, Emery è avanzato in fretta nell’istruzione, realizzando il suo sogno di arruolarsi nell’Aeronautica USA. A 10 anni è stato insignito della Lee’s County Sharpest Shooter, conferitagli dallo sceriffo del dipartimento della contea, e nel 1986 si è offerto volontario per unirsi al Civil Air Patrol, un reparto ausiliario dell’Aeronautica militare, dove ha partecipato ad una serie di missioni di salvataggio. Ha conseguito la licenza come pilota da monomotore poco dopo ed è diventato EMT (Emergency Medical Technician) a 16 anni.
Durante questo periodo, Emery ha partecipato a tutte le attività extrascolastiche per migliorare la sua posizione e la sua esperienza nell’esercito. Il tempo passato nell’ARMY ROTC, l’unità esplorativa dello sceriffo della contea di Lee, e in altri corsi avanzati di addestramento, hanno dato i loro frutti ed Emery è riuscito rapidamente a raggiungere i suoi obiettivi. Nel 1990 è entrato in servizio attivo nell’USAF ed è stato assegnato alla Lackland AFB di San Antonio, Texas, proseguendo poi gli studi di tecnica chirurgica presso la Sheppard AFB a Wichita Falls, Texas, e poi alla England AFB nella 23ma Tactical Fighter Wing di Alezandria, Louisiana, dove ha lavorato come tecnico chirurgico. Infine, è stato trasferito alla Kirtland AFB di Albuquerque, New Mexico, dove ha lavorato dentro e fuori la base presso l’UNIM Hospital come assistente chirurgico e paramedico. Ha lavorato anche come istruttore HAZMAT, EMT, coordinatore di negoziazioni con i terroristi, flight medi specialist, tecnico chirurgico, tiratore scelto, specialista in guerra chimica, specialista in guerra biotech e capo unità di risposta DECON, tra le tante cose.
Queste posizioni gli hanno permesso di lavorare con diversi chirurghi specializzati, e ciascuno di loro gli ha insegnato diverse procedure, permettendogli di raggiungere una conoscenza straordinariamente variegata che si è rivelata molto preziosa per coloro che stavano cercando un assistente in questi ambiti per i laboratori sotterranei compartimentalizzati.
Ti conosco da otto anni. Ci siamo incontrati la prima volta durante le riprese del documentario Sirius, con Steven Greer a Crestone, Colorado. Hai lavorato molti anni nell’ambito del CSETI e nessuno aveva idea del tuo background fino al 2017. Ci puoi raccontare qualcosa del vero Emery Smith?
Mi chiamo Emery Smith. Ho fatto parte dell’Aeronautica degli Stati Uniti per otto anni. Ho lavorato in progetti specializzati, compartimentalizzati. Il mio compito principale era di primo assistente chirurgo e paramedico. Mi venivano chiesti lavori in nero extra, ossia lavoretti extra per militari in servizio attivo che vogliono fare qualche soldo in più e che riguardano la tua preparazione in ambito militare. La mia era di medico chirurgo. Così, naturalmente, quando mi hanno chiesto dei lavori extra di sera, dato il mio curriculum, ho pensato che avessero a che fare con l’espianto di organi umani e cose del genere dai corpi dei soldati deceduti, durante la guerra o altro. All’epoca non avevo idea che avrei lavorato su campioni di tessuto di origine non terrestre (‘Other than earth’), come vengono classificati questi campioni. ‘Other than earth origin’ è il termine che avrebbero usato in seguito.
I miei primi tre mesi nei progetti compartimentalizzati sono stati nei sotterranei della Kirtland AFB, collegata attraverso strutture sotterranee dai laboratori di Sandia (NM) a quelli di Los Alamos (NM) ed è lì che tutta questa medicina rigenerativa e diversi tipi di programmi compartimentalizzati di chirurgia andavano avanti. Prendevamo campioni, che potevano essere piccolissimi (1 cm x 1 cm), nei primi anni del mio lavoro lì, e più stavo lì più tenvo la bocca chiusa. Mi davano un nullaosta di sicurezza ogni 4-6 mesi in anticipo, in modo da potermi assegnare progetti più grandi a cui lavorare.
All’inizio ho lavorato su molti campioni, più di 3.000. Questo però non vuol dire corpi interi. Poteva trattarsi solo di una parte del corpo, o un pezzo di tessuto, un muscolo, un pezzo di organo da cui dovevo ricavare picccoli campioni e inviarli per far effettuare test genetici o altri test. Non mi era permesso chiedere da dove venissero quei campioni, né mi era permesso di fare domande in generale a meno che non mi fosse necessario capire di che tipologia si trattasse. Molti di questi campioni sembravano molto umani. Sembravano tessuti e organi che vedremmo in una normale giornata di traumatologia chirurgica. Sono stato istruito in ogni tipo di chirurgia da parte di molti chirurghi diversi. E ho la documentazione che lo prova. L’ho ricevuta dall’Aeronautica USA.
Hai detto che questi laboratori vengono usati da sub appaltatori e che anche le basi sotterranee vengono usate per la ricerca da parte di compagnie transnazionali. In che modo i militari collaborano a tutto questo?
Per fare lavori civili usano sempre militari in servizio attivo. Non si tratta di laboratori gestiti da militari. E’ importante capire questa cosa: i Sandia Labs sono una base civile gestita dal governo e in quei 550 piani sotterranei ogni piano è in realtà dato in locazione a grossi appaltatori civili. Quindi ci sono molte agende diverse…
Quello che fa la differenza nella tua storia è che hai la documentazione militare che prova che eri lì…
Questa documentazione prova soltanto che fossi nell’USAF. Che questi colonnelli, generali e capitani erano consapevoli delle mie capacità e non parla di extraterrestri o UFO, ma mostra anche i certificati di addestramento e i diplomi, e naturalmente il mio congedo con onore.
Sei tra gli insider di maggior rilievo che stanno divulgando la propria storia. Mi ricordi il Dr. Michael Wolf Kruvant e Dan Burish, che lavorarono anch’essi a progetti classificati presso l’Area 51. Burish ha parlato di viaggi nel tempo. Tu invece hai lavorato alla Kirtland AFB in New Mexico e anche tu parli di tecnologia per viaggiare nel tempo. Per quanto complicato, puoi dirci qualcosa?
Stanno cercando di perfezionare la tecnologia per viaggiare nel tempo senza usare i punti della griglia terrestre. Quindi lo stanno facendo elettronicamente. Io ho fatto parte di un team coinvolto nel programma: ero il medico che attraversava i portali diretti verso altre civiltà, possibilmente diversi pianeti per raccogliere solo piccolissimi campioni di piante e minerali e terreno. Ho lasciato il progetto e proprio recentemente mi hanno contattato perché rientrassi. Quel lavoro mi serviva parecchio, è stato l’anno scorso, e quando ho chiesto chi ci fosse nel team, perché conosco tutte le persone coinvolte, hanno risposto solo, ‘C’è stato un guasto, sono morti tutti’. E’ successo prima quando solo piccoli gruppi passavano attraverso (i portali, ndr). Non c’è un buon tasso di mortalità con queste cose, il che significa che non li hanno perfezionati davvero. Ma naturalmente è stupefacente. Si corrono un po’ i rischi degli astronauti che vanno sulla Luna o nello spazio.
C’è un hangar vuoto come quello che si vede nei film, ma è sotterraneo ed è stato scavato nel terreno in una certa zona. Ce ne sono due. Uno è in superficie e uno sotterraneo. E ha una struttura quadrata di tipo metallico. E quella è l’area che attraversi. Il campo attorno è elettromagnetico e lo avverti quando lo attraversi. Devi camminare lungo questa linea perché, per qualche ragione, c’è solo una piccola parte nella trama del tempo che puoi attraversare. Quando lo guardi, vedi l’altro lato della stanza. Quindi non è come nei film, dove sembra una specie di muro d’acqua. A volte è un po’ sfocato, ma non molto. E mentre lo attraversi, sparisci completamente e ti ritrovi nel punto che vogliono loro. Se esci dalla linea quando attraversi lo strappo nel tessuto, muori. Ha qualcosa a che fare con questa piccola area mentre percorri la linea per entrare. Non so dove fossero i posti dove sono stato in missione. Non so se fosse un altro pianeta. L’atmosfera andava bene, potevo respirare. Anche la temperatura andava bene e sbucavamo sempre nel posto stabilito. A volte delle persone che ci erano state prima di noi ci spiegavano esattamente cosa avremmo visto perché fossimo sicuri di trovarci nel posto giusto. Lì le bussole non funzionano, e questo mi ha fatto pensare che non fosse sulla Terra. Forse c’era un altro campo magnetico, o diversi tipi di depositi di ferro. In alcuni posti usavano un tipo diverso di bussole e funzionavano. Immagino che fossimo su altri pianeti. Ma non lo so, sto solo facendo ipotesi.
Così andavamo, prendevamo dei campioni e non restavamo molto. A volte solo 15 o 20 minuti e quando tornavamo indietro era passata un’ora, a volte tre ore, dipende. Non so come, certe volte stavamo via solo 15 minuti, ma quando tornavamo indietro era passata mezza giornata! Non ho mai avuto problemi tipo jet lag dopo questi viaggi. Era molto energizzante, una corsa straordinariamente energizzante.
Quando torni indietro, al tempo presente, appena passi attraverso (il portale) c’è sempre un punto segnato. C’è un’altra di queste strutture dall’altra parte e a volte non sono state fatte dall’uomo. A volte sono come Stonhenge, fatte di roccia. Roba antica. Il governo ancora non l’ha perfezionato, ma ci sono strutture come queste in tutto il pianeta. Ce ne sono anche sul fondo degli oceani, che credo vengano usate dagli extraterrestri. Enormi aree megalitiche da cui escono i velivoli.
(Circa i cambiamenti di pressione nell’attraversare i portali) ho problemi sinusali e noto sempre un po’ di pressione. Amo lo scuba diving e il free diving e so tutto sulla pressione a riguardo. Quando passiamo attraverso i portali c’è sempre uno scoppiettio, come quando sei in aereo e salendo avverti un botto. E’ notevole. Sento le ossa del corpo che si schiacciano, ma non fa male. Nelle orecchie sento sempre queste piccole esplosioni nell’attraversare (i portali). Non fa male, è come se ci fosse un qualche strano cambiamento di pressione. Una delle foglie che abbiamo raccolto da una pianta gigante era antiproiettile. Pensa a cosa potrebbero farci. Poteva fermare i proiettili! Credo che la prossima fibra al carbonio ne farà uso. Probabilmente la vedremo in cose di cui non abbiamo bisogno, come le bottiglie di plastica. Ma è estremamente utile perché può anche essere usata per i trapianti di pelle. E’ a quello che puntano. Cambieremo lentamente ma sicuramente.
Perchè stai divulgando queste cose? Qual è la tua visione del futuro?
Credo che abbiamo un futuro di speranza su questo pianeta. Molte persone ora si stanno facendo avanti con tecnologie straordinarie. Ci sono grandi scienziati che hanno già sviluppato delle cose che ci permetteranno di progredire molto più velocemente. Dobbiamo solo lavorare di più sulla nostra coscienza, prenderci cura gli uni degli altri invece di ucciderci a vicenda, ed eliminare l’ego.
Dimostriamo un po’ di compassione e di amore per il prossimo. Come la nostra coscienza, anche le tecnologie si espanderanno, ma prima dobbiamo portare un maggior numero di persone a pensare come noi, prima di ottenere queste straordinarie tecnologie. Sì, sono qui adesso. E’ frustrante, prima avevo qualcosa che non potevo divulgare e ora le cose stanno cambiando. La gente sta prendendo in mano la situazione, le corporazioni vogliono cambiare, il che è bene perché dovremo lavorare insieme.
Dobbiamo stare uniti e affrontare tutto questo insieme, perché siamo una cosa sola. C’è solo una parte di noi che dobbiamo riallineare. E aiutare a istruire i più giovani in modo da poter salvare il futuro. E’ importante dirigere le nuove generazioni nella giusta direzione sin dai primi otto anni di età. E’ fondamentale.
(Sul prossimo numero, un approfondimento sulle dichiarazioni di Emery Smith riguardanti la presenza ET sul nostro pianeta e altri argomenti).
Tratto da: http://paolaleopizziharris.it/intervista-a-emery-smith/