non dovremmo temere ciò che non conosciamo, ma ciò che riteniamo vero ed invece non lo è
lunedì 14 aprile 2025
Mercurio d’Eccellenza: Cercatore o Praticante?
Quando ho incontrato il Lavoro, o per meglio dire, quando questo Insegnamento ha trovato me, il mio anelito era quello di contribuire ad uno scopo superiore e condurre una vita in sintonia con questo scopo. Questo obiettivo era nobile ma, con il farne diretta esperienza, si è rivelato di difficile attuazione, e sotto molteplici aspetti è risultato inapplicabile per le cose pratiche.
Ci sono condizioni preliminari prima che un ideale possa essere proposto, diffuso, compreso e attualizzato. In ogni epoca, e in qualsiasi ambito, gli idealisti sono sempre grandi innovatori, ma essendo per loro stessa natura dei precursori senza tempo risultano scomodi, incompresi e spesso perseguitati o internati.
Potremmo essere fortunati e ricevere uno scopo più alto e già rodato da qualcun altro? O potremmo trovarlo da soli, e se sì, come saremmo in grado di riconoscere che questo scopo è un’intuizione genuina suggeritaci dalla nostra Essenza?
L’Essenza si diletta mentre ti aiuta a scoprire i tuoi talenti, poiché queste facoltà risvegliate tendono naturalmente a servire una causa superiore. Tuttavia, la prospettiva di servire una nobile causa, o credere di farlo, può facilmente rafforzare la personalità di superficie, e ancor più titanizzare l’ego spirituale che ti farà credere di essere un prescelto più capace e più degno di altri. Le conseguenze di questo equivoco diventano evidenti mentre si continua a ricercare sempre nuovi stimoli, ricercare nuove tecniche, per ottenere più conoscenza, o comunque sia, per non trovare mai ciò che in fondo si ricerca.
Il mondo promette la realizzazione da qualche parte nel tempo. Molte persone si dicono: “ecco, sono arrivato, sono evoluto, illuminato” e poi realizzano che in effetti, no, non sono arrivati, e lo sforzo e la ricerca continua. Questo si esprime giusto in una corsa a ostacoli, dove la massima del primate allucinato è: “cercare ma non trovare”. Le persone contano di trovare la salvezza nel futuro, ma il futuro non arriva mai.
E in fin dei conti, a forza di non trovare, si genera ulteriore sofferenza.
Questa esperienza, se colta nella sua essenza, è per molti l’inizio di un Risveglio, e personalmente sono infinitamente riconoscente d’essere stato catturato dal mondo e perduto nel mondo.
D’altro canto, la saggezza del Lavoro ci invita a suddividere il nostro scopo in piccoli e attuabili passi, che possono essere sottilmente introdotti tra i nostri molti altri impulsi ancora non trasformati e sublimati.
Prima di aderire cosxientemente e lavorare per uno scopo superiore, è necessario imparare a osservarsi in modo imparziale così da distinguere i sapori e gli odori dell’Essenza, del Corpo Fisico e della Personalità, come si manifestano nella propria esperienza e come sono davvero nella realtà della loro vera natura.
In altre parole, nel viaggio verso uno Scopo interiore, il primo passo è lo sviluppo dell’auto-osservazione. Questa sfida determinerà se rimaniamo Cercatori spirituali o diventiamo Praticanti al Servizio della Vita.
Una persona in cerca di conoscenza di sé è chiamata Cercatore.
Un Cercatore che mette in pratica la conoscenza di sé è chiamato Praticante.
La maggior parte dei cercatori è riluttante ad adottare un approccio definito e fondato alla propria ricerca, il che significa che continuano a cercare senza mai trovare.
I pochi praticanti ad ogni esperienza sono chiamati a discernere tra l’essere Audaci o apparire Folli.
Di conseguenza, mentre poche persone mai diventano cercatori, ancora meno diventano veri praticanti.
La massima di questa breve riflessione si può tradurre così:
Il Mercurio d’Eccellenza, Audace Mago di Follia, è lo Spirito del Reticolo di Gioia… Chi ha timpano, risuoni.
HERMES
FONTE: https://www.tenet22.com/mercurio-deccellenza-cercatore-o-praticante/
giovedì 10 aprile 2025
CONOSCERSI E' AMARSI
La conoscenza di come funzioniamo è la base di partenza per ogni percorso conoscitivo.
Per poter cambiare punto di vista rispetto a noi stessi e alla Vita è necessario infatti conoscere taluni meccanismi e funzioni con cui siamo costituiti e con cui siamo identificati e abituati a “pensarci”.
Ma di quali funzioni si parla? Di quelle che forniscono un quadro chiaro ed esaustivo sulle tendenze e le inclinazioni personali, sulle leggi della Vita e dell’Universo, sulla loro origine e sul ruolo che l’Essere Umano riveste in questi ambiti.
Gli ostacoli a questa conoscenza sono sintetizzati e strutturati in larga parte negli schemi subcoscienti e incoscienti, tendenze e tratti caratteristici della personalità per lo più ignoti all’uomo non più in contatto con la propria Verità interiore.
Conoscersi è sinonimo di essere, di essere più liberi di adottare un approccio alla Vita giusto e vero per noi, di scegliere le relazioni necessarie alla nostra emancipazione, propensi e aperti all’esperienza della Vita sempre foriera di rinnovati spazi di interesse e di crescita.
Questa non è conoscenza celebrale, ma è la diretta esperienza di se stessi e della propria identità, è la chiave che apre all’intuito del Cuore quale centro onnicomprensivo e amorevole nell’uomo.
Conoscere davvero è sperimentare la propria Verità interiore, intima e profonda, ed è questa la sola Via che conduce alla vera Vita.
Si conosce solo ciò che si ama, si ama solo ciò che si conosce, per cui il Nosce te Ipsum dei saggi è semplicemente il sapiente invito ad amarsi.
‘Io sono la via e la verità e la vita’
(Giovanni 14:6)
FONTE: https://www.tenet22.com/tenet22-visual-magazine-n15/
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