Molti appaltatori ed insider dell’ambiente militare affermano che gli USA ed altri paesi hanno costruito basi sotterranee e subacquee segrete, forse per garantirsi la sopravvivenza in caso di cataclismi oppure per scopi più sinistri.
di Richard Sauder, PhD
Nei primi tempi della mia ricerca su basi e tunnel sotterranei, i miei lettori e il pubblico delle mie conferenze iniziarono a inviarmi occasionali lettere e email, nonché a raccontarmi aneddoti vissuti in prima persona; col passare degli anni tali resoconti continuano ad arrivare. Come potrete immaginare, alcune delle mail e dei racconti sono davvero interessanti, talmente interessanti che desidero sottoporne alcuni alla vostra attenzione; sono certo che susciteranno in voi lo stesso interesse che hanno suscitato in me.
Voglio sottolineare che sono convinto che nei resoconti che state per leggere vi sia un sostanziale nocciolo di verità; voglio inoltre dire che nonostante io non disponga né del tempo né del denaro per viaggiare in giro per il mio paese e per il mondo a verificare tutti i particolari di ogni nuova storia in cui mi capita di imbattermi, mi sono comunque affidato alle mie conoscenze ed esperienze di ricerca sull’argomento, onde vagliare ed escludere le fandonie e le storie incoerenti. Vi restano da leggere le vicende plausibili sopravvissute al mio vaglio, che ritengo abbiano un alone e un sapore di verità.
Spesso sono rimasto colpito dalle illusioni, accuratamente architettate e propalate, che accettiamo come realtà condivisa della vita quotidiana. Le notizie propagandistiche diffuse da televisione, radio, giornali e riviste, le molte false dichiarazioni del governo, la censura scientifica e giornalistica saldamente radicata ed altre fonti di falsità ed inganni che sgorgano dagli istituti educativi e religiosi, tutto questo contribuisce a promuovere l’illusione di massa che ogni cosa è davvero come appare. Niente potrebbe essere più lontano dal vero — in particolare nei regni inferiori di basi e tunnel sotterranei e subacquei, dove la norma operativa è “Lontano dagli occhi, lontano dalla mente”!
Quindi, senza ulteriore indugio, vediamo cosa ci riserva il sacco postale sotterraneo!
Labirinto nel sottosuolo della NSA a Fort Meade, Maryland
Nel profondo sottosuolo del quartier generale della NSA (National Security Agency) di Fort Meade, Maryland, a metà strada fra Washington, DC, e Baltimora, Maryland, vi è un segretissimo complesso sotterraneo. In The Puzzle Palace , eccellente libro di denuncia di James Bamford, l’autore allude al mastodontico centro informatico allestito sotto il quartier generale della NSA: (1)
“…l’enorme seminterrato della NSA, che si estende per isolati al di sotto dell’edificio sede del suo quartier generale, senza dubbio ospita il più avanzato sistema informatico al mondo.”
Si tratta delle attrezzature elettroniche che la NSA utilizza per ascoltare di nascosto le comunicazioni elettroniche di tutto il mondo, Stati Uniti compresi. James Bamford afferma che questo “seminterrato” pieno di supercomputer si estende per “isolati”; sono certo che concorderete sul fatto che è sorprendentemente gigantesco.
Una delle mie fonti, che negli anni ‘70 era rimasto di stanza a Fort Meade per un breve periodo, un giorno incappò accidentalmente in questo “seminterrato” mastodontico e conferma appieno il resoconto di Bamford. Ecco il suo racconto:
“…venni trasferito per alcune settimane alla NSA per un incarico speciale. Un giorno, mentre lavoravo nell’‘edificio’, notai che a fianco delle scale vicino all’entrata est da cui accedevo all’interno vi era una porta; dato che non riportava scritte o avvisi, pensai che avrei potuto oltrepassarla senza problemi.
“Una volta apertala, vidi che vi era una tromba delle scale che conduceva verso il basso, quindi mi sporsi oltre la ringhiera e guardai giù; non contai il numero di piani, ma ebbi l’impressione che fossero fra 15 e 20. Per arrivare in fondo bisognava percorrere un lungo tragitto.
“Scesi una rampa di scale e sul lato opposto vidi una porta che doveva trovarsi sotto il livello del suolo, sul lato est dell’edificio; la aprii, vi infilai la testa, guardai a destra e a sinistra e vidi un tunnel che si estendeva fuori vista in entrambe le direzioni, di sicuro molto oltre il limite dell’area occupata dall’edificio e dal parcheggio a livello del suolo. Sulle pareti opposte vi erano porte che distavano circa 10-12 metri l’una dall’altra; pareti e pavimento del tunnel erano in cemento e recavano contrassegni colorati.
“Mi guardai intorno per rilevare la presenza di telecamere e non ne vidi, tuttavia non mi sentivo esattamente a mio agio. Decisi di esplorare un altro paio di piani, quindi scesi di un altro livello, dove trovai un’altra porta; la aprii e osservai la stessa disposizione — porte e tunnel che scomparivano alla vista in entrambe le direzioni. Scesi ancora un altro piano e ritrovai le stesse cose degli altri due piani più, in lontananza, due persone che si stavano dirigendo verso di me su un cart da golf, di conseguenza me la svignai.
“Anche questi tre tunnel erano estesi; se anche gli altri livelli inferiori ospitavano tunnel analoghi, allora sotto Fort Meade vi è un complesso di gallerie davvero imponente.”
Ora, tenete presente che questo resoconto risale agli anni ‘70. Non mi sorprenderebbe che negli anni trascorsi da allora il complesso sotto la NSA sia stato ulteriormente ampliato in estensione e profondità, nonché reso più elaborato.
Ovviamente ritengo che molte importanti agenzie di governo e basi militari dispongano con tutta probabilità di analoghe installazioni sotterranee, in corrispondenza delle loro rispettive sedi.
Base sotterranea di China Lake, California
La Marina Militare degli Stati Uniti dispone da anni di un’imponente base a China Lake, California. Nel mio primo libro, Underground Bases and Tunnels, (2) ho presentato della documentazione militare, risalente al 1964, la quale indicava che l’Arma del Genio dell’Esercito degli Stati Uniti stava progettando di costruire un’enorme caverna sotterranea, a 4.000 piedi di profondità sotto l’installazione di China Lake, all’epoca in fase di ampliamento.
Si dà il caso che un paio di anni fa, dopo aver tenuto un discorso pubblico, sono stato avvicinato da un uomo, il quale mi ha detto di aver prestato servizio nella Marina Militare degli Stati Uniti; quando, dopo aver chiacchierato amabilmente per un po’, mi ha riferito di aver trascorso un certo periodo a China Lake, ho drizzato le orecchie.
Gli ho chiesto se a China Lake vi fosse un complesso sotterraneo, al che egli ha replicato che in effetti esiste ed è straordinariamente vasto e profondo. Alla mia domanda se vi avesse mai avuto accesso ha risposto affermativamente, pur non avendo mai visto i livelli più profondi.
Allora gli ho chiesto quanto in profondità arrivava la parte più bassa; mi ha guardato e, con grande compostezza e calma, ha replicato: “Arriva sino a un miglio di profondità.”
Poi gli ho domandato cosa contenesse la base sotterranea, al che ha risposto, “Armi”.
“Che genere di armi?”, dico io.
Senza frapporre un solo attimo egli ha risposto: “Armi più potenti di quelle nucleari.”
Questa risposta mi ha colto del tutto alla sprovvista. Le implicazioni di una nuova generazione di armamenti segreti altamente protetti, il cui potere distruttivo supera quello delle bombe atomiche e all’idrogeno, è certamente qualcosa che ti fa ‘passare la sbornia’. La conversazione ha avuto termine di lì a poco, in quanto l’uomo non sembrava disposto ad approfondire quanto mi aveva riferito.
Sono propenso a credere a quanto raccontato dall’ex membro della Marina Militare degli Stati Uniti, per il quale China Lake è da lungo tempo uno dei principali centri di ricerca e sviluppo degli armamenti; il resoconto di quell’uomo concorda alla perfezione con le altre informazioni emerse nel corso della mia ricerca.
Nelle profondità del poligono missilistico di White Sands, New Mexico
Questo gigantesco poligono missilistico dell’esercito degli Stati Uniti si estende per molte miglia nei desolati deserti, colline e frastagliate catene montuose del New Mexico meridionale. Nel corso degli anni sono venuto a conoscenza di brandelli di informazioni inerenti a strutture ed opere nel sottosuolo del poligono missilistico di White Sands.
Il resoconto che segue, pervenutomi via email da un altro ex membro della Marina Militare, è un valido esempio del genere di cose che ho in mente. Costui mi ha esposto un racconto di seconda mano, riferitogli da un imprenditore del New Mexico meridionale, esperto di pozzi idrici, il quale aveva avuto l’incarico di fare alcuni lavori presso il poligono.
“…egli mi stava descrivendo il lavoro svolto presso il POLIGONO MISSILISTICO DI WHITE SANDS.
“Gli era stata commissionata la trivellazione di fori da 10 o 12 pollici che dovevano inoltrarsi sino a 800-1.000 piedi di profondità. Non aveva fatto molto caso alla questione.
“Be’, durante l’esecuzione del lavoro la trivella penetrò varie volte; dai fori fuoriusciva aria fredda. Se ricordo bene, gli fu detto di non preoccuparsi.
“In seguito pensò fra sé e sé che forse stava trivellando dei pozzi di aerazione.”
Ritengo del tutto plausibile che un esperto di trivellazione di pozzi sia stato convocato alla base per trivellare dei pozzi di aerazione per gallerie e strutture sotterranee in profondità.
La mia ricerca indica che il New Mexico è un’importante area per strutture sotterranee segrete — ed il poligono missilistico di White Sands è proprio in cima alla ristretta lista dei siti candidati.
Navette sotterranee a levitazione magnetica?
Questa è una vicenda che proprio non verrà messa a tacere. Voci inerenti a velocissimi treni3 super-segreti, che sfrecciano avanti e indietro nelle profondità del continente nordamericano, emergono di continuo.
Il mio collega ricercatore Bill Hamilton mi ha riferito il seguente resoconto di seconda mano, relativo ad un colloquio fra un suo amico ed un amico di quest’ultimo.
Amico: “Allora, dimmi, cosa si prova a viaggiare in una di quelle navette sotterranee?”
- Amico dell’amico: “SONO MALEDETTAMENTE VELOCI!!! Meno di un’ora dall’entrata di Cheyanne [sic] Mountain sino al pentagono [sic]. La mia calcolatrice indicherebbe una velocità superiore alle 2.000 miglia orarie. Strano, però; la velocità non si percepisce, dato che si è completamente al chiuso in uno spazio privo di finestrini. In ogni caso c’è roba che va molto più veloce, ma non nel sottosuolo”.
Amico: “Caspita, 2.000 miglia orarie? Accidenti, che sgroppata. Quando si parte si verifica una qualche trazione gravitazionale? Dovete allacciare delle cinture di sicurezza?"
- Amico dell’amico: “Quando il treno o la navetta partono la forza gravitazionale si annulla; 2.000 miglia orarie non si raggiungono così all’improvviso, tuttavia il processo è più rapido di quanto potresti pensare. Non è necessario allacciare cinture di sicurezza, comunque ci sono dei segnali luminosi che avvertono quando si è in procinto di partire e quando si è nella fase di rallentamento in prossimità del punto di arrivo; per le informazioni ai passeggeri ci sono anche degli altoparlanti collocati in alto. In realtà non si percepisce granché. Quando si viaggia in aereo alla velocità di 600 miglia orarie, ci si alza e si cammina su e giù per il corridoio come se niente fosse, giusto? Lo stesso vale per questi treni a levitazione magnetica”.
Racconti di questo tipo sono veritieri? Più nello specifico, questa particolare vicenda è vera? La mia ricerca indica che è del tutto possibile che lo sia. Nel mio libro precedente, Underwater and Underground Bases, (4) ho dedicato un intero capitolo alla documentazione del governo statunitense relativa al progettato sviluppo di un sistema di treni a levitazione magnetica. Dopo aver esaminato le prove, ho stabilito che la realizzazione di un sistema ferroviario sotterraneo a levitazione magnetica è certamente possibile e attuabile. Posso provare che sia stato realizzato? No, al momento non mi è possibile. Quello che comunque posso fare, e che ho fatto, è dimostrare l’interesse del governo degli Stati Uniti verso la progettazione e la realizzazione di un sistema ferroviario sotterraneo a levitazione magnetica.
Ho inoltre documentato che negli ultimi decenni ed anni molte e diverse agenzie, governative e non, hanno intrapreso un’estesa attività per la realizzazione di tunnel sotterranei. Nei miei libri precedenti ho anche fornito una solida documentazione inerente ad un budget destinato ad operazioni coperte che prevede lo stanziamento di decine di miliardi di dollari all’anno.
Quindi, prendendo in considerazione l’intera mole delle prove disponibili, che comprendono una dimostrabile propensione del governo verso la progettazione e la realizzazione di un sistema ferroviario sotterraneo a levitazione magnetica, usando la documentazione governativa, così come ingenti stanziamenti di fondi neri non rintracciabili, la capacità tecnica di scavo e realizzazione di gallerie sotterranee e il livello tecnologico dell’industria statunitense — il tutto unito alle persistenti storie su segretissime navette sotterranee ad alta velocità — sono giunto al punto di ritenere che nel sottosuolo nordamericano potrebbero operare le navette di cui sopra, senza che la popolazione ne sia al corrente, oppure che lo sia ma in misura minima.
Un articolo pubblicato sulla rivista LOOK (14 giugno 1955) commentava questa illustrazione con la seguente didascalia: “I futuri aeroporti per dischi a decollo verticale non necessiteranno affatto delle lunghe, vulnerabili piste di decollo necessarie ai caccia dei nostri tempi. L’intera operazione potrebbe svolgersi nel sottosuolo. Tunnel dotati di pozzi di decollo situati nel terreno, completi di hangar di manutenzione, depositi carburante e alloggiamenti degli equipaggi, saranno rifugi a prova di bomba per una squadriglia di dischi. Dopo il decollo i pozzi verrebbero sigillati a scopo di protezione e mimetizzazione”.
Genio nucleare sotto Burlington, Massachusetts
Alcuni anni or sono mi capitò di parlare con un tizio che aveva da raccontare un’esperienza giovanile davvero insolita. Molti anni prima, appena diplomatosi al college, costui aveva trovato un impiego presso un’agenzia federale statunitense, della quale non fece il nome. Il suo lavoro abituale era decisamente peculiare. Si recava presso un anonimo edificio nella zona di Burlington, Massachusetts (a nord di Boston, non lontano da questa città) e, dopo aver percorso un lungo tragitto in ascensore verso il basso, raggiungeva un laboratorio segreto situato a grande profondità. Secondo la sua descrizione nel laboratorio si testavano materiali radioattivi e i loro relativi effetti su altri materiali.
La sua storia presenta molti aspetti interessanti: la natura segreta di un laboratorio sotterraneo situato in un’importante area metropolitana; il lungo percorso dell’ascensore sino alla zona operativa nel sottosuolo; il segreto pozzo dell’ascensore sotterraneo all’interno di un edificio dall’aspetto del tutto ordinario. Forse la cosa più interessante di tutte è la sua descrizione di alcuni fra gli ingegneri, tecnici e scienziati più anziani che lavoravano nel sottosuolo alcuni dei quali, stranamente, erano privi di alcune piccole parti del corpo: ad uno mancava il naso, ad un altro una parte della mano, e così via; erano talmente consacrati al genio nucleare a cui prestavano servizio che, a causa di ustioni radioattive, avevano sacrificato parti del loro corpo allo scopo di far progredire la ricerca nucleare del complesso militare-industriale della Guerra Fredda.
Dimostrare o smentire in modo conclusivo questa storia è impossibile, così come accade per le altre storie riferitemi dalle mie fonti. Non dispongo di mezzi che mi consentano di addentrarmi nel sottosuolo per centinaia o migliaia di piedi, in Massachusetts, New Mexico o California, per verificare i dettagli salienti di tutto quello che mi è stato raccontato; non è proprio possibile — né per me, né per chiunque altro.
Comunque sia, i dettagli della storia coincidono abbastanza da vicino con altri frammenti e brandelli che ho racimolato qui e là da centinaia di singole conversazioni e da miriadi di documenti.
Montagne cave in Norvegia
La gran mole della mia ricerca su basi e gallerie sotterranee e subacquee si è concentrata su piani, possibilità tecnologiche, progetti e strutture statunitensi. Le ragioni alla base di tale attenzione hanno un duplice aspetto: in primo luogo sono nato e cresciuto negli USA e poi, data la mia lunga permanenza sul suolo statunitense, mi risulta più comodo svolgere ricerche sui piani e le attività di questo paese.
Detto questo, nel corso della mia ricerca sono comunque venuto a conoscenza del fatto che gli Scandinavi sono fra i migliori ingegneri ed escavatoristi al mondo; la qualità e la raffinatezza della loro opera sono certamente di altissimo livello.
Quindi non sono rimasto affatto sorpreso di ricevere una lettera da un uomo che è stato all’interno di una vasta base sotterranea segreta costruita dentro una montagna cava in Norvegia. Sebbene la lettera sia scritta su carta da lettere dei militari USA mi sono preso la libertà di non riprodurla come illustrazione, al fine di rispettare l’anonimato dello scrivente. Ad ogni modo, ho ritenuto opportuno riportare la copia ritagliata di un diagramma dell’interno della base, disegnata dallo scrivente ed acclusa alla sua lettera [vedere illustrazione seguente]. Ho inoltre operato alcuni leggeri tagli alla parte della lettera riportata qui di seguito, al fine di non rivelare l’identità, il grado e il reparto militare del soldato.
“La mia unità della riserva venne attivata poco prima dell’Operazione Desert Storm. Siamo un’Unità da Clima Freddo e, in quanto tali, fummo inviati in Norvegia per partecipare ad una simulazione bellica della NATO, l’Operazione Battle Griffin, nel cui contesto venni mandato a svolgere alcune mansioni all’interno di una delle tante montagne “Cave”. All’epoca ero [qui cita il suo grado; nda] e mi assegnarono ad un piccolo distaccamento operativo assieme a [qui identifica gli altri componenti], affinché ci recassimo nella Montagna; ero alquanto eccitato dell’assegnazione a questo reparto [omissione di un frammento della frase; nda].
“Prima di partire per la montagna ci diedero istruzioni e ci passarono in rassegna, il che è alquanto insolito per un piccolo reparto. Ci dissero di non cercare di vedere dove stavamo andando o quali strade avremmo percorso; le macchine fotografiche erano assolutamente vietate e nulla di quanto considerato riservato sarebbe dovuto uscire dalla montagna. Quindi partimmo insieme alle guide norvegesi, le uniche a conoscere le strade che dovevamo percorrere. (Secondo le istruzioni ricevute, le strade si incrociavano in uno schema a labirinto allo scopo di confondere i piloti di eventuali carri armati nemici; i norvegesi sapevano quali strade ci avrebbero condotto sul luogo. Fummo sistemati su un camion nella totale oscurità; era giorno, ma il mezzo era completamente coperto.)
“Dopo aver percorso un po’ di strada ci fermammo, quindi udimmo il rumore delle Porte che si aprivano. Ci addentrammo nella Montagna e, dopo circa un minuto o giù di lì, ci fermammo nuovamente (Stavolta procedevamo a velocità ridotta). Scendemmo e ci guardammo attorno. Quel posto era assolutamente enorme! L’area più piccola era l’entrata, attraverso la quale poteva facilmente passare un carro armato. Quella in cui lavoravamo era lunga circa 300 metri, larga circa 30 ed alta 12 o più; era così ampia che nessuno si sentiva stretto o claustrofobico [sic]. Noi ci trovavamo in una sola sezione; sul retro della lettera le ho disegnato uno schizzo di quello che ho visto.
“L’intera cavità era rivestita di un materiale bianco tipo plastica, materiale che aveva aperture a cerniera di varie dimensioni; incuriositi, aprimmo varie sezioni incernierate, ma tutto quello che trovammo fu la solida roccia della montagna. [Omissione della frase; nda]
“Restammo all’interno per varie ore, accatastando l’equipaggiamento che la mia unità aveva utilizzato nell’operazione, quindi ce ne andammo seguendo le stesse formalità dell’andata.”
Qui termina la lettera della mia fonte. Per quanto breve, il suo resoconto basta comunque a dare una qualche idea delle mostruose dimensioni della struttura cui ha avuto accesso; è senz’altro possibile che la gigantesca struttura da lui vista fosse solo una porzione di una base sotterranea assai più vasta. Egli inoltre allude all’esistenza di molteplici montagne cave; la base sotterranea in cui ha lavorato è evidentemente solo una delle tante.
Schizzo di una base sotterranea segreta in Norvegia. Notate le dimensioni enormi — più di 600 iarde di ampiezza. La dimensione dei singoli scomparti è gigantesca. Tenete inoltre presente che questa struttura potrebbe avere più di un livello. Così è già di per sé impressionante; se vi dovessero essere ulteriori livelli o sezioni, allora le dimensioni risulterebbero ancor più sorprendenti. (Fonte: lettera indirizzata personalmente all’autore da un membro delle forze armate statunitensi).
Da qualche parte nelle profondità della costa orientale degli Stati Uniti
Quello che segue mi è stato riferito da un uomo che aveva lavorato nell’Arma del Genio dell’Esercito all’epoca della Guerra del Vietnam. Come parte del suo addestramento sul suolo statunitense prima della partenza per il Sudest asiatico, fu inviato a fare un breve giro per visitare un paio di basi sotterranee da qualche parte nella costa orientale degli USA.
Gli domandai dove si trovassero queste basi, e disse: “Non ricordo.” Naturalmente, è probabile che questa risposta evasiva sia una bugia, presumibilmente dovuta ai suoi accessi di sicurezza. Come leggerete, la sua descrizione delle installazioni è sufficientemente interessante che è assai improbabile che qualcuno, men che mai un militare, ne dimenticherebbe l’ubicazione.
Gli chiesi di raccontarmi qualcosa sulle basi ed egli ripose che quando dovevano chiudersi ermeticamente al mondo esterno il processo era rapidissimo — nell’ordine dei decimi di secondo; i massicci portali blindati pesanti molte tonnellate, simili a quelli dei caveau delle banche, si chiudevano in modo virtualmente istantaneo! Chiunque si fosse inavvertitamente trovato nella traiettoria sarebbe rimasto istantaneamente schiacciato come un pomodoro! Tutto accadeva troppo velocemente perché un individuo potesse reagire in tempo da evitare una morte istantanea.
Gli chiesi delle forniture alimentari e lui replicò dicendo di aver visto nelle basi sotterranee delle serre idroponiche, destinate a coltivare vegetali in caso di prolungati periodi di isolamento dal mondo esterno di superficie.
A questo punto la nostra conversazione ebbe termine. L’uomo tacque e non disse altro sulle strutture sotterranee che aveva visitato, ma quel poco che divulgò è estremamente illuminante. Implicitamente si deduce che esistono piani per affrontare l’eventualità di dover sopravvivere nel sottosuolo per lunghi periodi, senza contatti con il mondo esterno, ed è evidente che questi piani risalgono almeno alla fine degli anni ‘60 e agli inizi degli anni ‘70 del secolo appena terminato.
Basi segrete nelle foreste nazionali della California?
Nel 1995, poco dopo aver pubblicato il mio primo libro dal titolo Underground Bases and Tunnels, mi capitò di sentire qualcosa di analogo. Stavo discutendo della mia ricerca con una donna di mezza età, la quale aveva conosciuto a Denver, Colorado, un giovane nativo americano. Mi disse che durante gli anni ‘80 il giovane in questione era stato discretamente avvicinato da alcuni funzionari dell’amministrazione Reagan. Costoro si stavano informando sulla possibilità di procurarsi sementi fertili non ibride dalle varietà native di colture commestibili indigene da portare negli stati occidentali. Volevano che queste sementi fossero trasportate ed immagazzinate in una struttura sotterranea in costruzione in una delle foreste nazionali della California.
Il loro ragionamento sembrava essere che, in condizioni climatiche avverse, le varietà di colture indigene erano più resistenti e producevano raccolti migliori delle varietà di sementi meno tenaci e più incrociate disponibili sul mercato agricolo. Nel caso di una catastrofe che devastasse le condizioni utili alla coltivazione (come una guerra nucleare, sovvertimenti geologici, tempeste solari, impatti di asteroidi e/o comete), evidentemente quei funzionari volevano varietà di sementi che avrebbero prodotto con certezza almeno una certa quantità di alimenti, in modo che l’agricoltura potesse essere ripristinata e che la gente della base sotterranea potesse abbandonarla.
Basi sottomarine nel Golfo del Messico?
A circa un anno di distanza dalla pubblicazione di Underwater and Underground Bases, venni contattato da un uomo che diceva di essere a conoscenza di un insolito progetto subacqueo nell’Oceano Atlantico. Rispondendo ai miei interrogativi egli approfondì un po’ quello che intendeva con Oceano Atlantico e ne derivò che quando parlava di quel progetto intendeva dire che era stato allestito da qualche parte nel bacino dell’oceano in questione; questo ovviamente comprende potenzialmente tutte le baie, i golfi, gli stretti, i canali ed i mari che formano il Bacino Atlantico e l’Oceano Atlantico propriamente detto.
Sollecitato da altre domande, l’uomo specificò che il progetto si trovava sotto i fondali del Golfo del Messico e che l’appaltatore era la Parsons che, proseguì l’uomo, aveva acquistato attrezzature specialistiche destinate ad operare a 2.800 piedi sotto il fondo marino; ciò accadeva nel 1997, o giù di lì. Pur non avendone la certezza, egli riteneva che l’opera dovesse essere realizzata nella parte orientale del golfo.
La mia fonte lavora per un’azienda che produce attrezzature abitualmente usate nel settore minerario ed in quello degli scavi, e si stava occupando di un ordine della Parsons, relativo ad un progetto sotterraneo, che stimolò la sua curiosità abbastanza da spingerlo a fare alcune domande; gli risposero dicendo che le attrezzature erano destinate ad un progetto a grande profondità sotto i fondali del Golfo del Messico. Egli non conosceva lo scopo ultimo del progetto, ma aggiunse che anche altre aziende avevano acquistato dalla sua ditta le stesse attrezzature per usi subacquei. La specificità di queste attrezzature è tale da presupporre la presenza di esseri umani nei luoghi di installazione.
Ora, non sono in grado di dimostrare o smentire la presenza di una struttura di profondità costruita dalla Parsons negli ultimi anni del 20° secolo sotto il fondo marino del Golfo del Messico. Ad ogni modo, una storia come questa solleva una serie di interessanti interrogativi. La mia ricerca ha chiaramente dimostrato che la Parsons è la prima società statunitense di costruzioni sotterranee e che costruisce locali e gallerie sotterranee per un’ampia gamma di grandi corporazioni ed agenzie governative, fra cui agenzie militari. La mia ricerca, inoltre, dimostra inequivocabilmente che il Golfo del Messico è stato al centro di una considerevole attività di trivellazioni marine, eseguite dall’industria petrolifera nonché da oceanografi e geologi governativi e accademici. Per di più la letteratura di dominio pubblico ha anche ospitato dibattiti relativi all’escavazione di grandi caverne sotto il fondo del Golfo del Messico, allo scopo di immagazzinare il petrolio.
Il fatto che il fondo marino del Golfo del Messico sia ricoperto di cupole tettoniche saline, che si adatterebbero perfettamente alla escavazione e costruzione sottomarina di profonde basi abitabili sotto i fondali, è un dato incontrovertibile. Quindi non stento a credere che la Parsons possa essere semplicemente andata avanti coi lavori ed aver fatto con discrezione quello di cui altri si sono limitati a parlare; un progetto del genere sarebbe tranquillamente alla portata di un’azienda florida, potente e tecnologicamente all’avanguardia come la Parsons.
Invero le mie scoperte indicano che non sarebbe eccessivamente problematico scavare caverne sotto il Golfo del Messico e collocarvi qualcos’altro oltre al petrolio. In linea teorica questo qualcos’altro potrebbe essere qualsiasi cosa: un laboratorio segreto di ingegneria genetica; una prigione clandestina; un deposito sicuro della CIA per la droga in transito fra l’America Latina ed il multimiliardario mercato nordamericano; un deposito clandestino di armi nucleari; un base congiunta alieni/militari USA; un centro di comando presidenziale super-sicuro; un bunker super-sicuro per i dirigenti e il consiglio di amministrazione della Parsons; un’arca popolata da una popolazione umana selezionata destinata a sopravvivere ad una eventuale apocalisse. Lasciate che la vostra immaginazione esamini le proprie possibili ipotesi…
Ho sentito altri due resoconti aneddotici di seconda mano relativi a basi segrete sotto il Golfo del Messico: una nella parte orientale, vicino alla Florida; l’altra in quella occidentale, vicino al Texas. Esistono inoltre riscontri aneddotici provenienti dalle acque costiere portoricane, nel vicino Mar dei Caraibi, inerenti ad attività della Marina Militare USA coerenti con la possibile costruzione di una o più basi sottomarine in loco, con l’impiego dei metodi Rock-Site che ho delineato in Underwater and Underground Bases.
Sono propenso a credere che la storia raccontatami dalla mia fonte corporativa contenga un solido nocciolo di realtà: che sotto il Golfo del Messico esiste una base sottomarina clandestina e che la Parsons è stata implicata nella sua costruzione. Naturalmente inizio a sospettare che, sepolte sotto i fondali del Golfo del Messico, esistano molteplici strutture segrete abitabili ad alta tecnologia. Se dovessi tirare a indovinare, direi che vi sono coinvolte unità militari statunitensi segrete, oppure una o più fra le principali compagnie petrolifere, nonché altre agenzie — forse persino elementi dell’oscuro mondo della criminalità organizzata e gruppi neonazisti, che sono stati al centro dell’apparato di spionaggio militare-industriale USA che ha avuto inizio negli anni ‘40 con l’operazione Paperclip e che continua tuttora.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale migliaia di “ex” nazisti furono trasferiti negli USA e collocati in posizioni influenti al Pentagono, alla NASA e nella cosiddetta industria “privata”. Si rintanarono e presero a lavorare, formando fra loro una rete mentre si infiltravano a fondo nelle viscere del complesso spionistico-militare-industriale degli USA. Nel corso degli anni della mia ricerca mi sono imbattuto più volte nelle loro tracce, in occasione di conversazioni, in documenti, in polverosi archivi e, in qualche raro caso, ne ho incontrato qualcuno di persona. L’impronta nazista sul mondo non è terminata nel 1945 con la cessazione del conflitto armato fra l’Asse e gli Alleati. Oh, no. Il movimento nazista si è solo trasformato un po’ ed è strisciato via in un altro covo oltreoceano, dove si è insinuato nei più oscuri recessi della segretezza compartimentata, a leccarsi le ferite e a restare in attesa di giorni migliori — tenendo temporaneamente in sospensione ancora per un po’ il suo sogno di conquistare il mondo. Questa è la mia convinzione, a sostegno della quale esistono molti riscontri storici circostanziali.
Un cataclisma imminente?
Allora qual è il motivo alla base della segretezza che circonda le attività sotterranee e sottomarine? L’Apocalisse è dietro l’angolo? Gli agitatori e i mestatori clandestini all’interno del complesso spionistico-militare-industriale sanno qualcosa che noi non sappiamo? Siamo come lemming, che sciamano inconsapevoli verso un baratro della cui esistenza non sospettano nemmeno alla lontana? A volte me lo chiedo. Forse questa è una delle ragioni delle imponenti basi sotterranee e gallerie segrete. Forse sta arrivando rapidamente qualcosa di GROSSO?
Ho posto tale quesito ad una delle mie fonti e ho ricevuto una replica incredibilmente evasiva ed enigmatica che, più che darmi risposte, francamente ha suscitato in me ulteriori domande.
In base alla mia migliore analisi letterale della risposta sembra che almeno alcune, e forse molte, delle basi e gallerie sotterranee/sottomarine siano state allestite in preparazione dei seguenti possibili eventi a termine relativamente breve (diciamo nell’arco dei prossimi anni o decenni):
- una potenziale guerra nucleare;
- un rovesciamento della Terra sul proprio asse (cambio della fisica di rotazione);
- un’inversione del campo magnetico terrestre;
- un ingresso in una nube di polvere galattica;
- impatti di comete e/o asteroidi;
- un improvviso cambiamento climatico di ampia portata;
- caos sociale, politico ed economico derivante da uno degli eventi appena citati;
- una combinazione di uno o più degli eventi appena citati.
In altri termini, è possibile che eventi assai drammatici siano proprio dietro l’angolo. O forse no. Non dico di saperlo. Tuttavia sembra come se coloro che ne sono a conoscenza stiano allestendo preparativi imponenti ed estremamente dispendiosi in vista di qualcosa.
Conclusione: storie aneddotiche da altri paesi
Forse l’aspetto più interessante dei precedenti resoconti è che nella maggior parte mi sono stati riferiti direttamente da persone che hanno lavorato per il complesso militare-industriale, in alcuni casi all’interno degli stessi servizi militari.
Nella mia ricerca questo è un tema ricorrente. Sono stato avvicinato più volte da ex militari e, in alcuni casi, anche da militari in servizio attivo. Per quale motivo? Ritengo che ciò sia dovuto al fatto che alcuni individui, coinvolti nelle attività dei militari statunitensi, vedono cose che li turbano, o forse viene loro richiesto di svolgere mansioni che li preoccupano e, di conseguenza, forniscono informazioni a un ricercatore come il sottoscritto, nella speranza che qualcosa di quello che hanno visto o che è stato loro chiesto di fare trapeli e diventi di pubblico dominio, a beneficio della popolazione in generale.
Sulle loro motivazioni posso solo fare ipotesi, ma penso che in alcuni casi i loro timori devono concernere dubbi personali di ordine etico, mentre in altri casi riguardano questioni di profondo disagio politico verso le macchinazioni di un governo occulto e incostituzionale, e persino forti dubbi sulla strategia militare. Per esempio, sotto il profilo tecnologico potrebbe essere possibile progettare, costruire e schierare armamenti in grado di far saltare un continente, che superano di gran lunga il potere distruttivo di quelli nucleari; ma questo è moralmente auspicabile? È opportuno sotto il profilo militare? In base a quali concepibili circostanze una struttura di comando militare scatenerebbe un inferno in Terra, di tale portata che intere aree o continenti verrebbero ridotti a sterili deserti? Quale individuo sano di mente metterebbe in moto tale catena di eventi? Quale individuo sano di mente vorrebbe abitare un pianeta ridotto ad un cumulo di fumante cenere radioattiva? Secondo quale diabolica predisposizione mentale si potrebbe considerare tale esito una “vittoria”?
O ancora, se l’infrastruttura sotterranea o sottomarina di basi e gallerie segrete si è potenzialmente estesa a tal punto, così raffinata, così fuori dalla supervisione degli enti politici costituzionalmente delegati da un governo civile pubblico ai controlli e ai bilanci, allora può darsi che l’integrità del popolo statunitense, e forse quella di molti altri, sia gravemente minacciata — minacciata da una potenza sotterranea e/o sottomarina furtiva, massicciamente finanziata e ad alta tecnologia, della cui presenza i suddetti popoli restano beatamente ignari e i cui piani e intenti nefasti contrastano direttamente con gli interessi dei popoli stessi.
Se dovessi tirare a indovinare, opterei certamente per l’ipotesi che alcune delle mie enigmatiche fonti nutrono timori di questo genere. Vedono cose che non approvano, ma sono cinti d’assedio e costretti a rispettare rigorose ‘norme di segretezza’, la cui violazione comporta severe sanzioni. Cosa fareste al loro posto, se vedeste qualcosa che detestate profondamente ma non vi fosse possibile parlarne apertamente per paura di essere condannati a molti anni di prigione e/o a pesanti sanzioni amministrative? O magari essere persino obiettivo di liquidazione, vale a dire essere assassinati, per aver parlato in pubblico? Potreste comunicare, in modo anonimo e con molta discrezione, alcune informazioni a uno scrittore investigativo di una piccola casa editrice alternativa, nella speranza che tali informazioni finiscano nel suo prossimo libro, articolo di rivista o intervista radiofonica e, in questo modo, vedano la luce del giorno dove migliaia, e infine milioni di altre persone possano leggerle o ascoltarle, e quindi valutarne la rilevanza.
Tratto da: http://www.nexusedizioni.it/it/CT/lettere-dal-sottosuolo-5677