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lunedì 6 giugno 2022

L'ABBANDONO, pt.2

"Ciao Fede, ho letto la tua pubblicazione sull'abbandono e mi sono sorti molti dubbi a riguardo. Lo definisci una divinità addirittura, allora mi chiedo: che cosa vedi di così bello ed evolutivo nell'abbandono? Grazie se vorrai rispondermi." La risposta che segue interessa a tutti, seguitemi... L'abbandono, o senso d'abbandono, è un'energia cosmica, buia e misteriosa, che svolge una funzione precisa, liberarci da una scatola che ci siamo costruiti con le idee che abbiamo preso nel mondo... Lo possiamo immaginare come un cavaliere nero che porta con sé numerosi doni... L'abbandono ci consente di respirare: iniziamo a respirare nel momento che tagliamo il cordone ombelicale dalla madre, non prima... È il passaggio decisivo, fondamentale per l'indipendenza... L'abbandono mi ricorda che sono io diverso da te, e che in me risiedono talenti unici che nessuno può avere se non io; quando quel Tale disse "Farete opere più grandi delle mie", non stava scherzando... L'abbandono mi ricorda che non vi è certezza e che ogni idea che mi sono costruito può volar via in un attimo... L'abbandono mi ricorda una cosa importantissima che ho dimenticato, l'insicurezza, probabilmente la più potente molecola farmacologica dell'anima... Ogni notte noi andiamo a letto e abbandoniamo la vita cosciente, e veniamo abbandonati dalla vita cosciente... L'abbandono ci ricorda che la magia dei sogni appare se ci abbandoniamo al buio e al silenzio del sonno... L'abbandono quindi, ci consente l'ingresso nel regno della notte, un regno senza coscienza, senza senso, e senza tempo, senza il quale non esisteremmo più... L'abbandono libera i codici della creatività, preparando nuove strade, nuovi interessi, nuovi incontri, nuove possibilità... L'abbandono ti ricorda che non sai chi sei. Quella che conoscevi è stata abbandonata perché non serviva più... un po' come la placenta, una volta venuta al mondo non vai in giro con essa... la placenta si butta via... Quante cose conosce l'abbandono... ecco perché si chiama il Dio dell'abbandono! Morale della favola Gertrude: prima di definire un qualcosa come brutto e cattivo, impara a conoscerlo fino in fondo. Federico Cimaroli - Pensiero Caffè

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