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mercoledì 31 agosto 2011

Bronchiolite Costrittiva: impennata di casi tra i militari di ritorno da Iraq e Afghanistan



Uno studio sui casi è stato appena pubblicato dal New England Journal Of  Medicine.
Spesso la malattia evolve in una insufficienza respiratoria che rende necessario il trapianto. 
Uno studio condotto su 80 soldati americani rientrati dal Medio Oriente ha evidenziato che più della metà dei militari presentava una dispnea da sforzo al rientro. La biopsia polmonare ha mostrato che quasi tutti i soldati rientrati dalle missioni con problemi respiratori sono affetti da bronchiolite costrittiva - patologia, molto rara in pazienti adulti in condizioni di buona salute, è invece molto comune in pazienti con problemi reumatologici o trapiantati - probabilmente dipendente dall’inalazione di sostanze tossiche o dannose. Lo studio suggerisce quindi che esiste una stretta correlazione tra la bronchiolite costrittiva e la diminuzione delle prestazioni fisiche dei soldati che hanno prestato servizio in  Medio Oriente.
Lo studio in questione, pubblicato sul NEJM è stato condotto dal Medical Center della Vanderbilt Univeristy su un gruppo di 80soldati provenienti da Fort Campell, in Kentuky, tra il febbraio 2004 e il dicembre 2006.
Questi soldati, rientrati dall’Iraq o dall’Afghanistan, presentavano un’inspiegabile dispnea da sforzo (non erano in grado di portare a termine il normale esercizio fisico previsto dagli esercizi militari, due miglia di corsa). Molti di questi soldati sono stati esposti alle sostanze tossiche presenti nell’aria in seguito all’incendio della miniera sulfurea di Mosul (Iraq) durante l’estate 2003, ma non tutti.
Di questi soldati 49 sono stati sottoposti a una biopsia polmonare toracoscopica, oltre ai controlli cardiopolmonari (spirometria e tutti gli altri controlli previsti dalle linee guida dell’American Thoracic Society). Per ben 38 dei soldati sottoposti a biopsia la diagnosi è stata di bronchiolite costrittiva. In seguito gli stessi sono stati sottoposti a tomografia computerizzata elicale (CT) per ulteriori accertamenti.
Quasi tutti i campioni delle biopsie hanno mostrato materiale polarizzabile corrispondente a inalazione di polveri sottili,nonostante la maggior parte dei soldati non sia mai stato fumatore. Le biopsie hanno anche mostrato ispessimenti delle pareti arteriolari o occlusioni di arterie adiacenti, solitamente causate  da inalazioni di sostanze tossiche.
L’età media del soldati che hanno preso parte a questo studio è di 33 anni, tutte persone in buono stato di salute, non affetti da patologie o sintomatologie respiratorie. Sarebbe stato semplice imputare la patologia all’esposizione inalatoria dell’incendio della miniera, ma solo 28 dei soldati esaminati ne sono stati interessati. Quasi tutti hanno riferito di aver respirato durante le tempeste di polvere (tipiche della zona) e di essere stati esposti all’incenerimento di rifiuti solidi in pozzi bruciati.
La bronchiolite costrittiva è caratterizzata da una lesione infiammatoria e fibrosante della parete dei bronchioli, che ne riduce il calibro causando un’alterazione del flusso aereo.  La patologia è anche correlata all’esposizione inalatoria a nitrogeno diossido, biossido di zolfo, rifiuti inorganici, ceneri e butanedione (utilizzato nella manifattura dei pop corn per microonde) non raramente la sua evoluzione comporta la necessitrà di sottoporsi a trapianto di polmoni. 


Autore: Ilaria Vacca,  29 Lug 2011


FONTE: http://www.osservatoriomalattierare.it/index.php/attualita/951--bronchiolite-costrittiva-impennata-di-casi-tra-i-militari-americani-in-ritorno-da-iraq-e-afghanistan

Conversazioni con SaLuSa 29 agosto 2011 Federazione Galattica di Luce

lunedì 29 agosto 2011

Libia: mercenari e mass media appoggiano il terrorismo di Stato



La perversione delle agenzie di stampa statunitensi, europee e loro subordinate nel chiamare “guerra civile” quello che sta accadendo in Libia dimostra come è possibile trasformare un intervento coloniale contro un Paese – del quale gli Stati Uniti e i loro alleati vogliono appropriarsi per diversi interessi – in una ribellione “interna” che “umanitariamente” deve, invocano i suoi creatori, essere appoggiata da altri Paesi.
La realtà è che il popolo libico sopporta da marzo i bombardamenti selvaggi della NATO, contro un Paese di quasi sei milioni di abitanti, considerando che una buona parte del suo territorio è deserta. Morte e distruzione sono i risultati degli attacchi, che mirano ad aprire la strada ai mercenari che sono stati, fin dall’ inizio, il vettore della supposta “ribellione” della popolazione contro Gheddafi.
Non ci sono foto della “ribellione”. Non esiste nessuna immagine di questa ribellione popolare, né delle giustificazioni – i supposti bombardamenti di Gheddafi contro la popolazione civile – su cui si appoggia l’ intervento brutale in pieno ventunesimo secolo. Ma è un fatto che questa popolazione civile sia massacrata dai suoi “protettori” che fanno parte della NATO; e case, scuole, ospedali, università, tutto è distrutto in nome di questa protezione.
La risoluzione 1973 adottata il 17 marzo 2011 per stabilire il blocco dello spazio aereo sulla Libia ha avuto come unica finalità quella di impedire che il governo sovrano di questo Paese si difendesse. La risoluzione è stata decisa senza che la popolazione o le autorità locali potessero prendere una decisione al riguardo. Semplicemente si è arrivati alla conclusione che la Libia non dispone di una difesa aerea, ma nonostante questo il Paese ha resistito quasi sei mesi ai bombardamenti e ed è risultato evidente è che i “ribelli” non esisterebbero senza la NATO. Basta vedere una fotografia circolata recentemente nei giornali che mostra i supposti “oppositori libici” che presentano caratteristiche fisiche, abbigliamento e armamenti somiglianti a quelli dei mercenari che le grandi potenze hanno portato nella regione.
Per poter cominciare a sostenere un intervento militare gli Stati Uniti e i loro alleati hanno utilizzato i mass media di tutto il mondo, che sono sotto il loro controllo. In questo caso gli USA hanno potuto contare anche su una collaborazione interessata o spontanea – non importa, in un modo o nell’ altro hanno raggiunto l’ obiettivo – di alcuni giornalisti e intellettuali considerati “progressisti”, che sono stati complici dell’ intervento militare e della rete di menzogne inventate per giustificarlo.
Adesso aspettano, per giustificarsi anche con se stessi, che la NATO vinca e racconti la storia dei vincitori sulle “orribili violazioni dei diritti umani” commesse dai “ribelli libici” coprendo con questa versione gli orrori commessi dai mercenari e dalle forze straniere. Così come è già stato fatto in Afghanistan, in Iraq e in altri Paesi precedentemente.
Sarà che il mondo si è già dimenticato, così facilmente, quando gli Stati Uniti attaccavano dalle basi in Honduras alla Nicaragua sandinista, distruggendo villaggi, uccidendo, torturando, violentando donne e bambini? Ronald Reagan chiamava gli invasori “combattenti per la libertà”.
Chiamare “ribelli” un gruppo di mercenari manipolati dalla CIA è mancare del dovuto rispetto ai veri ribelli che lottano in tutto il mondo per la loro liberazione. Il popolo e il governo libico non solo possiedono il diritto, ma hanno anche l’ obbligo di difendersi da soli, come qualunque Paese del mondo attaccato dalle truppe degli invasori ha il dovere di fare. Se gli Stati Uniti con le loro azioni volevano trasformare la Libia in una nuova “Somalia”, come ha dichiarato il 19 agosto il portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, di fronte all’ aumento dei bombardamenti della NATO, tutti i Paesi del mondo sono completamente senza protezione di fronte a decisioni imperialiste come queste.
La Somalia è un Paese senza governo, che affronta una fame avvilente, ed è un Paese come questo che le potenze occidentali possono creare in Libia se continuano con gli attacchi. A questo punto quando le nazioni imperialiste si sono già appropriate di tutti i soldi dello Stato libico, installando anche a Washington un’ ambasciata battezzata “Consiglio di Transizione”, nessuno può mettere in dubbio che questi “ribelli” abbiano mai rappresentato il popolo della Libia. Prima di controllare con la forza il territorio i “ribelli” hanno creato la Banca Centrale di Bengasi. Esiste qualcosa di simile nella storia?

FONTE: http://www.disinformazione.it/libia_mercenari.htm

26 minuti prima della strage di Oslo


di Pino Cabras – Megachip.

Anche a Oslo l’esercitazione antiterrorismo c’era, eccome se c’era: il più importante quotidiano norvegese, «Aftenposten», il 26 agosto 2011 ha pubblicato nella sua versione on line un articolo inquietante. Un reportage di Andreas Bakke Fossconferma infatti che anche per la strage del 22 luglio 2011 si è avuto lo stesso pazzesco scenario di coincidenze presentatosi in occasione dell’11 settembre 2001 (in USA) e del 7 luglio 2005 (a Londra), così come in altre occasioni di rilevanti attentati terroristici. In tutti questi casi la scena del crimine ha letteralmente ricalcato simulazioni in corso degli apparati di sicurezza.

Il caso di Oslo in un primo momento si era prestato a un equivoco a causa di un altro articolo dello stesso «Aftenposten» che raccontava un’esercitazione del 2010, ma con la data apparente del 22 luglio 2011. Molti erano caduti nell’errore, compreso chi scrive. Mi sono scusato con i lettori di quella svista che avevo il dovere di rettificare, spiegando che avevano contribuito all’errore certi schemi interpretativi della cronaca che – visti i precedenti – mi avevano spinto subito, a caldo, a cercare se per caso anche a Oslo non vi fossero stati dei “war games” che si intersecavano con gli eventi reali. Ebbene, l’interrogativo sull’eventuale ruolo delle esercitazioni, dopo il nuovo articolo di «Aftenposten», ridiventa immediatamente una questione cruciale per il corso delle indagini sull’orribile massacro di Oslo, e riacquista una bruciante attualità.
Ho tradotto integralmente l’articolo, e consiglio di leggerlo qui di seguito. Alla fine cercheremo di trarre qualche momentanea conclusione.


C’era un’esercitazione sullo stesso scenario di Utøya del 22 luglio

di Andreas Bakke Foss - «Aftenposten»
Solo poche ore prima che Anders Behring Breivik iniziasse a sparare sui ragazzi di Utøya le squadre di emergenza della polizia avevano concluso un’esercitazione in cui avevano sperimentato una situazione quasi identica.
Fin da quattro giorni prima e nello stesso venerdì in cui l’attentato fu perpetrato, unità speciali della polizia si sono esercitate in un’operazione terroristica in corso che era quasi uguale alla situazione che poche ore dopo gli ufficiali della squadra di emergenza della polizia avrebbero affrontato nell’isola di Utøya.
 «Aftenposten» ha ricevuto una conferma da fonti certe presso i funzionari della polizia di Oslo che l’esercitazione si è conclusa alle 15 di quello stesso venerdì.
Tutti gli agenti delle squadre di emergenza che sono intervenuti nel quartiere degli edifici governativi dopo l’autobomba e che più tardi sbarcarono a Utøya per arrestare Anders Behring Breivik, avevano partecipato poco prima in quella stessa giornata - nonché nei giorni precedenti – a un addestramento basato su uno scenario similissimo.
Così alla polizia non è restato che sospendere a quel punto l’esercitazione per addestrarsi direttamente nella realtà.
In base a quanto appreso da «Aftenposten», l’esercitazione si rifaceva direttamente a quanto aveva affrontato la polizia nel lago di Tyrifjorden lo stesso giorno: un attacco terrorista mobile nel quale l’unico obiettivo di uno o più esecutori consisteva nello sparare a quanta più gente possibile e poi nel fare fuoco sui poliziotti al loro arrivo.
«Era assai simile allo schema. Così ha voluto il caso», dichiara una fonte attendibile della polizia, che ha chiesto l’anonimato.

Massacro
Lo scenario dell’esercitazione della polizia non prevedeva così tante vittime come quello verificatosi a Utøya.
Le unità speciali della polizia si addestrano in continuazione. Ma ogni tre mesi i “moduli” su cui si esercitano vanno su tipi di scenario diversi.
Ci sono diversi scenari che la polizia presume possano accadere e nei quali le squadre di emergenza dovranno inserirsi. Possono essere azioni in luoghi chiusi, nelle città o in altre ambientazioni.
Secondo la polizia, questo era uno scenario su cui si sono addestrati più volte all’anno e per vari anni, soprattutto dopo alcuni eventi accaduti in altri paesi.

26 minuti
Appena 26 minuti dopo che l’esercitazione rivolta alle squadre di emergenza si era conclusa, è esplosa l’autobomba nel quartiere dei palazzi governativi. Le squadre di emergenza furono mobilitate prontamente.
Alle ore 17,30 il personale della polizia di Oslo ebbe notizia del fatto che aUtøya era in corso una sparatoria. Fu data così tanta importanza al messaggio che le squadre d’emergenza presero non solo le auto che già avevano a disposizione presso i loro uffici, ma anche le macchine che arrivavano dalla stazione di polizia di Grønland a Oslo.
Lungo il cammino, tentarono di mettersi in contatto con il distretto di polizia di Nordre Buskerud, finché alle 18,02, sei minuti prima di arrivare, presero contatto e concordarono d’incontrarsi a Storøya.
C’erano sette persone delle squadre di emergenza e tre agenti del distretto di polizia di Nordre Buskerud in un unico gommone lungo 4,9 metri. Era così appesantito che iniziava a imbarcare acqua. La polizia era assistita da un’imbarcazione civile e si diresse a Utøya.


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Ecco, dopo la lettura dell’articolo norvegese, è inevitabile che mi venga in mente un altro caso, quello di Londra. Gli attentati di Londra del 7 luglio 2005 hanno coinciso, per tempi e luoghi, con lo svolgimento di un’esercitazione anti-terroristica organizzata dall’impresa Visor Consultants. In base alla clamorosa testimonianza del direttore dell’azienda, Peter Power - registrata dal canale televisivo ITN - in corso d’opera i responsabili hanno constatato nella sala comandi che il loro scenario si realizzava ‘per davvero’ davanti ai loro occhi. Cosa disse lo stesso Peter Power?
Vale la pena leggere la trascrizione dell’intervista:

Power: Alle 9:30 stamani eravamo infatti in piena esercitazione, per una società che conta più di mille persone a Londra, un’esercitazione basata su delle bombe sincronizzate e pronte a esplodere esattamente in quelle stesse stazioni della metropolitana dov’è accaduto stamattina. Mi si rizzano ancora i capelli in testa.

ITN: Per esser più chiari, avevate organizzato un esercitazione per sapere come gestire tutto ciò ed è capitato mentre conducevate tale esercitazione?

Power: Esatto, erano circa le 9:30 stamani. Avevamo pianificato questa esercitazione per una società, per evidenti ragioni non vi dirò il suo nome, ma sono davanti alla TV e lo sanno. Eravamo in una sala piena di gestori della crisi che si incontravano per la prima volta. In cinque minuti abbiamo realizzato che quel che succedeva era vero e abbiamo attivato le procedure di gestione della crisi in modo da passare dalla riflessione lenta alla riflessione rapida, e così via.

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Di recente Miguel Martinez ha scritto sul suo blog un bell’articolo sul caso norvegese, che - oltre a spiegare in modo mirabile il côté “fallaciano” dello stragista nordico - consigliava implicitamente una prudenza estrema prima di ipotizzare scenari analoghi alla strategia della tensione e allo stragismo italiano. Suggeriva in particolare di semplificare la scena anche nel caso Breivik, applicando il famoso “rasoio di Occam”. In pratica un complotto per ragioni geopolitiche ai danni del governo norvegese avrebbe potuto realizzarsi meglio con altri mezzi e non con l’azione scellerata di Breivik, che al contrario ha compattato il popolo intorno ai governanti attuali e intanto fa sì che l’attentatore possa rimanere a lungo esposto al torchio delle autorità. Il rischio per gli ipotetici mandanti sarebbe troppo alto. Ergo è improbabile che ci siano mandanti.

Il consiglio è buono. Ma dissento su un punto: il “rasoio di Occam”. Occam era un filosofo medievale, e nel suo latino diceva: «entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem». Ossia «gli elementi non sono da moltiplicare più del necessario». Usando una sensibilità del XXI secolo il concetto può suonare così: «a parità di fattori, la spiegazione più semplice tende ad essere quella esatta».
Il punto è questo, Occam diventa estremamente inadatto quando si tratta di valutare il terrorismo di questo secolo. Nella scacchiera delle mosse terroristiche gli elementi si moltiplicano, e si complicano oltre ogni necessità normalmente misurata dall’uomo della strada o perfino dalle redazioni degli organi di stampa.
In quasi tutte le vicende terroristiche rilevanti degli ultimi decenni ci sono interferenze di strategie di apparati d’intelligence in grado di sopportare dei prezzi per ottenere risultati strategici. E in molti casi le azioni dei terroristi non si riassumono in rapporti fra mandanti ed esecutori, ma in relazioni molto più complicate e soggette a intermediazioni in grado di mascherare i padroni del gioco. È uno degli strumenti di lavoro preferiti da chi organizza operazioni coperte. Si chiama “plausible deniability”, ossia la possibilità di negare plausibilmente qualsiasi legame con un atto o con delle persone legate a quell’atto.
Sulla funzionalità delle esercitazioni nei casi di attentato rimando a questo articolo: Il caso di Tripod II e altri giochi di guerra dell’11/9. Un estratto potete anche leggerlo come appendice del presente articolo.

Oslo è decisamente un caso ancora aperto.



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Appendice:

Estratto da P. Cabras, Il caso di Tripod II e altri giochi di guerra dell’11/9, 10 settembre 2009.

Il vantaggio di una tale strategia appare del tutto comprensibile e plausibile, volendo iniziare su basi diverse dal passato una vera inchiesta.
In primo luogo dobbiamo ritenere che militari, funzionari governativi o membri dei servizi d’intelligence che avessero in mente azioni eversive non potrebbero organizzare degli attentati senza farsi scoprire. Da qui la prima funzione di un’esercitazione: essa offre agli organizzatori la copertura idonea a mettere in moto l’operazione, permette loro di utilizzare i funzionari e le strutture governative per realizzarla e fornisce una risposta soddisfacente ad ogni domanda che dovesse sorgere su stranezze e movimenti insoliti. Perché possa funzionare, è chiaramente necessario che lo scenario dell’esercitazione sia a ridosso dell’attentato progettato.
In secondo luogo, se prevista nella data dell’attentato, l’esercitazione permette di schierare legittimamente degli uomini sul terreno, uomini che indossano l’uniforme dei servizi di sicurezza o di soccorso. Piazzare fra questi coloro che sistemano delle bombe o coordinano dei movimenti è relativamente facile, senza che sorgano sospetti.
In terzo luogo, lo svolgimento delle esercitazioni in simultanea con i veri attentati permette di scompigliare la buona esecuzione delle risposte da parte dei servizi di sicurezza o di soccorso leali per via della confusione fra la realtà e la finzione. Le contraddizioni e le scoperte di singoli spezzoni dei fatti non intaccano l’insieme. Anzi, aiutano a truccare e rendere incomprensibile il mosaico. L’11 settembre – a un certo punto della mattinata – decine di aerei furono segnalati come dirottati, e si rincorrevano voci di ulteriori attentati. Dove dunque bisognava inviare le pattuglie, quali edifici occorreva proteggere per primi? Si può immaginare il caos che tutto ciò ha potuto sollevare nelle sale comando.
Le operazioni di questa natura sono modulari, mirano a diversi obiettivi compresenti e intercambiabili, altrettante strade a disposizione verso il medesimo effetto, e sono percorse in simultanea, finché la regia, ovunque si trovi, non sceglie una trama tra le diverse trame preordinate che intanto avanzavano alla pari.
Le persone incaricate di eseguire soltanto certi segmenti dell’operazione, obbediscono – spesso in perfetta buona fede - a ordini di personalità a loro sovraordinate che a loro volta conoscono solo un dettaglio, ma non l’intera pianificazione, né i suoi obiettivi.
Sto descrivendo meccanismi normalmente usati nelle azioni dei servizi segreti, che si esasperano nei casi in cui operano le “leve lunghe” e le operazioni coperte, fino a ingigantirsi in occasione di grandi operazioni terroristiche usate come base politica per drammatiche svolte costituzionali e per le guerre.



Il Senso della Vita

Chi non si è domandato almeno una volta quale sia il vero Senso della Vita....le risposte più frequenti sono l'Amore, oppure Essere Felici, oppure Vivere in Pace ed in Armonia con il Mondo che ci circonda, tutte risposte racchiuse nel Senso della Vita. In effetti l'Altruismo, il Rispetto Universale, l'Agape, sono indispensabili per intraprendere il viaggio che conduce verso un livello di Coscienza superiore. La risposta però è oggettivamente valida per qualsiasi essere vivente di qualsiasi dimensione, sia che esso abiti questa galassia o qualsiasi altro pianeta dell'Universo......    
 
                                            .....Il Senso della Vita per tutti è .....EVOLVERE!

domenica 28 agosto 2011

NESSUN DORMA


Conversazioni con SaLuSa 27 agosto 2011 Federazione Galattica di Luce


Conversazioni con SaLuSa 25 agosto 2011 Federazione Galattica di Luce


Segnalazioni di agosto


Segnaliamo che il gruppo italiano, “Chemical trails”, i cui componenti sono Frank Francone (voce, chitarra), Easy Greg (tastiere), e Jepp Demita (basso), è in procinto di promuovere una serie di motivi, in stile rock, brit pop, indie, in cui sono aggrediti temi scottanti ed attualissimi. I titoli dei pezzi sono emblematici: From the skyIlluminati,Living Volcain… Invitiamo i lettori a seguire i “Chemical trails” ed a diffondere la loro musica.

La rivista francese “Sacre planet” ha recentemente pubblicato la prima parte di un articolo, “Les chemtrails et la géo-ingénierie”. La seconda parte apparirà nel numero di ottobre. L'autore del contributo,Jean Luc Lebouc, per la sua indagine, si è basato principalmente sul saggio di Nenki (pseudonimo) dal titolo quanto mai indovinato, “Les traces de la mort”. L'autore, dopo aver premesso alcune definizioni, dedica un breve ma denso paragrafo alla geo-ingegneria.

Scrive Lebouc: "Il concetto di geo-ingegneria fu coniato negli anni ‘70 del XX secolo e si fonda sull'idea di usare i combustibili fossili, ma riducendo le emissioni di CO2. In seguito il termine è stato allargato per indicare tutti i tentativi volti a stabilizzare l'effetto serra ed a gestire direttamente il bilancio energetico del pianeta. Sono state escogitate diverse tecniche di geo-ingegneria.

1 L'installazione di strutture riflettenti nei deserti.

2 L'installazione di specchi nell'atmosfera. L'ideatore di questo progetto è il Professor Roger Angel, finanziato dalla N.A.S.A. Il pioniere della tecnologia fu il Dottor Eastlund. L'idea fu sostenuta dalla ARCO, importante azienda produttrice di alluminio, detenuta dalla British Petroleum. Le scie contengono elevate quantità di alluminio!

3 La messa a dimora di piante che, con le loro chiome, dovrebbero riverberare la luce solare.

La fertilizzazione dei terreni con l'azoto: gli alberi, con questo dopingdel terreno, dovrebbero essere in grado di assorbire maggiori dosi di biossido di biossido di carbonio.

5 La dispersione di aerosol (scie chimiche), un mezzo per creare una sorta di filtro in grado di schermare una parte dei raggi solari e di diminuire l'indice UV. In verità, le chemtrails contribuiscono al riscaldamento globale, poiché le nuvole artificiali che si espandono durante la notte, intrappolano la radiazione infrarossa che dal suolo si sprigiona verso l'atmosfera.

6 La fertilizzazione degli oceani. Secondo Victor Smetacek, professore di Biologia oceanica dell'Istituto Alfred Wegener, in Germania, si può disperdere del solfato di ferro nei mari per permettere lo sviluppo di plancton in grado di catturare il biossido di carbonio.

7 La riduzione dell'acidificazione degli oceani, diffondendo calcare sui fondali.”

E' evidente che sia l'effetto serra dovuto al CO2 sia le tecniche che ufficialmente servirebbero a contrastare il riscaldamento planetario sono frodi. Lebouc non cade nella trappola, anzi, attraverso un'utile didascalia della foto in cui è inquadrato l'interno di un aereo ricondizionato per irrorare, evidenzia la natura sinistra delle operazioni chimico-biologiche: nell'istantanea si legge il termine HAZMAT, “che sta per Hazardous material, sostanza pericolosa” spiega l’estensore dell’articolo.

Intanto "Nexus France", testa di ponte della disinformazione camuffata, continua nel suo squallido lavoro di depistaggio, mandando allo sbaraglio la solita Pryska Ducoerjoly, abituata a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, per garantire un minimo di credibilità ad una rivista ormai alla deriva. La Pryska, nel suo scartafaccio, “Vent contraire sur la géoingeniérie”, 2011, alla fine ammette solo l’uso dell’agente Orange per opera degli Statunitensi nel corso della guerra del Vietnam. Non paga delle sue scandalose bugie e dei patetici ridimensionamenti, l’”esperta” preannuncia ai lettori che “Nexus” sta per compiere delle analisi dell’acqua potabile per stabilire se i ricercatori ed attivisti statunitensi, come Michael Murphy, hanno ragione quando affermano che nel prezioso liquido si trovano alluminio,bario, stronzio etc. in alte concentrazioni. La pennivendola osa asserire, con incredibile improntitudine, che l’avvelenamento sistematico causato dalle scie chimiche non è stato ancora provato (sic). Inoltre usa un linguaggio sottilmente ingiurioso, quando definisce gli scienziati che denunciano le scie chimiche “partisans” e “chemtrails fighters”, insinuando che sono dei fanatici e dei faziosi, quando settaria è lei, come il direttore che la istiga e la spalleggia nella sua crociata contro la verità.

Un lettore, indignato per il “dossier”, contesta alla Ducoerjoly, punto per punto, con argomenti scientifici e logica stringente, le affermazioni, evidenziando che l’acquiescenza nei confronti del sistema si spiega con i benefici fiscali ottenuti recentemente da Nexus France, grazie ad un accordo con la C.P.P.A.P., Commission paritaire de publications et agences de presse). La tipa ha l’impudenza di rispondere che è “una giornalista indipendente”.(sic)

Quali sono stati poi i risultati delle promesse analisi? Se ne dà conto, nel numero successivo, in un misero trafiletto in cui “Nexus”, indicando il laboratorio di Bordeaux, IPL, pontifica che i valori di bario, alluminio e stronzio, rilevati nell’acqua di una cisterna per la raccolta della pioggia in Dordogna, sono in linea con quelli ammessi dalla legge francese. Naturalmente bisogna fidarsi, perché Nexus si guarda bene dal fornire le pezze giustificative di quanto pubblicato.

Insomma, è finito tutto a tarallucci e vino, anzi a tarallucci e… baracqua.

Ringraziamo il gentilissimo amico Gianni Ginatta per le segnalazioni inerenti alle riviste francesi.

sabato 27 agosto 2011

Allerta sismica nella repubblica Ceca, 10.000 terremoti in tre giorni!





27 AGOSTO 2011 - W. Boemia, CZ - L'Istituto di Geofisica, Accademia delle Scienze della Repubblica ceca dice che ha registrato quasi10.000 terremoti negli ultimi tre giorni in Boemia occidentale, una regione situata vicino al confine occidentale tra Repubblica ceca e laGermania.


Lo sciame di terremoti è iniziato Martedì ed e' continuato fino a Venerdì. Mentre molti tremori sono passati inosservati alla popolazione locale alcuni dei più grandi , tra cui otto terremoti di magnitudo superiore a 3 sono stati avvertiti nelle città di Chemnitz, Karlovy Vary, betulla, e Luby. Il terremoto di maggiore intensita'  ha raggiunto una magnitudo 3,6 sulla scala Richter ed ha colpito a 0645hrs GMT di Venerdì a una profondità di tre miglia. L'epicentro è stato localizzato 81 miglia (129 km) a NE di Norimberga 82 miglia (131 km) SW di Dresda, 90 miglia (144 km) W di Praga, 128 miglia (204 km) a NO di Budejovice, 131 miglia (210 km) NNW di Schärding, e 227 miglia (364 km) a NO di Wien, l'Istituto Geofisico, Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca ha dichiarato: "L'attività è iniziata la sera del 23 agosto ed è continuata fino ad ora (26 mattina agosto). Quasi 10 000 eventi sono stati registrati in totale fino ad ora. Già otto eventi M> 3,0 e 200 M> 2,0 si sono verificati. "Negli ultimi anni, gli scienziati hanno notato un aumento del movimento del magma verso la superficie terrestre nel bacino Cheb, occidentale della repubblica Ceca . Dicono che il magma in risalita potrebbe essere una delle cause degli sciami di scosse sismiche, che regolarmente si verificano nella, Vogtland a Nord-Ovest della Boemia, il Fichtelgebirge e dell'Alto Palatinato. L'ultimo sciame sismico della zona risale al 2008. - OIV
http://www.irishweatheronline.com/news/earth-science/geology/earthquake-geology/10000-earth-tremors-recorded-on-german-czech-border/34243.html

Fonte: http://terrarealtime.blogspot.com/2011/08/allerta-sismica-nella-repubblica.html

Gaetano Ferrieri: un Eroe e un Esempio per Tutti




Gaetano Ferrieri: un Uomo di quelli con la U maiuscola, che insieme a tanti altri Cittadini con la C maiuscola, si trova dinanzi Montecitorio.

Dal 4 Giugno 2011 non mangia. Si alimenta solo di acqua e sali minerali.

E continuerà a farlo fino al giorno in cui chi di competenza non prenderà atto del contenuto delle PETIZIONI inviate alle più alte cariche dello Stato affinché si ottenga il taglio del 90 % delle auto blu, una riduzione del 50 % dello stipendio degli amministratori pubblici e dei parlamentari, e una nuova legge elettorale che funzioni sulla base della democrazia DIRETTA, la VERA DEMOCRAZIA.



Le alte cariche dello Stato per ora continuano a tacere anche se per Legge (che dovrebbe essere "Uguale per Tutti"), DEVONO comunque prendere in considerazione le richieste ricevute tramite PETIZIONI.

Per sapere cosa sono, come si creano e come si sottoscrivono le petizioni --> clicca qui <--

Stiamo parlando di un cittadino onesto.

E come sovente capita agli onesti, viene escluso dalle dinamiche del Sistema di Potere.

Lo stimiamo perché è a favore della NON violenza, NON ha schieramento politico, è corretto, riflessivo, autocontrollato: UN ESEMPIO PER TUTTI.

Ha a Cuore tutti gli italiani.

Un cittadino coraggioso che insieme ad altri altrettanto altruisti, sfida la cosiddetta Casta.

Gli italiani hanno dei diritti o è una illusione?
Staremo a vedere.

Io e il mio Team siamo con Gaetano e TUTTI i suoi Amici.

E Voi?

Un Abbraccio.

Adam



PS

Ai Governanti dell'Italia, quelli presenti e quelli futuri, vorrei dare un consiglio:

Di recente in una seduta del Palazzo Madama hanno partecipato solo undici senatori...

Anche se per voi è "normale" che agli incontri "procedurali" siano presenti poche persone, non è invece normale questa mancanza di rispetto verso la situazione del pianeta Italia che richiederebbe più sensibilità da parte vostra.

Il problema principale è che ci sono davvero troppi Parlamentari e sottraggono risorse preziose allo Stato: mi riferisco al denaro che serve a pagare i loro "Bonus": i "vitalizi", i "collaboratori", le "indennità", certi "uffici" quasi completamente privati, affittati nel centro di Roma, ecc.. ecc.. tutte spese inutili che gravano sulle tasche dei contribuenti, in quanto li paga lo Stato...

E cosa dire che mangiano gratis o quasi (ovvero quasi completamente a spese dello Stato), anche in lussuosi ristoranti, quando ci sono persone in Italia che spaccandosi la schiena di lavoro, e alcuni rinunciando anche a dormire la notte, non riescono ad arrivare neppure alla terza settimana del mese per sfamare le loro famiglie (chi ha avuto la fortuna di potersela costruire) o anche solo potersi sposare con la persona amata (ammesso che abbiano avuto la fortuna di trovare, in questi tempi di superficialità e crisi dei veri valori, una persona abbastanza profonda da amarli, anche sapendoli privi di un lavoro)...?

Vi risparmio un elenco dettagliato di tutti i vantaggi dei Parlamentari, ma solo per evitare che i miei lettori possano veramente adirarsi (se già non lo siano....).

Ma vi sembra giusto che i parlamentari avvocato, possano svolgere la seconda professione negli orari in cui dovrebbero essere in Parlamento?

Praticamente prendono due stipendi. E non si tratta certo di 800 euro al mese...ma di cifre con molti più zeri...

E chi garantisce poi ai cittadini che questi parlamentari avvocato, assistendo certi loro clienti, non si vengano a trovare in "conflitto di interessi" ?

O fanno i parlamentari. O fanno gli avvocati.

Dovrebbe essere logico. E invece no.
Perché l'unica logica che mi sembra di intravedere è quella della "convenienza".

Ma quando si sceglie la professione politica l'unico obbiettivo ed amore dovrebbe essere quello della salvaguardia dei cittadini.

DI TUTTI I CITTADINI. Non solo della parte privilegiata.

Quello che per me conta, cari Governanti e politici Tutti, è che Voi prendiate Coscienza di determinati problemi prima dell'irreparabile.

E' come trovarsi su una barca in un oceano di squali. Se si rovescia finiscono in acqua tutti e tutti si rischia di venire divorati. Vinti e vincitori. Carnefici e vittime. Non conviene a nessuno. Tantomeno a voi.

Numerose pagine del mio Blog, dove parlavo del vero significato della parola Democrazia, erano principalmente dedicati a chi svolge professioni politiche, affinché prendessero seriamente atto di certi problemi, prima che si arrivasse alla situazione critica di oggi.

So che alcuni di loro, li hanno letti e apprezzati.

E di questo apprezzamento sono lieto.

Ma oltre a leggerli e apprezzarli, sarebbe stato il caso di porre in atto i miglioramenti che implicitamente suggerisco che migliorerebbero la qualità della vita di tutti.

Quindi datemi retta e agite.

ORA.

Anziché spremervi le meningi per poi partorire, e con gran travaglio, manovre finanziarie che per loro natura non potranno mai essere indolori, PROVVEDETE INVECE A RIDURRE IMMEDIATAMENTE IL NUMERO DI PARLAMENTARI.

Tutto qui.

E' la cosa più immediata e saggia che possiate fare.

Dimostrereste che siete in buonafede, dareste sollievo agli italiani e riprendereste fiducia e consenso.

Dunque riunitevi rapidamente, Governo e quella parte dell'opposizione dotata di Buon Senso.

Sapete già che è il numero è sufficiente.

E' tempo che non indugiate oltre.

Mai come in questo caso aiutare gli italiani, può aiutare voi stessi.

Gli italiani sembrano un popolo di persone dalla pazienza infinita e che si adatta a tutto, ma se dovesse sopraggiungere un ulteriore "imprevisto" di natura tale da rende loro impossibile anche il solo mangiare tutti i giorni (letteralmente non metaforicamente), potrebbero avere una di quelle reazioni che lasciano il segno nella storia.

Un'ultima cosa ma non per questo meno importante: dimostrate un pò sensibilità e rispetto verso Gaetano e i suoi amici, abbiate il coraggio di andarci a parlare.

Anche questa sarebbe dimostrazione di Buon Senso e Umanità.

E questa non è una teoria.

Adam

Fonte: http://777babylon777.blogspot.com/2011/08/gaetano-ferrieri-un-eroe-e-un-esempio.html#comment-form

Le stupidità dette sul 2012 - Monique Mathieu


venerdì 26 agosto 2011

Aggiornamenti sulla Libia



acqua fossile nel sottosuolo linico per un'estensione pari al territorio della Germania
Oggi non si è piu sentita la voce dei giornalisti che fino a ieri e ieri l’altro dichiaravano di essere stati minacciati di morte all’hotel Riza a Tripoli, da finti giornalisti all’interno e dagli uomini della NATO fuori. Il loro torto? Avere descritto una realtà diversa da quella ufficiale, e cioé che la NATO ‘ripuliva’ le strade di notte, per spianare la strada ai ribelli. Che i ribelli sono mercenari o poco ci manca della NATO. Che la NATO sta invadendo la Libia con l’aiuto dei cosiddetti ribelli e senza nessun sollecito della popolazione locale. E che Gheddafi non ha mai sparato sulla folla come fu detto per iniziare questa schifosa guerra.
E che la NATO ha bombardato ospedali e la ZECCA, che coincidenza?, dopo avere bombardato il 22 luglio scorso l’acquedotto libico che riforniva il 70% delle famiglie libiche, e non contenta, il giorno successivo ha distrutto l’unica fabbrica di produzione di condutture che avrebbe potuto ricostruirlo. Lo scopo è chiarissimo. Sicuramente non la difesa della popolazione.
Per l’acqua, darla a Gaz de France Suez, scommettiamo, qua in questa sede?
Per il petrolio, darlo, con royalties nulle o ai livelli italici (7-10%, esenzione per le prove di produzione), a BP e Total, ecc. invece che ai livelli norvegesi della Libia di Gheddafi.
Un tizio su Sky24 ha detto che ora l’Italia, cioé l’ENI, dovrà farsela con gli altri competitori internazionali. Che la Libia era stata lasciata all’Italia dall’Occidente ma che l’Italia non aveva saputo tenerla a bada quasi a volere giustificare l’aggressione della NATO.  Un discorso colonial imperialista spinto, sparato dalla TV di Merdock nell’indifferenza/narcosi generali dei miei genitori, e tutti gli altri..
La Libia ha anche tanto oro, talmente tanto che il generale Gheddafi aveva in progetto di coniare i dinari d’oro e di imporre quella valuta per la vendita del ‘suo’ petrolio. L’oro sta salendo alle stelle, perché dollaro e altra cartavaluta si sta svalutando rapidamente,  e per evitare che si scopra il trucco è meglio sequestrare un po’ di oro fisico alla Libia, perché le transazioni in oro oramai superano anch’esse di gran lunga i quantitativi esistenti di oro fisico.
Il generale Gheddafi capeggiava anche un movimento di liberazione dei popoli del Nordafrica, con la creazione del Fondo monetario africano, dal quale tutti i paesi occidentali erano stati rigorosamente esclusi. Ma il generale Gheddafi era anche riuscito a svincolarsi dalle grinfie dei creditori occidentali per la costruzione di un satellite televisivo tutto africano.
Ora la mia domanda è, in mezzo ai proclami di ‘vittoria’ della TV e alle domande fin troppo sollecite sui guadagni economici che ne trarrà ‘l’Italia’, leggi i soliti banchieri, dove e come sono finiti quei giornalisti?
C’era Lizzie Phelan che fino a due giorni fa ci descriveva la forza dell’esercito lealista e di come Gheddafi avesse distribuito armi alla popolazione per difendersi.
C’era Meyssan, della rete Voltaire, giornalista conosciutissimo che fino all’altro ieri descriveva le strade di Tripoli ripulite dalla NATO di notte per spianare la strada ai ribelli di giorno:
E poi c’era anche Madhi Nazemroaya che parla qua (cfr.http://www.agoravox.tv/actualites/international/article/libye-menaces-de-mort-sur-les-31397 ). E in genere tutti i giornalisti “non allineati” sono stati minacciati di morte.
Delle ambasciate hanno proposto di accoglierli, ma gli uomini della NATO circondavano tali ambasciate per impedire ai giornalisti di mettersi in salvo, notizia del 22 agosto cfr. http://www.legrandsoir.info/tripoli-temoignage-les-journalistes-non-alignes-sont-menaces-de-mort-retranscription-russia-today.html )
Il tutto mentre a Londra procedono a migliaia di arresti per i cosiddetti “riots” di Londra, di chi avesse già solo incitato o esultato per quelli che a me sembrano movimenti di protesta per il divario crescente e insostenibile tra i ricchi e i poveri. Il 25% della popolazione a Londra, non ha niente, o così poco, e assiste impotente ogni giorno al saccheggio della loro vita, inerme, da parte di banchieri dementi della City con la mania dell’onnipotenza che li spacciano per semplici  ‘vandali’.
In questi giorni, le uniche voci fuori dal coro potevano parlare unicamente a radio e televisioni russe, cinesi e venezuelane.
Finalmente due ore fa, un’agenzia  ci spiega che i giornalisti sono stati liberati dopo giorni di assedio. Un assedio delle forze NATO e ribelli e non, come hanno riferito i media, delle forze lealiste dell’esercito di Gheddafi. (cfr. http://www.silviacattori.net/article1845.html ).
Però di fronte a questo sfacelo, la mia domanda è: Dov’è finita la libertà di espressione? E la libertà punto? E l’autodeterminazione dei popoli?
Niente, tutti numeri di fronte ai mostri di NATO, ONU, BM, FMI, UE che avanzano inesorabili con le loro bombe all’uranio impoverito – criminali contro l’umanità – per imporre il loro neonazismo alla NOM.
di Nicoletta Forcheri

giovedì 25 agosto 2011

L’oro venezuelano e la vera ragione del perché Tripoli è stata conquistata solo ora.


Dopo molti mesi che la situazione era stabile con i ribelli a Bengasi e Gheddafi a Tripoli le cose sono drammaticamente cambiate nel corso degli ultimi tre giorni. 
Ma cosa e’ successo in questo brevissimo tempo, che ha cambiato le cose? 
C’entra l’oro. Spieghiamoci: qualche giorno fa Chavez, il presidente del Venezuela ha richiesto a Londra il rimpatrio dell’oro che ha in deposito presso la capitale inglese (quasi 100 tonnellate).
L’oro era concesso in leasing alla Banca d’Inghilterra e il ridarlo indietro significava per essa (che non lo possiede più) doverlo ricomprare sul mercato. Questo ha provocato il rapido incremento del metallo giallo facendolo arrivare Venerdì a 1.881 Dollari l’oncia. inoltre il prezzi dei future a breve scadenza erano più alti di quelli a lunga scadenza e ciò significa che in questo momento c’è mancanza di oro fisico. In tutta la storia del COMEX lo stesso successe solo un’altra volta moltissimi anni fa e solo per poche ore. La situazione attuale è quindi un fatto del tutto nuovo nel mercato dei future sull’oro.
http://1.bp.blogspot.com/-SUbompSsXVI/TlGnJ0tZJNI/AAAAAAAAZfU/UmzO25o6At4/s320/Riserve+oro.pngPer questo motivo le 143,8 tonnellate di oro fisico possedute da Gheddafi erano e sono indispensabili per poter restituire quanto dovuto al Venezuela da parte della Banca d’Inghilterra senza dover rischiare il default e senza dover far salire il metallo giallo a prezzi insostenibili che avrebbero visto il bluff di USA e UK. 
A questo proposito ricordiamo che l’oro che si dice essere depositato presso la Federal Reserve NON è mai stato controllato da alcun ente indipendente da moltissimi anni e quindi ci sono sempre più dubbi che esso esiste realmente.
Purtroppo per l’Italia anche buona parte delle nostre riserve aurifere si trovano NON presso la Banca d’Italia a Roma (come molti pensano) ma a Londra e negli USA. Sono oltre 2.000 tonnellate di oro comprate con i grandi sacrifici dei nostri antenati che da quanto sembra potremmo avere perso per sempre. A tal proposito sarebbe importante una tempestiva interrogazione parlamentare per conoscere l’esatta entità del nostro metallo giallo che si trova all’estero e quali possibilità abbiamo di riaverlo indietro.
Tornando alla Libia la vera ragione della rapida escalation di questi giorni è quindi appunto la necessità di Londra di reperire il più velocemente possibile l’oro da restituire al Venezuela. 
I mercati con questa mossa hanno capito quindi che l’oro dichiarato da buona parte degli Stati occidentali semplicemente non esiste più perché ormai è stato venduto e speso da USA ed UK. E pertanto i prezzi di oro (ed argento) saliranno sensibilmente nei prossimi mesi e anni. 
I trader e le principali banche si chiedevano in questi giorni dove la Banca d’Inghilterra avrebbe trovato l’oro da restituire a Chavez visto che il mercato non lo offriva. Oggi abbiamo la risposta. 
A presto 
Haki
In questo momento ci troviamo in piena deflazione che è nascosta attraverso la continua stampa di denaro fresco (non solo in USA con il QE ma anche in Europa attraverso il credito facile alle aziende che le banche Europee stanno concedendo quasi ovunque e che in buona parte NON verrà mai restituito). Tutto ciò farà salire inflazione e materie prime e soprattutto l’oro che e’ ormai l’unica vera valuta mondiale. Tutte le principali risorse naturali quindi saliranno molto se misurate col dollaro ma scenderanno se misurate con l’oro, facendo scendere di pari passo il potere d’acquisto di tutti noi e salire l’inflazione monetaria portandola. molto probabilmente, a 2 cifre in breve tempo con tutte le gravi conseguenze che ciò comporterà…ma tutto ciò sarà discusso in uno dei prossimi post…

LA VITA IN QUINTA DIMENSIONE - tramite Monique Mathieu

mercoledì 24 agosto 2011

Trichet-Draghi, la diarchia che governa l'Italia


Gabriele Battaglia - http://it.peacereporter.net/articolo/29886/Trichet-Draghi,+la+diarchia+che+governa+l'Italia
Una lettera “segreta” rivela che il governo è commissariato e anticipa in fretta e furia misure di cui non si conosce l'efficacia
L'Italia è governata dal gotha della finanza europea, rappresentata da Jean-Claude Trichet e Mario Draghi, attuale e futuro presidente della Banca centrale. Una lettera che avrebbe dovuto restare segreta e che invece è "miracolosamente" filtrata, rivela una vera e propria "lista della spesa" che la diarchia di Francoforte ha imposto al nostro Paese. È stata recapitata tra giovedì e venerdì; venerdì sera, guarda caso, Berlusconi e Tremonti hanno convocato un'improvvisata conferenza stampa per comunicare i "quattro pilastri" della politica economica futura: l'anticipo al 2013 del pareggio di bilancio, il suo inserimento in costituzione, la riforma dell'articolo 41 sulla libertà economica e una non meglio precisata "riforma del lavoro".
Nei "consigli" di Draghi e Trichet al nostro esecutivo, immediatamente rilanciati da Merkel e Sarkozy - che hanno caldamente consigliato a Berlusconi di fare tutto entro settembre - ci sono misure draconiane e tempi (rapidi) per farle: privatizzazione accelerata di tutto il patrimonio pubblicomeno rigidità sui licenziamenti dei lavoratori a tempo indeterminato, interventi sul pubblico impiego, superamento del modello attuale basato sull'estrema flessibilità di giovani e precari e sulla totale protezione degli altricontrattazione aziendale che incentivi la produttività.Procedere per decreto, da subito.
Una economista e un operatore di borsa si esprimono sulla situazione italiana e macroeconomica alla luce delle ultime novità. Sullo sfondo, la lettera di Trichet e Draghi che ha dato il via libera all'intervento della Bce sui nostri bond.
L'economista - Annamaria Simonazzi, Dip. di Economia Pubblica, Univ. La Sapienza, Roma 
La Bce interviene quando c'è un accordo politico tra i governi europei. Il problema è che l'accordo tra i governi avviene sempre in situazioni di crisi, mai prima, per scongiurarle. 
Quindi quello che manca è una vera e propria politica europea per il rilancio, per la crescita, perché quello è il modo migliore per evitare le crisi. Attualmente il mercato dei titoli di Stato cresce, ovviamente, perché la Bce li compra. Ma gli altri mercati azionari restano asfittici. La realtà è che l'Italia non può essere lasciata fallire come la Grecia, perché un fallimento del genere coinvolgerebbe anche gli altri Paesi europei: per cui l'Europa, Merkel e Sarkozy intervengono.
Non si esagera quando si dice che l'Europa ha commissariato il nostro governo. Di fatto gli ha fatto anticipare la manovra, ma i punti enunciati nella conferenza stampa dell'esecutivo, convocata in fretta e furia venerdì scorso, restano piuttosto fumosi. In particolare, come è già stato scritto altrove (Tito Boeri su Repubblica, ndr), appare addirittura controproducente l'inserimento in costituzione del pareggio di bilancio. Cosa vuol dire? Potrebbe procurare più rigidità, come si è visto nel dibattito sull'innalzamento del debito Usa.
E poi si parla di riforma del mercato del lavoro. Anche qui, cosa si intende? Un'altra campagna come quella contro l'articolo 18? Ma non si è capito quindi che ormai si è flessibilizzato tutto quello che si poteva flessibilizzare, che il punto invece è quello di far ripartire i consumi e quindi i punti di Pil? 
Il questo quadro, il declassamento del debito Usa da parte di Standard&Poor ha fatto capire che l'Europa non può più sperare che Washington tiri la crescita globale e che la posta in gioco dei prossimi anni è politica: il conflitto provocato dalla destra Usa. A questo punto la Cina si lamenta perché è seduta sulla montagna del debito Usa e non vuole vedere crollare il valore delle proprie riserve. Potrebbero diversificare i loro investimenti? D'accordo, però non è che al mondo ci siano così tanti franchi svizzeri o corone norvegesi per assorbire la capacità d'investimento cinese. Quindi si può prevedere un maggiore protagonismo cinese a livello macroeconomico in futuro. 
Quello che manca è l'Europa: per ora siamo capaci di mettere le pezze alla situazione deficitaria dei singoli Paesi europei, ma non di generare crescita.
Il trader - Niccolò ManciniPrimo elemento: Il massiccio intervento della Bce. Bastava il segnale. Più che un intervento massiccio è moral suasion, la Bce dichiara alla stampa che ci mette le mani e i bond spagnoli e italiani rimbalzano forte. Occorre però sottolineare che i nostro spread è ormai stabilmente sopra quello spagnolo: siamo andati sopra a 300 più volte e i bond spagnoli viaggiano tra i 13 e i 15 punti sotto i nostri, anche sui titoli a 10 anni che sono quelli che vengono presi come parametro. Questo significa che il problema in Europa siamo noi.
Secondo elemento: la borsa. Era partita bene e poi si sono scatenate le vendite su tutte le piazze. C'è un disinvestimento globale legato al rallentamento della crescita Usa e ai timori di una nuova recessione, il double dip, che porta a vendere tutti i titoli che hanno un legame stretto con il ciclo economico: Fiat, Pirelli, etc. 
Vanno meglio le banche, anche perché se vanno bene i titoli di Stato vanno bene anche le banche che ce li hanno in portafoglio. Comunque non è che abbiano performance così brillanti.
Questo significa che la situazione resta molto incerta anche se sul mercato dei bond, che è quello più importante, continua il rimbalzo: il BTP a 10 anni valeva 90 venerdì, vale 96 e mezzo oggi, una ripresa notevole, chiaramente generata dall'annuncio della Bce.
Siamo commissariati, questo ormai non lo negano neanche quelli del governo. Adesso voglio vedere come faranno il pareggio di bilancio. Credo che ci sia un piano B che a mio avviso non può essere che la patrimoniale, per incassare subito i soldi.
Quello di cui nessuno parla è che il problema dei mercati è il problema di quanto siano condizionati dal fattore finanziario. Se tutte la attività economiche dei mercati di tutto il mondo valgono 100, i derivati valgono 800. Si continua a farli prosperare e a non regolarli nonostante si sia sull'orlo del baratro. Il ruolo da padrone ce l'hanno le grandi banche: loro fanno quello che vogliono, poi magari ti impediscono l'operabilità ponendoti dei vincoli. Questo è il vero problema: gli scambi sui derivati sono ormai fuori controllo.