Francesco Giovanni di Pietro
Bernardone, meglio conosciuto come San Francesco d’Assisi visse per 44 anni e
portò alla chiesa una primavera di Vita. Sicuramente uno dei grandi illuminati
che ha aiutato ad illuminare uno dei periodi più tenebrosi.
Gandhi disse di
lui che “ci vorrebbe un S. Francesco ogni cento anni e la salvezza del genere
umano sarebbe garantita”. Come non essere d’accordo?
Cosa c’entra
San Francesco d’Assisi con il neoeletto papa argentino Jorge Mario Bergoglio, il
cui nome d’arte è Francesco I? Assolutamente nulla!
Il papa ha voluto
precisare - forse perché sono trapelate alcune indiscrezioni che vedremo più
avanti - di essersi ispirato per il nome proprio a Francesco d’Assisi.
Il
motivo è presto detto: vuole una “chiesa povera tra i poveri” (1).
Chiesa povera???
Non mi risulta che i
poveri indossino abiti come per esempio la casula, mitra, dalmatica
pontificale che costano la bellezza di 32.000 euro, portati con estrema
disinvoltura dal “papa emerito” Ratzinger.
Le casule indossate al
conclave sono state ben 200.
Il camauro, scelto personalmente dal
precedente pontefice, era di velluto rosso foderato e bordato di ermellino
bianco. Esattamente gli stessi abiti - anche se all’epoca Prada non esisteva -
usati dal poverello di Assisi.
L'uomo a capo di una delle
istituzioni più sfacciatamente ricche del pianeta, che tira in ballo uno dei più
grandi Uomini che siano mai apparsi all’umanità, l'Uomo che ha abbandonato tutte
le ricchezze materiali per abbracciare il vangelo del Cristo, è non solo una
stortura ma una offesa a tutte le persone che vivono realmente nella povertà e a
tutte quelle persone che cercano di migliorare la condizione di tante persone
più sfortunate. Certamente tantissimi uomini di vera fede stanno vivendo
esattamente questo ogni giorno nelle baraccopoli del sud del mondo, o meglio, ai
confini del mondo, ma non certo quelli del vaticano.Ora il nuovo papa
vuole una “chiesa povera tra i poveri”, quindi sicuramente metterà
all’asta tutte le ricchezze fantasmagoriche che lo stato del vaticano in
migliaia di anni ha accumulato, compreso i soldi depositati nei diversi paradisi
fiscali, il tutto per aiutare a risolvere la fame e la povertà del mondo intero.
Bellissimo quando irrealizzabile.
E’
molto più probabile che Jorge Mario Bergoglio ha scelto il nome Francesco, non
per ricordare il santo d’Assisi, ma per onorare Francesco de Jasso Azpilcueta
Atondo y Aznares de Javier, detto Francesco Saverio.Una
conferma arriva dal gesuita Giovanni La Manna presidente del Centro Astalli di
Roma che in una intervista, dice letteralmente: “ho pensato immediatamente a
questo riferimento, al nostro Francesco Saverio, che è un santo fondamentale per
i gesuiti. Ha speso una vita intera nella sua missione di evangelizzazione”
(2)Francesco
Saverio è stato un gesuita e missionario spagnolo del 1500 e uno dei primi
testimoni della Compagnia di Gesù oltreché uno dei fondatori.
Papa Gregorio
XV, lo stesso giorno, e cioè il 12 marzo 1622 canonizzò Francesco Saverio
assieme al fondatore storico e riconosciuto dei gesuiti: Ignazio di
Loyola!
Paragonare il gesuita Francesco Saverio con San Francesco d’Assisi
equivale a bestemmiare in chiesa.
Ma chi sono i
gesuiti?
Dopo circa 2000 anni di storia, per la prima volta, un
militare siede nel trono papale.
L’Ordine dei Gesuiti o semplicemente
la Compagnia dei Gesuiti è una organizzazione potentissima, strutturata come una
milizia o esercito. Si considerano l’esercito del Cristo.
L’obbedienza verso
il diretto superiore è pressoché totale e il comandante è definito come
Superiore Generale.
I gesuiti prestano totale obbedienza al padre
generale, detto anche “papa nero” che attualmente è Adolfo Nicolàs. Il nero
è perché il generale veste sempre di quel colore, ma anche per indicare
che è nell’ombra del Papa bianco…
Ora il papa bianco è uno di
loro.
La Compagnia fin
dall’inizio venne usata dal Vaticano per contrastare i vari movimenti di Riforma
e protesta e per “evangelizzare”, diciamo così, le masse.
Oggi l’Ordine conta
circa 19.000 membri e controlla/lavora con un altro gruppo quello dell’Ordine
Militare di Malta che ha circa 12.500. Se a questi aggiungiamo i 26.000 membri
dell’Opus Dei si ha un vero e proprio esercito.
Per comprendere la potenza di
queste istituzioni poco conosciute, il Sovrano Militare Ordine di Malta è un
osservatore permanente alle Nazioni Unite, intrattiene rapporti diplomatici con
oltre 100 paesi e la sua sovranità è riconosciuta da 105 stati del
mondo.
L’iniziazione
gesuiticaNella Compagnia la disciplina è
assolutamente ferrea.
Ogni singolo allievo deve fare degli esercizi
spirituali che conducono alla vita occulta attraverso la volontà e il tutto
tramite una severissima disciplina, che si potrebbe chiamare un vero e proprio
addestramento.
Nessuno viene ammesso agli effettivi gradini superiori del
gesuitismo se non ha sperimentato nella propria anima la trasformazione totale
di questi esercizi spirituali.
Esercizi occulti che rendono l’adepto schiavo
della Compagnia per tutta la vita. Padre Giovanni La
Manna dice candidamente nell’intervista detta prima, che “chi è stato gesuita
per anni non può cancellare le sue origini”.
Dire che il gesuita non può
cancellare le proprie origini è un modo edulcorato per dire che un gesuita non
può uscire dalla Compagnia perché la propria anima è stata per così dire
incatenata a seguito della potente iniziazione.
Nel libro “Da
Gesù a Cristo”, il filosofo Rudolf Steiner spiega nel dettaglio
l’iniziazione occulta che i gesuiti devono passare, spiegando le immagini che
per diverse settimane devono forzatamente vivere nella loro anima, nel totale
abbandono e isolamento. Queste immagini hanno esattamente la funzione di
trasformare e modificare la loro anima.
Un’azione diretta e profondissima
sulla volontà fa sì che l’allievo si astragga da tutto il resto votandosi
solamente all’idea che “il re Gesù deve diventare il dominatore della
terra”.
Loro sono una milizia, la milizia di Gesù. Con questa idea
estrema, marchiata a caldo nell’anima, i gesuiti si avvalgono di qualsiasi
mezzo, legale e illegale, per servire e realizzarla.
Quando però la volontà
diventa tanto forte per mezzo degli esercizi spirituali occulti, la volontà
acquista anche la capacità di agire a sua volta direttamente sugli
altri...
Stiamo assistendo a questo da oltre 500 anni.
Papa Francesco I e la dittatura argentina Il nuovo papa è da
anni accusato di essere stato colluso con la dittatura militare
argentina.Dittatura iniziata
da Jorge Rafael Videla che sterminò oltre 9000 persone senza tenere conto dei
30.000 desaparecidos, molti dei quali finirono gettati nell’Oceano dagli aerei.
Nella foto a sinistra il futuro papa che da la comunione al criminale.
Videla è stato condannato a due ergastoli e 50 anni di galera per violazione
dei diritti umani.Un libro “L’isola
del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina” di Horacio
Verbistky elenca quelle che sarebbero le prove di tale connivenza.
Nel 1976,
all’età di 36 anni il gesuita Mario Bergoglio divenne il più giovane Superiore
provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Tutti i sacerdoti gesuiti
erano sotto le sue dipendenze.
Durante la
dittatura militare, Bergoglio avrebbe svolto attività politica nella Guardia
di Ferro, un’organizzazione della destra peronista.
Non sappiamo se tali
denunce sono fondate oppure, ma a parte questo, cosa c’è di nuovo all’orizzonte?
Nulla, perché da che mondo e mondo, una parte dell’istituzione ecclesiastica,
quella collusa con la massoneria e i potentati finanziari internazionali, ha
sempre spalleggiato i vari regimi dittatoriali e militari sparsi nel
mondo.In questo
preciso momento storico, alla chiesa - intesa come istituzione gerarchica umana,
che nulla ha di spirituale - serviva dare una importante svolta mediatica. La
crisi per il vaticano è su tutti i livelli, ad eccezione di quello economico
ovviamente.
La realtà molto probabilmente è la
seguente: le chiese si stanno svuotando giorno dopo giorno, gli scandali della
pedofilia hanno lasciato un vergognoso marchio indelebile, come pure gli
scandali economico-finanziari, per non parlare della crisi di vocazione degli
stessi preti.
Per non perdere ulteriormente potere, soldi ma soprattutto
controllo sulle masse, cosa fare, tenuto conto che il pontificato del pastore
tedesco ha aiutato l’aggravamento e la sfiducia generali? Cambiare papa e far sedere nel trono di Pietro, uno che dia
speranza di rinnovamento. L’illusione del cambiamento che non potrà mai
avvenire, tanto meno da un gesuita!L’idea è strepitosa
e il nome Francesco è a dir poco geniale.
Una persona umile,
modesta, che arriva dalla “fine del mondo”, un povero che gira in metropolitana,
balla il tango, paga il conto di tasca propria e che ha avuto addirittura una
fidanzatina. A quando il parlare agli uccelli e ammansire i lupi?
Ma cosa
volete di più?
La fiaba è perfetta e come in tutte le fiabe che si
rispettino, alla fine: “vivranno tutti (i ricchi in vaticano) felici e
contenti”.
“Se volete
seguirmi, vendete ciò che possedete e il ricavato datelo ai poveri”, così ha
detto ma soprattutto fatto, il vero e unico San Francesco d’Assisi.