di Gianni Lannes
Pochi
in Italia sanno che il nostro Paese, in barba alle normative nazionali e
internazionali, e a nostro rischio e pericolo, accoglie centinaia di ordigni
nucleari in violazione della Costituzione e del Trattato di non proliferaizone
(TNP). I governi tricolore hanno sempre negato l'evidenza, comunque scoperta ed
accertata in passato da approfondite inchieste giornalistiche. Ora, il 30 maggio
2013, la notizia, anzi la conferma è ufficiale: infatti, sulla base di
un'interrogazione parlamentare in sede di Commissione Difesa, l'esecutivo ha
confermato il segreto di Pulcinella, comunque ignoto alla stragrande maggioranza
del popolo italiano. Ovvero che nelle basi aeronautiche di Aviano e Ghedi, ma
non solo, i sedicenti "alleati" di Washington mantengono illegalmente ben 90
bombe atomiche modello B 61, residuo della guerra fredda. Una minaccia concreta
che in caso di incidenti o attacchi nemici potrebbe polverizzare mezza
Europa.
Il
trattato di non proliferazione nucleare sancisce l'obbligo per l'Italia di non
ospitare ordigni nucleari
e per gli Stati nucleari, di non dispiegare tali armamenti al di fuori del
proprio territorio, nello specifico l'articolo 1 stabilisce:
«Ciascuno
degli Stati militarmente nucleari, che sia Parte del Trattato, si
impegna
a
non trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi,
ovvero il controllo su
tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegna
inoltre a non assistere, né incoraggiare, né spingere in alcun modo uno Stato
militarmente non nucleare a produrre o altrimenti
procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il
controllo su tali armi o congegni
esplosivi».
Secondo
quanto affermato dall'Istituto affari internazionali nel documento «Il dibattito
sulle armi
nucleari tattiche in Italia» nonostante l'esplicito impegno a «creare le
condizioni per un mondo senza armi nucleari», il nuovo Concetto strategico della
Nato adottato a Lisbona il 19 novembre 2010
ribadisce che «fintanto che ci sono armi nucleari nel mondo, la Nato rimarrà una
Alleanza nucleare».
Ultimo
caso di dispiegamento avanzato (forward deployment), cinque paesi dell'Alleanza
atlantica
- Belgio, Germania, Italia, Olanda e Turchia - continuano ad ospitare di
armamenti nucleari tattiche (Ant) di proprietà del governo degli Stati Uniti
d’America, all'interno dei propri confini. Il tipo di arma nucleare a
disposizione della Nato attualmente
collocata sul territorio europeo è la bomba gravitazionale B-61 (risalente agli
anni ’60), classificata come tattica. Attualmente sono in servizio le versioni
B61-3, B61-4 e B61-10, costruite tra il 1979 e il 1989,
con varie opzioni di potenza da 0.3 a 170 chilotoni. Le bombe possono essere
trasportate dagli aerei
statunitensi
F-15E e F-16C/D e dagli aerei delle forze europee come gli F-16 belgi, olandesi,
turchi e
i Tornado italiani e tedeschi, nonché gli F 35. Le bombe sono custodite sotto il
controllo americano dagli US Munitions Support Squadrons (Munss).
Come affermato dalla Corte internazionale di
giustizia mantenere una minaccia nucleare nei confronti
di altri Paesi è un illecito, per di più le armi nucleari in territorio italiano
rappresentano un pericolo per la salute e la vita di chi vive nei pressi di una
installazione nucleare militare.
Tra gli Accordi bilaterali USA-Italia, l’air
technical Agreement (Accordo tecnico aereo Italia-Usa)
del 30 giugno 1954 definisce i limiti delle attività operative, addestrative,
logistiche e di supporto che i velivoli americani possono effettuare sul
territorio italiano mentre il Bilateral Infrastructure
Agreeement Accordo bilaterale italo-americano (BIA) sulle infrastrutture
stipulato il 20 ottobre 1954 regola le modalità per l'utilizzo delle basi
concesse in uso alle Forze USA sul territorio nazionale,
generalmente conosciuto come «Accordo Ombrello», in conformità al BIA, sono
stati approvati,
nel
corso degli anni, vari Memorandum d'intesa, tecnici e locali per regolamentare
diversi aspetti
connessi all'uso delle singole basi. Tali accordi tecnici confermano che le basi
militari utilizzate dagli Stati Uniti nel nostro Paese sonofinora state soggette
a una duplice forma di controllo operata dalle autorità militari statunitensi e
italiane.
I
comandanti delle basi sono militari italiani ma essi non hanno poteri di
controllo sostanziale sulle attività poste in essere dagli Stati Uniti, poiché
si limitano a decidere in materia di numero dei voli, orari dei voli,
responsabilità di assistenza al traffico aereo. Il controllo di carattere
militare sul personale, l'equipaggiamento, i tipi di attività che vengono posti
in essere dagli Stati Uniti ricadono nella competenza del comandante
statunitense. Quanto al trattamento del personale delle basi, gli schemi di
accordi tecnici rinviano alle disposizioni contenute nel Trattato di
Londra.
Gli
ultimi due Agreement, come ha anche sottolineato il ministro Martino nel corso
della comunicazione alle Commissioni Difesa di Camera e Senato del 21 gennaio
2003, hanno una elevata classifica di segretezza e non possono essere
declassificati unilateralmente.
La
dottrina di diritto costituzionale decisamente maggioritaria (Mortati, Cassese,
Barbera, Barile) non ritiene compatibile con il sistema l'esistenza di Trattati
segreti ritenendoli illegittimi. Alcuni autori (Fois) giungono addirittura a
chiedersi se un Trattato segreto, in quanto tale, abbia effetti giuridicamente
vincolanti. La tesi dominante, ossia quella dell'illegittimità dei Trattati
segreti poggia sulla ricostruzione dei principi costituzionali in materia, su
quella dei rapporti tra organi costituzionali (in particolare tra Governo,
Presidenza della Repubblica e Camere) e normativamente fa fulcro sull'articolo
80 della Costituzione.
Secondo
quanto affermato pubblicamente dal sottosegretario di Stato per gli affari
esteri, pro tempore Scotti, la determinazione dell'Italia a sostenere il
processo di disarmo nucleare è stata confermata anche nel Vertice di Lisbona,
dove è stato approvato un nuovo concetto strategico della NATO, indirizzato
verso un'ulteriore riduzione in Europa degli arsenali nucleari dell'Alleanza
atlantica, la cui capacità di deterrenza dovrà dipendere sempre meno dal fattore
nucleare.
Le bombe atomiche tattiche stoccate in Italia
risultano dal novembre 2011 in fase di ammodernamento
su disposizioni del Governo degli Stati Uniti per consentirne l'utilizzo anche a
bordo degli F35 acquistati dal governo italiano.
conosciuti
dalle autorità civili.
Soprattutto:
via le atomiche: l'obbligo istantaneo è quello di allontanare dall'Italia questa
minaccia nucleare.
fonti documentate:
Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL
DOMINIO, Draco, Modena, 2012
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