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giovedì 9 ottobre 2014

EBOLA: IL VIRUS FABBRICATO IN LABORATORIO

Aeronautica militare italiana




di Gianni Lannes


Tema del giorno: la guerra batteriologica, anche se viene passa passare sotto mentite spoglie. Non a caso, la paura opportunamente inoculata a livello sociale dai media, è la più potente arma di controllo delle masse usate come cavie. 

 Attualmente, la NATO mediante l'aersolchemioterapia bellica coattiva e segreta cosa sta spruzzando nell'aria che respirano milioni di ignari europei?


Italia: scie chimiche


Per la cronaca rimossa e seppellita dall’oblio. Nella primavera del 1995 è stata resa nota la notizia del contagio di una ricercatrice svizzera a Berna a causa del virus Ebola. Si trattava del primo caso di contagio in Europa, proprio mentre era in atto l'epidemia opportunamente diffusa in Africa, ed inizialmente disseminata nello Zaire. Dalla stessa fonte che ha rivelato il contagio della ricercatrice - il presidente della società internazionale Travel Medicine - si è appreso che il laboratorio in cui la donna operava, produceva vaccini. 

Contemporaneamente, sempre nel 1995, il bollettino settimanale dell'Organizzazione mondiale della sanità ha comunicato le notizie relative ad un'epidemia causata dal virus Ebola nel 1992 tra le scimmie di un laboratorio di Siena che produceva vaccini. Dopo la morte di alcuni degli animali, altri 150 furono abbattuti per timore del contagio; nei laboratori degli istituti pubblici del Belpaese erano detenute allora oltre 3 mila scimmie.  
A tutt’oggi nessun governo tricolore e nessuno ministro della prima e seconda repubblichetta della banane ha fornito spiegazioni di quanto avvenuto nel laboratorio di Siena dove si sperimentavano vaccini.  

Per la storia dimenticata o ignota, ma documentata. Nel 1967 a Marburg, in Germania, dai laboratori farmaceutici locali controllati dalla NATO - ove le scimmie africane erano utilizzate come cavie - si diffuse un'epidemia causata da un virus, chiamata appunto Marburg, che provocò la morte di almeno cinque ricercatori.  

L’agente patogeno, denominato Ebola, è stato isolato per la prima volta nel 1967, e si trasmette per via aerea. Un attacco significativo di Ebola è avvenuto nel 1989 a Reston, ad appena 15 chilometri da Washington. Il contagio sarebbe stato fermato da uno speciale reparto batteriologico dell'esercito USA, che allora tenne rigorosamente segreta la notizia; la vicenda è venuta alla luce grazie allo scrittore Richard Preston autore del libro "Hot zone" di cui sono state rese delle anticipazioni da parte del quotidiano "El Pais"; sul caso di Reston proprio il quotidiano spagnolo ha trovato conferme alle notizie rese note da Richard Preston, interpellando alti ufficiali della Usamriid (US army medical research institute of infectious diseases), di Frederick, nel Maryland, il centro ricerche dell'esercito che si dedica alla guerra batteriologica.

Di Ebola sono stati fabbricati in laboratorio tre tipi di microrganismo: il Marburgo, lo Zaire e il Sudan, così denominate per le aree geografiche in cui furono mandate in onda; il Marburgo ucciderebbe il 25 per cento dei contagiati, lo Zaire il 90 e il Sudan il 50 per cento. Il primo attacco di Ebola è avvenuto, appunto, nel 1967 a Marburgo, in Germania, dove le locali autorità sanitarie l'avrebbero tenuto segreto. Nei laboratori farmaceutici Behring Works, che utilizzavano cellule renali di scimmie africane per fabbricare vaccini, sarebbero morti, prima l'operaio che dava loro da mangiare, poi altre sette persone.  Poi, il caso di Reston. In questa cittadina ha sede la Hazletyon Research Products, una impresa che importa scimmie da tutto il mondo per poi rivenderle a laboratori farmaceutici o istituti di ricerca medica. Come da copione: la Hazletyon si sarebbe rivolta agli specialisti militari dell'Usamriid.

 Nei tempi correnti le epidemie sono spesso inventate a tavolino dalle autorità (civili & militari) per compiacere le multinazionali farmaceutiche. che prontamente sfornano la soluzione a pagamento.


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