non dovremmo temere ciò che non conosciamo, ma ciò che riteniamo vero ed invece non lo è
domenica 27 febbraio 2022
GLI OSTACOLI
L'Opera è di "Marc Chagall"
Si parla molto degli ostacoli, ma li si usa poco; quando si capisce come utilizzarli, la gioia penetra nel lavoro su di sé: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro." (Mt 11, 28)
Gran parte dei ricercatori spirituali, affrontano il lavoro su di sé con una strana sensazione di tristezza, d'insoddisfazione, ritenendo il raggiungimento di un ipotetico risultato motivo di gioia, mentre il lavoro per sciogliere le proprie resistenze e i propri conflitti, come motivo d'afflizione.
NON VI È NULLA DI PIÙ INGANNEVOLE: "Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita." (Mt 11, 29)
I giovani ricercatori spirituali vorrebbero conseguire cambiamenti nella loro esistenza, utilizzando però gli stessi vecchi e comodi sistemi di pensiero che hanno generato le condizioni che vogliono cambiare.
"Fede ma come devo fare?"
Gertrude ti invito a preferire le azioni inattese e gli effetti inconsueti; se cerchi di scansare le vie inconsuete, sarà impossibile immeterti nelle correnti di successo.
Se non superano queste prime difficoltà, gli uomini divengono esseri ordinari, tutti con le stesse gioie e gli stessi dolori stereotipi, e come conseguenza delle cose abbiamo il dilagare del pensiero unico nella nostra attuale civiltà.
Che tristezza!
È facile condannare i seguaci del mono pensiero, ma qualora ti dessero fastidio chiediti intimamente: "le mie scelte nel quotidiano anche le più semplici, vedi il bar dove faccio colazione, l'abbigliamento per andare al lavoro, i dialoghi meccanici "buongiorno e buonasera", li ho sostituiti con qualcosa di nuovo e imprevedibile?"
Affrontare gli ostacoli con tristezza e pesantezza, è pura ignoranza.
Impariamo a gioire per gli ostacoli, sapendo che, se bene accolti, mutano presto nel successo, che sarà come una rete colma di pesci.
Ecco perché il Maestro dice "il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero" (Mt 11, 30); si è liberato dal profondo condizionanento che l'ostacolo sia motivo di preoccupazione e pesantezza, trasformando questo in un'avventura da attraversare con lo sguardo del bambino: "In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli." (Mt 18, 3)
Cari amici, la linea di demarcazione che dividerà l'umanità in due, sarà tracciata seguendo i criteri dell'imprevedibilità e la scontatezza: "gli uni verranno presi, e gli altri lasciati" (Lc 17, 34).
Federico Cimaroli - Pensiero Caffè
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